Il Regime colpisce ancora
di Alessio Mannino
 
9 febbraio 2009
 
 
In questo momento storico così gravido di sconvolgimenti, con la crisi economica mondiale causata da una banda di farabutti chiamati banchieri, l’illusione Obama che col risparmio energetico e la chiusura di Guantanamo fa felice i gonzi adoratori dello Sviluppo e del Sogno Americano, e in più con un’informazione sempre più concentrata, controllata e asservita al motto “Un Impero, un Mercato, una Globalizzazione”, in Italia la situazione è grave, e per una volta anche seria. Finanza, media e politica vanno cercano nuovi equilibri con l’obbiettivo di eliminare ogni vera opposizione. A rischio non è la democrazia, che non esiste perché non rappresenta i cittadini ma solo le caste degli speculatori, dei loro camerieri parlamentari e dei giornalisti a libro paga. E’ la nostra dignità, è la nostra libertà, è il senso di giustizia a essere in pericolo.
Chi mette il marchio all’operazione di esproprio di sovranità a favore suo e dei padroni del vapore, è il partito unico Destra-Sinistra. L’annuncio di voler far approvare una legge sull’onda del caso Englaro anche a costo di cambiare la Costituzione a colpi di maggioranza è l’ennesima prova che il Regime procede sempre più sfrontatamente al giro di vite finale. Il governo di Berlusconi fa il lavoro sporco, continuando l’escalation illegale e illiberale portata avanti da quindici anni a questa parte dopo aver sostituito la vecchia partitocrazia Dc-Pci-Psi. Le minoranze si legittimano agli occhi dell’opinione pubblica più sprovveduta come antagonisti, o nella versione plastificata e piena di “cacicchi” del Pd di Veltroni o in quella parolaia dell’IdV di Di Pietro, che fa l’antisistema stando dentro al sistema. Così sono tutti concenti perché marcano i ruoli assegnati loro dal Potere economico-finanziario, e la farsa continua fino alla prossima truffa elettorale. E infatti la banda dei tre si trova unanime e concorde nel far passare il quorum liberticida del 4% alle imminenti europee, aggiungendo un altro mattone alla costruzione di un Paese dove le idee non conformi non avranno più possibilità di accesso alle istituzioni, negando così il diritto di cittadinanza politica a qualche milione di italiani. (leggi tutto cliccando sotto)
Walter si straccia le vesti per il decreto Englaro, ma attende con impazienza l’accordo sottobanco con Silvio sulle nomine dei vertici Rai a cui l’elezione di Sergio Zavoli alla presidenza della commissione di vigilanza ha già spianato la strada. Tonino fa il ribelle in piazza con Grillo, lanciando accuse per altro sacrosante contro un berlusconismo sempre più banditesco e arrogante e un Napolitano sempre più complice e prono (salvo svegliarsi per Eluana), ma è ben felice di far fuori ogni concorrente al centro e a sinistra grazie allo sbarramento, e si avvia a collaborare con l’odiato psiconano sulla devastazione del territorio e la repressione delle comunità locali (lui e i suoi sono favorevoli a tutte le infrastrutture purchè siano, alle base Usa a Vicenza, alla Tav). Silvio, dal canto suo, non sta con le mani in mano, soprattutto negli affari. La sua Mediaset farà comunella con la Rai (che è sempre “sua”, in qualità di capo del governo) e con l’emittente La 7, cioè con Telecom, nella nuova Tivù, santa alleanza sul digitale terrestre. La Telecom, che naviga in cattive acque più ancora delle reti del Biscione, è sotto il controllo