L'antismo
14 gennaio 2009
 

 
Con l’ antismo non si scherza: essere radicalmente anticomunisti, antifascisti, anticapitalisti, antisemiti, anti-islamici eccetera, essere, insomma, contro un certo fenomeno sociale, rifiutando di ragionare solo per guardare in faccia il nemico, sfidandolo, è molto pericoloso.
Sull’antismo ci siamo già soffermati qui: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/2007/02/la-cultura-ideologia-dell-antismo.html.
Si noti, ad esempio, quel che sta avvenendo in Palestina. Secondo gli antipalestinesi tutti gli abitanti di Gaza sarebbero terroristi islamici, mentre secondo gli antisionisti tutti gli israeliani sarebbero criminali di guerra… In queste condizioni giungere a una pace, anche temporanea, è praticamente impossibile. E vista la sproporzione delle forze in campo, i palestinesi, tutti (Hamas incluso), sono destinati a soccombere. Purtroppo.
Si dirà che queste sono chiacchiere da intellettuali e che la politica è segnata dai rapporti di forza, alla cui sfida, anche solo per strappare all'avversario qualche ora di vita in più, è necessario rispondere, costi quel che costi. Verissimo, ma si deve mettere in conto che se si sceglie la sola strada della forza - dell’
antismo - si dovrà sperare che i vinti poi dimentichino. E di solito perché si perda memoria dei torti subiti non bastano secoli (per alcuni popoli millenni).
L’
antismo, e in particolare un antisionismo che rischia di confondersi con l'antisemitismo , rinvia a quella che chiamiamo la sindrome di Pierre Drieu la Rochelle. Un grandissimo scrittore francese, vero mago della parola attivo tra le due guerre, coltissimo e sensibile lettore e rilettore del Vedanta e della Bhagavadgita. Che però scelse il fascismo e il nazionalsocialismo in odio a ebrei e borghesi: per lui penoso simbolo di una Europa decadente e indecorosamente attaccata al denaro. E infine s’invaghì del comunismo, anche se dall’alto dei suoi cieli di scrittore.
Pierre Drieu la Rochelle si suicidò nel 1945 all’età di cinquantadue anni, per non finire nelle mani dei gollisti. Ma seguiamo il suo ragionamento, per noi sociologicamente “esemplare”:
“1943, 5 Marzo. (...) Come può credere nel fascismo nel quali io non credo più? Il fascismo è troppo poco socialista. E’ un semplice risveglio dell’eroismo borghese che non ha il coraggio di uscire dai suoi schemi e finisce con l’esserne soffocato. Nell’estremo pericolo Hitler non ha un grido che venga dal cuore, non un’impennata dell’immaginazione. E’ pietrificato nel limite delle sue forze. Il comunismo, se non altro, sarà il perfetto e definitivo degrado di questa civiltà. La macchina ha il diritto di essere coronata sovrana.
A meno che il genio dei russi sotto sotto non sia meno inaridito del nostro e non si affranchi dalle costrizioni all’interno delle quali è fortificato!”. (Pierre Drieu la Rochelle, Diario 1939-1945, il Mulino, Bologna 1995, p. 340)
Ecco dietro l’
antismo c’è un gigantesco e incorruttibile senso della fine. Che, come si evince dal Diario di Drieu, si unisce a un fortissimo languore verso se stessi e il mondo che potrebbe venire "dopo", nel quale noi però non ci saremo... Un languore che spinge però ad abbracciare qualsiasi causa, purché anti. E fino in fondo.
Si tratta di una disperazione dietro la quale si cela il contrasto tra il vivissimo desiderio di fare "cose grandi" e la pervasiva e vincente mediocrità del tempo "ultimo" in cui si è costretti a vivere. Una condizione penosa, umanamente comprensibile ma politicamente pericolosa. Perché la logica - se di logica si può parlare - di chiunque creda di non aver più nulla da perdere (il senso della fine prossima), pur aspirando al "dopo", si trasforma in strumento di lotta. E in che modo? Scegliendo, magari chiamando il causa il destino, di accompagnarsi ad alleati e ideologemi di ogni tipo ( i nemici dei miei nemici, eccetera) e facendo dell'odio puro il minimo comune denominatore della politica. E del tanto peggio tanto meglio un' idea-forza che può implodere collettivamente.
Proprio quel che sta accadendo in questi giorni. Dove da parti opposte, ma congiunte negli atti (dalle bandiere bruciate alle scritte su muri e negozi) , si tenta di rianimare la grande e feroce bestia antisemita. Attraverso una consapevolezza (l'odio diffuso) inconsapevole (perché molti non si rendono individualmente conto delle gravi conseguenze collettive di certi gesti odiosi)...
Di sicuro è una politica della disperazione che conduce al sucidio. Come mostra in modo emblematico la triste sorte di Drieu la Rochelle.

