L'ipocrisia del Corriere della Sera
6 dicembre 2008
 

 
Blandamente criticato da Stampa e Corriere della Sera per una misura in fondo marginale come l'aumento dell'Iva a Sky (che non è come dice Veltroni, una Tv per tifosi squattrinati - quelli vanno allo stadio, in curva - ma per gente benestante) Silvio Berlusconi ha affermato che i direttori di questi due giornali dovrebbero cambiare mestiere. Il presidente del Consiglio ha detto testualmente: "In tanti dovrebbero cambiare mestiere, direttori di giornali e politici, ho visto che la Stampa ha titolato "Berlusconi contro Sky", ho visto le vignette del Corriere della Sera , ma che vergogna... dovrebbero avere tutti più rispetto per se stessi e fare un altro mestiere".
Ha ragione: se non per la Stampa senz'altro per il Corriere della Sera. Ma in senso diametralmente opposto a quello che gli dà il premier. La responsabilità del Corriere della Sera  un giornale dalle grandi tradizioni liberali e che si presenta tutt'oggi come liberale, è di aver non solo avallato ma sostenuto in questi decenni, attraverso i suoi principali editorialisti, Ernesto Galli della Loggia e Angelo Panebianco (nelle cronache è stato invece più equilibrato) le posizioni e le azioni illiberali del Cavaliere. Il duopolio Rai-Fininvest (poi Mediaset) è il contrario di un assetto liberal-liberista perché, come insegnano al primo anno di Economia, e come scrivevano i padri di questo sistema, Adam Smith e David Ricardo, ammazza la concorrenza che è l'essenza stessa del liberal-liberismo e la cui mancanza è particolarmente grave nel settore dei media televisivi che sono il ganglio vitale di ogni moderna liberaldemocrazia. Un colossale conflitto di interessi che si espande dal comparto televisivo a quello editoriale, immobiliare, finanziario, assicurativo e arriva fino al calcio, e di cui ci si accorge solo quando tocca anche i propri interessi (che è il caso di Sky). Le leggi "ad personas", per salvare gli amici dalle inchieste giudiziarie, e "ad personam", per salvare se stesso, il "lodo Alfano", ledono un altro principio fondante di una liberaldemocrazia: l'uguaglianza di tutti i cittadini da vanti alla legge. Ma più gravi ancora sono state, a mio avviso, le continue e devastanti aggressioni alla Magistratura italiana, la sua delegittimazione. In terra di Spagna, davanti a tutta la stampa internazionale, allibita, Berlusconi dichiarò che "Mani pulite", cioè inchieste e sentenze della magistratura del suo Paese, di cui pur era premier, erano state una "guerra civile". Non c'è stata volta in cui Berlusconi o i suoi amici politici sono stati raggiunti da provvedimenti giudiziari che i Pm e i giudici non siano stati accusati di "uso politico della giustizia", un reato gravissimo peraltro mai dimostrato, fino ad affermazioni generiche ma non meno gravi: "i giudici sono antropologicamente dei pazzi", "la magistratura è il cancro della democrazia".
E così adesso anche Paolo Mieli si becca della "toga rossa". E ben gli sta. E anche all'inaudito volgare e violento attacco di Berlusconi, il Corriere ha reagito con un corsivetto tremebondo e una cronaca in cui la metteva sull'umorale.
Questo atteggiamento supino del Corriere, il più importante quotidiano italiano, non ha fatto il bene del Paese nè dello stesso Presidente del Consiglio. Lasciatagli passare, passo dopo passo, ogni cosa, il Cavaliere, che antropologicamente non conosce il senso del limite, si sente ormai autorizzato a tutto. Recentemente ha avuto la protervia di accusare le Reti televisive nazionali che pur controlla per i 3/4 di "denigrarlo", di "insultarlo", di essere "disfattiste" (bruttissima parola di fascistica memoria), di parlar troppo della crisi economica e quasi quasi di esserne la causa.
Presidente del Consiglio, padrone assoluto del Parlamento, padrone del centrodestra, se si eccettuano la Lega e l'Udc di Casini che ha avuto il coraggio morale di smarcarsi, padrone del sistema televisivo, ricco più di Creso, Silvio Berlusconi è ormai il padrone pressochè assoluto del Paese. E nessuno può più fermarlo. Una situazione che con la liberaldemocrazia non ha nulla a che vedere. E il Corriere della Sera ne è per la sua parte, che è una notevole parte, corresponsabile.