di Intesa, Mediobanca e Generali. Sullo sfondo circola l’ipotesi di fondare Mediacom, fusione fra Mediaset e la compagnia di telecomunicazioni messa a mal partito da Tronchetti Provera. Nel cda di Mediobanca siede Marina Berlusconi, figlia del premier, entrato nell’azionariato di Piazzetta Cuccia un anno fa. Tutti i più grandi istituti di credito, a partire da Unicredit amministrata dal filo-Pd Alessandro Profumo, riceveranno sostanziose iniezioni di fiducia (leggi: aiuti finanziari) dallo Stato, grazie al munifico Tremonti nemico delle banche solo a parole. Il gotha bancario ha in mano il quotidiano principe della disinformatjia italiana, il Corriere della Sera, e l’altro, La Repubblica, fa riferimento a un Carlo De Benedetti pappa e ciccia con l’establishment finanziario globale (è socio di Goldman Sachs, il figlio Marco è presidente di Carlyle Italia, e fu lui a far conoscere a Rutelli e Di Pietro il raider George Soros, lo stesso che con gigantesche speculazioni borsistiche mise in ginocchio la lira nel ’92 e i mercati del Sud-Est asiatico nel ’97-’98). Ce n’è abbastanza per capire che le “diversità” sbandierate al popolo bue servono a nascondere una connivenza strutturale fra mondi politici e affaristici fondata sull’idolatria dell’unico dio: il denaro.
In questa finta guerra per bande dove alla fine si ritrovano gomito a gomito intorno allo stesso banchetto, che Berlusconi punti, come punta, a diventare Presidente della Repubblica, o che Bersani per conto D’Alema si proponga come alternativa a Veltroni, o che Di Pietro agiti il fantasma del nazismo contro il gangsterismo politico di Palazzo Chigi, ebbene, ci interessa poco o punto. Ma non possiamo tacere di fronte alla sfacciata, quotidiana aggressione alla nostra dignità, di uomini e donne prima ancora che di cittadini, quando, con le leggi ad personas, il lodo Alfano, la chiusura dall’alto di inchieste scomode (caso de Magistris-procura di Salerno), il foraggiamento pubblico di banche colpevoli dell’impoverimento di massa, la soppressione per legge di ogni minimo principio di democrazia elettorale, la messa all’indice di siti web che istighino a “disobbedire alle leggi”, il divieto di manifestazioni in piazze “con chiese o luoghi di culto”, e la volontà di cambiare la Carta a proprio gusto e piacimento, è in atto una campagna più o meno bipartisan per renderci tutti ancora più servi e impotenti di quanto non lo eravamo già prima. Ma non illudiamoci: la gente è ostaggio del mutuo, fatica sempre più ad arrivare a fine mese, perde il lavoro, è rimbambita dalla propaganda di stampa e televisione, in maggioranza si ritira nel privato e a chi parla di ideali gli risponde come a un marziano. D’altronde, è stata disposta così da decenni di rieducazione consumistica e “liberale” (ah, siano maledetti i cattivi maestri della “società aperta”, in realtà chiusa a riccio a difendere gli interessi di industriali e banchieri): a cedere i propri diritti in cambio del “benessere”. Vedrete, baratteranno la libertà con un po’ di tranquillità economica e sociale. E qualche metro di catena in più. Come ai tempi del fascismo? No, molto peggio: allora il nemico era chiaro e almeno aveva, per quanto tragico, un’ideale; oggi è indistinto, subdolo, si confonde col senso comune (lavorare, produrre, consumare, distrarsi, crepare) e si fonda sui soldi. Cioè - e l’ultimo scoppio della bolla finanziaria l’ha dimostrato - sul Nulla.

