Un pezzo di Carta. Contro il regime
5 gennaio 2009
 
 
Il 2008 che se ne è appena andato ha segnato il sessantesimo anniversario della Costituzione della Repubblica Italiana. Una Magna Charta che da decenni copre solo il magna magna delle banche, dei potentati industriali, dei partiti e dei megafoni mediatici al loro servizio. Un pezzo di Carta, ormai, e nulla più.
E' l'atto di fondazione di uno Stato nato dal compromesso fra tre anime ideologiche: cattolica, comunista e liberale. Tre scuole di diseducazione alla libertà. Perchè la libertà non è nè quella, universalista e moralista, buona solo per le pecorelle della Chiesa, che piace al Vaticano; non è quella, totalitaria e collettivista, dell'allora Internazionale sovietica; e non è quella del mercato liberista e dei suoi sudditi-consumatori. La libertà è un'altra: è scegliere di vivere, ognuno nella propria piccola "patria", nel luogo in cui si è messo radici, come la propria comunità decide, grazie alla democrazia diretta, senz'altro sovrano che sè stessi.
La Costituzione va cambiata. Anche nella sua prima parte, dove si trovano i "princìpi fondamentali". A partire dall'articolo 1, che recita "L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro". Cioè sulla schiavitù, sul mito moderno del lavoro, tanto caro sia alla dominante vulgata liberale e capitalista, sia a quella, ormai sempre più diafana e perciò ancor più ipocrita, marxista-sindacalista. Il lavoro, parafrasando un noto lager moderno, non rende liberi.
Ma, come scrivevamo un anno fa su questo blog, "fintanto che c'è, questa Costituzione-gabbia, i signori che la agitano solo quando fa loro comodo sono invitati a rispettarla". Altrimenti, come ben hanno scritto Massimo Fini e Marco Travaglio nel loro recente Appello , anche noi, semplici cittadini, siamo liberi di non farlo. Il messaggio è dirompente, rivoluzionario: o tutti o nessuno, o vale per il potente e per il miserabile, o non vale più. E se non vale più, lorsignori - di cui Silvio Berlusconi è solo l'epigono più recente e smargiasso - andrebbero cacciati senza tanti complimenti.  
Noi non vogliamo salvare il pezzo di Carta perchè ci riconosciamo nei suoi valori. Noi ne pretendiamo il rispetto perchè abbiamo a cuore la nostra dignità di uomini prima ancora che di cittadini. E poichè essa sancisce l'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, la dignità passa dal difenderla da chi l'ha sempre, nei fatti, tradita, lucrando sulla nostra pelle e facendo strame della nostra libertà.

Alessio Mannino
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gangalantialnerto@virgilio.it
Hiramabif (Registered) 03-01-2009 01:33

Caro Alessio,Buon Anno,si fa per dire.Purtroppo,e per fortuna,la vita rimane sempre un sentiero che richiede scelte rapide e immediate."Essere o avere"funziona anche in questo caso, dove,voler vivere "liberamente"all'interno di un sistema costituisce appunto una contraddizione nei termini.
Una cosa però si può fare,per chi vuole fare una scelta,:trovare un posto di gradimento dove trascorrere una vita migliore.
Buon anno
Alberto Gangalanti
stigas (Registered) 03-01-2009 13:24

io mi chiedo,in che modo possiamo uscire da questa assurda situazione???Sembra,ormai,un processo irreversibile...la mentalità che attanaglia questa società sembra entrata nelle menti soprattutto dei più giovani come me...recentemente ho saputo che alcuni capi mafia hanno dei fan club intestati su facebook e tantissimi ragazzi si sono iscritti come amici(questo denota una profonda crisi delle coscienze)...la costituzione sarà anche stata scritta per "schiavizzarci" con il nostro consenso...il mito del lavoro,ormai,è una costante che difficilmente,in tempi brevi,verrà cancellata,anzi,una persona oggi è giudicata in base al tipo di lavoro e a quanto lavora...non se è onesto o disonesto(i disonesti sono,addirittura,capi di Stato)...ma la Costituzione,almeno,chiarisce che siamo tutti uguali di fronte alla legge...cosa che non viene rispettata dai potenti...ma ancora più grave,è il popolo stesso che non si fa rispettare!!!!!Sono totalmente favorevole alla "democrazia diretta" e ci spero tantissimo in un futuro...ma con questa mentalità è assolutamente impossibile...ci vorrebbe una rivoluzione culturale...stesso discorso per attuare uno stile di vita basato sulla decrescita...buon anno a tutti
daniela (Registered) 03-01-2009 14:47

