Chi e perché?

14 Novembre 2021

Dopo due anni di delirio covidiano, è legittimo fare il punto della situazione perché abbiamo sufficienti elementi per giudicare.

L’Istituto Superiore di Sanità, non un sito complottista, ci dice che l’età media dei morti per covid è 81 anni. Questo significa che muoiono quasi esclusivamente vecchi già con un piede nella tomba. Fra i giovani, moltissimi contagiati sono asintomatici, cioè stanno benissimo. Si era mai vista una pestilenza da cui l’infettato non si accorge nemmeno di essere colpito? Questa relativa pericolosità del virus era già evidente nei primi mesi del 2020, nonostante alcuni picchi della malattia durati poche settimane e comunque fin troppo enfatizzati. Ne conseguì un lockdown disastroso per l’economia e per la salute mentale di tanti, soprattutto ragazzi e bambini costretti a vivere segregati e in un’atmosfera di paura per loro difficilmente comprensibile, con lo strascico di situazioni grottesche come i continui DPCM negatori della Costituzione, di ridicole autocertificazioni, di elicotteri della polizia che inseguivano solitari camminatori su spiagge deserte. Le autorità chiedevano sacrifici per due mesi, dopo di che il virus sarebbe stato debellato. Venuto l’autunno, fu chiaro che non si era debellato un bel niente. Si diede la colpa ai giovani delle movide estive e si adottò la nuova farsa delle regioni diversamente colorate, dei conviti permessi se di cinque persone ma non di sei, della visita a parenti e amici ma solo una volta al giorno. Il tutto per salvare le feste natalizie. Le feste natalizie non furono salvate. A questo punto, all’inizio del 2021, arrivò la panacea, il vaccino. La promessa era che con due inoculazioni la popolazione sarebbe stata immunizzata, verbo che in italiano ha un significato preciso. Doveva essere prodotto anche un vaccino nazionale ma i finanziamenti furono bruscamente interrotti. Contro AstraZeneca si scatenò una campagna di stampa, tale da far perdere fiducia nei vaccini in generale. Evidentemente si dovevano favorire i vaccini americani. Cosa fare delle fiale di AstraZeneca inutilizzate? Prima si disse che potevano essere date solo ai giovani, poi solo ai vecchi, senza alcuna spiegazione. Gli scettici sono tacitati con l’autorità della Scienza. Nessuno rileva che la Scienza con la S maiuscola non esiste, esistono gli scienziati, che hanno ambizioni personali e interessi, magari nella forma di possesso di pacchetti azionari delle ditte farmaceutiche, che ora assicurano lauti dividendi. Del resto la voce dei virologi non è affatto univoca. Quelli israeliani ci dicono che il vaccino Pfizer copre per sei mesi o forse meno, quelli americani parlano di otto mesi, gli italiani di un anno, salvo successive correzioni al ribasso. Quanto a Johnson&Johnson, dopo due mesi è acquetta. Ora la salvezza per tutti dovrebbe venire dalla terza inoculazione, la cui necessità era stata esclusa. 

Dunque, come si può continuare a dare credito ad autorità che non ne hanno azzeccata una? Ma soprattutto si impone una domanda: chi e perché ha voluto prendere provvedimenti adatti alla Peste Nera per combattere un virus che è poco più di una brutta influenza? Chi e perché nasconde il fatto che 5 milioni di morti in due anni, in un mondo di quasi 8 miliardi di persone, dà una percentuale insignificante rispetto alle grandi e vere pandemie del passato? Chi e perché nasconde che i morti in Russia, negli USA, nel Brasile, in India, se rapportati alla popolazione complessiva non sono percentualmente più numerosi dei nostri? Chi e perché nasconde il fatto che fra i contagiati la probabilità di non morire di covid è del 97% e nell’intera popolazione la probabilità di non morire di covid oscilla fra il 99,95 e il 99,98%? Chi e perché ha voluto l’assurdità liberticida di un lasciapassare la cui mancanza esclude addirittura dal diritto al lavoro?

La risposta a queste domande rischia di sconfinare nelle astruserie complottiste. Forse si tratta solo di un fenomeno di follia collettiva, non unico nella storia ma particolarmente impressionante, tale da segnare questi anni come cruciali nel cammino dell’umanità. Cosa potrebbe vanificare finalmente questa narrazione assurda che le autorità hanno imposto, con la complicità ben remunerata di esperti veri o presunti e di pressoché tutti i media? Purtroppo non è il caso di confidare nelle poche migliaia di persone delle sfilate dei pomeriggi di sabato. Molte di loro contestano l’imposizione del vaccino unicamente per paura delle conseguenze sulla loro salute di un preparato ancora sperimentale. Altri, i più stimabili, vanno in piazza pur essendo vaccinati, ci vanno per questioni di principio valutando il pericolo di una deriva gravemente lesiva della legalità costituzionale. Tutti si illudono di poter modificare l’indirizzo dominante urlando i loro slogan.

La narrazione del potere può crollare solo per la forza delle cose, vale a dire se si verifica almeno una di queste due condizioni: 1) il virus riprende a circolare diffusamente nonostante il 90% della popolazione vaccinata. In questo caso sarà difficile convincere che la colpa è di quel misero 10% non vaccinato. Risulterà così evidente l’inutilità del vaccino e la falsità di tutta la narrazione di due anni deliranti; 2) le conseguenze del vaccino sull’organismo sono talmente gravi e frequenti da non potere più essere negate.

Se almeno una di queste condizioni si verificherà, le autorità che governano il mondo saranno chiamate a una resa dei conti. Se nessuna di queste condizioni si verificherà, le moltitudini che gremiscono il pianeta saranno ridotte a quello che già si manifesta, gregge impaurito e docile, avviato verso la mostruosità di un mondo robotizzato e manipolato da una élite più ristretta di quanto sia mai stata, che concentra su di sé tutti i poteri anche grazie a una tecnologia che non è mai neutra. Siamo su un crinale che si affaccia su abissi.

Luciano Fuschini

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