Massimo Fini

da www.ilgazzettino.it
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francescoferrari9@tin.it
Ferrari (Registered) 06-12-2008 20:43

Fini è come sempre perfetto! Non c'è nulla da aggiungere.
Magmau64 (Registered) 06-12-2008 21:52

Concordo al 300 per cento!!
Se tanto mi dà tanto, vediamo se si fa avanti qualcuno con l'accusa di giustizialismo pronta per Fini...
Mauro
aragorn (IP:79.15.249.41) 07-12-2008 02:48

Eccomi qua caro Mauro. Nel ricordarti che il 300% non esiste, almeno non nell'essere concordi che si ferma al 100%, ti evidenzio che in questo pezzo di Massimo non v'è traccia di giustizialismo, quindi non si può formulare nessuna "accusa". La tua sfida andava meglio posta, perchè io ho capito bene cosa vuoi dire e cosa significano i puntini puntini. Vogliono dire: " Ora vediamo chi si permette di dissentire o criticare Massimo Fini". Raccolgo l'invito. I miei punti di dissenso sono tanti. A Massimo sono noti da molti anni, prima ancora che si pensasse ad Mz. Ricordo che ne parlammo per due ore di seguito in auto, viaggiando tra Napoli e Bari, dove andavamo a tenere una conferenza su un suo libro su Nietzsche. Ma procediamo con ordine. Contesto che il Corriere della Sera sia mai stato un giornale liberale in senso etimologico. Quasi sempre filogovernativo, fascista durante il fascismo, allineato e coperto anche per le famigerate leggi razziali, attualmente è di proprietà tra gli altri del gruppo Agnelli e di Mediobanca. Per dirla in breve nella RCS Corriere della Sera si intrecciano i perversi ed intoccabili interessi della parassitaria finanza italiana e della pluriassistita, vampirica ed insaziabile industria finto produttiva. Che ti aspetti che esca dalla cloaca, il gelato al limone? E' vero che in passato sulle sue pagine si sono distinte figure di grandi professionisti, potremmo citare Montanelli per tutti (anch'egli fascista durante il fascismo, democratico in democrazia, direbbe qualcuno). Ma oggi più che mai il Corriere rappresenta in maniera dichiarata, direi sfacciata, il patto scellerato ed antinazionale tra i poteri forti italiani, che non hanno nessuna legittimità costituzionale, politica, popolare. A dimostrazione che non vale nulla la COSTITUZIONE, IL PARLAMENTO, I PARTITI. Tollerano Berlusconi nella misura in cui questi, che loro considerano un parvenue, non li infastidisce. Le aspettative di liberalismo (cos'è?) di Massimo Fini sono romantiche e apprezzabili, ma non hanno nessun fondamento reale. Che la magistratura italiana, spesso e volentieri, agisca per fini politici, mi sembra del tutto evidente. Basti guardare alla querelle di questi giorni tra Salerno e Catanzaro. I cani da guardia del regime, con la toga sulle spalle, stanno cercando di affossare un inchiesta che ha visto tra gli altri indagato anche Romano Prodi, il punto di riferimento della Goldman Sachs, l'amico del Corriere della Sera. La magistratura è il cane al guinzaglio dei poteri forti italiani, pronto ad essere aizzato contro i "nemici" economici e politici. Vi ricordo l'estate in cui, con la tempestività dei servi che mostrano la loro fedeltà, i magistrati di Milano si scagliarono contro Ricucci e i cosiddetti "furbetti del quartierino" per impedire la scalato della RCS Corriere della Sera.
