Dissolvimento della chiesa cattolica

8 Novembre 2017

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Il 31 ottobre scorso, esattamente nel cinquecentesimo anniversario dell'affissione delle "95 Tesi" alla porta del Duomo di Wittenberg, considerato l’inizio ufficiale della "Riforma protestante luterana", la Città del Vaticano, di cui il pontefice è per inciso Capo di Stato, ha emesso un francobollo commemorativo. Forse è finito in effigie qualche personaggio della Chiesa che fece argine allo straripamento della Riforma, quali Carlo Borromeo o Ignazio di Loyola? O magari il Duomo di Trento, ove la Chiesa si rinnovò ed ebbe una catarsi col famoso Concilio? Nulla di tutto questo: sul francobollo campeggiano, incredibilmente, Martin Lutero e il suo sodale Filippo Melantone ai piedi della croce. Penso e pensiamo di averne viste troppe, negli ultimi anni, ma mai grossa come questa: per intenderci, è come se nella scorsa primavera l'Iran avesse commemorato sui francobolli l'ottantesimo anniversario della nascita di Saddam Hussein o se le poste kosovare celebrassero Milosevic.

 

Considerando che il Vaticano è monarchia assoluta elettiva, dubito che il tutto sia avvenuto contro la volontà di papa Francesco, anzi a ripercorrere i gesti del pontefice (vedi il viaggio a Lund, in Svezia, esattamente un anno fa) oserei quasi scrivere che il Nostro sia ben compiaciuto. Ormai siamo oltre il post-cattolicesimo e il post-moderno nella Chiesa: qua siamo, letteralmente, al dissolvimento stesso dell' istituzione, al suo annichilimento, allo stravolgimento della dottrina, alla rinuncia al Magistero, alla fusione dei rimasugli di un ente ormai desacralizzato e mai, in duemila anni, caduto così in basso, in una specie di "ONU" relativista delle religioni, in un pastrocchio senza capo né coda utile e funzionale ai bisogni dell' uomo-consumatore in corso di mutazione antropologica. Con le acrobazie di un Pensiero Unico si cerca di far passare la Riforma non come un qualcosa di "esterno" che portò, mezzo millennio orsono, alla divisione della "Res Publica Christiana" in due tronconi ostili -che si affrontarono, tra l'altro, per circa un secolo sul campo di battaglia- e ad uno scisma ancor più grave di quello di Oriente (nell' XI secolo) ma come di un rinnovamento "interno" della Chiesa. Tempo pochi anni e per la storiografia lo scisma luterano sarà stato un equivoco, un'azione non compresa dai contemporanei, una "baruffa in famegia" -per citare una commedia un tempo molto di moda del neogoldoniano G.Gallina- risoltasi, dopo un volar di piatti, a tarallucci e vino qualche secolo più tardi…ovviamente riconoscendo che la ragione era degli "altri". Tanto per dire l' "equivoco" protestante, provo a citare qualche complimento che il buon ex frate agostiniano Lutero scrisse nei confronti dei papi passati, presenti, futuri: "cani, boia ,pervertitori della dottrina, fomentatori di scandali, lupi voraci, Anticristi, diavoli infernali" e per motivi di spazio non continuiamo la lista. A parte questo, che potrebbe essere derubricato a folklore antico, vorrei inoltre porre all'attenzione due o tre cosucce della teologia luterana, la quale negando le opere come mezzo per raggiungere la Grazia, rifiutando 5 sacramenti su 7 tra cui la confessione, accettando la sola Bibbia come fonte di scrittura, mirando al sacerdozio universale e al rapporto diretto con Dio rende del tutto inutile l' intera gerarchia cattolica dal papa al cardinale al vescovo, nonché l' azione assolutrice e la mediazione del prete. Se si nega la confessione, la salvezza per mezzo delle opere e se per salvarsi basta solo la Fede, pur nel peccato ("pecca forte, ma credi ancor più forte") tutto l'apparato cattolico, che oggi esalta Lutero, allora risulta essere un carrozzone inutile. Quindi: se si riabilita Lutero, se si va a Lund a celebrarne la portata della sua opera, se si dice chiaro e tondo che " la teologia cattolica e quella luterana sono unite da punti in comune e non divise", se si parla di ecumenismo universale e fratellanza delle religioni, bisognerebbe pure avere l' onestà intellettuale di deporre casula, tiara, stole, pissidi, tonache e quant' altro, lasciare i bei palazzi affrescati (proibiti dalla iconoclastia protestante) e le chiese sontuose e andarsene in qualche seminario luterano, cambiare casacca e diventare tutti pastori protestanti. Per godersi i frutti di mezzo millennio di luteranesimo e calvinismo, tra cui l'individualismo, la formazione del moderno Capitalismo Assoluto tanto diverso da quello fiammingo e italiano dell'epoca medievale, il secolarismo e soprattutto le chiese vuote e le percentuali d' ateismo più alte del mondo.

 

Peccato. L' ultimo baluardo rimasto all' Occidente per contrastare lo sfasciume attuale era la Chiesa; dopo questo francobollo, da malata grave la consideriamo ormai malata terminale. La "barca di Pietro", sopravvissuta a duemila anni, scismi, persecuzioni, sopravvissuta pure a personaggi quali Bonifacio VIII, Alessandro VI e Leone X non ha retto l'urto di un cinquantennio di progressismo postconciliare e dei suoi attuali epigoni, mischiatisi al politicamente corretto e al liberismo e libertarismo più deleterio. Come Manzoni, posso dire-seppur con amarezza da agnostico cristiano-"ei fu..."

 

Simone Torresani

 

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