Dinamica del debito dal 1945

6 Dicembre 2018

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Da Rassegna di Arianna del 4-12-2018 (N.d.d.)

 

[…] Per capire la dinamica di formazione del debito è necessario andare indietro nella storia a partire dall’immediato dopoguerra quando tutto il mondo sembrava irradiare una speranza di sviluppo sociale ed economico. Per dare stabilità ai cambi ed al sistema monetario vennero fissate regole che vincolavano la dipendenza nella stampa della carta moneta da un sottostante come l’oro, il gold exchange standard. La posizione di forza degli Usa alla fine del conflitto giustificò la decisione di diversi  stati di depositare parte delle loro riserve auree presso gli Stati Uniti – FED e Forte Knox - ; Keynes che aveva partecipato alla stesura dell’accordo di Bretton Wood fu sempre molto critico sul fatto che fosse solo il dollaro la moneta di riferimento;  per lui, infatti, anche gli altri paesi  avrebbero dovuto sottostare alla regola della parità aurea e  fu dubbioso che gli Usa avrebbero rispettato il vincolo di emissione di  carta moneta rispetto all’equivalente in oro fissato pari a 36 $ per ogni oncia d’oro, eccedendo nella stampa rispetto al limite prefissato. Le misure funzionarono nella ricostruzione post bellica dando luogo alla “golden age “(l’età dell’oro) che sembrava potere riconciliare l’uomo con la sua eterna dannazione di dominio e di avidità sfrenata.

 

Il debito dell’Italia fino ai primi anni Settanta variava in percentuale sul pil tra il 30 ed il 40 per cento, il cambio lira / dollaro era ancorato ad un rapporto di 624-630 lire per dollaro; il sistema basato sull’ancoraggio della moneta ad un sottostante dava luogo ad un sistema di cambi fissi. Già a metà degli anni Sessanta cominciarono a sorgere dubbi sul rispetto del vincolo di Bretton Wood , come temeva Keynes , in  merito alla quantità di  dollari stampati ogni oncia di oro e la prima nazione a scegliere di riportare il proprio oro in patria fu la Francia del generale De Gaulle che nel 1965 mandò una nave a riprendersi l’oro francese depositato negli Usa, a questo gesto seguirono altri paesi e l’insieme della quantità d’oro depositata nel paese cominciò a diminuire mettendo in dubbio il rapporto tra volumi di carta moneta e la quantità d’oro correlata.  Così tutto cambia dopo il 1971 perché gli Usa spinti dalla necessità di finanziarsi in modo ampio e trovandosi senza riserve d’oro necessarie per controbilanciare i volumi di carta moneta da stampare sganciarono il dollaro dalla convertibilità in oro gettando il mondo in una tempesta monetaria di cambi oscillanti.  Per non cadere in un’iperinflazione come quella della Germania del 1923 e grazie al potere economico e bellico, nel 1973 gli Usa crearono il “petrodollaro“che obbligava tutti paesi ad usare solo quella valuta per l’acquisto di un bene primario come il petrolio facendo diventare di fatto il dollaro la moneta  di riferimento globale , almeno per le economie occidentali. Si creavano le condizioni di svalutazione delle singole monete nazionali come la nostra lira e una conseguente ondata inflattiva. Sempre nel 1973 venne creato a Bruxelles lo Swift, consorzio di banche per regolare le transazioni internazionali di fatto dipendenti dal dollaro. Gli Usa con quelle mosse obbligarono i paesi all’uso della loro moneta creando una domanda crescente della loro valuta; gli altri paesi diventavano prestatori di denaro importando un’ondata inflattiva senza pari. Gli Usa possono stampare all’infinito e scaricare sugli altri paesi la loro inefficienza, come si può vedere il debito comincia ad esplodere e la bilancia dei pagamenti diventa negativa e rimarrà sempre così creando con la delocalizzazione selvaggia il dominio della Cina, l’impero di mezzo. Da quel momento il nostro debito comincia ad avere una dinamica di crescita indotta dall’egemonia del dollaro e come paese di trasformazione dipendiamo dagli altri paesi per le materie prime che dobbiamo pagare in dollari e non più in lire; il debito si impenna così come il rapporto debito / pil.     Il rapporto di cambio con il dollaro subisce la svalutazione conseguente della lira e passa da 1 dollaro a 630 lire a 2400 lire a metà degli anni Ottanta; il prezzo del petrolio al barile passa da 4 dollari a 40, i costi di importazione aumentano complessivamente generando una crescente inflazione dal 4 % al 24 %. Gli anni di piombo costrinsero lo Stato ad indebitarsi emettendo bot a tre mesi con un tasso di interesse del 20%, lì cominciò il nostro calvario indotto e subito da un potere superiore e da una politica sempre più senza forza e idee. All’inizio degli anni Ottanta la separazione tra Tesoro e Banca d’Italia costringe il paese a cedere il proprio debito all’estero creando una progressiva forma di sudditanza finanziaria e politica.  Il debito pubblico passò dai 300 mld / euro del 1970 ai 850 mld / euro alla fine degli anni Ottanta; il rapporto tra debito e pil si scostò rapidamente dal 40 % del 1971 al 100 % del 1991. Il 1992 fu un anno tragico per la concomitanza di fatti destabilizzanti il paese: Soros attaccò la lira facendola svalutare del 30 %, l’omicidio del giudice Falcone nella sua drammaticità contribuì ad accelerare le elezioni presidenziali che vedevano all’ultimo come favorito Andreotti ma il dramma di Falcone favorì la soluzione immediata di Scalfaro, infine tangentopoli fece saltare il sistema con la caduta di Craxi. Fino al 2004 la spesa pubblica italiana al netto degli interessi era inferiore a quella della Germania ma la debolezza indotta da pressioni esterne darà luogo alla svendita di aziende di stato a operatori stranieri, comincerà da quel momento una progressiva erosione della sovranità nazionale. Due tra le aziende più innovative al mondo nel tempo saranno cedute alla General Electric: la Nuova Pignone fondata dalla visione straordinaria di Enrico Mattei nel 1993 e l’Avio nel 2012, sono i due gioielli che oggi per un destino della sorte la GE si trova costretta a cedere di fronte alla sua situazione fallimentare.