Caro Gambescia

da http://www.carlogambesciametapolitics.blogspot.com
Commenti
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aragorn (Registered) 15-01-2009 20:51

La vita e l'opera di Drieu la Rochelle vengono presi a pretesto per scrivere un articolo banale. Tutti sono a favore di qualcosa e di conseguenza ed almeno in parte, "anti" qualcos'altro. Non so se Gambescia abbia letto "L'uomo a cavallo" di la Rochelle. Forse non lo ha capito. Ma è troppo semplicistico ridurre le sue scelte esistenziali ad una ispirazione dell'"antismo", questo orribile neologismo che si cerca di accreditare quale sintesi di pensiero, e che invece è un insieme di ragionamenti scontati ed in alcuni tratti incomprensibili.
Dulcis in fundo la solita citazione delle bandiere di Israele bruciate e delle scritte contro gli ebrei sui muri. Orrore. Questi crimini contro gli oggetti, quelli contro l'umanità li commette l'esercito israeliano, sarebbero figli dell'odio puro (non dell'indignazione), frutto della grande e feroce bestia antisemita. Neanche una lacrimuccia, come disse il grande architetto Melandri, nè una citazione, per i poveri palestinesi. Loro non sono vittemi di un anti. L'anti semitismo è l'unico anti che abbia dignità in questo articolo inutile. Io capisco (cioè rilevo) che ci sia tanta gente che scrive cazzate come questo Gambescia, in questo periodo con particolare attenzione al massacro dei palestinesi, che Gambescia mischia confusamente con la vita di Drieu.
Devo dire che, con un certo garbo, Gambescia le cazzate le distribuisce equamente: un pò in ogni articolo. Vi ricordo un altro capolavoro che parlava della povera Federal Reserv :
"Perciò la sfida attuale è tra il potere economico degli speculatori e quello delle Banche centrali (e dunque della politica, che di fatto continua a governarle)". Complimenti per la competenza specifica.
Ognuno ha il diritto di scrivere quello che vuole. Quello che non capisco è semplice: perchè continuiamo a pubblicarle sul nostro blog, le cazzate.
ernestoscontento@virgilio.it
ernesto scontento (Registered) 16-01-2009 13:03

La "cazzata" è sempre vista dal proprio punto di vista.E' una "cazzata" anche dire che l'altro dice una "cazzata".

E' sempre un punto di vista unilaterale per questo ci sono le guerre, per il semplice fatto che non è possibile una mediazione migliore per le parti in campo per entrambi la controparte dispensa" cazzate".

Ho letto di politici che dicevano che questo non era un buon anno per via dei fatti di Gaza, ma dove è la differenza se sono i bimbi morti allora non è mai un buon anno da secoli in affrica i bimbi muiono di fame.

Ecco le "cazzate" sono una componente fondamentale del vivere quotidiano fanno parte di quella umanità che cerca di sopravvivere conscia dei propri limiti e ma non arrogante da dare del "cazzaro" all'altro senza verificare se per l'altro è lui che dispenza "cazzate". Non conosco Drieu la Rochelle e devo dire che fino ad ora ho vissuto bene lo stesso, ma concosco qualcosa di Socrate e tengo sempre presente il suo " io so di non sapere" proprio per non essere un dispensatore gratuito di "cazzate".
aragorn (Registered) 16-01-2009 14:37

Mi dispiace. Scrivere che i politici guidano la Federal Reserve è una cazzata.
La FR è di proprietà privata, i soci sono banche private e chi prende le decisioni sono i banchieri.
Lei non conosce la Rochelle e quindi non può giudicare, come lei stesso ammette.
Non possiamo però teorizzare che le cazzate non esistono, scritte oppure orali. Sarà capitato anche a lei, forse, e certamente è capitato a me, di scrivere od affermare cazzate. Questo è stato il turno di Carlo Gambescia.
aragorn (Registered) 16-01-2009 14:45

Aggiungo che per la prima volta da due anni, durante i quali sono intervenuto centinaia di volte nel nostro blog, mai ho utilizzato una parola che non fosse compatibile con un "protocollo diplomatico". Ma la questione palestinese, il massacro indiscriminato di innocenti, di fronte al quale con ostinazione e faccia tosta, si continua a parlare di bandiere bruciate ed io continuo a vedere faccine di bimbi insanguinate e donne che piangono guardando le macerie delle proprie case, ebbene il sangue ribolle e viene istintivo cambiare la parola imprecisione od inesattezza con cazzata.
ernesto scontento (Registered) 16-01-2009 15:16

