Un altro trattato di cui non si parla

13 Aprile 2019

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Da Appelloalpopolo del 7-4-2019 (N.d.d.)

 

Il “Trade in Services Agreement” (TISA) è un accordo commerciale negoziato tra i 23 membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio tra cui l’UE, specifico per la liberalizzazione, gli scambi e il commercio dei servizi, compresi quelli sanitari. All’interno del TISA è riportata una proposta che mira a mercificare i servizi sanitari a livello globale, nonché a promuovere il turismo sanitario per i pazienti. Nel documento, infatti, si legge: “C’è un potenziale enorme ancora non sfruttato per la globalizzazione dei servizi sanitari”. La ragione, come viene spiegato, è che “sino ad ora questo settore di servizi ha giocato solo un ruolo ridotto negli scambi internazionali. Ciò è dovuto al fatto che i sistemi sanitari sono finanziati ed erogati dallo Stato o da enti assistenziali e non sono di nessun interesse da parte degli investitori stranieri a causa dell’assenza di finalità commerciali”. Il documento prosegue illustrando come il commercio dei servizi sanitari possa creare opportunità e avere benefici per i partner commerciali coinvolti (colossi assicurativi su tutti).

 

I riferimenti contenuti nelle “FAQ” sul sito della Commissione Europea, sono alquanto equivoci. In merito alla concreta possibilità di intervenire in campo sanitario mediante un’incontrollata liberalizzazione dei servizi, l’UE rassicura: “Nessun accordo di libero scambio dell’UE costringe i governi a privatizzare o deregolamentare un servizio pubblico a livello nazionale. Lo stesso vale per il TISA o per qualsiasi altro accordo che l’UE è impegnata a negoziare”. A questa, segue un’ulteriore domanda: “Come inciderà l’accordo TISA sull’assistenza sanitaria privata?” Tuttavia, in questa risposta è contenuta una falsa rassicurazione: “Nessuno degli accordi di libero scambio dell’UE obbliga i paesi membri a privatizzare i propri servizi sanitari. L’accordo TISA non farà eccezione, ovviamente, se un paese dell’UE decide di privatizzare in parte o in toto il suo servizio sanitario, è libero di farlo”

 

Dunque questo trattato siglato con la massima segretezza, in assenza di reazioni o proteste a causa dell’inconsapevolezza di molti, rappresenta il tarlo che sta mangiando dall’interno, piano piano, l’art. 32 della nostra Costituzione, percepita ormai inferiore, nella gerarchia delle fonti, a questi trattati-spazzatura. La strategia è sempre la medesima: “Noi prendiamo una decisione in una stanza, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo di vedere cosa succede. Se non provoca proteste o rivolte, è perché la maggior parte delle persone non ha idea di ciò che è stato deciso; allora noi andiamo avanti passo dopo passo fino al punto di non ritorno”. Se Il signore che ha pronunciato le parole citate in compagnia di altri pochi sta smantellando lo stato sociale è solo grazie al tacito consenso del popolo, lasciato a sguazzare nell’ignoranza dai media mainstream. Urge maggiore consapevolezza da parte dei cittadini poiché l’unica “arma” con la quale si combatte e si vince questa nuova battaglia di liberazione nazionale è la CULTURA. Ci libereremo… con una rivoluzione culturale!

 

Raffaele Varvara

 

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