Un pezzo di carta non può garntire che i diritti in essa contenuti siano rispettati. Come qualcuno ha già detto altre volte su questo blog occorre una mentalità e una cultura condivise, diverse da quelle attuali. E così torniamo alla necessità di un altro sistema politico, economico, sociale, ecc.
Non trovo coerente però l'affermazione che va nel senso di cambiare la Costituzione totalmente. Se ne uscisse un altro bel pezzo, solo di carta, che cosa ce ne faremmo?
admin (Super Administrator) 03-01-2009 15:41

Cara Daniela,
una Carta costituzionale non è di per sè un insulso pezzo di carta, lo diventa solo se, come in Italia, viene violata e svuotata da quelli stessi che in suo nome esercitano il potere.
Alessio Mannino
h2otonic (Registered) 03-01-2009 15:59

Cattolicesimo,comunismo e liberalismo: tre bei voli pindarici di menti masturbate che hanno trascinato l'umanta' nel vuoto assoluto.
Un aereo che si avvita verso il vuoto, percepito dal pilota come l'alto, puo' sempre contare sulla terra madre per il rientro dopo l'inevitabile stallo.
Un'umanita' tesa alla distruzione di se stessa per l'anelata reincarnazione ed al sovvertimento della tradizione per scopi economici, puo' solo tentare di spiegarsi rezionalmente (!), i paradisi dell' aldila' per gli uni e dell'aldiqua' per gli altri.
Bibbie e costituzioni sono mere espressioni razionali per giustificarecodificare cio' che anche se percepito come ALTO non e' nient'altro che VUOTO.
andrea.mastrodomenico@gmail.co
MASTERKID (IP:151.82.24.138) 03-01-2009 16:31

Io condivido molte idee,anzi direi tutto il manifesto del movimento,nè abbiamo discusso in famiglia, discusso con amici che lo hanno ritenuto valido,ma c'è sempre un qualcosa che manca al'idea del cambiamento e tutti dopo la discussione mi dicono:vabbene,tutti sono buoni a scrivere queste cose ma ad applicarle ci serve una nuova costituzione e ripudiare in toto quella esistente.

Come ogni cambiamento vero ci servono attori sul campo pronti a sporcarsi le mani,in questo momento quello che dice Alessio,nella prima parte è condivisibile perchè è un'analisi storica e concreta, non condivisibile la seconda perchè è un controsenso,e se io andassi in giro a dire quello che lui ha scritto ,la gente mi tratterebbe da pazzo perchè il discorso non significa niente,le cose o si cambiano o non si cambiano.

Non me voglia Alessio,ma sarò poco informato riguardo il movimento,ma critiche al sistema ne trovo tante anche nei scritti di FINI,ma proposte concrete niente,o datemi delle dritte dove trovarne.
La mia è una critica che vorrebbe essere costruttiva,perchè il momento è particolare e nella gente c'è voglia di cambiamento,questo movimento potrebbe avere le basi buone ma servono le proposte che non vedo.
h2otonic (Registered) 03-01-2009 18:17

