Una sconfitta che è una buona notizia

17 Agosto 2021

 Da Rassegna di Arianna del 15-8-2021 (N.d.d.)

"In Afghanistan le città si arrendono senza combattere", scrivono i giornali, inclusi quelli più pregiudizialmente ostili ai Talebani. Ora, non è che le città si arrendano, è che la popolazione, certo non nella sua totalità ma evidentemente in una parte molto significativa, sta con i Talebani, i vituperati e, senz'altro per noi figli di un'altra civiltà, alieni e irricevibili Talebani. Questo vuol dire una cosa sola: che godono del consenso popolare, altrimenti non si spiegherebbe la vittoriosa resistenza tenacemente opposta per venti lunghi anni agli eserciti occupanti Nato contro la cui superiorità, almeno sul piano militare e tecnologico, non c'era partita. Non dovrebbe essere tanto difficile ficcarsi in testa che gli afghani, nella loro maggioranza, non ci vogliono, punto e fine. Esattamente come noi non vorremmo essere invasi e colonizzati economicamente e culturalmente da potenze che fanno dell'Islam la bandiera del mondo. Ma non è il caso dei Talebani, i quali a differenza di altri islamisti militanti e integralisti non hanno mai, neppure una volta, mostrato di voler trapiantare in nessun modo, tanto meno con la forza, il loro coerente e tremendo stile di vita fuori dai confini del proprio Paese. L'autodeterminazione dei popoli, diritto che viene prima di ogni Carta perché afferente alla primaria esigenza di esistere secondo le differenti identità frutto di differenti storie, o vale per tutti o non vale per nessuno. Tutto ciò considerato, e al netto di eventuali futuri cambi di linea politica della dirigenza afghana (il vecchio Omar, una garanzia, è sotto terra da anni), la nostra sconfitta di occidentali in quella porzione di Asia rappresenta una buona notizia. Una lezione, benché non ci sia maestra più inascoltata della Storia.

Alessio Mannino

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