Alessio Mannino
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Jung Zorndike (Registered) 10-02-2009 10:00

D'accordo. Ma cosa dobbiamo fare "concretamente" per "uscire" da tutto questo? Quello che personalmente osservo è che "molti" sono contro il sistema e vogliono "cambiarlo", ma questi "molti" sono, nei fatti, completamente disuniti, disarticolati e spesse volte gli uni contro gli altri. L'unione fa la forza, dice un vecchio detto popolare: o si ci unisce nella comune volontà di cambiare oppure, disuniti, si è destinati a soccombere.
admin (Super Administrator) 10-02-2009 10:17

Caro Jung, per carità, non mi tiri fuori questo argomento chè altrimenti viene giù una grandine di invettive. Per ora, almeno per quanto riguarda il sottoscritto che è solo un giornalista, si tratta di diffondere una sensibilità ribelle, predisporre l'opinione pubblica con ciò che so fare meglio, scrivere, all'abbattimento del sistema. E mi creda, coi tempi che corrono non è poco.
a.m.
Dartagnan (Registered) 10-02-2009 11:22

Da quanto risulta dalla forte, ma alta e costruttiva polemica che è emersa nei commenti all'articolo su Eluana, mi sono fatto l'idea che il messaggio di Marco sul ruolo del movimento vada raccolto. Lui si inalbera tutte le volte che i commentatori cercano di schierarsi e di prendere parte alla lotta politica concreta costituita di fatti gravi e ingiusti, entro un regime che, da chiunque sia governato, risponde ad interessi altri, schifosi e puzzolenti. L'opposizione non è tale e la nostra tentazione è quella di denunciare e di sostituirci, per aggregare gli scontenti, cercando alleanze parziali in chi si occupa di problemi specifici, dentro e fuori il sistema. Marco dice no, volto a dare spazio ad un pensiero alternativo, che possa essere speso in un tempo futuro. In questo caso della crisi economica mondiale avrebbe ragione e senso approfondire la denuncia forte di Luciano che individua le tendenze di fondo del sistema, mettendo la crisi al primo posto.
In questo articolo, tu Alessio, denunci fatti gravissimi e mi trovo d'accordo con te su tutto, tranne che sullo sbarramento al 4%, perché fin dagli inizi degli anni Novanta, sono dell'avviso che il sistema elettorale, nel quadro delle attuali nostre istituzioni, debba essere quello proporzionale con sbarramento. Fino ad ora ho cercato di prendere posizione sull'onda di singoli fatti, dall'immigrazione clandestina, alle riforme istituzionali....
Se parto dalle premesse che ho fatto prima, se fossero giuste, dovremmo pensare di più alla crisi e ai suoi effetti, alle conseguenze transitorie e di lungo periodo, agli obiettivi. Finora il blog è stato sempre sulle generali oppure sul troppo contingente. Vorrei guardare in faccia la crisi impedendo al capitale di ricostituirsi sulle spalle dei poveri.
Propongo comunque, per evitare divisioni inconcludenti, di tenere eventualmente separati i due piani, quello ideologico e quello politico.
Jung Zorndike (IP:93.144.149.17) 10-02-2009 11:22

Gent.le Alessio, per carità non era mia intenzione "contestarla": ha ragione da vendere quando dice che è necessario diffondere una sensibilità "alternativa" (personalmente apprezzo quanto dice): la narcosi delle coscienze è diffusa. Tuttavia il problema della frammentazione rimane: come scrive il Mosca ne - La classe politica - "Cento che agiranno sempre in concerto e d'intesa gli uni con gli altri trionferanno sempre su mille presi uno a uno che non avranno alcun accordo fra di loro". Mi rendo conto che l'argomento è ingombrante ma, penso, se davvero si vuole cambiare, è necessario affrontarlo: con pacatezza e serenità: non dobbiamo lanciarci invettive ma discutere tra "pari".
admin (Super Administrator) 10-02-2009 13:11

Per Dartagnan: anch'io, in linea teorica, sarei per il proporzionale con sbarramento, sempre ragionando nei termini di un sistema che non è il mio. Però guardiamo al qui e ora: è palese la progressiva restrizione di ogni pur minimo spazio di dissenso. E' la tendenza generale che volevo denunciare, non il singolo provvedimento. I due piani che lei ben evidenzia sono fisiologici in un movimento di alto livello culturale come il nostro, e che tuttavia non smarrisce l'attenzione per i fatti contingenti, concime di una futura ribellione.
Per Jung: mi contesti pure, si figuri. Volevo solo metterla in guardia dal riproporre un tema, quello che tempo fa riassunsi con la formula "fare branco", che allo stato attuale si ridurrebbe a una discussione sterile e biliosa.
a.m.
aragorn (IP:79.15.249.41) 10-02-2009 14:57

