Governo a tre gambe

4 Giugno 2019

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Depositatosi il polverone delle elezioni europee, la cosa più notevole da rilevare è la conferma dell’abilità delle élite nel manipolare a loro piacimento le masse degli elettori. I registi della strategia europeista, riuniti nelle loro conventicole massoniche, sapevano bene che i tradizionali partiti dell’establishment europeo avrebbero perso molti voti e hanno deciso di costruire la ruota di scorta, da usare in caso di emergenza, facendo convogliare una certa quantità di voti verso un partito che aveva già una sua consistenza in diversi Paesi del continente e che i fatti avevano dimostrato essere sicuramente europeista e del tutto innocuo. Così hanno ordinato ai media al loro servizio di prendere una ragazzetta svedese dal visetto pulito e le treccine bionde, il massimo dell’immagine accattivante, e di farne un personaggio creandolo dal nulla, a pochi mesi dalle elezioni. L’hanno fatta dialogare coi potenti della terra, le hanno fatto dire che stiamo pregiudicando il futuro alle ragazzette e ai ragazzetti come lei, e l’effetto è stato esattamente quello voluto. Un’ondata emotiva che ha convogliato voti di chi, disorientato, non avrebbe saputo cosa scegliere, verso la più innocua delle formazioni politiche. Alla faccia dei sovranisti e dei loro propositi bellicosi. Bravi. Non c’è che dire, bravissimi.

 

 

 

Venendo a noi, lo sbarellamento continuo di un governo allo sbando, ha una causa di fondo: la maggioranza parlamentare è formata da due partiti, ma nel governo sono rappresentati tre partiti: la Lega, M5s e il partito del Presidente della Repubblica, che poi è il PD. Di questi tre partiti, il più debole è M5s, perché non ha poteri che lo sostengano. È il partito dei disoccupati meridionali; aveva cercato un sostegno negli USA, ma essendo responsabile del mancato riconoscimento di Guaidò come presidente del Venezuela e dell’apertura a contratti commerciali con la Cina, si è pregiudicato anche quella sponda. L’incapacità del gruppo dirigente fa il resto. La Lega può contare sulla sintonia con gli umori popolari, che Salvini sa cogliere con l’intuito del politico accorto, e sul sostegno di imprenditori e liberi professionisti solleticati dalla flat tax. La terza gamba del governo, il partito del Presidente, ha i suoi infiltrati nell’esecutivo, Tria e Moavero, incaricati di insabbiare le iniziative più pericolose per il sistema, e può contare sui poteri finanziari, sulle oligarchie europee e sulla quasi totalità dei grandi media. Si può dire che in realtà il PD non ha mai perso la sua quota di potere. Conte cerca di mediare fra le tre componenti ma il compito è superiore alle sue forze. Il governo giallo-verde è nato zoppo, già fallito nel momento in cui Mattarella ha posto il suo veto alla candidatura di Savona quale ministro dell’economia.

 

Ecco la spiegazione dello sfarinamento di un governo che non si doveva fare. Le disillusioni lasciano vuoti nell’animo e amarezze durature. Per questo è un delitto illudere i popoli.

 

 

 

Luciano Fuschini

 

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