Il caso di Israele

25 Agosto 2021

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 Da Rassegna di Arianna del 22-8-2021 (N.d.d.)

Mentre in Italia la stampa continua nel coro unanime rispetto all’inequivocabile efficacia delle vaccinazioni di massa, aumentano i dubbi degli esperti alla luce delle ultime evidenze scientifiche. Medici, ospedali e primari di reparto dichiarano che “ci aspettavamo risultati migliori dai vaccini“, e anche i principali giornali del mondo come il Wall Street Journal e il New York Times iniziano a mettere in discussione l’efficacia di questa campagna vaccinale. In modo particolare il New York Times, con un articolo molto approfondito finito in prima pagina, ha raccontato il caso di Israele grazie al servizio della famosa giornalista Isabel Kershner, corrispondente israeliana per il NYT.

Tutti coloro che hanno scritto via e-mail e su facebook alla redazione di MeteoWeb dopo aver letto proprio i nostri ultimi articoli su Israele chiedendoci perché gli altri media non ne parlano, oltre a girare la domanda a loro, potrebbero adesso proprio consultare il prestigioso New York Times che riporta esattamente quanto già evidenziato rispetto al drammatico aumento di contagi, ricoveri e morti in Israele soprattutto tra i vaccinati. Nell’articolo del New York Times si ripercorre l’eccezionale successo della campagna vaccinale israeliana ma si racconta subito dopo il drammatico peggioramento dell’ultimo mese, con i contagi che stanno colpendo proprio le aree e le fasce di popolazione più vaccinate. Analizzando il caso dello Stato “avanguardista” nelle vaccinazioni, fin qui preso a modello, il principale quotidiano statunitense si chiede se davvero le vaccinazioni serviranno ad uscire dall’incubo della pandemia. Riportando le dichiarazioni degli scienziati e in modo particolare quelle del prof. Ran Balicer, presidente di un gruppo di esperti che consiglia il governo israeliano sulla risposta al Covid, la giornalista spiega che ormai tutti si sono resi conto di aver commesso degli errori di valutazione e di aver compreso che i vaccini non bastano, perché la loro efficacia diminuisce troppo in fretta con il passare del tempo e per l’emergere di nuove varianti. Proprio il calo dell’efficacia dei vaccini già 6 mesi dopo le somministrazioni è un’evidenza prima ignota: era uno dei più grandi punti di domanda sulla validità di questi vaccini, e la risposta è purtroppo negativa.

In Israele la situazione è peggiorata prima rispetto ad altri Paesi europei come l’Italia, proprio perché avevano vaccinato con diversi mesi di anticipo e l’efficacia è finita prima. Alla luce di quest’evidenza, anche in Italia e in Europa non possiamo che attenderci un grave peggioramento della situazione in autunno. Il prof. Nadav Davidovitch, esperto di salute pubblica e membro del comitato consultivo del governo israeliano, è molto critico e chiede misure restrittive proprio per la scarsa efficacia dei vaccini. E la prof.ssa Galia Rahav, capo dell’Unità e dei laboratori di malattie infettive presso lo Sheba Medical Center vicino a Tel Aviv, testimonia che “la gente è stanca delle maschere. Vogliono vivere“. Tomer Lotan, direttore generale del Ministero della Pubblica Sicurezza, ha detto che: “la gente israeliana non ha ancora compreso che siamo in una quarta, significativa ondata. Siamo ancora in modalità di routine, con la sensazione di essere vaccinati. È difficile cambiare discorso nel discorso pubblico e dire: Ascolta, siamo in una catastrofe“.

Proprio il fatto che la stragrande maggioranza dei contagi, dei ricoveri e dei morti in Israele sia vaccinata, e che la nuova ondata sfiora i picchi record delle precedenti nonostante non sia ancora arrivata al picco, desta grande preoccupazione in tutto il mondo. E rimanere sordi e ciechi di fronte a tutto questo significa preparare un nuovo autunno-inverno da incubo anche in Italia.

Fabrizio Fratus

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