"Da quanto risulta dalla forte, ma alta e costruttiva polemica che è emersa nei commenti all'articolo su Eluana, mi sono fatto l'idea che il messaggio di Marco sul ruolo del movimento vada raccolto. Lui si inalbera tutte le volte che i commentatori cercano di schierarsi e di prendere parte alla lotta politica concreta costituita di fatti gravi e ingiusti, entro un regime che, da chiunque sia governato, risponde ad interessi altri, schifosi e puzzolenti. L'opposizione non è tale e la nostra tentazione è quella di denunciare e di sostituirci, per aggregare gli scontenti, cercando alleanze parziali in chi si occupa di problemi specifici, dentro e fuori il sistema. Marco dice no, volto a dare spazio ad un pensiero alternativo, che possa essere speso in un tempo futuro. In questo caso della crisi economica mondiale avrebbe ragione e senso approfondire la denuncia forte di Luciano che individua le tendenze di fondo del sistema, mettendo la crisi al primo posto".
Ottimo riassunto di dartagnan, che deve essere uno dei nostri, ma non so chi. Io temo che, se si difende la costituzione, o la legge elettorale europea, o la magistratura, possa passare il messaggio che basta aggiustare qualcosa, o tutto questo, e l'attuale finzione chiamata repubblica democratica, che in realtà è una dittatura bancaria con occupazione e sorveglianza militare straniera, possa essere giudicato un Sistema in qualche modo passabile. La nostra prospettiva rivoluzionaria dovrebbe essere non astratta, tutt'altro, ma più alta. Si dovrebbe occupare di Stato sociale, economia, manipolazione delle masse, sfruttamento dei deboli e di ogni altra cosa reale, ma secondo una prospettiva elevata. La mia critica verso Travaglio, Grillo e gli altri è appunto questa: il loro livello è basso, incompleto, parziale e quindi falsato. Quindi non è questione di buona o cattiva fede, con Massimo dicevamo che in fondo non è importante. Mi identifico di più in prospettive profonde e totali, che sono il mio bagaglio di conoscenze e studi, e condivido le posizioni di Marco Della Luna, Maurizio Blondet, Nino Galloni, solo per citarne alcuni, che criticano il Sistema secondo prospettive più profonde e consistenti, che squarciano il velo della finzione democratica sulla quale si attestano gli altri già citati. Credo che in questi termini se ne possa parlare senza offendere nessuno.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 10-02-2009 16:36

Dietro lo schermo delle istituzioni democratiche configurate dalla Costituzione uscita dalla Resistenza, l'Italia è stata devastata più che dalla guerra. Nel 1945 c'era ancora un popolo, c'erano ideali e speranze. Oggi c'è l'asservimento, un panorama umano devastato, la perdita di tutte le nostre radici, compresi i dialetti e, ormai, la stessa lingua nazionale. Si dirà che di ciò non sono responsabili le istituzioni democratiche, ma nemmeno sono servite a impedire lo sfacelo. In questo senso ha ragione aragorn a chiedere che si voli alto; d'altra parte c'è l'esigenza di crescere come movimento, di farsi conoscere, e a questo fine sono necessarie prese di posizione su temi contingenti e convergenze con altri gruppi. Sono i due momenti, quello ideale e quello più immediatamente politico, evocati da Dartagnan. Non è facile conciliarli ma bisogna tentare, evitando fra noi le asprezze polemiche.
Sullo sbarramento elettorale: l'Italia ha visto nascere il fascismo e ha avuto il più forte partito comunista di tutto il mondo occidentale. Se oggi i partiti che si ispirano al fascismo e al comunismo non giungono al 4%, la ragione del loro fallimento va cercata altrove, non nella legge elettorale.
cireno (Registered) 11-02-2009 17:11

La banda dei banchieri fa il lavoro che IL SISTEMA gli permette di fare e lo fa per la stessa ragione che muove le imprese:fare profitti.
Hanno voluto dare la colpa alle banche di aver generato il pluff mondiale per nascondere la realtà: la produzione delle diverse imprese oggi non riesce ad essere assorbita dai consumatori, per una ragione facile da comprendere: la tecniva ha alzato il livello di produzione a cifre altissime e nel contempo gli stipendi nelle mani di chi la produzione la dovrebbe poi acquistare, si sono abbassati per ragioni di concorrenza con la produzione di quei paesi che dispongono di mano d'opera a bassissimo costo. Conseguenza: magazzini pieni di merce invenduta. Cosa ti hanno inventato allora i padroni del vapore? Il credito: comperate a credito, un anno, tre anni, venti anni....Ma il denaro dato a credito deve poi essere restituito, e con gli stipendi sempre a livello terza settimana la faccenda si fa nera. Da qui la crisi, che NON POTEVA NON SCOPPIARE.
h2otonic (Registered) 11-02-2009 23:05

