Il vero ottimismo

22 Novembre 2021

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 Da Rassegna di Arianna del 21-11-2021 (N.d.d.)

Il modello culturale umano denominato civiltà industriale, nato circa due secoli fa nella cultura occidentale, ha prodotto oggi, fra gli altri, questi risultati: - Le prime cause di morte fra i giovani sono i suicidi e gli incidenti stradali; - Il consumo di droghe è inarrestabile; - Le depressioni, e in genere le malattie psichiche, sono in aumento inesorabile; - La criminalità più efferata è ormai materia quotidiana di informazione: fa parte di una “normalità”; - Il numero di umani sulla Terra è al di fuori di ogni possibilità di controllo e di sopravvivenza indefinita. Il fenomeno è dovuto al fatto che la civiltà occidentale ha esportato medicinali senza i corrispondenti anticoncezionali; - La distruzione della Vita sulla Terra prosegue senza soste: i processi di questo modello disarticolano i cicli vitali del Pianeta. La civiltà industriale, con il suo sviluppo economico, sostituisce materia inerte a sostanza vivente e distrugge gli ecosistemi naturali, che sono i soli in grado di autosostenersi; - I posti dove andare sono sempre più brutti: basta tornare in un luogo a distanza di 50-60 anni per rendersene conto.

Nessuno sembra preoccuparsi troppo di questi fatti, viene data ampia priorità all’economia, che è sempre al primo posto in ogni decisione di qualunque autorità. Ci sono nel mondo un miliardo di automezzi, ma la massima preoccupazione è aumentare sempre di più questo numero, non si può “danneggiare l’industria dell’auto”. I motori a combustione interna hanno un pessimo rendimento, inquinano e sono fonte di sofferenze, ma nessuno se ne preoccupa. Come esempio, il numero di camion in Italia negli ultimi decenni si è moltiplicato per dieci, a fronte di una popolazione quasi stabile. Trasportare, trasportare sempre di più, persone, cibi, merci, tutto, ma perché? Navi gigantesche solcano gli oceani e il mare in genere, anche il numero di container in giro per il mondo sta toccando il miliardo. E si vuole far crescere tutto questo!

Tuttavia la nostra civiltà ha anche fatto un miracolo: è riuscita a diffondersi in tutta l’umanità, magari forzando un po’ la mano, ma è riuscita ad essere considerata il progresso, viene agognata dalle masse di (quasi) tutto il mondo come una fonte di felicità. Così milioni di umani si spostano per andare nelle baraccopoli oppure a godere le ineffabili gioie delle periferie urbane. Pensare che questa civiltà finisca presto è il vero ottimismo, mentre pensare che ci sia “la ripresa” e tutto torni ad andare avanti come prima è il vero, tragico pessimismo. Il compito attuale dovrebbe essere quello di riuscire a gestire l’inevitabile transitorio verso nuovi modelli in modo da ridurre al minimo gli eventi traumatici. Si può cominciare almeno con la consapevolezza.

Guido Dalla Casa

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