Con la solita indagine sui bilanci, l'ispezione giudiziaria, l'amministrazione controllata, il sequestro dei beni, il fallimento, il carcere, la diffamazione, la distruzione della vita privata.
Con la prona ed allineata stampa italiana che ridicolizzava l'odontotecnico di Zagarolo e che definiva pomposamente il corriere "il tempio del capitalismo italiano", come se loro, da Della Valle a Montezemolo non fossero dei pezzenti sagliuti, piccolo borghesi che si fanno le lampade nel tentativo diperato e non raggiungibile di modificare l'aspetto delle loro facce di culo; nella migliore delle ipotesi appartenenti ad una aristocrazia senza tradizione, originaria di paesi minuscoli sperduti nel fango del mondo e della storia, nota solo per una forma di "adozione" da parte di discendenti di grossisti di legname. L'eroica magistratura italiana, al di là dei miti creati appunto dai perversi triangoli tra finanza-industria, stampa asservita e politica venduta, quando non ha agito per fini politico lobbistici, non ha agito per niente, ed ha permesso ad una repubblica di ladri e lestofanti, fin dal 1948, di distruggere moralmente, culturalmente, economicamente, geologicamente, la nostra bella Italia. L'operazione detta Mani Pulite, concordata a bordo del "Britannia" da potentissimi esponenti internazionali della finanza e della massoneria, servì come sappiamo a depredare ulteriormente l'Italia e gli italiani con la sceneggiata delle privatizzazioni, con l'esordio appunto di queste belle parole sensa senso tipo "liberalismo" o "liberaldemocrazia", che fino ad allora erano state ignorate dai più, come il Partito Liberale di Malagodi e poi di Zanone, che non se lo "cacava" nessuno. L'eroe di questa epopea è un tipo semianalfabeta che restituiva 100 milioni in banconote in una scatola di scarpe, che "sbiancava" Gorrini, che aveva la casa a buon prezzo tramite la Cariplo, che andava per Alberghi a cinque stelle pagato da "amici ". Il capo dell'eroe ha passato tutta la vita in magistratura e poi a 96 anni, dopo 75 di lavoro, ha fatto arrestare 9500 corrotti in due settimane contrio i 2 dei precedenti 15 lustri. Il collega, così come l'eroe, dopo un pò si è fatto dare un bel posto in parlamento nel sempre disponibile centro sinistra. Questi si delegittimano da soli, non c'è bisogno di Berlusconi. Riferendosi al suo potere attuale, che a mio avviso è sempre inferiore a quello dei banchieri, dei servi dei banchieri, dei tecnocrati, e di tanti altri che realisticamente mi fanno posizionare Berlusconi ad un quinto livello di potere reale, considerando che al primo si prendono le decisioni più importanti, Massimo Fini scrive che questa è " Una situazione che con la liberaldemocrazia non ha nulla a che vedere". In questo sono perfettamente
d'accordo con Massimo, per la gioia di Mauro. Ma per un motivo diverso, anzi opposto; perchè, in realtà, la liberaldemocrazia non esiste.
Attendo le proposte di espulsione. Saluti a tutti.
Marco

