Lampedusa e il bluff leghista
27 gennaio 2009
 
 
Sulla recente polemica nata a seguito della decisione del ministro Maroni di costruire un secondo centro di accoglienza per gli immigrati clandestini che giungono sull'isola di Lampedusa c'è da trarre qualche utile considerazione.
Innanzi tutto si evidenza il totale fallimento della politica anti immigrazione di un governo di centro destra al cui interno è presente una componente leghista assai forte. L'Onu stesso, in suo bollettino, si è detta molto preoccupata della situazione italiana sottolineando come insufficienti le misure intraprese dal governo Berlusconi.
L'isola di Lampedusa, di dimensioni assai ridotte, consta di circa 2000 abitanti, con la costruzione del secondo centro di accoglienza, gli immigrati sarebbero in numero maggiore. Vive essenzialmente di pesca e turismo (per il periodo che va da giugno a settembre) e ha alcune zone costiere protette dal WWF per la nidificazione periodica delle tartarughe marine.
I lampedusani si sono opposti con reiterate manifestazioni alla decisione di Maroni, ma quasi certamente il centro si farà. Come in Val di Susa, come a Vicenza, come a Scanzano, la popolazione residente non conta nulla. I cittadini come sudditi subiscono le incontrovertibili decisioni di pochi, che piovono dall'alto, in barba a qualsiasi concetto che possa definirsi democratico.
Panfilo Gentile in un suo testo pubblicato nel 1969, Democrazie Mafiose, fece "un esame più che profetico sulla decomposizione dei partiti a nicchie di potere. Cercò in quel trattato di dimostrare che tutte le democrazie sono necessariamente mafiose perché tutte, vengono governate da elites demagogiche che ammaliano le masse soltanto per conservare tenacemente il potere a loro profitto. Dove il termine mafiose verso organismi ed istituzioni era da intendere come la vittoria degli interessi di parte e corporativi sull'interesse generale."
La Lega Nord è oggi, per dirla come Alessio Mannino nella sua lucida analisi (Lega Nord, un bluff ), diventata un partito come tutti gli altri. "Asseggiolata" nella presa di potere, una volta contro Roma ladrona, oggi in Roma partititocratica. E lo dimostrano i fatti che sono in antitesi con ciò che i loro leader, sia in campagna elettorale che per i due anni di opposizione, avevano proclamato. Si è schierata contro l'abolizione delle province che avrebbero certamente diminuiti i costi della burocrazia statale. Ha acconsentito alla copertura dei buchi mafiosi della gestione della città di Catania e si sta dimostrando il ventre molle del governo sulla politica anti immigrazione. Regalie del governo che sono andate ben oltre, visto che si è acconsentito ai ricatti di Gheddafi anche per i rimborsi dei danni (?!) subiti in epoca coloniale. Ci verrebbe da chiederci a quanto ammonterebbero i rimborsi per i danni creati dall'impero inglese nelle sue infinite colonie.
La Lega fa politica di bassa caratura, adatta per masse ignoranti quali sono i piccoli imprenditori che la votano, che ne costituiscono la base storica. Piccoli industrialotti delle province del Nord con bei macchinoni e villette autonome che non leggono un libro neanche a pagarli, oggi contrari alle invasioni barbariche degli stranieri come ieri della gente del sud, ma disposti a sfruttarli con misere paghe pagate spesso in nero.
Questa è la Lega che sbraita contro i musulmani ma che non spiega quali sono le cause che spingono questa povera gente a cercar fortuna in paesi a loro estranei. La Lega che non ha mai pensato che la responsabilità è da attribuire alla logica del capitale globalizzato. A quel processo che determina spostamenti coattivi di uomini e merci (ma il lavoro è anch'esso una merce e di conseguenza gli uomini che ne fanno parte), a quel fallimentare progetto in fase di sgretolamento che soleva definirsi col termine di globalizzazione. Tutto questo la Lega Nord non lo spiega. Molto più semplice far leva sulle debolezze di una popolazione ignorante e beatamente gnostica salvo appellarsi ad una fantomatica storicità celtica.
L'aticipità della politica italiana ci ha portato anche a questo, ad avere l'unico partito federalista europeo che non ha nulla che vedere con i reali principi del federalismo: economia locale, comunitarismo, oltre la destra e la sinistra, sovranità delle piccole patrie.
Ciò che accade e accadrà a Lampedusa mette in ulteriore evidenza il bluff targato Lega Nord.

