L'impero del dollaro

20 Agosto 2022

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 Da Rassegna di Arianna del 15-8-2022 (N.d.d.)

Compie gli anni l’impero del dollaro, in sé un foglietto carta stampato con inchiostro verde, detto anche “verdone”. Questa moneta in corso presso uno dei duecento stati del mondo con meno del 5% di popolazione sul totale mondo (51% delle riserve di valuta delle banche centrali del mondo-2019), cinquantuno anni fa esatti, era una domenica, venne dall’allora presidente Nixon liberato dai legacci che lo vincolavano alla volgare realtà materiale, diventando entità metafisica che esiste e vale per il solo fatto che chi lo emette dice che vale. Nella misura in cui molti altri ci credono, cioè accettano la convenzione, esso vale. Naturalmente occorrono una serie di ben complicate condizioni per cui altri si piegano al riconoscimento del suo valore, è appunto questo uno dei significati dati alla parola “potere” ovvero secondo Weber: qualsiasi possibilità di far valere entro una relazione sociale, anche di fronte ad un'opposizione, la propria volontà.

In pratica, se riduceste la vita umana, individuale ed aggregata, ad un giuoco, ad esempio Monopoli, è come se ci fosse un proprietario del gioco che è quello che stampa i foglietti colorati con cui si fanno le transazioni del gioco che è un gioco a chi fa fallire tutti gli altri diventando il detentore unico della ricchezza. Il proprietario del gioco però è anche giocatore. Fuor di metafora, le società si ordinano ormai tutte con il fatto economico, il fatto economico è dipendente e condizionato anche dal fatto finanziario, la finanza è regolata dal denaro, loro possono stampare il denaro che vale per tutti o quasi. C’è molta letteratura tecnica sul perché di questa decisione di Nixon, gli idraulici monetari ci sguazzano. Mi limito a segnalare che il picco dei valori azionari americani fu nel 1966, che per tutti gli anni ’60 gli Usa era senz’altro e di gran lunga la più grande economia del mondo ma per tutto il decennio crescevano molto poco rispetto a tutti gli altri (dati Angus Maddison). Cioè, se aveste proiettato la linea degli andamenti, questione di tempo ed il divario tra USA e Germania, Giappone, ma anche URSS si sarebbe dal molto ridotto al quasi annullato. Gli USA erano in pesante e progressivo passivo nella bilancia dei pagamenti e poiché da tempo cresceva il loro indebitamento, avevano emesso molto più moneta del corrispettivo (oro) che erano tenuti ad avere. Si narra che vi fossero davvero soggetti che poco prima del ’71 pretendevano, come da promessa codificata, di ricevere il controvalore in oro dei dollari che possedevano, se così si fosse andati avanti, gli USA avrebbero dovuto dichiarare fallimento in quanto quell’oro non ce l’avevano.

Naturalmente, come detto, non basta che vi alziate una mattina e dichiarate che i vostri foglietti di carta con su uno scarabocchio sopra valgono “x”, ci vuole anche che qualcuno ci creda o se non ci crede che comunque si comporti come se ci credesse. La faccenda si fa come al solito complessa e non la possiamo qui trattare. E non è una faccenda tecnica, né strettamente monetaria, né economica, ma appunto relativa al “potere” nelle relazioni internazionali che include valori finanziari ed economici ma non è riducibile solo a questi. Sta di fatto che questa fu la condizione di possibilità che se non determinò meccanicamente il successivo esito, ne creò i presupposti. Il successivo esito è appunto mezzo secolo in cui abbiamo visto comparire prima il neo-liberismo, poi il Washington Consensus, l’ossessione del “valore per gli azionisti” che ha sventrato non poche imprese, la finanziarizzazione ovvero una vita autonoma e dominante del circuito banco-finanziario storicamente invece dedicato a favorire i cicli economici concreti, poi la prima globalizzazione-WTO che qui da noi ha fatto ricchi chi ha potuto scommettere denaro sulla crescita altrui che però impoveriva chi qui da noi lavorava in concorrenza con chi produceva a minor costo, poi la prima bolla delle dot-com, poi una seconda più grande del 2008-9 a cui gli americani hanno fatto fronte stampando a manetta e noi europei no perché i tedeschi hanno un’altra filosofia monetaria, la lievitazione enorme di debito di debiti (individuali, aziendali, statali) ormai fuori da ogni possibilità di poter esser onorato e che va quindi prorogato all’infinto ed oltre, generando costi ovvero “servizio del debito” altrettanto all’infinito, i vari “quantitative easing” e molto altro. Tra cui i nostri non disprezzabili livelli di vita moderatamente agiata, meglio di quella della stragrande maggioranza del mondo quantomeno.

Nel mentre, una spaventosa divaricazione di ricchezza tra pochissimi che giocano col denaro preso in prestito a tassi zero o poco più su tutti i tavoli da gioco del mondo ed i comuni mortali alle prese con l’attrito materiale dell’attività economica tradizionale. Sempre nel mentre vari tipi di guerre condotte dall’Impero verde tanto i costi erano coperti da debiti finanziati da mezzo mondo, vantaggi dell’essere giocatori-croupier. C’è anche qualche ingenuo che pensa che dietro tutto ciò ci sia chissà quale congiura di incappucciati, banchieri, massoni, illuminati (che certo circolano intorno le dinamiche di gioco), ma dietro c’è "solo" ("solo" si fa per dire) il governo degli Stati Uniti d’America e tutte le sue molteplici e complesse leve di potenza. È proprio perché il ventaglio più ampio di queste leve di potenza sembra star per esaurire la sua potenza che gli americani sono sempre più nervosi. Nervosi internamente dove molti loro analisti fanno coro di recente sul concreto e serio rischio di “guerra civile” e nervosi esternamente dove altrettanti molti loro analisti fanno coro greco preoccupato sul concreto rischio di IIIWW dall’esito inimmaginabile. Noi qui in periferia non si sa che pesci prendere. Se augurare all’Impero verde altri decenni di gloria e potenza sebbene da ultimo condivida sempre meno i suoi benefici visto che si riducono e quindi si volgono verso la madrepatria, dove a sua volta vanno in capo a pochissimi e sebbene pare proprio non sia possibile ciò si verifichi. Se tifare affinché si ribelli al declino sterminando tutte gli insetti autocratici, le razze non elette, quelli con gli occhi a mandorla ed altri barbari. Sebbene ci sia anche il rischio che la logica di tale conflitto se ne freghi del fatto che noi siamo qui a contatto geografico e non solo con questi maledetti mentre il centro dell’Impero è al comodo di un’isola continentale con due oceani ai lati. Se tifare perché faccia presto a declinare lasciando il posto ad altro con tutte le incognite di cosa sarà l’altro e quanto ci converrà o meno, secondo quale disegno o meno, condotti nei marosi da quale élite o meno.

Il nostro recente passato è verde, il nostro presente è essere al verde, il futuro promette di darci qualche preoccupazione su un altro significato di verde. Ma verde è anche il colore della speranza, quindi “speriamo che noi ce la caviamo”. Auguri, non so bene di cosa, ma a tutti!

Pierluigi Fagan

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