Contro Bankestein/1

3 marzo 2009

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Signoraggio e decrescita

di Alessio Mannino

Fare opera di denuncia e mobilitare gli animi, oltre che un imperativo morale per chi, come il sottoscritto, ha la presunzione di fare informazione, è necessario. Prepara il terreno alla lotta politica. Il nemico, perchè questo è, ha un volto definito e tuttavia inafferrabile: quello di un sistema di vita intrinsecamente ingiusto, marcio fino all'osso, molto in avanti nel trasformare gli uomini in zombie. E' il modello di vita imperniato tutto, da cima a fondo, sull'economia. Sul profitto che insegue sè stesso. Sulla crescita illimitata e folle di produzione e consumo. Sulla carta maledetta: il denaro. Premesso ciò, l'Appello contro la Dittatura Bancaria di Movimento Zero calibra il mirino su uno dei fronti di battaglia più importanti. Non entro mel merito tecnico: il suo contenuto è già abbastanza chiaro, e con questo mio articolo il blog inaugura un dibattito aperto che sotto questo profilo vedrà Marco Francesco De Marco far la parte del leone, per cui mi rimetto a lui. Ma ciò di cui parla il terremontante scritto con primo firmatario Massimo Fini è l'espropriazione di sovranità, di diritti, di potere da parte delle centrali bancarie a danno di coloro che teoricamente dovebbero esserne gli unici titolari: i cittadini. A livelli di analisi e d'azione, gettare luce su questo vulnus secretato e tremendo può costituire la chiave di volta per comprendere in quale pozzo di abiezione viviamo tutti senza accorgercene. Una denuncia di questa portata, con cui chiamare a raccolta le persone di buone volontà, è uno dei grimaldelli grazie ai quali aprire gli occhi alle vittime della rata. Che sono tali perchè vittime pasciute e consenzienti, ma sempre più scontente e nervose, di quel modello esistenziale che è alla radice di tutti i nostri mali presenti.

In guerra, i fronti possono essere più d'uno. In questa guerra uno è certamente il signoraggio, lo strapotere della finanza cannibale. Ne sono così convinto che per me non farne un problema fondamentale diventa un'omissione letale, come lasciar scoperto un fianco della battaglia esponendosi così al rischio di combattere per niente, condannandosi alla sconfitta. Ciò non toglie che non sia l'unico su cui battere. Nè tanto meno significa perdere di vita lo scopo finale: liberarsi dalla dittatura dell'economico. Per questo penso, e lo penso fortemente, che il signoraggio non possa essere disgiunto dalla decrescita. Sono due fratelli che si tendono la mano: il primo individua la struttura oppressiva che si cela dietro il paravento della "democrazia rappresentativa", la seconda indica l'alternativa. Un'alternativa globale, che va al di là del ristretto ambito da sobrietà francescana con cui purtroppo gli stessi suoi fautori a volte la spacciano. Fatta di rimodulazione dei bisogni, di localismo, di democrazia diretta. In una parola: di ritorno dello spazio economico e politico alle dimensioni più prossime, in cui lo sviluppo è di nuovo piegato al qui e ora. Non agli obbiettivi folli delle crescite esponenziali. La nuova politica deve mirare a questo, o puntare il dito contro la banca matrigna non sarà servito a niente.
Ora, se questo comporta tornare alla dittatura del politico, ben venga. La Politica è - dovrebbe essere - gestione della cosa pubblica sulla base di Ideali scevri dai calcoli di bottega, partitica o lobbistica che sia. L'interesse che si sposa con l'idea, dalla quale viene nobilitato e trasfigurato per un interesse superiore: il Bene collettivo. Chi scrive, avendo un certo credo (Dignità, Libertà, Giustizia), non pensa tale Bene contrapposto a un Male assoluto. Ogni sistema è arbitrario di per sè. Ma un conto è un regime fondato sull'inganno del "migliore dei mondi possibili", impastato di psicotico attaccamento ai quattrini e al malloppo (di qui, se permettete, anche quella vigliaccata di evadere le tasse: il fisco di uno Stato carogna non si svicola come un ladro qualsiasi; si cambia lo Stato). Ben altro conto sarebbe uno Stato che, come avveniva in tutti gli Stati e a tutte le latitudini prima del cataclisma moderno, trova la sua legittimità su ragioni prettamente umane. Su aspirazioni, su passioni, su fini ultimi sbagliati finchè si vuole, ma umani. Non al servizio della macchina produttiva e dei listini di Borsa.
Non si fa una frittata senza rompere qualche uovo. Ogni cambiamento, specie se profondo e radicale come noi auspichiamo, porta con sè rivolgimenti e scontri. Anche violenza. Ma violenza era anche quella degli eroici valsusini che nel 2005 bloccarono col proprio corpo le ruspe della Tav, facendo muro contro i manganelli della polizia. Violenza è opporsi fisicamente. Pacificamente, ma mettendoci la faccia e, letteralmente, il peso di tutti sè stessi. Io sono per una violenza pacifica. Ossimoro che spero renda l'idea dell'urgenza di tornare in strada, in piazza, davanti ai palazzi del potere, e far valere la propria sovranità calpestata.
Dobbiamo invertire la logica barbara e alienante per cui la politica si fa solo imbucando un foglietto nell'urna ogni tot anni. Perchè è figlia della sporca logica usa e getta del capitalismo, che ci fa sembrare ogni cosa una merce da consumare. L'Appello è una delle iniziative che ambiscono a disperdere la nebbia mentale che non fa vedere altro che passività e impotenza. Non ci illudiamo che firmare per esso metta in moto la rivoluzione. Ma neppure ci autocastriamo nell'attendere di sapere come governare una montante sensibilità di rigetto per i padroni del vapore.
La vita è una sola.

