Tecnica come strumento fondamentale del potere

4 Maggio 2020

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Tra le considerazioni e le ipotesi che, a questo punto, si possono fare a proposito del virus e delle situazioni che ne sono conseguite, da parte mia non escluderei intanto con troppa nettezza che possa trattarsi di un virus prodotto deliberatamente. Anche considerandolo ad ogni modo spontaneo, alcuni spunti mi sembrano avere una certa evidenza. Un primo è la paradossale posizione in cui è posta la Scienza. Deve essere una comune verità a priori che la Scienza sa tutto. La Scienza Medica non sa però trovare un vaccino, bisogna quindi farne a meno. In compenso, dobbiamo tenerci le misure restrittive indicate dalla Scienza Socio-Sanitaria, dai comitati tecnico-scientifici, dalle istituzioni scientifiche sovranazionali, perché la Scienza sa tutto, e se dovessimo contestarle potremmo essere considerati degli squilibrati. O magari, addirittura, salterà fuori che l'unico "vaccino" possibile contro il virus è un microchip. Dopo un adeguatamente lungo periodo di emergenza magari ci diranno: siete liberi di scegliere… preferite continuare a rimanere nelle restrizioni o farvi intromettere un microchip nell'organismo? Un altro aspetto che si evidenzia, connesso al precedente, è la caratteristica tecnico-autoritaristica ormai assunta dalla politica. Il rapporto dei politici con i cittadini si riduce al riuscire a farsi eleggere, dopo di che i provvedimenti avranno un'origine e una indiscutibilità tecnica, alla quale ci si dovrà solamente piegare. E in relazione alla questione della Tecnica, si potrebbe notare come la situazione di questo virus forse segna un momento di passaggio epocale: quello tra una fase che ha visto il Denaro come strumento fondamentale del Potere, ad una fase in cui il Potere cercherà di usare la Tecnica come strumento fondamentale. Questo Potere, per il quale una piccola parte dell'umanità sta cercando ormai di porre alla propria completa mercé tutta la grande parte rimanente, ha potuto realizzarsi nel contesto di una civiltà tecnica, industriale e quindi monetaria. D'altra parte, anche prescindendo dal considerare un Potere agente dentro la situazione del virus, la forma di civiltà tecnoindustriale mostra con evidenza le proprie influenze negative su questa situazione. Il degrado ambientale prodotto da questa civiltà favorisce certamente la diffusione del virus; il degrado umano prodotto da questa civiltà - degrado fisico, psichico, spirituale - rende le persone più vulnerabili.

 

Da queste problematiche si esce a mio parere solo uscendo dalla forma di civiltà tecnoindustriale. Passando dalla civiltà globale tecnoindustriale alle comunità locali tendenzialmente autarchiche, caratterizzate da un livello tecnico quanto più basso possibile, non invasivo e distruttivo, comprensibile e gestibile dal basso; da un controllo che le persone abbiano sulla propria vita economica; da una partecipazione effettiva di ciascuno all'andamento complessivo. Il modo di vita autarchico (autarchico economicamente, culturalmente, spiritualmente) contrapposto al modo di vita tecnoindustriale, ha il proprio valore di per sé, anche indipendentemente dalla situazione politica generale in cui può venire a trovarsi: è il modo di vita in cui l'essere umano può cercare di realizzarsi autenticamente, in cui le caratteristiche del Bene possono cercare di preservarsi. Forse è questo tutto quel che si può fare. O forse sarà giusto e necessario "fare politica". Cercare, partendo da quelle posizioni, di determinare una situazione generale. Questo vorrebbe dire rivolgere, nella contingenza, le capacità tecniche complesse ad alcuni settori particolari, come le comunicazioni e gli armamenti, specialmente quelli nucleari. Si tratta di vedere, realisticamente, qual è il significato degli armamenti oggi. Pensare di "vincere una guerra" di tipo generale è oramai un'assurdità. Il significato di un armamento oggi è quello di poter distruggere il Pianeta o comunque l'umanità. Chi voglia fare politica oggi senza considerare questo è meglio che lasci stare - e, come ho detto sopra, è magari la scelta giusta. L'unica possibilità - abbastanza remota - di evitare la distruzione totale è che un popolo solido spiritualmente, o che abbia comunque espresso una classe dirigente tale, sia convinto a fare anche il passo estremo; un passo che gli eserciti del Potere globale occulto, dell'avidità satanica, di ciò che sta già portando alla distruzione del Pianeta e dell'umanità, non avranno mai il coraggio di fare direttamente.

 

Enrico Caprara

 

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