 

 […]  Con la moneta unica il distacco della carta moneta da un sottostante favorirà lo sviluppo della finanziarizzazione dell’economia reale ed il modello neoliberista mettendo come fine la massimizzazione del risultato personale abbatte tutte le regolamentazioni per dare spazio ad un liberismo sfrenato ed incontrollabile che giustificherà la normalizzazione dei comportamenti illeciti che diventeranno invece una regola; […] nel 1999  Greenspan deregolamenterà totalmente i derivati cancellando la Glass Steagall Act che separava le banche d’affari da quelle commerciali ed il recinto delle pecore veniva aperto per i lupi . Già nel 2001, subito dopo il dramma delle torri gemelle l’11 settembre, scoppia a dicembre la bolla di Enron le cui azioni passarono in breve tempo dal valore di 85 $ a quello di 25 centesimi; ma ormai la strada del debito era tracciata e tutto finì come si usa dire “in cavalleria “.  La progressiva dominanza della finanza anche come organismo sovranazionale finirà per dettare le regole ad un paese come il nostro diventato culturalmente suddito e la normalizzazione dei comportamenti illeciti. […]  L’esplosione della spesa pubblica in un contesto di fittizia ricchezza finirà per tradirci e il debito dai 1330 mld / euro del 2001 salirà ai 1830 del 2011. […] Così la politica dissennata e prigioniera di una finanza senza regole – la “macrousura “ - degli ultimi trent’anni ci porterà ad un’espansione incontrollata  del debito in spesa corrente per acquisire il consenso assolutamente sottoposta alle regole dei mercati che assumono un ruolo metafisico di sacralità da non mettere in dubbio.

