La Magistratura continua a non intervenire

10 Novembre 2022

Image

 Da Comedonchisciotte del 7-11-2022 (N.d.d.)

Il decreto legge n.162 approvato dal nuovo esecutivo il 31 ottobre u.s. considera scaduti gli obblighi di vaccinazione a partire dal primo novembre anziché dal 31 dicembre 2022, come precedentemente stabilito; di conseguenza il personale sanitario non vaccinato sospeso è stato reintegrato anticipatamente e molti professionisti sono potuti tornare al proprio  lavoro. Un atto atteso e dovuto, vista la realtà dei fatti, che tuttavia in molti hanno contestato. Subito, infatti, c’è stata una levata di scudi sui principali media e c’è stato chi ha criticato questa scelta del Governo come un favoritismo, una pratica “diseducativa” che, in sostanza, andrebbe a premiare chi “ha disubbidito”.

Proprio la parola “diseducativa” è stata usata da Nino Caltabellotta, della Fondazione Gimbe, che in questi due ultimi anni e mezzo si è adoperata per fornire costantemente a istituzioni e testate giornalistiche informazioni sull’emergenza covid. Un’organizzazione che si definisce indipendente e senza scopo di lucro ma che, come si può leggere all’interno del suo stesso sito, riceve numerose fonti di finanziamento e vanta, tra le tante collaborazioni, anche quelle con alcune case farmaceutiche produttrici dei vaccini anti-covid come AstraZeneca, Janssen e Pfizer. Dello stesso tenore le dichiarazioni del Prof. Pierluigi Viale, direttore del Dipartimento di Malattie Infettive del Sant’Orsola a Bologna, che ha definito il rientro degli operatori sanitari non vaccinati “uno schiaffo alla Scienza, ma anche all’educazione civica”. Contro il provvedimento del Consiglio dei Ministri si è scagliato anche Pierino di Silverio segretario nazionale dell’Anaao Assomed, il sindacato dei medici ospedalieri maggiormente rappresentativo, che si è detto perplesso dalla decisione dell’esecutivo “soprattutto per il deficit comunicativo da parte del governo”  e che si è preoccupato di sottolineare che “questi medici e sanitari non vaccinati reintegrati non vengano assegnati a reparti ad alto rischio” noncurante delle stesse recenti ammissioni di Pfizer all’Unione Europea e, soprattutto, in barba ai dati concreti emersi fin dai primi mesi della campagna vaccinale che hanno evidenziato come la somministrazione dei vaccini anti-covid non ha effetto alcuno nel controllo della trasmissione del virus e quindi del rallentamento dei contagi. Neppure dopo tre dosi, dal momento che è fatto ormai notorio che i soggetti vaccinati con ciclo completo e successive dosi booster oltre a contagiarsi, si ammalano pure. Il che, obiettivamente, non rende un medico vaccinato migliore e più sicuro per i pazienti fragili rispetto a un altro che non lo è.  In polemica è entrato anche Alfio Amato, segretario nazionale SINSEC, il quale ha detto che il reintegro dei sanitari che si sono rifiutati di farsi vaccinare “è offensivo nei confronti sia dei pazienti sia nei confronti di tutti gli altri medici che hanno lavorato in condizioni drammatiche” e non sono mancate, ovviamente, le esternazioni di Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi del capoluogo Lombardo, uno dei tanti virologi televisivi che in questi due lunghi anni hanno parlato ininterrottamente su giornali e TV, che non ha perso tempo dichiarando che “i medici no vax dovrebbero fare un corso tipo quelli che si fanno quando perdi la patente, così almeno scoprirebbero le indicazioni della scienza”. Anche gli ultra noti Bassetti, Crisanti, e vari altri personaggi del mondo sanitario e della politica hanno colto l’occasione per soffiare ancora sul fuoco della discriminazione e della disinformazione, così come certi volti televisivi che, dalle proprie poltrone in prima serata, continuano a non farsi problemi a utilizzare il servizio pubblico, cioè pagato da tutti i cittadini, per esternare i propri discutibili e anche gravi pensieri: “Io se mi viene a curare un medico che era contro il vaccino lo vorrei sapere”,  ad esempio ha detto ridendo Giovanni Floris, nel corso della puntata di domenica 30 ottobre di ‘Che tempo che fa’ su Rai 3. “Anch’io”ha rincarato Fabio Fazio–  “trovo che sia un aspetto fondamentale dei diritti dei cittadini e dei pazienti sapere se un medico che ti cura crede nella scienza e nelle cose che ti prescrive”. “Quanto meno che creda nell’aspirina, nella Tachipirina”, ha insistito Floris con la sua aria placidamente divertita.  “Eh sì”, ha sottolineato Fazio. E infine la surreale chiusura dell’economista Tito Boeri che, con tono convinto, ha sentenziato: “Perché hanno tante vite umane sulla loro coscienza, questi medici no vax, morti che potevano essere evitati”.

Ecco, se le prime sono dichiarazioni personali – e molto opinabili peraltro perché, ad esempio, piuttosto che sapere se il medico che ti prende in cura sia vaccinato o meno, ti può premere capire se sia competente o meno – riguardo l’ultima affermazione ci si chiede, con sgomento, come possano essere ancora propinate agli italiani tali pericolose menzogne dal momento che, al contrario di quel che è stato detto, sono proprio i medici catalogati come ‘no vax’ quelli che, con le cure precoci, hanno salvato migliaia di malati dall’intubazione. E ci si domanda anche quali siano, al contrario, i dati scientifici a supporto delle gravi dichiarazioni fatte e, soprattutto, perché l’Organo di Vigilanza dell’informazione pubblica o la Magistratura continuino a non intervenire dal momento che la diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose atte a turbare l’ordine pubblico può configurare titolo di reato secondo l’articolo 656 del Codice Penale.

Valentina Bennati

 

Commenti
NuovoCerca
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!