Una crisi auspicata la debacle dell'economia mondialista che se veramente importante avra' diversi effetti : tabula rasa di pregiudizi ed ideologie a misura d'uomo economico, cancellazione di ogni sicurezza che deriva dal possesso e dalla speculazione, distinzione tra neccessario, superfluo ed artefatto, che a sua volta fara' cadere la maschera ai sacerdoti del nulla, ed agli insospettabili complici del potere. La morte del potere, per la rinascita dell'Autorità.
Forse era gia' scritto, come qualcuno ben sa, o forse i tempi sono semplicemente maturi. Certo e' che se anche riuscissero a metterci una pezza, cosa di cui dubito fortemente anche per l'intrinseca debolezza del pensiero dominante, un altra mazzata al falso mito del progresso e' stata inferta.
E una massa sempre crescente di neo precari da sempre disadattati, cerchera' nuove risposte. Al momento chiunque si ponga come antagonista deve boicottare e testimoniare, non solo con le parole, che un altra visione dell'uomo e del mondo in cu vive e' possibile perche e' gia' esistita.
Deve disprezzare il presente a tal punto da non temere cambiamenti di sorta, anche se appaiono salti nel buio, poiche' e' proprio nei momenti cruciali che l'uomo da il meglio o il peggio di se stesso a seconda che si muova secondo principii eterni o mode contingenti. Non preoccuparsi del destino dell' "umanita'" ma farsi carico delle sorti della propria comunita' potrebbe essere gia' un buon punto di partenza. Osservare la realta' con i sensi e non attraverso le sensazioni, scoprore punti di vista al di sopra e non semplicemente prospettive in avanti. In poche parole ridiscutere tutto cio' che ci e' stato imposto come tutto.
aragorn (Registered) 11-02-2009 23:49

Belle parole h2otonic. Precise, asciutte, essenziali, profonde, vibranti. La quintessenza di quello che vorrei condividere e vivere con tutti i militanti di MZ.
Marco
h2otonic (Registered) 11-02-2009 23:58

Grazie Aragorn, spero di offrire spunti di riflessione.
Antonio.
cireno (Registered) 12-02-2009 08:34

Mi sembra di avvertire, nelle parole di "acquatonica" una certa nostalgia per il pensiero di De Benoist, di Evola e così via. Quell"Autorità con la A maiuscola mi aiuta a pensarlo.
Perché "tabula rasa di pregiudizi e ideologie a misura di uomo economico"? L"umanità si è data un progresso economico che, in troppi casi, progresso non è, ma quello che è sicuro è proprio il non poter fare tabula rasa di ideologie, se si escludono quelle di matrice irrazionalista.
Voglio dire: se riuscissimo a cancellare dal mondo l idea di consumare che serve solo a far progredire un indice artificioso come è il Pil, avremmo già compiuto un grandissimo passo avanti verso una società economicamente più naturale. E questa è una speranza economica e anche ideologica.
Sono d accordo con H2Otonic sul disprezzo del presente modo di essere dell umanità, ma non vedo il bisogno di impossibili salti nel buio (nella direzione che lui "sembra" indicare) perché il grande guaio che dobbiamo cercare di risolvere è ben identificabile, come mi sembra di avere già scritto nel mio commento precedente.
Dartagnan (Registered) 12-02-2009 13:38

Cireno, sono ben contento di questo tuo intervento, col quale mi identifico. Poter esprimere valori antichi, che abbiamo in noi, che non sono morti, in una comunità locale, costituirà quel ritorno all'indietro che auspichiamo, senza costruzioni artificiali e cervellotiche, ma sulla base del sentire dell'uomo, che oggi non è più lo stesso di una volta. Se l'economia del nostro tempo crollerà, la costruzione teorica che la giustifica si estinguerà con essa, ma non si potrà far tabula rasa nelle menti di tutto il pensiero. Non si dovrà, secondo il mio modesto parere.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 12-02-2009 18:16

Che male c'è a rifarsi a De Benoist? Scusate, non siamo nel blog di MZ?
cireno (Registered) 12-02-2009 18:30

Non c'è niente di male a rifarsi a De Benoist, ci sono sue cose che mi interessano, altre no: non si può? Siamo nel blog di MZ, dici, bene, e allora, c-è forse obligatorietà del pensiero unico?
cireno (Registered) 12-02-2009 18:28

ha scritto aragorn Ottimo riassunto di dartagnan, che deve essere uno dei nostri, ma non so chi. Io temo che, se si difende la costituzione, o la legge elettorale europea, o la magistratura, possa passare il messaggio che basta aggiustare qualcosa, o tutto questo, e l'attuale finzione chiamata repubblica democratica, che in realtà è una dittatura bancaria con occupazione e sorveglianza militare straniera, possa essere giudicato un Sistema in qualche modo passabile. La nostra prospettiva rivoluzionaria dovrebbe essere non astratta, tutt'altro, ma più alta. Si dovrebbe occupare di Stato sociale, economia, manipolazione delle masse, sfruttamento dei deboli e di ogni altra cosa reale, ma secondo una prospettiva elevata. La mia critica verso Travaglio, Grillo e gli altri è appunto questa: il loro livello è basso, incompleto, parziale e quindi falsato. Quindi non è questione di buona o cattiva fede, con Massimo dicevamo che in fondo non è importante. Mi identifico di più in prospettive profonde e totali, che sono il mio bagaglio di conoscenze e studi, e condivido le posizioni di Marco Della Luna, Maurizio Blondet, Nino Galloni, solo per citarne alcuni, che criticano il Sistema secondo prospettive più profonde e consistenti, che squarciano il velo della finzione democratica sulla quale si attestano gli altri già citati. Credo che in questi termini se ne possa parlare senza offendere nessuno.

