19 dicembre 2008 In Italia c'è un palazzo infestato dai topi. La disinfestazione non c'è mai stata. Qualche intervento sulle cantine con mano ingannevolmente decisa, qualche intervento ancor più raro ai piani alti. Poi c'è l'attico, ma che si faccia pulizia lì in alto non è nemmeno in discussione. Chi propone la cosa o è un pazzo o viene ignorato. Passiamo dalla favola alla realtà. Le cronache di questi giorni stanno portando alla luce il solito coacervo di intrallazzi tra politica, ambienti religiosi, affari e pezzi importanti della magistratura. Siamo arrivati al ridicolo, tanto per non piangere, di un imprenditore napoletano accusato di dettare agli amministratori comunali addirittura il testo delle delibere dei contratti di servizio che lo riguardano. Il Pd, un tempo pseudo-giustizialista, si scopre garantista in salsa Arcore. Le intercettazioni sul caso Why Not mostrano che interi uffici giudiziari calabresi hanno messo in vendita le loro inchieste; il tutto avveniva sotto l'ala protettrice di una congréga che racchiudeva politici al massimo livello di tutti gli schieramenti, vertici della Guardia di Finanza, massoneria, altissimi prelati, cosche, alti funzionari dei servizi segreti. Il quadro è desolante. C'è però un aspetto che forse è sfuggito ai più. Sempre le cronache di queste ore riportano che per uno dei processi per i crac Parmalat l'unico condannato è stato l'ex patron Calisto Tanzi. Dieci anni che tra appelli ed età avanzata forse non saranno mai scontati. Gli altri imputati eccellenti, ovvero gli executive di Bank of America Italia, sono stati assolti. Nemmeno una pena simbolica; quest'ultima sarebbe bastata per rendere facilissima una richiesta di danni sul piano civile. Richiesta che adesso risulterà improba visti i tempi dei processi non penali. E c'è un altro segnale che fa pensare. In questo contesto di presa per i fondelli del piccolo risparmiatore una via d'uscita sarebbe stata la class action, ovvero la possibilità di muovere azioni legali civili collettive contro i soggetti ritenuti responsabili, banche in primis. Si apprende in queste ore dai giornali, i tg lasciamoli stare per carità, che la maggioranza del Pdl in parlamento ha nuovamente fatto slittare i provvedimenti per rendere operativa la legge sulla class action. In questo senso si parla di pressioni forti di Confindustria, ma soprattutto dell'Abi e della Banca d'Italia. Come volevasi dimostrare. I ratti ai piani alti resistono. Quelli della politica ogni tanto si possono spaventare giusto per dare all'opinione pubblica l'impressione di un repulisti. I ratti dell'attico invece sono inavvicinabili. Anzi sono tabù. (m.m.)
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