P.S. Sia chiaro che io con Berlusconi, Craxi, Forza Italia, il PSI, Ricucci, non ho e non ho mai avuto niente a che spartire. Potrei definirli, sotto diversi aspetti (politici, culturali, esistenziali) perfino dei nemici. Ma il proverbio che recita "Il nemico del mio nemico è amico mio" per me è stupido e fuorviante. Perchè, spesso e volentieri, il nemico del mio nemico è una merda peggio di lui.
Alex (Registered) 07-12-2008 10:54

Domanda: ma questa faccenda del Britannia è vera? E qualcuno ha veramente sentito cosa si è detto e quali patti sono stati stipulati tra gli invitati "illustri" a bordo del piroscafo? O si tratta di voci di corridoio?
Magmau64 (Registered) 07-12-2008 15:35

Ciao Marco,
credo di aver posto la sfida nei giusti termini.
Fini non è certo giustizialista, come non lo è il sottoscritto.
Io, poi, detesto il termine "giustizialista",che è frutto del sovvertimento lessicale dei termini, moda imperante.
Come è un totale sovvertimento la contrapposizione tra garantisti e giustizialisti (o forcaioli).
Dove , per effetto di questo "ribaltone" linguistico il giustizialista è colui che prova ad adombrare una responsabilità penale del potente di turno e il garantista è chi subisce il cosiddetto "pregiudizio" degli inquirenti "ideologizzati".
Per questo motivo ho usato questo odiosissimo termine, in una sorta di esorcismo.
Io, purtroppo, non ho mai avuto il piacere di parlare con Massimo Fini, per cui non posso far altro che leggerlo e interpretarlo.
Il Corriere della Sera non è etimologicamente liberale, ma ha certamente una tradizione liberale:mi riferisco al primo ventennio del secolo scorso e agli anni cinquanta-sessanta, fino alla defezione di Montanelli ,primi anni settanta.
La tradizione liberale è "certificata" dal fatto che in quel periodo vi scrivessero gli unici giornalisti -pensatori italiani ascrivibili a quella corrente di pensiero.
Questo è tutto quello che si può chiedere ad un quotidiano italiano con velleità liberali.
In un paese che non è mai stato liberale ,malgrado Benedetto Croce.
Intendiamoci, non me ne dolgo, nel mio passato di studente più leggevo e conoscevo Croce più lo detestavo, la mia estrazione è lontana anni luce, del resto.
L'Italia è stata ed è la stessa cosa da sempre:uno strano coacervo di capitalismo assistito, potere temporale atlantico -ecclesiale , massimalismo soscialisticheggiante da balera di periferia e oligarchie varie ed eventuali.
Sul presente, Fini scrive, a proposito del Corriere "che si presenta tutt'oggi come liberale" e c'è una bella differenza, se permetti.
Dov'è che vedi le "romantiche aspettative di liberalismo" in ciò che ha scritto Fini?
Il suo è un evidente uso del paradosso , ma magari ti riferisci a vostre conversazioni passate.
Sulla tua analisi dei media cartacei attuale sono assolutamente d'accordo.
E se il pensiero liberale latitava nel passato ,oggi viene addirittura deriso e sbeffeggiato (ripeto, non mi cruccio di questo!!)
Che si potrebbe dire, quando uno come Berlusconi si definisce liberale, essendone l'ossimoro perfetto?
Sulla magistratura , le riflessioni di Fini mi sembrano dettate da un estremo buon senso, scevre da qualsiasi implicazione dietrologica e da qualsiasi indulgenza di maniera.
Le tue considerazioni generiche sulla magistratura "cane da guardia" del regime, del resto, sono molto popolari , in virtù della loro genericità.
Sono incredibilmente vicine a quelle di Capezzone, per esempio.
Non che non ci sia un fondo di verità,in parte condivisibili, ma sono discorsi del genere "massimi sistemi".
Io sono un minimalista, cerco di valutare episodio per episodio scarnificandolo ,al riparo da pre-concetti e da tesi del tipo "pan di spagna", non so se mi spiego.
Non ho simpatia per il partito dei giudici, credo che appiattire una proposta politica sulla questione morale sia sintomo di totalitarismo strisciante.
E, nonostante questo, ho firmato per l'abolizione del lodo Alfano, senza vergognarmi.
Come, parlando d'altro, non ho esistato a difendere Serenetta Monti del meet up di Roma,vituperata per aver partecipato ad una riunione di Forza Nuova su banche e moneta.
Prendendomi,conseguentemente una caterva d'insulti sul blog di Grillo..
Mauro
aragorn (IP:79.15.249.41) 07-12-2008 17:38