Giuseppe Maneggio
Commenti
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Dartagnan (Registered) 27-01-2009 14:26

La comunità locale lampedusana protesta contro la politica governativa che va contro il suo territorio, i suoi ideali, i suoi interessi. E' bellissimo che non se la prenda con i poveracci che sbarcano lì. Il problema non sono loro e neanche per gli immmigrati il problema è costituito dalla comunità locale. Certo la richiesta di spostare in Sicilia il centro di identificazione, se accolto, creerà lo stesso problema un poco più in là. I problemi veri sono legati allo sfruttamento delle popolazioni, qualunque sia la loro provenienza e residenza. Un movimento come il nostro deve mostrare la risposta giusta in ogni momento, legata a ri-legare i popoli ai loro territori, e certo non a contrapposizioni razziste.
h2otonic (Registered) 27-01-2009 23:19

Scusa Dartagnan ,tu dici che e' bellissimo che non se la prendano con gli sbarcati,io ti chiedo ma e' anche giusto?
Non intendo dire che dovrebbero affondarli, ma vista l'estensione ,la situazione economica e geografica dell'isola, per non parlare di un autentico amor patrio(!), forse avrebbero dovuto farsi sentire molto prima se veramente sono come dicono di essere attaccati alla loro terra.
Delle due l'una, o sono vittime inconsapevoli del diffuso solidarismo umanitario, oppure ci avranno avuto anche qualche convenienza meramente economica al transito dei saraceni alla faccia di tutti gli altri, in entrambi i casi adesso che i trasferimenti paiono finiti se li tengono, e chissa' che magari non si incazzino un po' anche loro.
Potresti pensare che ragiono alla "ognuno per se dio per tutti", ed in parte avresti anche ragione, perche' per me l'invasione pacifica o no di una nazione rimane una delle offese piu'gravi alla sovranita' stessa dello stato, ed al disfacimento della nazione, e chi da italiano(!), non si oppone e' doppiamente colpevole.
Dartagnan (Registered) 28-01-2009 08:18

Gli abitanti di Lampedusa dichiarano che il paese è economicamente vocato per la pesca e il turismo. Soprattutto a quello deve pensare non a gestire un carcere acielo aperto con presenze che superano il numero degli abitanti. Si trova sulla rotta degli sbarchi. Non so se abbia guadagnato su questo commercio. Non ci deve interessare. Dobbiamo smetterla di pensare agli uomini come se fossero merci. Questa è una categoria del Sistema. Io cerco di uscire fuori. E' necessario che lo stato gestisca le entrate e le uscite nel modo più umano possibile e dovrebbe via via limitare i flussi, nel rispetto e nell'integrazione di quelli che ci sono già. E non intendo che si debbano trasformare le loro mentalità. Intendo ad esempio che i datori di lavoro li mettano in regola, li paghino secondo contratto, abbiano la cassa integrazione. Cosa faranno tutti quegli immigrati che perderanno il lavoro con la crisi? Saranno facile preda della criminalità. E per la rabbia se la prenderanno con donne e deboli in generale. Lo Stato o la comunità locale deve pensarci in modo intelligente e umano.
h2otonic (Registered) 28-01-2009 14:12

E' proprio qui sta il punto: con che spiriro e con quale cultura si affrontano le vicende di uno stato.
Lavoro nero e quindi scarsita' di richiesta di manodopera, impunita' ed inefficenza della magistratura esistevano da sempre nel nostro pease.
L'invasione in atto da anni e l'allargamento dell'europa avvengono in una situazione nazionale ,diciamo precaria. Chiunque si fosse opposto non vedeva le nuove opportunita'(detto dagli affaristi), o precludeva la possibilita' di una nuova vita a dei bisognosi (preti e similari).
I risultati piu' evidenti sono stati una ulteriore disgregazione al nostro interno, e una svalutazione della manodopera.
Con una maggiore consapevolezza di appartenere a qualche cosa e di dover rispondere della nostre scelte ai nostri avi ed ai nostri figli, forse adesso i lampedusani potrebbero continuare a pescare ed accogliere turisti magari con l'aiuto di qualche nordafricano, invece ne' gli isolani ne' i governanti hanno osato opporsi, e quelli che l'hanno fatto sono riusciti solo ad ...evidenziare il problema.
Pero', considerando la rozza superficialita' caratteristica di questi tempi forse e' giusto che le cose siano andate cosi', almeno non dimentichiamo coloro che questo disastro l'anno permesso: affaristi, preti e predicatori positivisti.
Dartagnan (Registered) 28-01-2009 14:56

Secondo me non ha senso opporsi agli sbarchi, rispedire indietro con la forza le persone che sono disposte anche a morire pur di andarsene dal luogo di provenienza, con tutti i mezzi. Non ha senso favorire gli scontri tra poveri. Se si rompe una diga ed esce l'acqua, è impossibile chiudere la falla con le mani. Occorre contenere i danni e lavorare nel lungo periodo perché gli esodi delle popolazioni dai loro paesi rallentino. I preti hanno fatto guasti enormi quando sono andati a mettere missioni in tutto il mondo e a convertire, come in Africa. Non favoriscono l'immigrazione quando danno un pasto caldo o un posto letto a Roma a qualche bisognoso.
Ho conosciuto tante badanti che sono ritornate spontaneamente a casa loro e non torneranno più qui; la nostalgia non l'abbiamo solo noi. Dovremo in futuro risolvere in altro modo il nostro problema dei vecchi senza sostegno. Noi possiamo ricordare che le famiglie di una volta tenevano gli anziani con loro e li ascoltavano e li assistevano. C'è chi ha speculato e si è arricchito alle spalle dei lavoratori stranieri, molto in edilizia. Sono stati cattivi italiani, che se ne fregano delle nostre radici e dei nostri valori, sono gli affaristi a cui accenni tu, che hanno permesso e favorito il crollo dei salari. Non serve cacciare con la forza gli stranieri dai campi nomadi o da case fatiscenti, occorre denunciare gli sfruttatori, dietro i quali ci sono persone in doppiopetto, dietro i quali ci sono le banche, ecc.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 28-01-2009 18:44

