Ben vengano i barbari

17 Marzo 2021

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 Da Rassegna di Arianna del 9-3-2021 (N.d.d.)

Si dice che nel 1453, l’anno della caduta di Costantinopoli-Bisanzio, mentre Maometto II intimava la resa a Costantino XI, i consiglieri intellettuali dell’ultimo imperatore d’oriente discutessero del sesso degli angeli e della posizione di Gesù alla destra del padre: seduto o in piedi? Vero o meno, la storia ci ha consegnato la capitolazione di Bisanzio, divenuta turca, l’odierna Istanbul.  Gli ultimi anni della civiltà europea, in attesa di Romolo Augustolo, non sono diversi. L’ Europa terminale, ridotta a propaggine dell’Occidente, odia e nega se stessa, discetta e legifera seriamente sul nuovo sesso degli angeli, la folle ideologia della correttezza politica nelle sue varie ramificazioni. I suoi gesti, le sue scelte, le sue priorità sarebbero umoristiche, se potessimo osservarle dall’alto, su una nuvola inespugnabile. Purtroppo sono realtà e non provengono da gruppi di disadattati o da pochi estremisti, ma dal più alto consesso europeo, il parlamento dell’Unione. Andiamo con ordine: la più inutile e costosa istituzione del (davvero) Vecchio Continente ha pubblicato, ad uso dei suoi burocrati ed impiegati – una casta assai folta e privilegiata – oltreché dei deputati, una guida per comunicare “con la massima attenzione nell’ambito delle questioni delle disabilità, delle persone LGBTI+, dei gruppi etnici, delle migrazioni e della religione”. Se ne sentiva l’urgente bisogno, a partire dal criptico + aggiunto all’acronimo LGBT, a cui era stata già unita la “I” di intersessuale. Il provvidenziale segno lascia impregiudicata l’addizione di ulteriori gruppi sessuali “non binari”, come si deve dire in ossequio all’inclusività obbligatoria. I neolinguisti europoidi non hanno trascurato nulla e nessuno, così il diabetico dovrà essere chiamato, nel vocabolario multilingue di Bruxelles, “persona con diabete”; gli zoppi saranno felici di essere indicati come “utenti del deambulatore”. Nel documento comunitario, redatto da funzionari pagati con il nostro denaro, si definiscono inappropriate parole o espressioni come “cambio di sesso” consigliandone la sostituzione con “transizione di sesso”. Non siamo in un film di Sacha Baron Cohen, l’inventore di Borat, ma nel serissimo “Glossario del linguaggio rispettoso per la comunicazione interna ed esterna” dell’europarlamento.

Viene voglia di invocare la rapida venuta dei barbari per chiudere con una civilizzazione che ha ormai aggiunto alla decadenza il ridicolo. Gli uffici dell’UE ordinano ai funzionari di richiedere “a membri dei gruppi rappresentativi della diversità come preferiscono che ci si rivolga loro. Ove non sia possibile farlo, preghiamo che sia consultato il presente glossario”.  Dubitiamo assai che i diabetici evitino l’insulina se ci si rivolge loro come “persone con diabete” e purtroppo gli “utenti del deambulatore” non cammineranno spediti. Cancellare i fatti non cambia in meglio la condizione umana, ma l’obiettivo della neolingua è negare la coincidenza tra realtà e intelletto. Non dobbiamo più credere ai nostri occhi e al nostro giudizio. […] Il glossario è diviso in tre parti: la prima raccoglie la terminologia da usare per riferirsi “correttamente” ai disabili; la seconda è per le “persone LGBTQ+”; la terza per “i gruppi etnici, le migrazioni e la religione “. Insomma, l’agenda di genere, la correttezza politica, l’ossessione “inclusiva” e l’immigrazione “li vuole l’Europa”, esattamente come l’austerità economica, il potere della finanza, la privatizzazione di tutto, l’indifferenza spirituale, la fine della sovranità dei popoli, la distruzione dello Stato sociale. Nella prima sezione del glossario si sconsigliano termini come disabile o invalido, a favore di laboriose circonlocuzioni del tipo persona con invalidità o disabilità, o anche persona con difetti congeniti o con malformazioni. Non riusciamo davvero a cogliere la maggiore inclusività o il superiore tasso di uguaglianza e rispetto delle nuove definizioni, tra le quali spicca “persona con difficoltà di linguaggio “, destinata a sostituire “balbuziente”.