Alessio Mannino
Commenti
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marcobeta@alice.it
Beta (Registered) 04-03-2009 11:27

che la merda che hanno scaricato sull'economia e la società, ritorni ai
banchieri con gli INTERESSI.
albertomicucci@come.it
ALBERTO MICUCCI (Registered) 04-03-2009 20:09

Premesso che sono convinto che siamo costantemente controllati, rischio e azzardo una mia opinione.
Una "rivolta" pacifica, allo stato, è impraticabile : gli italioti hanno altre occupazioni che ritengono più importanti (campionato, coppe, messe, papi, grandi fratelli, ecc.)e si "sfogano" a "mi manda rai3".
Punto.
Di una "rivolta" violenta non se ne parla neanche : il controllo esercitato sui mass media è totale ... figurarsi se si potrebbe riuscire ad ottenere un qualsivoglia consenso.
I siti ribelli tra non molto saranno oscurati o ostacolati sensibilmente.
Ci prenderanno anche le impronte digitali ... per sicurezza...
Suggerisco la lettura di "La Luna è una severa maestra" di Robert Heinlein.
Se ne possono trarre validi spunti sotto il profilo operativo.
La massa, per "rivoltarsi", deve trovare tutto bell'e pronto, preparato da un comitato ristretto con a capo uno, o poco più, personaggi carismatici che ne catturino e ne convoglino il CONSENSO.
Occorre utilizzare lo stesso sistema con il quale i delinquenti che ci governano riescono a mantenere l'esercizio del loro potere (leggi ad. es.: 11 settembre), magari senza identica ferocia.
Non so più nemmeno se (come dice M. Fini) sia sensato sperare che il treno deragli : "Questi" sono già pronti, da un pezzo, anche per questa evenienza (e, mi giudicherete folle, ma secondo me la faccenda delle scie chimiche, rientra in questa preparazione).
L'appello è bello, è valido, è ... tutto quello che vi pare : noi che lo condividiamo siamo pochi e disuniti; gli altri non lo leggeranno o lo ignoreranno.
Possibile che tra Voi (che ritengo intellettuali di grande spessore e rilievo) non ci sia qualcuno in grado di convincere e coinvolgere una o più persone con un minimo di potere effettivo (alla TV, in qualche giornale, in qualche radio) fosse anche un cantante, un calciatore o che so io ? anche un'attricetta, che faccia qualcosa di eclatante, tale da fra traballare almeno per un momento le basi mafiose e massoniche sulle quali i nostri nemici si sono arroccati e scuotere un minimo gli animi?
Qui, anche se arriviamo alla fame, si sistemi per sottometterci comunque ce li hanno già pronti.
La strategia da voi adottata merita sicuro apprezzamento, ma, a mio modesto modo di vedere è un'arma spuntata.
Tolgono di mezzo i magistrati più "curiosi" semplicemente attraverso la denigrazione e il dimenticatoio (quando non li ammazzano direttamente) ... figurarsi se possono lasciarsi impressionare da un ... appello.
Anzi così gli diamo pure l'opportunità di individuarci e controllarci meglio (io ho firmato).
Scusate il mio pessimismo, ma oltre alla forma cerco di guardare anche la sostanza e quello che accade poi in pratica.
Cristo santo : incontratevi VOI con (faccio degli esempi)la Gabanelli, Mazzucco, Grillo, con quanche cantante, con qualche personaggio dello spettacolo tra quelli più cari agli imbecilli, con chi ritenete più opportuno; PRIMA cercate di unirvi voi per catturare i consensi più disparati e più ampi.
Poi il popolino, forse, vi verrà dietro : senza una guida è come un bambino che non sa orientarsi (ve lo ricordate Aristofane ?)
Adesso, 4/3/2009 alle ore 20.09 in questo sito ci sono 5 visitatori e 3 utenti online... dove cazzo andiamo ?