Caro Masterkid, a ben pensarci tutto cio' che critichiamo e' a sua volta frutto di una critica al preesistente: una rivoluzione.
Cristo, Napoleone e gli illuministi fino agli attuali iperlibesristi, con le buone e con le cattive hanno mosso la Storia, i fatti hanno dato loro torto, ed i risultati hanno ridotto l'Uomo al peggiore nemico di se stesso.Quindi e' dovere di ciascun Uomo riprendersi il proprio Destino.
Ad ogni Uomo oggi e' concesso solo ribellarsi individualmente, privo come e' di una qualsiasi Comunita' d'appartenenza, ribellarsi non solo su internet ma nel comportamento quotidiano,schierandosi ne' pro ne' contro, bensi' al difuori.
Fino a quando non verra' l'ora di sporrcarsi le mani, perche è chiaro che i cambiamenti richiedono lacrime e sangue.
Farsi le ossa nella rinuncia alle convenzioni, agli agi ed al conformismo credo sia un'ottimo addestramento iniziale: nella Tradizione vi sono gli strumenti, occorre saperli cercare prima di poterli trovare.
Il tempo delle domande senza risposta e dei distinguo cervellotici sta per fortuna finendo, meglio tenersi pronti e pregare i propri Dei di trovare la forza di sporcarsi le mani.
admin (Super Administrator) 03-01-2009 19:37

Caro Mastrodomenico,
la mia tesi è semplice: questa Costituzione non mi rappresenta, ma finchè è in vigore siamo tenuti a osservarla, e a maggior ragione devono farlo i signori che in suo nome, e in realtà facendone carne di porco, accumulano poteri, prebende e privilegi. O la legge vale per tutti, o non vale per nessuno.
Aggiungono Fini e Travaglio: poichè questo non avviene, allora anch'io, comune cittadino, posso fregarmene. Dove starebbe il nonsenso di tutto ciò? A me pare un ragionamento lineare, anzi, lapalissiano. E giustificato dagli eventi.
Sulla mancanza della pars costruens, invece, sono d'accordo. Ma solo in parte, perchè finchè non avvengono fatti tali da sconvolgere l'ordine sociale ed economico, possiamo solo sensibilizzare, facendo quel che si può.
Alessio Mannino
admin (Super Administrator) 03-01-2009 19:44

Precisazione: saranno quei fatti che tutti aspettiamo - sicuramente gravidi di sofferenze, lo sappiamo - a generare un pensiero propositivo. Oggi come oggi sarebbe solo un tracciare mondi utopici col compasso dell'immaginazione. E l'immaginazione al potere è una sciocchezza che lascio volentieri ai nostalgici del '68.
Alessio Mannino
daniela (Registered) 03-01-2009 20:42

Gentile Alessio,
non mi sono spiegata bene perché ti posso assicurare che sono perfettamente d'accordo con la precisazione che rivolgi a Mastrodomenico.
Occorre difendere il rispetto di questa Costituzione da parte di tutti e poi, date altre condizioni si potrà ripensare punto per punto. E' giusto anche sin d'ora prefigurare ciò che sarà da proporre e difendere. La democrazia diretta, ad esempio, in un villaggio è cosa fattibile, in un'Europa dei popoli un po' meno. Non vedo come si possa in questo caso rinunciare a forme di rappresentatività e di delega.
aragorn (IP:213.45.226.168) 04-01-2009 00:50