I curatori invitano altresì ad evitare di “banalizzare le conseguenze delle disabilità nella vita delle persone”, nobile proposito che non ci sembra conseguito dai macchinosi sintagmi proposti. Più interessante il secondo capitolo del sesso degli angeli (Terminologia sulle persone LGBTI+). Superbo è “genere non conforme “, definizione da applicare a “una persona la cui identità di genere non soddisfa le aspettative sociali di espressione di genere relative al sesso che gli fu assegnato alla nascita “. Che frase lunga e faticosa, segno del disagio argomentativo dei nuovi teologi inclusivi e politicamente correttissimi. “Genere fluido” – Zygmunt Bauman vuole la sua parte – è l’etichetta da attribuire alla “persona che non ha un’identità di genere fissa”, una specie di Victor Victoria del film di Blake Edwards. […]

È questo il futuro d’Europa, ma la natura si incaricherà presto di chiudere per esaurimento biologico (oltreché per suicidio etico e culturale) la millenaria vicenda storica delle nostre popolazioni. […]

La Bisanzio della crisi economica, dell’immigrazione incontrollata, del dominio finanziario, della disuguaglianza crescente tra ricchi e poveri, della pandemia, della caduta in mani private finanche dell’acqua, è espugnata, ma lorsignori discutono del sesso degli angeli. La risoluzione intende sanzionare gli Stati membri che non riconoscono “i diritti delle persone LGBTQ+”: il documento programmatico menziona esplicitamente la Polonia, ma è evidente il riferimento anche a Ungheria, Bulgaria e ad altri Stati dell’Europa orientale. Triste fine di un continente che ha creato civiltà per millenni e, in attesa del sempre più probabile arrivo dei barbari, discetta dei diritti di chi non ha l’” orientamento sessuale” che ha permesso la riproduzione della civiltà attraverso la nascita di nuovi membri. Tuttavia, la gaia scienza assicura che siamo finalmente giunti alla pienezza dei tempi, alla perfezione in cui il passato, compreso il suo obsoleto vocabolario, è solo un deplorevole detrito da rimuovere, utile solo per illustrare il male di ieri. L’umanità inclusiva, equivalente, nemica di ogni offesa, scevra da ogni pregiudizio, è in marcia. Nulla da celebrare, se non se stessi, come Walt Whitman (Canto me stesso, e celebro me stesso). Cantano il nulla con tono da illuminati. Nel parlamento europeo e in tutto l’Occidente terminale dominano i nuovi Catari, dotati di una parola senza discriminazione e di un pensiero infinitamente inclusivo. Agiscono come la cloaca massima: non lasciano fuori nulla, una grande discarica che rapisce frattaglie e prelibatezze senza valutarle, né considerare la differenza. Ogni giudizio è oppressione: tutto scompare nel ventre di uno spirito distorto […]. Tutto futile, superfluo, provvisorio: i mandarini di Bruxelles, le beghine dell’inclusione, i sofisti dell’equivalenza, i grammatici politicamente corretti presto diventeranno un ricordo grottesco. Arriveranno i barbari, finirà la gaia incoscienza, avrà fine il baccanale e nessuno discuterà più del sesso degli angeli. Forse i barbari diranno come Solzhenitsyn nell’esilio americano, meravigliato della decadenza occidentale: tanta allegria, e perché poi?

Roberto Pecchioli

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