Alberto Micucci
albertomicucci@comeg.it
ALBERTO MICUCCI (Registered) 04-03-2009 20:10

il mio indirizzo è :
albertomicucci@comeg.it
Giovanni Marini (Registered) 04-03-2009 22:49

QUATTRO GATTI
Hai ragione Alberto qui siamo 4 gatti, siamo stati sempre 4 gatti per di più con la presunzione di sapere tutto. Il tuo intervento è come un richiamo alla realtà. A mio parere c'è una gran parte d'Italia che non si riconosce più in questo sistema ma che non trova un punto di aggregazione. Si veda la polemica sorta intorno all'appello e i commenti che ne sono scaturiti. Non penso proprio che si sia sviluppato un bel dibattito. Ma questo non è il momento dei dibattiti, delle sottili distinzioni, di chi è meglio di chi. Bisogna andare in piazza, c'è bisogno di visibilità. Beppe Grillo ha fatto i V day che sono stati un grande successo anche se oscurati dai media. Penso a qualcosa del genere organizzato da persone come Massimo Fini, non dico che debbano pensarla come M. Fini ma perdio intellettuali con le palle ce ne sarà rimasto qualcuno? E poi collegarsi con persone come Grillo, Travaglio ed altri capaci di fare audience sarebbe utile.
admin (Super Administrator) 04-03-2009 23:56

Personalmente sono sempre stato propenso all'azione, e lo sono tuttora. Però cerchiamo di capirci: quando si lanciano campagne intellettuali viene rinfacciata la mancanza di azione, quando c'è azione, come per i V-Day di Grillo (a prescindere dal loro contenuto più o meno opinabile), viene fuori tutta la mancanza di idee profonde e di prospettive globali. Io dico che l'iniziativa senza un pensiero forte e strutturato alle spalle non va da nessuna parte, e proprio Grillo lo dimostra. Quindi per me i dibattiti ci vogliono eccome, purchè non siano chiacchiere bizantine. Ma mi pare proprio che non sia il nostro caso.
a.m.
rosacroce (Registered) 05-03-2009 01:42

alberto micucci ha detto giusto,siamo pochi,in più aggiungo,che non siamo più una nazione ,ma una provincia dell'impero.
l'impero della bce.
il progetto attuato dai capi ,e cioè l'impero è in parte realizzato.
anche ammesso che ,noi italiani imponessimo al nostro governo ,la moneta di stato,dal momento che siamo nell'euro,in europa,non sarebbe possibile,come del resto altre riforme,ci verrebbero negate dall'europa.
abbiamo perso l'indipendenza a vantaggio dell'imperatore e il suo governo(commissione europea,bce e governi nazionali sempre più deboli e con minore potere).il gioco dei capi è la costruzione del governo mondiale IMPERO mondiale, e si capisce ben perchè.
opporsi a un potere locale è facile,opporsi a un potere nazionale più difficile,opporsi a un potere continentale ,molto difficile,a un potere mondiale impossibile.
la speranza è la disgregazione dell'euro,e dell'europa in seguito a una crisi gravissima, il ritorno al concetto di nazione,alla sua indipendenza potrebbe in questo caso,aprire prospettive ora impensabili.
pensiamo agli OGM,
l'italia non li vuole,ma la commissione europea si,l'impero li vuole,e attacca continuamente,le possibilità di resistenza diminuiscono col trascorrere del tempo,la volontà degli italiani conta sempre meno.decide bruxell,cosi per il latte ,l'agricoltura in genere,le politiche di" sviluppo"etc...
in base agli interessi dell'imperatore e la sua corte:
vassalli, valvassori, valvassini,pagliacci,buffoni e ..cretini.
Dartagnan (Registered) 05-03-2009 08:15

