Diritto, non dovere

9 Febbraio 2018

 

A ogni scadenza elettorale si ripresenta il tormentone del “che fare”.

 

Bisogna partire da un punto fermo: l’evidenza del disastro in cui ci troviamo. Un disastro di civiltà, di sfacelo morale, di dissoluzione dei legami sociali, di avvilimento nella soggezione a potenze straniere e a poteri incontrollabili con gli strumenti democratici, prima ancora che un disastro economico e finanziario.

 

Ne discende l’ovvia conclusione che non si devono votare i partiti che portano la responsabilità di governo negli ultimi decenni. Votare per Forza Italia, per il PD e cespuglietti centristi, compresa l’orrida Bonino, per Liberi e Uguali del privatizzatore Bersani e dell’impresentabile D’Alema, non sarebbe soltanto un errore: sarebbe una colpa.

 

L’unico voto sensato è quello destinato a un partito o a una coalizione che abbia qualche probabilità di formare una maggioranza capace di introdurre almeno qualche granello di polvere nei meccanismi del potere. Un governo che dia qualche fastidio alla finanza globale, all’Impero che ci domina e dissemina le sue armi e le sue bombe nucleari sul nostro territorio, alle centrali direttive di una UE che dell’Impero è parte integrante e decisiva.

 

Di fatto le uniche forze politiche in Europa che sembrano sgradite ai poteri sono quelle populiste e sovraniste.

 

Beninteso: il sovranismo è concettualmente indifendibile. La crisi dello Stato Nazionale, il fenomeno politicamente più nuovo e più rilevante della nostra epoca, appare irreversibile. Nel mondo globalizzato solo gli Stati nazionali di dimensioni continentali hanno le risorse per affermarsi e prosperare: USA, Russia, Cina, India, Brasile. Le piccole nazioni europee o si uniscono in una federazione continentale o soccombono. Il fine deve essere un’Europa federale rispettosa delle autonomie, ben armata autonomamente e quindi fuori dalla NATO, sostanzialmente autarchica, secondo la visione di un Alain de Benoist e, in Italia, di un Massimo Fini.

 

Questo è il passaggio decisivo del ragionamento. Un’Europa siffatta potrà essere realizzata soltanto distruggendo l’attuale UE, troppo plasmata dai poteri finanziari e imperiali per essere riformata dall’interno. Il sovranismo, essendo l’unica forza ideale e politica con prospettive mobilitanti, può essere il grimaldello che consenta di forzare la massiccia costruzione europea. Non il fine ultimo da perseguire ma lo strumento per mettere in moto una dinamica rivoluzionaria.

 

Allora la domanda sul “che fare” si precisa in questo modo: esistono in Italia partiti autenticamente sovranisti che possano orientare un governo scomodo per i poteri europei e per gli USA?

 

 

 

A destra i partiti che possono formare una coalizione di governo e che si presentano come sovranisti sono la Lega e Fratelli d’Italia. Nessuno si illuda. Non sarà la presenza di Bagnai fra i candidati della Lega a fornire garanzie sufficienti. Votare per Lega o Fratelli d’Italia significa votare per Berlusconi, il peggio del peggio. L’avvertimento ripetuto spesso da Salvini, che se dovesse avere un voto in più di Forza Italia sarebbe lui, col suo programma populista e sovranista, a dirigere il governo, è solo un mezzuccio per raccattare i voti di una destra anti-sistema e farli confluire poi in un calderone che sarà cucinato da Berlusconi. Né Salvini né Meloni avranno mai la forza per opporsi alle pressioni di un alleato liberista ed europeista, portavoce degli interessi di Bruxelles e di Berlino, nonostante le mazzate che da essi gli vennero nel 2011. A destra le uniche formazioni politiche antiberlusconiane sono Forza Nuova e Casa Pound. Dichiarano onestamente di rapportarsi al fascismo, quello più rispettabile, il cosiddetto fascismo “sociale”. Sono nemici della finanza globale e vogliono un’Italia che recuperi la propria indipendenza, contro l’UE e contro la NATO. Tuttavia la loro polemica si concentra sui temi dell’immigrazione, dell’ordine pubblico, della minaccia islamica, una sostanziale mistificazione perché distoglie l’attenzione dai veri problemi. In particolare l’allarme per la presunta islamizzazione dell’Europa cristiana è un vero e proprio delirio. La cristianità dell’Europa si è già dissolta sotto i colpi di una cultura dominante materialista e a causa dell’americanismo, non dell’islam.  Da noi vige la religione dello sballo e del sex and money, una religione tanto forte da rendere la conversione ad essa dei figli dei musulmani immigrati più probabile della conquista islamica del nostro continente. Comunque l’argomento decisivo che dovrebbe sconsigliare dal votare l’estrema destra è l’assoluta irrilevanza di un voto che sarebbe inutile.

 

A sinistra l’unico partito decente è il Partito Comunista di Marco Rizzo. Ha l’onestà di rivendicare tutta la tradizione comunista, compresa quella stalinista. Opponendosi a UE e NATO, è sovranista. Inoltre è l’unica formazione di sinistra contraria all’accoglienza indiscriminata dei “migranti”, con argomenti di chiara impronta marxista che le sinistre liberal-libertarie hanno completamente rimosso. Tuttavia anche il voto per questo partitino sarebbe del tutto inutile.

 

Resta Cinquestelle. Il suo sovranismo è tanto fiacco da far prevedere che si dissolverebbe come nebbia al sole sotto le pressioni dei poteri transnazionali. La previsione di una fine simile a quella della greca Syriza è quasi una certezza. Non vale neppure l’argomento di chi dice che comunque è il momento di mettere alla prova Di Maio e compagni. La fine ingloriosa di Zipras e della sua Syriza non è stata indolore. Ha trascinato con sé le speranze e le illusioni del popolo greco, che ha perso gran parte della carica di lotta che lo aveva animato quando Syriza prometteva di resistere alla Troika. Anche il fallimento di un governo Cinquestelle farebbe dilagare sfiducia, rassegnazione, scetticismo.

 

L’unico voto utile sarebbe quello dato a un Fronte Unitario Sovranista, che non esiste e non appare all’orizzonte.

 

Pertanto la decisione più razionale resta l’astensione, scegliendo se restarsene a casa propria o annullare la scheda (lasciarla bianca è poco rispettoso degli scrutatori, costretti a esaminarla controluce per cercare di individuare un eventuale segno leggero). Del resto si profila un risultato che non permetterà di formare una solida maggioranza di governo. Ne discenderà la conferma del governo Gentiloni in attesa di nuove elezioni con una nuova legge elettorale, che richiederà un altro paio d’anni. Queste elezioni potrebbero essere le più inutili della nostra storia, motivo ulteriore per starne lontani.

 

Checché ne dica la Costituzione “più bella del mondo”, votare è un diritto, non un dovere.

 

 

 

Luciano Fuschini

 

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