Non so che valore abbia un ragionamento di questo tipo: la costituzione "copre solo il magna magna delle banche, dei potentati industriali, dei partiti e dei megafoni mediatici al loro servizio. Un pezzo di Carta, ormai, e nulla più", però dobbiamo rispettarla, perché c'è. Io non rispetto proprio un bel nulla, per i giusti motivi elencati da Mannino, che appaiono sufficienti a provare solo disprezzo ed indifferenza per questo vecchio e retorico elenco di propositi non mantenuti o traditi. Non è stato elencato però il motivo di maggior disprezzo per la costituzione e cioè la sua nullità, inefficacia ed illegittimità, perchè nata in un paese non più sovrano, i cui destini furono decisi da potenze straniere che ci avevano sconfitti militarmente occupando il nostro territorio (ed ancora oggi...). Gli unici in buona fede, nel 1948, furono i comunisti. Scrissero la pappardella costituzionale con quanta più retorica sovietica e marxista, mentre in cuor loro sognavano la rivoluzione e la dittatura del proletariato, che la costituzione l'avrebbe messa sotto i piedi.
Questa battaglia piccolo borghese di retroguardia, "la difendo perchè esiste", appare incomprensibile. Io vi invito a disprezzarla ed ignorarla, ad essere indifferente a Berlusconi ed a qualsiasi altro cameriere dei banchieri, che si chiami Prodi, Ciampi, Amato o servitù varia. Vi invito a diffondere la guerrigliera e rivoluzionaria cultura del disprezzo di queste istituzioni, del parlamento, della magistratura e dei loro servi a pagamento chiamati professori universitari, intellettuali e giornalisti, tutti sottomessi, salvo rare e tragiche eccezioni, al Sistema tecnofinanziario. Vi invito a forme di impegno anti statale, a forme di elusione ed evasione fiscale, a boicottare lo Stato e le sue tasse più che potete perché la maggior parte di quel denaro non viene utilizzato per fini sociali ma per usura, a non riconoscere dignità a chi interpreta la parte consunta e retorica di "servitore dello Stato", perchè chi serve questo stato serve l'ingiustizia e l'abominio, serve il Sistema. Che bella combriccola di piccolo borghesi benpensanti stiamo mettendo su, "Occorre difendere il rispetto di questa Costituzione da parte di tutti", ma vi prego. Chi sarà il prossimo iscritto di MZ, Oscar Luigi Scalfaro? Fare guerra a questo Stato, quale pedina della più estesa organizzazione malefica che la Storia dell'umanità abbia conosciuto: la dittatura bancaria e tecnofinanziaria, mi sembra un obiettivo più alto, reale, profondo, giusto, piuttosto che occuparsi della costituzione che non vale nulla e che nessuno rispetta. Un ultima considerazione. Mannino scrive e parla per sè. Il consiglio direttivo di Movimento Zero non ha discusso nè tantomeno votato se aderire a questa campagna a favore della costituzione. Voi mi direte: l'appello l'ha scritto Massimo Fini. E' vero, ma io non ho mai saputo che tutto quello che scrive o dice Massimo Fini diventa automaticamente il pensiero di Movimento zero, o peggio, il pensiero di tutti gli aderenti di MZ. Il primo a non pensarla così è proprio Massimo Fini. Se poi qualcuno pensa che se Massimo Fini si iscrive a danza classica noi dobbiamo metterci subito il tutù, allora ha sbagliato di grosso.
Vi lascio elencandovi i primi sottoscrittori dell'appello:
1. GIANNI BARBACETTO
2. OLIVIERO BEHA - leggi il messaggio
3. FURIO COLOMBO
4. PINO CORRIAS
5. MARIA JOSE' DE LANCASTRE
6. LORENZO FAZIO
7. PETER GOMEZ
8. BEPPE GRILLO
9. SABINA GUZZANTI
10. ANTONIO TABUCCHI
11. VAURO
Sembra una trasmissione di Rai Tre, mancano solo Santoro e la Dandini.
Auguri di buon anno a tutti.
Marco Francesco De Marco
h2otonic (Registered) 04-01-2009 03:21

Letto e sottoscritto.
admin (Super Administrator) 04-01-2009 16:16

Solo un particolare, per amor di verità: non ho citato a caso, sfidando l'ineducazione, un mio articolo sulla Costituzione di un anno fa, perchè già allora sostenevo esattamente quanto scritto oggi. Appello o non appello di Fini e Travaglio.
Inoltre, il signor De Marco ha esposto in un suo pezzo recente su questo stesso blog un'opinione molto diversa da quella mia e da quella di Fini. La battaglia che lui non condivide è ideale e sul piano pratico limitata a una sottoscrizione, il movimento in quanto tale non è coinvolto. E io non ballerei mai la danza classica, per continuare sul filo del sarcasmo.
Alessio Mannino
fabiog.demarco@gmail.com
Fabio De Marco (Registered) 05-01-2009 17:02