 

[…] Il crollo del 2008 sarà il primo segnale del caos imminente e poi dal 2010 la campagna d’Europa che ci vide soggetti passivi nel 2011. […] La posizione attuale di dipendenza verso la Ue che è sorda al cambiamento va rimossa; ha responsabilità enormi nel non avere creato un mercato difendibile e non esposto alla finanza rapace, doveva fare un’agenzia di rating europea, bloccare i derivati speculativi sul debito dei paesi, fermare le banche d’affari tornando ad una loro separazione dalle banche commerciali, doveva denunciare l’uso di prodotti tossici che hanno destabilizzato il paese ed hanno contribuito a deprezzare i nostri titoli pubblici, la DB nel corso della crisi indotta nel settembre del 2011 ha speculato all’infinito sui nostri titoli senza che la BCE muovesse un dito, cosa che sembra non fare nemmeno ora che la stessa banca sembra volta verso il default. […] La finanza deregolamentata ha sottomesso l’economia reale al suo vassallaggio, così che in modo invasivo è penetrata nei paesi come un coltello caldo nel burro acquisendo aziende produttive ma soprattutto posizioni di forza negli istituti di credito da cui si governa non solo l’economia ma la società quando questa non ha gli antidoti per contrapporsi. A livello globale il modello ormai alla resa dei conti in una sorta di “ Armageddon “ tra finanza e società ha creato patologie sociali devastanti; […] gli Usa oggi sono il primo paese per disuguaglianza al mondo con un livello di povertà e di disoccupazione troppo spesso mascherate dalla falsità interessata del “mainstrem “ e dai media. 

 

Il ritorno verso una riforma monetaria è nei fatti perché gli Usa non hanno più il potere di imporre la loro moneta come unica moneta di riserva globale; infatti il processo di dedollarizzazione è avviato nei paesi del Bric con effetti ormai a breve tempo, ma anche per il ritorno ad una convertibilità della carta moneta ad un sottostante come era e sembra ritornare ad essere l’oro.  Proprio con riferimento alle politiche monetarie in atto sarebbe utile e necessario dare un segnale di cambiamento ai “mercati “ e ai loro padroni emettendo una parte – 10 o  20 % - dei BTP vincolati all’oro: noi siamo il terzo paese al mondo per riserve auree ; la quantità d’oro del paese si stima essere in 2451,80 tonnellate di cui circa il 50 % nei forzieri della Banca d’ Italia ed il resto fuori dal paese ma prevalentemente presso la FED . Altri paesi come la Germania, l’Austria e l’Olanda stanno richiedendo il ritorno dei loro depositi in patria non senza qualche problema; noi potremmo utilizzare l’oro depositato presso la Fed per sperimentare l’emissione di BTP “gold standard “. In altri termini ai fondi USA sottoscrittori dei nostri BTP di nuova emissione potrebbe essere offerto un pacchetto di BTP in parte vincolato all’oro depositato presso la FED, una percentuale di circa il 10 % che non sia comunque solo simbolica. […]  Capire la crisi del nostro tempo nelle sue radici che sono antropologiche e non economiche sarebbe già un passo avanti per capire quanto sia ormai fallito il modello socioculturale fondato sulla razionalità assoluta che ha fatto della tecnica la padrona del mondo; l’uomo ha creato una capacità di conoscenza tecnica che ormai lo domina invertendo i ruoli tra fine – uomo ormai mezzo – e la tecnica mezzo ma ormai fine. […] Ora è giunto il tempo di capire il senso della storia e cosa fare per uscire da questa trappola mortale che ci sta uccidendo, ma lo sforzo deve essere comune perché solo in questo modo si possono ricostruire i sistemi relazionali che tengono in piedi le società nei secoli. […] L’Europa è vecchia ma anche protesa al futuro: ha vissuto di drammi e di illusioni e forse può rappresentare il crogiolo in cui ancora una volta si può provare a rispondere alla Storia. È vero che l'Europa ha perso la sua supremazia nel mondo ma il mondo si è in un qualche modo europeizzato […]

 

Fabrizio Pezzani

 

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