Conosco, per le sue idee, Maurizio Blondet e, anche se i suoi libri sono abbastanza coinvolgenti per la grande fantasia che lui riesce a immetterci, confesso che "non è il mio tipo", ideologicamente, s-intende.

Per quel che riguarda la difesa della Costituizione e della Magistratura ( la legge elettorale europea è una finta, perchè l-Europa è solo una finzione mercantile), stando le cose come stanno non se ne può fare a meno. Certo, lo so bene anch-io che questa in cui viviamo è solo una "finzione chiamata repubblica democratica, che in realtà è una dittatura bancaria con occupazione e sorveglianza militare straniera", alla quale frase aggiungerei anche che siamo sottposti a uno dei sistemi economici più assurdi che l-uomo è mai riuscito a ideare. Lo so, ma che fare?, possiamo seguire le idee di Blondet o dobbiamo guardare a Marx per trovare un sistema che, ispirandosi a lui, posssa riuscire a creare FINALMENTE un sistema sociale vivibile?
Io sono per la seconda ipotesi, evidentemente...............
h2otonic (Registered) 12-02-2009 19:13

Filosofie ed ideologie che antepongono l' aspetto tecnico ed economico a tutto cio' che e' parte dell'uomo integrale, hanno da tempo mostrato i loro limiti. Hanno dimostrato altresi' l'impossibilita' di addattarsi ai tempi e correggere i propri errori senza smentire se stesse.
L'ambientalismo,l'umanitarismo,la psichiatria, il nichiilismo e l'individualismo, sono esempi di reazione alle mostruosita' generate da questo tipo di progresso, ammesse ,quando non incentivate, dalle oligarchie che decidono, in quanto innocue se non funzionali al sistema stesso.
Cercare rimedi a questo sistema nel sistema stesso signifiaca perdere ulteriore tempo.
Credo che bisogna (ri)percorrere nuovi sentieri anche se possono apparire sconosciuti e la cui meta appaia non chiara, al buio appunto.
La bussola per muoversi si puo' anche trovare in Evola o Debenoist, ma gia' nel mondo arcaico filosofi e sapienti hanno stabilito se non il percorso almeno i punti cardinali.
Appurato che questo andazzo e' deleterio per noi e per la Terra che abitiamo provvisoriamente perche' non partire da altri punti di vista per rimediare?
Perche' non riconoscere che anche se durato centinaia di anni questo progresso e' velenoso?
Perche' non trovare il coraggio di opporsi ad utopie positiviste e riscoprire la natura umana sempre uguale a se sessa?
Perche' non sostituire alla legge la Norma?
Credo di avervi risposto in maniera esaustiva senza volermi divulgare troppo, comunque spiegandole a voi le chiarisco via via anche a me stesso e di questo vi sono grato. Ciao.
aragorn (Registered) 12-02-2009 19:44

Cireno, non dobbiamo scegliere tra Blondet e Marx. Il discorso era diverso. Dicevo che il livello di analisi e critica al Sistema in Travaglio, Grillo e tutti gli altri legalisti filo costituzione di impostazione girotondina, mi sembra incompleto e quindi falso e fuorviante. Della Luna, del quale ti invito a leggere l'articolo apparso oggi, Galloni e appunto Blondet, che non sono dei filosofi ma degli studiosi della realtà contemporanea, appaiono più profondi, completi, e dimostrano una maggiore comprensione su quanto accade. De Benoist ed Evola sono accostabili fino ad un certo punto, ma non li scomoderei per commentare l'auspicio di Antonio sulla necessità di ritrovare una Autorità con la A maiuscola. Anche a me sembra una necessità non più rinviabile. Comunque, visto che in MZ ci sono diverse anime, ma tutti ci ritroviamo sull'Antimodernità, perchè non ci commenti il nostro manifesto e provi a vedere quali di questi punti ti trova d'accordo?
cireno (Registered) 13-02-2009 06:57

