La carta-moneta del Gran Khan

17 Ottobre 2018

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Da Comedonchisciotte del 15-10-2018 (N.d.d.)

 

La carta moneta del Gran Sire viene così descritta da Marco Polo nei suoi resoconti di viaggio trascritti da Rustichello da Pisa intorno al 1298.

 

«Sappiate che nella città di Cambaluc c’è la zecca del Gran Sire: ed è organizzata in tal modo che si può dire come il Gran Sire sia davvero un perfetto alchimista. Mi spiego. Egli fa fabbricare la seguente moneta: fa prendere la corteccia di gelso, l’albero di cui mangiano le foglie i bachi da seta, la frantumano, la pestano e poi la impastano con la colla, in modo che ne risulti una specie di carta, come quella dei papiri. Quando la carta è pronta la fa tagliare in parti grandi e piccole, ogni foglietto corrisponde al valore di una o più monete d’argento o d’oro. Ogni foglietto porta il sigillo del Gran Sire. E questa moneta è fatta con tanta autorità e solennità, come se fosse veramente d’oro o d’argento. E se qualcuno osasse falsificarla, sarebbe punito con la morte; e questi foglietti il Gran Sire li fa fabbricare in tale numero che potrebbe pagare con essi tutta la moneta del mondo. Fabbricata così la moneta, il Signore fa fare con essa ogni pagamento e la fa spendere per tutte le province dove egli tiene signoria: e nessuno osa rifiutare per paura di perdere la vita. Ma è vero anche che tutte le genti e le razze di uomini, sudditi del Gran Sire, prendono volentieri queste carte in pagamento perché alla loro volta le danno in pagamento per altra mercanzia, come perle, pietre preziose, oro e argento. Si può così comprare tutto ciò che si vuole e pagare con la moneta di carta. Più volte all’anno arrivano a Cambaluc i mercanti e portano perle, gemme, oro, argento e altre merci ricche; offrono la mercanzia al Gran Signore ed egli fa chiamare dodici uomini esperti e ordina loro di esaminare la merce e di pagare quello che ritengono giusto con i foglietti che ho detto. I mercanti li prendono molto volentieri perché se ne serviranno poi per altri acquisti all’interno delle terre del Gran Sire; se poi devono comprare in paesi dove non si accettano i foglietti comprano altra merce e la scambiano. Si aggiunga che durante l’anno va per la città un bando che impone a tutti quelli che hanno oro e argento e pietre preziose e perle di portarle alla zecca. I sudditi obbediscono e ricevono pagamento in carta. In questo modo il Signore possiede tutto l’oro, l’argento e le perle che si trovano sulle sue terre. E c’è un altro fatto importante da ricordare. Se qualcuno vuole acquistare oro o argento per il suo vasellame, per le sue cinture o per altre cose, va alla zecca, porta con sé i foglietti e prende in cambio l’oro e l’argento che gli serve. Adesso vi ho raccontato il modo usato dal Gran Signore per possedere il maggior tesoro che un uomo abbia mai posseduto; e certo tutti i principi del mondo riuniti insieme non raggiungono l’immensa ricchezza che il Gran Sire ha da solo.»

 

Provate ad immaginare un banchiere che si presenta dal Gran Sire e gli dice: “Senta Gran Sire, lasci stare, non la faccia Lei questa moneta, la faccio io, e se Lei ne ha bisogno, gliela do in prestito, facendole pagare un interesse”. Secondo voi che fine fa il banchiere?

 

Fabio Conditi

 

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