Caro Mauro,
sono passati ormai oltre cinquant'anni da quelli che tu definisci essere gli ultimi tempi "liberali" del Corriere. Attendersi da chicchessia qualcosa di buono in nome di un passato lontano e diverso è appunto, romantico, ma poco incline al realismo. Aspettarsi qualcosa di "liberale" dal Corriere, in nome di una presunta liberalità ormai persa nel tempo lontano, porta alle romantiche recriminazioni ed accuse di Massimo, estese ai singoli e citati editorialisti Galli Della Loggia e Panebiaco. Ma da questi tipi e dai loro padroni cos'altro vorreste? Qualcosa che è contro la loro natura e la loro funzione? Romantico, ingenuo, irrazionale? Chiamalo come vuoi, il senso credo sia chiaro. Che la magistratura italiana abbia svolto la funzione di stampella dei poteri forti italiani, utilizzata come clava contro la classe politica e contro ogni forma di dissenso non parlamentare, ebbene questà è una realtà difficilmente contestabile, ed è poco generoso replicare che è espressa in maniera generica. Perchè a nessuno verrebbe di rispondere che è "generico" o "da massimi sistemi" definire pessima la classe politica italiana. Quando ero ragazzo e militavo in una formazione politica giovanile, spesso mi capitava di definire democristiani e socialisti "ladri". "Un Regime di ladri" fu il titolo provocatorio che diedi ad un tema, in aperto contrasto con il mio professore di lettere. Quest'uomo, peraltro buono e paziente, ebbe a dire, volendo magnificare la scuola nella quale studiavamo che "quest'anno nel nostro istituto c'è anche il nipote di un ministro". Io gli risposi "e cos'è, una referenza?" Lui mi accusò di generalizzare, e mi invitò ad essere più analitico ed a valutare caso per caso, perchè le generalizzazioni fanno scadere il livello delle opinioni.
Era un democristiano con una formazione crociana, era conoscente di Elena Croce, e non mi permetteva di parlare male di Benedetto Croce. Quando mio Padre, in una rara apparizione della mia vita scolastica, lo incontrò, gli disse che per lui Croce era maledetto e non Benedetto, per le sue responsabilità nella ritardata nascita di una autentica analisi della storia d'Italia. Anche lui si beccò l'accusa di generalizzare. Volarono urla udibili a chilometri di distanza; mio padre si congedò dicendo che il libraccio di storia che eravamo costretti a studiare, essendo pieno di falsità, lo avrebbe buttato nella spazzatura.
"Per l'insegnamento della storia la mia famiglia è autonoma, si occupi del resto", gli disse in maniera sprezzante.
Il prof continuò con la litania della generalizzazione e della lesa maestà:
"Nessuno ha mai parlato così di Croce" disse il professore alterato e bianco per l'adrenalina". "Nessuno di quelli che frequenta lei", disse mio padre.
Da allora mi sono specializzato nella individuazione di questo tic culturale:
l'accusa di "genericismo" (esiste questa parola?). Per non essere "generico" ti ho citato l'esempio di Ricucci e di mani Pulite, potremmo parlare di Unipol e altre situazioni, ma ti potrei fare centinaia di esempi a sostegno della mia tesi. Che poi Capezzone dica cose simili, ebbene vuol dire che non è solo la zucca vuota che sembra, e che anche lui ha qualche speranza. Comunque credo che la cosa si possa superare in un ambito diverso, quello metapolico. Io mi considero un rivoluzionario. Da sempre, anche se via via più articolato ed arricchito, il mio progetto esistenziale e politico mira a costituire un'elite di consapevoli che contribuirà, se accadrà e quando la storia ed il Fato lo consentiranno, ad abbattere questo Sistema. Dove credi che li ritroveremo i magistrati nei giorni fatali? Al fianco o di fronte?
Un cordiale saluto, e grazie per le interessanti considerazioni.
Marco
Magmau64 (Registered) 07-12-2008 18:13

Marco,
per me un tempo liberale non è un buon tempo, io non mi aspetto nulla dal "Corriere della sera".
Che cosa mi potrei aspettare da gente come Pigi Battista?
Molto umilmente, credo che anche Fini si aspetti poco o nulla, continuo a non vedere alcuna recriminazione " romantica" nel suo intervento.
Sulla questione delle generalizzazioni:
guarda, con me sfondi una porta aperta.
io credo che ogni riflessione , anche la più originale ed inusuale, debba sempre partire da una generalizzazione, per cui questo terreno non mi spaventa.
Relativamente al mio appunto , posso dire che alcune tue espressioni mi sono sembrate un po' slogans , ecco la genericità dello slogan,in particolar modo, mi convince poco.
Io sarò ingenuo, ma vedo una lieve differenza tra politica e magistratura.
Mentre la classe politica, generalmente, andrebbe disintegrata, anche percè il singolo politico per bene (non entro nel merito della sua linea politica, che posso considerante più o meno aberrante) non ha la minima possibilità di incidere, credo vi sia ancora qualche magistrato deontoligicamente attrezzato, con una ,seppur lieve, capacità d'incisione.
In un ambito, ovviamente ,periferico lontano dal ben altro a cui tu e tutti noi, qui , spesso ci riferiamo.
Da che parte saranno i magistrati, ti chiedi?
Beh, decisamente non al mio fianco.
Questo non mi impedisce di apprezzare il lavoro di alcuni.
Sono due piani di riflessioni differenti ,credo ci si debba spostare ogni tanto dall'ambito metapolitico .
Ciao,
Mauro
francescoviaro@yahoo.it
Kali Yuga (IP:79.20.174.166) 07-12-2008 18:19

La cosa atroce è che, una volta morto Berlusconi, il "berlusconinesimo" continuerà a vivere forte, magari un po' mascherato, un po' in sordina, agli inizi, ma poi riprenderà forza. Berlusconi è l'incarnazione di buona parte dell'Italia e, al tempo stesso, l'ha modificata geneticamente, con il suo veleno e attraverso la suo invasiva e martellante e sciagurata propaganda. Ha istituzionalizzato, legittimato vizi e mediocrità tipicamente italiche, e non si può più tornare indietro. Si può solo ricominciare.
I giornalisti che volontariamente si sono prostrati ai voleri di Berlusconi, padrone dell'Italia in quanto suo eloquente rappresentare, hanno responsabilità gravissime. Hanno sostenuto quello che io considero un criminale e dunque sono dei favoreggiatori.