Non capisco lo scopo dell'articolo nè tantomeno la logica esposta da Mannino. Riguardo la validità della Costituzione sottolinea giustamente l'atrocità del primo articolo, fondamento sociale inaccettabile per chi si definisce antimoderno, ma non comprendo a che pro proporsi di difendere "La Carta degli Schiavi". Il decimo punto del Manifesto di MZ espone bene quale dovrebbe essere la reazione nei confronti della farsa democratico-costituzionale incarnata nel fantoccio che chiamiamo Repubblica Italiana. "Noi ne pretendiamo il rispetto perchè abbiamo a cuore la nostra dignità di uomini prima ancora che di cittadini." E' come dire: "Considerato che siamo schiavi vanno bene le catene, però che siano oleate una volta alla settimana come prevede la Costituzione." E chi se ne frega di quello che dice la Costituzione? Non voglio essere uno schiavo punto e basta! Ma sbaglio o il Manifesto propone qualcosa di più della tenue protesa ideale? "Finchè è in vigore siamo tenuti a osservarla." E' un palese controsenso! Non si fa la rivoluzione seguendo le regole del sistema, al più si può essere dei riformisti piuttosto moderati. "Una Carta costituzionale non è di per sè un insulso pezzo di carta, lo diventa solo se, come in Italia, viene violata e svuotata da quelli stessi che in suo nome esercitano il potere." I politici Tedeschi sono molto più corretti dei nostri, ma anche loro sono uno strumento del sistema industrial-democratico in salsa Usurocratica. Ma rispettano la costituzione. Meno male, se rispettano la Costituzione allora il loro è un mondo migliore. Peccato per il dettaglio dell'usurocrazia legalizzata. Ad Alessio vorrei fare una richiesta: capisco bene che il direttore di un giornale manifesti una sua influenza nel taglio degli articoli, ma ti pregherei di evitarlo quando le tue idee sono in aperto contrasto con il Manifesto che hai sottoscritto e che è fondamento del giornale che dirigi.
Saluti
Fabio Giuliano De Marco
Fabio De Marco (Registered) 05-01-2009 17:24

Errata Corrige
L'articolo del Manifesto al quale mi riferivo è l'undicesimo.
--Si alla disobbedienza civile globale, se dall'alto non si riconosce più l'intagibilità della sovranità degli Stati, allora è diritto di ognuno di noi non riconoscersi più in uno Stato--
Considerato che all'interno di MZ devono convivere anime culturalmente diverse, cerchiamo di trovarci d'accordo almeno su i punti del Manifesto.
Fabio Giuliano De Marco
andrea.mastrodomenico@gmail.co
MASTERKID (IP:151.80.144.231) 05-01-2009 19:05

Art. 49
Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.
Art. 67
Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

Questi due articoli in pratica dicono: solo i partiti possono governare e gli eletti non devono rispondere di alcunchè al popolo,come del resto accade,
Caro Alessio,come fà uno che ha firmato il manifesto di MZ a dire rispetto la costituzione,questi sono solo due articoli in netto contrasto con il manifesto,ce nè sarebbe da dire ancora.......
semmai uno può dire ci organizziamo per arrivare ad una disobbedienza non violenta (della costituzione)per poterla cambiare:cosi',cosi.....
allora si' che avremmo l'appoggio della gente(no il popolo!!!).......

Poi in risposta a DE MARCO dici:La battaglia che lui non condivide è ideale e sul piano pratico limitata a una sottoscrizione, il movimento in quanto tale non è coinvolto; personalmente penso che è un ideale che fà la sostanza e il movimento dovrebbe essere coinvolto.

Preciso :non sono un'iscritto,ma un simpatizzante(che stà riflettendo!), prendetelo come tale Ciao?
admin (Super Administrator) 05-01-2009 19:36

Io pretendo la coerenza da parte di lorsignori, chiaro?
Inoltre,ripeto,qui si sta parlando di giustificare il non-rispetto della Costituzione, non so se l'avete capito. Che è esattamente quanto scritto nell'ultimo punto del Manifesto. Fini in questo è coerentissimo. E io con lui.
Le lezioncine, quindi, fatele ad altri.
Se volete invece scrivere in contrasto con quanto da me o da altri espresso, inviatemi degli articoli, sarete più utili alla causa.
a.m.
Fabio De Marco (Registered) 06-01-2009 03:50