O Rosacroceeee!!! Manca un soggetto. Chi si oppone a chi. E' chiaro il tuo oggetto: l'impero, ma il resto! Voglio dire che attorno al tuo discorso penso tu voglia aggregare. Come fai ad aggregare se attacchi persone, province,popolo, nazione, Europa,.....Ha ragione Mannino quando dice che occorre un pensiero forte e strutturato. Altro che affermazioni terroristiche.
marcobeta@alice.it
Beta (IP:87.30.64.82) 05-03-2009 09:48

Ti alzi la mattina e pensi di sapere perchè non va bene niente.
Parli con dieci persone e ognuno ha la sua idea sentita la sera prima da qualcuno, da qualche parte.
Fare gruppo con un obbiettivo è una speranza, ma credo che non cambierà molto a livello generale.
Credo invece che questo sistema imploderà rovinosamente anche senza noi.
Il saperlo per tempo è solo una piccola speranza più che altro individuale di non venire smembrati come bestie.
Perchè tali siamo per loro.
Per il resto, complimenti per l'articolo e per i commenti.
Sono un grande sollievo alla mia solitudine intellettuale.
Italia Libera !
ecaprara@splinder.com
Enrico Caprara (Registered) 05-03-2009 17:47

Mi spiace ma non mi sento di sottoscrivere questo appello. Io sono molto semplicemente contrario all' idea del denaro - e credo così di essere d' accordo con Massimo Fini. Con queste prese di posizione si avalla invece l' idea del denaro, solo lo si vorrebbe porre in un' altra prospettiva tecnica.

Io vado anche oltre: penso che l' idea del denaro - con tutto ciò che ne consegue, ovvero la situazione attuale -discenda inevitabilmente dall' idea di scambio. Ritengo perciò si debba abolire l' idea di scambio. Questa abolizione può effettuarsi solo nella comunità fondata sul dono gratuito.

Naturalmente questa mia posizione può essere tacciata di utopismo. Si può controbattermi che per realizzare qualcosa bisogna essere anche pragmatici. Solo che il territorio del pragmatismo è già interamente occupato, con totale controllo vittorioso, dall' ideologia borghese. Pensare di combattere l' ideologia borghese con atteggiamenti pragmatici vuol dire aver già perso in partenza. Questo sistema lo si può combattere solo con l' utopia.
albertomicucci@comeg.it
ALBERTO MICUCCI (Registered) 05-03-2009 19:56