Le "cazzate" in politica ( o nell'interpretazione del pensiero altrui)sono un punto di vista unilaterale ( non è matematica dove 1 1 fa 2 e chi sostiene che invece fa 3 lo deve dimostrare.....), per il semplice motivo che è un giudizio che uno fa sull'interpretazione altrui ed è piena di giudizi e valori personali legittimi ma personali. Se tu scrivevi " io non condivido Gambescia e quello che scrive per me è anche cattiva informazione per i seguenti motivi....allora era diverso, lui se vuole può anche controbattere). Ma tu affermi "perchè continuiamo a pubblicarle sul nostro blog, le cazzate" ti sei eretto a giudice censore senza che ti sia venuto in mente che altri potrebbero non essere d'accordo con te. E questo è l'anticamera dello scontro in questo caso verbale, in altri casi e la gurra come a Gaza. La guerra è sempre e comunque un atto estremo ed è la morte della politica per chi è democratico, per MAO era invece "la continuazione della politica sulla canna di un fucile". NON CONTESTO LA TUA OPINIONE LEGITTIMA, MA IL TUO ERIGERTI A CENSORE DELL'ATRUI PENSIERO.

ernesto scontento (IP:87.23.175.86) 16-01-2009 15:31

Anche la BCE è di proprietà privata, come la B'anca D'Italia. ed è vero che i Banchieri dovrebbero essere autonomi perchè gestiscono la politica monetaria. Ma il caso della FED di Alan Greenspan e la politica espansiva dei bassi tassi voluta dalla Casa Bianca dimostra che non sempre c'è indipendenza. E le conseguenze oggi sono sotto l'occhio di tutti. Anche se io non credo che tutto questo che sta accadendo sia solo frutto dei mutui sub-prime è per me ( ma è il mio giudizio personale) una crisi di uomini. P. Dreker affermava che i Manager sono " gli uomini della conoscenza" nel senso che dovrebbero avere le competenze necessarie per ponderare il rischio nel prendere decisioni( rischio che c'è sempre e non è mai eliminabile del tutto)visto dove siamo arrivati verrebbe da pensare che il mondo sia stato guidato da Manager "ignoranti".

E di conseguenza per me negli ultimi anni è stata l'ignoranza che a guidato il mondo.
h2otonic (Registered) 16-01-2009 18:36

Dalla carneficina che si sta consumando, Gambescia trae motivo per condannare gli antismi, tirando in ballo P.D.la Rochelle.
Cosi facendo antepone un interesse puramente ideologico, argomentato peraltro in maniera forzata, ad uno sdegno verso chi questa tragedia la cusata e sosenuta negli anni.
Mi riferisco sopratutto ai tanti chiacchieroni che citando,parafrasando e disquisendo sostengono principi validissimi sulla carta, che pero' non impediscono ai governi e potentati economici, ed ai loro bracci militari tipo ONU di controllare gli eventi.
I sionisti non sono riusciti nel loro intento di appropriazione della Palestina ,nonostante l'appoggio politico e militare mondiale( USA, Europa, ex URSS e parte del mondo arabo).
Tuttora una resistenza che si e' data anche una valenza religiosa combatte.
Se da un sionista mi aspetto una giustificazione a tutto questo(cosa che per altro non avviene, visto che è data per scontata l'esistenza dello stato ebraico), e ad un palestinese riconosco il diritto ad una resistenza armata,da tutti gli altri e' lecita solo una presa di coscienza della propria borghese colpevole inettitudine in quanto capace solo di erudite citazioni, logici ragionamenti che oltre a non scalfire il potere distolgono l'attenzione dal nemico reale.
Spregiudicatezza da una parte sofferenza dall'altra, ed in mezzo un mare di ipocrisia.
La Rochelle non si e' suicidato per noia, si e' sacrificato per denunciare tutto questo.
Andrea Marcon (Registered) 19-01-2009 10:33

Una cosa credo comunque non vada trascurata: accanto a chi, come noi, si batte contro il sionismo e le politiche criminali dello Stato israeliano, c'è chi - come scrive Gambescia - sfrutta la situazione per riproporre spregevoli tematiche antisemite e filonaziste.
E' chiaro che i media filosionisti hanno tutto l'interesse ad ingigantire quest'ultimi aspetti (in realtà marginali dal punto di vista numerico e non paragonabili a chi massacra degli innocenti con i bombardamenti), ma è altrettanto vero che è bene guardarsi da sedicenti antisionisti che sono invece dei razzisti antisemiti.
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