Non ci può essere una scelta tra De Benoist e Marx, siamo su due piani assolutamente differenti. Marx è Marx, uno dei massimi pensatori che il mondo ha mai prodotto, il cui pensiero è stato poi stravolto, usato per essere stravolto intendo, da uomini che hanno creduto che per dare giustizia sociale a un popolo si dovesse, non si potesse ma proprio si DOVESSE, aprire gulag, uccidere oppositori e anche compagni di lotta, togliere la libertà individuale, costringere le persone a semplici numeri, senza diritti.
Di De Benoist ricordo un pezzo dove, non credo di ricordare male, lui diceva di preferire De Maistre alla Rivoluzione Illuminista francese. Io che sono un... .roussiano non ho potuto accettare quel pensiero. Non ho citato a caso l"interessantissimo Evola che, mi sembra, possa essere considerato (e Fini lo sa bene) figlio di quel Ernst Junger che è anche padre di De Benoist.

Ma non è questo, il tema del dibattito, almeno credo. Non ho letto il vostro manifesto (dove lo trovo?) ma anche se sono marxista, in senso anarchico alla Kropotkin, credo che ci ritroverò pensieri che sono anche miei, circa l"opposizione alla modernità farlocca, perché priva di valori, che stiamo vivendo, perché anche io non amo questa società che ha fatto dell"edonismo e del permissivismo e dell"apparenza il fulcro del suo essere.
E credo che il fatto di essere anarco-marxista-che non è una contraddizione in termini - non sia di ostacolo a poter sposare anche le vostre idee, perfino alcune di quelle espresse da Evola(che certa cultura di destra ha elevato, secondo me ingiustamente, a icona di una destra estrema, intollerante, settaria e, specialmente, razzista.

Lo leggerò, e dirò il mio parere.
Scusate gli errori ma mentre scrivo sto ascoltando AnnoZero in Tv, e non è facile pensare e ascoltare, Nemmeno per cireno
Andrea Marcon (Registered) 13-02-2009 11:09

Il Manifesto, Cireno, lo trovi sul nostro sito www.movimentozero.org
h2otonic (Registered) 13-02-2009 21:34

Una differenza evidente fra chi riesce a definirsi nell'ambito delle categorie politico-filosofiche esistenti, e chi come me questo ambito lo evita e' che per i primi:
"tutto cio' si poteva e si doveva evitare"
per gli altri era previsto e scontato.
Ed in questo senso Evola ci aveva azzeccato.
cireno (Registered) 13-02-2009 23:00

Non lo so, mi piacerebbe che il mondo non fosse come è adesso, tecnologico, industrializzato, freddamente consumistico, edonista, ma quello che noi definiamo progresso è l"avanzare inarrestabile dell"uomo verso la sua distruzione, e da questo non c"è scampo: così è stato stabilito al momento della nostra comparsa su questa palla che chiamiamo Terra e, a questo punto, credo proprio che non ci sia niente da fare.
Dice Massimo Fini: lottiamo contro il mondo globalizzato, contro l"importanza del denaro, contro questo modo di vivere che calpesta l"essere per priviligiare l"avere, l"apparire. Belle parole, bel pensiero: ma come?

Marxismo e liberalismo sono due volti del medesimo corpo, dice il vostro Manifesto. Forse è vero, ma le società cosiddette democratiche hanno messo una maschera su entrambi i volti, perché il marxismo è stato calpestato e il liberalismo gettato. Non possono essere, semplicemente non possono governare l"uomo. Quindi?

Torniamo alla società bucolica di una volta? No, impossibile. E, fra l%u2019altro, non sarebbe nemmeno una bella cosa: dove andremmo? Siamo abituati a riscaldarci con la tecnica quando fa freddo, e eliminare il caldo in estate. Mangiamo cibi precotti, pre-confezionati, certamente inadatti per sapore e sostanza ma comodi, perché ci risparmiano la fatica e il tempo. Ecco, il tempo! Abbiamo svenduto il nostro tempo per denaro, abbiamo rinunciato alla qualità dell"esistenza per vivere più a lungo, controllando quelle malattie che ci facevano morire mediamente a 40 anni. Dove andremmo con *il ritorno a quel tempo*?

Sinceramente, caro Massimo Fini, mi sembra che state combattendo una battaglia fuori tempo massimo.
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