Bè la considerazione che mi viene da fare è la più ovvia e logica: cosa c'è di più coerente per un mercante di schiavi del vendere schiavi? Nulla. All'interno di un'oligarchia finanziaria, basata sul lucro e lo sfruttamento, cosa vi è di più naturale per uno degli ultimi esecutori, se non trarre quanti più vantaggi dalla propria piccola posizione di potere? Nulla. Quindi la coerenza che tu pretendi è assolutamente garantita. Ma mi dirai: "Ma violano la Costituzione." Si, ma la Costituzione è uno dei tanti strumenti per mantenere in essere la sceneggiata liberal-democratica, così come le elezioni, le campagne elettorali....e così via. Che la rispettino o meno non cambia nulla. L'ultimo punto del Manifesto recita: "...è diritto di ognuno di noi non riconoscersi più in uno Stato." Io non mi riconosco in questo Stato, quindi non riconosco le sue leggi, ma adotto come mio punto di riferimento ideal-militante, il pretedendere il rispetto della Carta Costituzionale dello Stato che non riconosco. E quale sarebbe la logica di questo ragionamento?!? Ripropongo tutti gli inviti fatti da Marco riguardo l'impegno anti statale, le varie forme di elusione ed evasione fiscale.... perchè, voglio ricordare, lo Stato Italiano è uno Stato di parassiti, vili sanguisughe, burattini e sfruttatori così come lo erano i "padri" della nostra Repubblica ( ovviamente non mi riferisco alle auto blu o sciocchezze simili) considerato che il 16% della nostra(?) finanziaria serve a pagare i soli interessi sul debito pubblico. Non ci libereremo del giogo con una battaglia ideale e qualche sottoscrizione, tantomeno rimanendo buoni negli spazi gentilmente concessi dal Sistema. Propongo di applicare seriamente l'ultimo punto del nostro Manifesto, disobbedienza su tutti i fronti contro lo Stato Italiano, le sue leggi e i suoi rappresentanti - chi come noi - non riconosce alcuno Stato ha una sola strada da intraprendere, la distruzione di tutte le maglie create dal Sistema, in primis la Costituzione.
Fabio Giuliano De Marco
admin (Super Administrator) 06-01-2009 14:31

Se lo facessimo ORA, andremmo tutti in galera, con tanti saluti alla rivoluzione etc etc. Un po' più di sano realismo non guasterebbe, no?
Quanto alla coerenza, faccio un esempio. La Costituzione dice che "la sovranità appartiene al popolo". Invece non è così: la sovranità è ostaggio della mafia partitica che lo gestisce per fare gli interessi del sistema industrial-finanziario. Io rinfaccio questo, ai depositari del verbo costituzionale. E, con Fini e Travaglio, apro la prospettiva della ribellione alle leggi.
Fine dell'oziosa polemica interna a mezzo web, almeno per me.
a.m.
aragorn (Registered) 06-01-2009 21:06

Caro Alessio, almeno nel blog che tu dirigi abbi maggior compostezza. Quelle che tu chiami "oziose polemiche" sono dissensi, peraltro motivati e coerenti con una visione complessiva che tu, legittimamente, non condividi. Dopo essere intervenuto per sei volte sul tuo stesso scritto trovo che quest'aria scocciata e questi sbuffi siano inopportuni e ci impediscono di parlare del merito delle cose. La strada che Fini e Travaglio "avrebbero" aperto appare inutile e confusa. Per non riconoscere lo Stato e la sua costituzione appare di poco pregio utilizzare Berlusconi o chi per lui. Noi non riconosciamo lo Stato e la sua costituzione perchè non sono legittimi e non rappresentano il popolo italiano. Utilizzare Berlusconi ci unisce ed appiattisce sulla servitù pagata della spaesata e triste sinistra italiana e non rende onore al profilo alto che si vuole/vorrebbe per Movimento Zero. Tutto qui.
admin (Super Administrator) 07-01-2009 00:15

L'oziosità non sta nel confronto di idee e spiegazioni, come ho fatto con piacere con Daniela e Mastrodomenico. Sta nel dover alimentare la polemica interna al movimento, per la quale questa non è la sede adatta. Ma tanto, che ve lo dico a fa'?
a.m.
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