I flussi migratori andrebbero disincentivati perchè fanno del male sia a noi che dobbiamo accogliere gli extracomunitari e che vediamo ogni giorno di più snaturata la nostra cultura sia a loro che arrivano qua e perdono la loro identità e vengono sfruttati. Opporsi alla globalizzazione significa opporsi sia alla globalizzazione delle merci, che dei diritti, che degli uomini. Per di più quella dell'integrazione è una balla. Il termine giusto è omologazione. Che schifo e che ribrezzo i progressisti che in nome dell'integrazione ci vogliono regalare un enorme meticciato globale sia biologico che culturale. Questo è il progresso? Un esercito di meticci senza Dio, senza valori, imbottiti di farmaci che fanno la fila al supermarket con l'i-pod e passano le sere a chattare e farsi le pippette mentre l'aria fuori è diventata irrespirabile e l'unica libertà è scegliere se comprare coccolino o ominobianco? Svegliamoci, basta buonismo e alziamo la testa. Che ogniuno si riprenda la propria dignità.
Dartagnan (IP:151.16.56.57) 28-01-2009 20:12

Guarda che io sono d'accordo con te nel sostenere che i flussi vanno disincentivati. Io credo che se i migranti non fossero carne da macello da pagare a poco prezzo, che i padroni e padroncini chiamano qua (fanno solo finta di non volerli), esplicitamente o implicitamente, perché conviene, i flussi devierebbero verso altri lidi. Gli accordi li fanno altrove le mafie e la criminalità organizzata, con la complicità di governi.
Forse integrazione non era la parola giusta che dovevo usare. Mi piace ancor meno la parola omologazione. Per me ciascuno deve tenersi la propria cultura, purché non infranga le nostre leggi, che in materia di lavoro non scarseggiano. Le responsabilità più grosse saranno delle persone in alto e nell'ombra, però la nostra società è marcia.
Forse non sono abbastanza regressista se penso che le leggi sul lavoro devono essere rispettate?
Belew, come pensi di rialzare la testa per riprenderti la tua dignità in questi casi?
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 28-01-2009 20:28

Ma certo che penso debbano essere rispettate le leggi sul lavoro, chi ha mai detto il contrario, in mancanza di meglio almeno si applichino bene le leggi checisono. Questo però non si chiama risolvere il problema ma rimandarlo e peggiorarlo. Non ho soluzioni in tasca ma penso che vada gradualmente disincentivata l'immigrazione e contemporaneamente l'occidnte liberista dovrebbe ritirarsi da quei paesi che saccheggia giornalmente e a cui vuole imporre il mercato, il proprio diritto e persino la propria morale (vedi l'indignazione verso alcuni aspetti dell'islam, ma in passato anche di altre culture come quella giapponese che è stata rovinata dall'Occidente e omologata e persino umiliata come Mishima ci insegna).
amugnolo (Registered) 30-01-2009 13:34

Credo che come sempre dobbiamo guardare agli USA come punta di diamante del progetto mondialista (globalizzazione).
E' nato come stato senza radici o appartenenze, da gente in un modo o nell'altro sradicata e con tante culture differenti. Cio ha prodotto una pseudo cultura che prendeva un po da tutte le componenti, e quindi nessuna cultura e visione della vita maturata nel tempo.
Il risultato a piu di un secolo credo sia evidente. Al di la di qualche integrazione di facciata, omologazione basata sul possesso dei beni e non sul "ben essere", e che in ogni caso ha creato una società a macchia di leopardo, con le componenti etniche e culturali che fanno corpo unico e sono pronte ad esplodere le une contro le altre alla prima scintilla. Basta ricordare le rivolte che abbiamo seguito in cronaca in questi anni.
La tecnica è la stessa sempre: etnia contro etnia, classe contro classe, destra contro sinistra eccc., e tutto questo perchè il manovratore possa continuare a dirigere nella maggiore tranquillità possibile.
Sradicare i popoli dalla propria appartenenza, dalla propria cultura, religione, usi e costumi dettati dalla "cultura della memoria" serve a creare l'uomo nuovo del mercato globale.
Il ribelle va contro quello che non è in ordine nella propria sfera di appartenenza, ma in quanto diverso dalla gente tranquilla, ama le differenze che coglie come manifestazione della bellezza e della armonia nella natura e nel mondo.
Ad ogni popolo, quindi le proprie specificità radicate nella loro terra. sforzandoci di ritrovare noi europei il seme prezioso della nostra cultura che si è manifestata nel tempo come qualcosa di solido e ben radicato all'interno delle appartenenze locali, inscritte in un disegno piu ampio e appunto europeo. Questo prima dell'avvento di "questi tempi ultimi" o moderni.
Saluti ribelli.
Nando (Registered) 04-02-2009 14:30

Concordo pienamente, con l'analisi, di Mugnolo.
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