La Mente della Terra

30 Marzo 2020

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Da Rassegna di Arianna del 26-3-2020 (N.d.d.)

 

La mentalità più diffusa in Occidente, e in gran parte della scienza, è ancora basata su queste premesse:  - La materia è l’unica realtà (dopo un secolo di Fisica Quantistica!) - I fenomeni mentali sono illusioni. Al massimo, sono produzioni del cervello umano (quando va bene, di qualche altro mammifero!); - La mente e la coscienza sono più o meno la stessa cosa (dopo un secolo di Psicoanalisi!); -  La Terra è una sfera di materia inerte con i viventi che “la abitano” (dopo qualche decennio di studi sui Sistemi Complessi!). In altre parole, la mentalità più diffusa in Occidente è incapace di concepire l’immanenza; perlomeno, fa un’immane fatica ad accettarla.

 

Con le premesse sopraddette il coronavirus sarebbe un agglomerato di molecole che ha cominciato ad “esistere” quando abbiamo visto quella specie di pallina con tanti peduncoli grande più o meno un milionesimo di millimetro (zero più, zero meno). Guarda caso, il virus fa fatica a diffondersi dove è piccolo “lo sviluppo”, dove ci sono poche fabbriche e poca “produzione”, invece è velocissimo dove è massima   l’”attività produttiva” e sono ben manifeste tutte le smanie della civiltà industriale.  Qualcuno ha subito cercato una spiegazione nella materia: saranno le polveri sottili.   Nessuno pensa che l’andamento del coronavirus possa essere un segnale del Grande Inconscio, della Terra?  L’atmosfera è tornata pulita, gli altri esseri senzienti danno chiari segni di risveglio e di contentezza, il tutto dopo poche settimane che si sono perlomeno fermate “le macchine”! Tutto questo ha reso evidentissimo che la crescita economica è una terribile patologia della Terra. L’avvertimento è chiaro: cessate immediatamente la crescita, annullate il primato dell’economia. Ma i politicanti e gli economisti parlano di “ripartire”, mai di “cambiare rotta”, o meglio, di “invertire la rotta”. Pensano alla “ripresa”! Vogliono continuare a modificare il mondo, senza nemmeno rendersi conto che ha 4-5 miliardi di anni. Il segnale del virus è evidente: dobbiamo arrestare la crescita economica, che distrugge la Vita e sostituisce materia inerte a sostanza vivente. Volere lo sviluppo economico significa voler rifare il mondo, ma c’è da chiedersi: quanti ne sono veramente convinti, anzi, quanti ci hanno mai pensato? “Lo sviluppo” significa mettere mostruosi grattacieli al posto di meravigliose foreste, inquinare fiumi e torrenti, alterare l’atmosfera in modo irreversibile, distruggere miliardi di esseri senzienti (altri animali, piante, ecosistemi, esseri collettivi), vivere spesso in squallide periferie urbane. La vera, grande preoccupazione dovrebbe essere questa: tutte le autorità pensano già a tornare alla “normalità”, cioè a riprendere la crescita economica, che è la causa dei guai. Tornare alla normalità? E quale sarebbe? La normalità è quella del mondo naturale, che dura da milioni e milioni di anni, non quella anomala degli ultimi decenni. In Italia, per un vero cambiamento si potrebbe cominciare col modificare quel famoso Articolo Uno, quell’esaltazione del “lavoro”. Ecco l’articolo nuovo: “L’Italia è una Repubblica fondata sul Mondo Naturale”. Se fossimo pronti, il coronavirus potrebbe dirci che possiamo vivere senza pensare all’economia. Così vivevano cinquemila culture umane.

 

L’indicazione è chiara: non dovete più modificare il mondo, la crescita economica deve cessare immediatamente, basta con il fare e il modificare. Basta con le “grandi opere” e con il “mercato globale”. Ci sarebbe invece un provvedimento utile sul piano mentale, e quindi poi anche su quello materiale: non parlare più della crescita, anzi di tutta l’economia, abolire il PIL e gli altri indicatori suoi fratelli. Il messaggio della Terra è un invito a ritrovare la Natura e non distruggere la Vita. Ma gli industrialisti-sviluppisti (politicanti, industriali, economicisti, sindacati) non hanno capito: pensano solo a riprendere con più vigore l’andamento precedente per ricuperare i punti perduti. Vogliono tenere sempre in piedi le “attività produttive”, anche a costo della morte. Allora ben presto arriverà un virus ancora peggiore, sempre materializzato dalla mente estesa, dal Grande Inconscio (o Inconscio Ecologico), dalla Terra.

 

Guido Dalla Casa

 

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