Diritto padano
1 dicembre 2008
 

 
Lo “Stato impresa” del Berlusconi d'epoca è diventato “Stato sartoria”. Per chi sposa la causa della decrescita sembrerebbe una buona notizia ma non è così.
Mentre il Pdl taglia e cuce corpetti protettivi per gli amichetti, la Lega, archiviato il sogno separatista, disegna camicie di forza nell'attesa “beckettiana” di un federalismo autistico che non verrà mai.
Legifera, cioè, “contra personas”, compulsivamente: permessi di soggiorno a punti, visti con l'accisa, impronte digitali per i feti di etnia rom, classi ponte, delazioni da barella del pronto soccorso.
Difficile individuare l'acme di questo parossistico furore legislativo. Il permesso “tre divieti di sosta e sei fuori” in un paese di evasori fiscali e truffatori congeniti?
Le classi “a parte” dove si insegnerà “la legalità e la Costituzione” ai bimbi stranieri, analfabeti etici per definizione e ereditarietà, magari attraverso l'ossimoro “integrazione separata”?
Il tema della migrazione in Italia è sempre affrontato in chiave manichea o didascalica, minaccia o risorsa.
Qui non si vuole azzardare alcuna interpretazione sociologica della diaspora  contemporanea, né stabilirne, numericamente, il grado massimo di sopportabilità o l'effetto di ritorno criminogeno. Si parla, semplicemente, di un'aberrazione giuridica, di un apartheid delimitato da norme grottesche. Di cittadinanza dimezzata e di dignità svilita.  
Come giustamente evidenziava Andrea Marcon, le restrizioni della libertà, diretta discendenza di aberrazioni del genere, sono virus contagiosi che si propagano a velocità vertiginosa. Banalmente, credo sia opportuno ricordare che c'è sempre qualcuno meno negro di noi...

Mauro Maggiora
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