Una risposta a Marco: i magistrati, nei "giorni fatali", non li si può trovare al fianco, perché non possono sostenere coloro che mirano alla distruzione dello Stato così come lo conosciamo. E io aggiungo: giustamente.
Magmau64 (Registered) 07-12-2008 18:49

Deontologicamente e non deontoligicamente..

Francesco,
E'il berlusconesimo che ha creato Berlusconi e non viceversa.
A quest'ometto stiamo attribuendo troppi "meriti" e , addirittura, l'onore delle armi.
E' un effetto non una causa.
Che segue e precederà altri effetti.
Mauro

Kali Yuga (Registered) 07-12-2008 19:09

Mauro,
che piaccia o no, Berlusconi, pur essendo un ometto mediocre sotto molti aspatti, sotto altri è piuttosto abile. Io credo che Berlusconi sia causa ed effetto del berlusconesimo. Infatti ho scritto che incarna buona parte dell'Italia. Anche di alcuni che votano centro-sinistra. Io li chiamo i "berlusconiani inconsapevoli".
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 07-12-2008 23:12

Non so nulla del Britannia ma conosco la successione degli avvenimenti: l'industria di Stato italiana era fonte di ruberie e di clientelismi ma era l'ossatura di un robusto sistema economico. Era gestita da DC e PSI. Crollata l'URSS e venuta meno la minaccia comunista, il presidente Cossiga, uomo di Gladio e degli americani, comincia a demolire il sistema politico italiano preparando il terreno a Mani Pulite. I magistrati spazzano via DC e PSI. L'industria di Stato viene svenduta ai privati e si incarica dell'operazione l'ex sinistra dei Prodi e dei D'Alema. Mi sembra che ci sia una concatenazione perfetta per un teorema che dà molte ragioni ad aragorn. Anche Berlusconi è solo una pedina in un gioco più grande di lui.
h2otonic (Registered) 08-12-2008 23:28

Senza contare che sia la sinistra parlamentare,che senza un nemico da abbattere non è nulla (prova ne è la sua evaporazione post governativa), sia tutta quella poltiglia di boiardi di stato, imprenditori parttime, passacarte sperpagati, e quindi il sistema tutto, con berlusconi hanno tirato avanti ancora un bel pezzo, con buona pace di giudici, sbirri, e pennivendoli.
Andrea Marcon (Registered) 09-12-2008 12:14

Credo che in questa discussione si siano ben evidenziati i due diversi piani nei quali opera anche Massimo Fini, che è s' un ribelle e quindi un nemico del sistema ma anche uno che dal sistema, nel momento in cui inevitabilmente ci vive, pretende coerenza.
Condivido quindi le considerazioni di Marco sul Corriere, ma solo in parte quelle sulla Magistratura. O, meglio, le condivido ma trovo operino su un piano appunto diverso da quello nel quale Fini si è collocato in questo articolo o in quei tanti altri nei quali ha difeso l'operato della Magistratura. Un conto è infatti il giudizio generale su quest'ultima (e sono d'accordo con Marco quando la definisce "cane da guardia del sistema"), un altro è pretendere - alla Berlusconi - che questo giudizio significhi che essa non può processarlo perchè è delegittimata. Di questo passo lo Stato di diritto crollerebbe dalle fondamenta. Ecco allora i due piani: da ribelli non possiamo difendere la Magistratura, da cittadini dobbiamo pretendere che operi con coerenza, non risparmiando i potenti. Non credo che sia schizofrenia.
Detto questo, non sono in sintonia con i giudizi - poisitivi - che Fini esprime nei confronti di diversi magistrati, ma questo è un discorso che non tocca la difesa di determinati principi.
h2otonic (Registered) 09-12-2008 17:37

A quanto sopra rispondo paragonando la magistratura alla spazzatura: se siamo d'accordo che il sistema giudiziario in quanto ad efficienza ed autonomia è meno che accettabile, come che la produzione di scarti ci sta sommergendo, è inutile e dannoso riferirsi ai singoli magistrati che spiccano nel loro operato e che diventano famosi solo se muoiono clamorosamente, come è inutile e dannoso "separare" la spazzatura, anzichè riversarla sui marciapiedi.
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