Visione olistica o naufragio del Titanic

11 Agosto 2019

 

Da Rassegna di Arianna del 9-8-2019 (N.d.d.)

 

Circa cinquanta anni fa c’è stato l’inizio di due movimenti: -  Uno, notissimo, è passato sotto il nome di “sessantotto”, dal suo convenzionale anno di nascita, con alcune manifestazioni piuttosto concrete; -  L’altro, passato praticamente sotto silenzio, può essere definito un movimento di pensiero, ma con radici e conseguenze ben più profonde: ce ne stiamo accorgendo solo adesso, soprattutto per alcune manifestazioni molto gravi ed evidenti messe in opera dal Sistema Totale, o, se preferite, dalla Terra.   Proverò a battezzarlo sistemico-olistico, seguendo una definizione di Fritjof Capra. Un’altra denominazione potrebbe essere non-antropocentrico.  Gli obiettivi principali del Movimento del Sessantotto si sono manifestati soprattutto in campo sociale, anche con istanze pacifiste. Su questi punti il Movimento è fallito: le disuguaglianze sociali-economiche sono molto aumentate e ci sono più guerre di prima. Sono aumentati anche il consumo di psicofarmaci e la violenza in genere. […] L’ubriacatura del “progresso” è continuata più che mai, e i Sessantottini sono rimasti completamente antropocentrici. Non si sono mai resi conto che siamo parte di un Sistema molto più grande, cioè la Natura, e che solo se si è pienamente coscienti di questa realtà si può ottenere una vera svolta. Non hanno mai riconosciuto il valore “in sé” degli altri esseri senzienti. In altre parole, non hanno avuto alcun contatto con l’”altro” movimento, di cui farò cenno. […] Il Movimento è poi stato quasi-riassorbito dal sistema industriale-economico, come i movimenti simili successivi, più piccoli e recenti. Forse il Sessantotto, filosoficamente materialista e meccanicista, è stato la massima espressione del nostro grande errore, l’errore antropocentrico: complici non richieste, le tre religioni abramitiche che hanno sempre sostenuto in modo abnorme questo errore.

 

L’altro movimento, ignorato, è nato più o meno nello stesso periodo ed è rimasto sul piano del pensiero e della visione del mondo. Ricordo alcuni eventi di quegli anni e di quelli successivi: -  La pubblicazione del Rapporto I limiti dello sviluppo (1972), unico studio completo condotto con modalità sistemiche, anche se è ancora antropocentrico; -  La pubblicazione del noto articolo di Arne Naess The shallow and the deep  (1973) che costituisce una specie di atto di nascita dell’Ecologia Profonda, e dei libri di Fritjof  Capra (Il Tao della fisica, Il punto di svolta), Gregory Bateson (Verso un’ecologia della mente, Mente e Natura), Rupert Sheldrake (La rinascita della Natura, La mente estesa); -  Il procedere degli studi e delle pubblicazioni sulla dinamica dei sistemi, in particolare dei sistemi complessi e dei fenomeni mentali che ne conseguono, fra cui le pubblicazioni di Ilya Prigogine (La Nuova Alleanza, La fine delle certezze);-  Le scoperte di etologia degli animali non-umani ad opera soprattutto di Konrad Lorenz (Gli otto peccati capitali della nostra civiltà e molti altri) e Jane Goodall; -  La indistinguibilità fra mente e materia conseguente a decenni di studi di fisica quantistica, di fatto ignorati dalla scienza divulgata; -       Gli studi e le pubblicazioni di Stefano Mancuso e di Peter Wohlleben sulla vita emotiva dei vegetali (molto recenti). Ci sono diverse varianti, molte sfaccettature riconducibili (almeno in parte e talvolta un po’ alla lontana) a questo movimento, che non ha ancora trovato una sua unitarietà, una sua azione comune: cito la Decrescita, l’Ecopsicologia, l’Animalismo, il Vegetarianesimo e il Veganismo, l’anti-caccia, il Movimento Zeitgeist, l’adesione a filosofie orientali e native, il cancrismo, l’anti-industrialismo, la critica integrale alla civiltà (Primitivismo), la Permacultura, il Bioregionalismo, la Macrobiotica, la fine dell’economia, l’animismo-panteismo, i dissidenti cattolici (seguaci di Teilhard de Chardin), i credenti nella mente estesa, i movimenti “di transizione”, i recenti movimenti giovanili contro i cambiamenti climatici, e chiedo scusa se ne ho dimenticato qualcuno. Potrebbero trovare una visione unitaria nel quadro dell’Ecologia Profonda, che ammette al suo interno diverse Ecosofie (Arne Naess). Come accennato, numerose tendenze del pensiero scientifico-filosofico attuale (Unità della Vita, Fisica quantistica con fusione mente-materia, dinamica di sistemi, studi sulla mente animale e vegetale, fenomeni mentali nei sistemi complessi, e altri) supportano le idee dell’Ecologia Profonda.

 

Se non si modifica il paradigma cartesiano-newtoniano proprio dell’Occidente degli ultimi secoli, non si ottengono veri risultati duraturi per un cambiamento così profondo da riportarci in equilibrio con il resto del mondo naturale, di cui comunque facciamo parte. Inoltre, non possiamo continuare con il solito linguaggio sociale-economico-politico, ma dobbiamo basarci su un più solido linguaggio scientifico-filosofico. Il Movimento del Sessantotto è rimasto pienamente in questo paradigma totalmente antropocentrico, molto diffuso ma ormai superato, anzi forse il Sessantotto è stata una grande espressione ed esaltazione dell’antropocentrismo. L’altro movimento, quello sistemico-olistico, non-antropocentrico ma ecocentrico, più profondo, più filosofico, ma più lento e ancora in fase nascente, ci lascia qualche speranza, anche se abbiamo poco tempo a disposizione. Bisogna comunque rendersi pienamente conto che l’applicazione del suo sottofondo di pensiero significa la fine della civiltà industriale e la nascita di culture del tutto diverse, con l’eliminazione dell’economia, e forse anche del denaro stesso. Altrimenti non ci resta che metterci sulla tolda del Titanic a goderci lo spettacolo.

 

Guido Dalla Casa

 

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