Mi permetto un nuovo intervento (con nessuna pretesa).
Secondo me siamo tutti, grosso modo, sulla stessa lunghezza d'onda e i pensieri di rosacroce e dartagnan, apparentemente contrapposti, appaiono entrambi condivisibili.
Credo che le questioni essenziali (almeno per coloro che sono legati da uno stesso filo conduttore) siano questi :
1) - Abbiamo il coraggio, la forza, la volontà di fare qualcosa IN CONCRETO ?
2) - in caso affermativo COME potrebbe realizzarsi, in pratica, il nostro obiettivo, tenendo conto dello STRAPOTERE, che ci industriamo di contrastare ?
*
Già sul primo punto, io personalmente, mi interrogo quotidianamente e, confesso, cambio parere a seconda dell'umore del momento.
Aneddoto : nel mio piccolo mi sono occupato della faccenda delle scie chimiche : ne ho parlato con amici e conoscenti, ho inviato segnalazioni a vari organi istituzionali e di stampa, ho tappezzato esternamente la porta del mio garage con fotografie, con copie delle interrogazioni parlamentari, ecc.
Ho anche inviato per e-mail una denuncia circostanziata a TUTTE le Procure di questa nostra "repubblica". Risultato ? : completa indifferenza, da parte delle istituzioni, ma SOPRATTUTTO (e purtroppo) da parte della gente comune, che non si interroga minimamente su quanto gli capita sopra la capoccia.
Evidentemente il mio metodo era sbagliato, perché non ha portato al benché minimo "coinvolgimento" da parte di qualcuno.
Entrano in gioco i meccanismi psicologici individuali e di massa %u2013 ben noti ai nostri nemici comuni- che ostacolano al mille per cento qualsiasi "risveglio" .
Le conseguenze, sul mio spirito, sono state tali che a volte ho sinceramente pensato : "si sbrighino a fare il loro porco lavoro %u2026 tanto non ci meritiamo altro e almeno non ci pensiamo più".
Tuttavia, sarà che mi oppongo a questa %u201Cselezione artificiale%u201D, il più delle volte non mi do per vinto e non perdo la speranza.
Il COME avvicinarsi all%u2019obiettivo è ancora più difficile da individuare e pianificare.
L%u2019 Utopia di ecaprara potrebbe rappresentare lo stimolo, il punto d%u2019arrivo, certo non lo strumento per abbattere questo sistema.
%u201CI soldi mandano l%u2019acqua per in su%u201D %u2026 ricordiamocelo e a ogni generazione che si succederà saranno sempre in parecchi che vorranno sopraffare il prossimo e parecchi quelli che si faranno comprare (senza tanti scrupoli) dai furbi e dai prepotenti, pur di ottenere qualche privilegio.
Se occorreranno anni per vedere il treno deragliare, occorreranno eoni per acquisire una coscienza planetaria basata sul dono anziché sul denaro.
A ben vedere poi il denaro in sé è un po%u2019 come l%u2019atomo : non sarebbe del tutto negativo in sé; è l%u2019uso che se ne fa che può rivelarsi deleterio.
E comunque, ORA, è impensabile convincere chicchessia a farne a meno ! (Pensate agli amici pokeristi di Massimo Fini %u2026).
Ritorno perciò alla questione del CONSENSO : le rivoluzioni non le hanno mai fatte le masse (anche se poi gli si è lasciato credere il contrario).
Dice dartagnan : %u201CHa ragione Mannino quando dice che occorre un pensiero forte e strutturato%u201D.
E%u2019 vero. E%u2019 quello che cercavo di dire anch%u2019io.
Ma questo pensiero forte e strutturato DEVE essere ristretto e appartenere a pochi : la massa non ne vuole e non ne deve sapere niente.
La massa serve solo per legittimarlo DOPO !
E%u2019 per questo che bisogna convincerla e TRASCINARLA perché essa è attenta solo ai benefici immediati.
Sapete tutti che quelli che ci mantengono schiavi sono POCHI, MA UNITI !
C%u2019è necessità di POCHE MENTI LIBERE, MA UNITE che, solo a fini strategici, individuino un %u201CCAPO%u201D che non si riveli poi un traditore e che nel frattempo sappia apparire pubblicamente come RISOLUTORE / SALVATORE della situazione.
E%u2019 la stessa tecnica / tattica utilizzata dai nostri nemici, quando, scatenata una crisi, HANNO GIA%u2019 il DITTATORE mascherato da Salvatore del Paese, pronto a catturare il CONSENSO che gli consentirà poi di fare le LEGGI che più gli aggradano.
Si tratta, secondo me, di giocare sull%u2019anticipo, non sottovalutando l%u2019ipotesi di sfruttare la attuale crisi generata dai nostri cari amici delinquenti a vantaggio effettivo dei derelitti e delle masse in genere.
Per questo insisto nel dire che quelle poche menti (che credo) libere (Mannino, Fini, Cedolin, Mazzucco, Gabanelli o altri di LORO conoscenza) e cioè %u201Cil pensiero forte e strutturato%u201D al quale noi emeriti nessuno non possiamo far altro che affidarci, DEBBANO PIANIFICARE DIVERSAMENTE il loro meritorio impegno.
E%u2019 al loro che rivolgo il MIO APPELLO nel senso appena spiegato.
Il LORO appello, per quanto eccelso, lascerà, a mio modestissimo avviso, il tempo che trova.
Non voglio dimostrare niente, ma anche stasera, è dalle 19 circa che QUI siamo in 2 visitatori e 1 utente online.
Mi viene da piangere.
rosacroce (Registered) 06-03-2009 01:47

x dartagnan:
mi spiego meglio:
io sono contro l'impero che il potere sta costruendo.

sono col popolo e per la nazione italia.
mi rifaccio in parte alle idee di lindon la rouche(www.movisol.org).
il quale dice,che elite usuraia e l'impero anglo-olandese sono la stessa cosa e ,sono al potere da 5 secoli.

costoro con l'europa unita,stanno costruendo il futuro impero,dove i popoli europei saranno e sono ridotti a schiavi.(attraverso l'usura di un denaro creato da LORO, DAL NULLA)

la nazione è l'anti impero,
più si favorisce il concetto di nazione più perde potere l'impero.

ecco allora che una moneta nazionale, e una banca nazionale ,con governo libero nazionale , una sovranità alimentare, e politica costituisce la premessa unica per un quadro politico di rinnovo economico -sociale.

solo il concetto di nazione popolo unico di lingua , storia,tradizione,può opporsi al potere dell'elite dominante.
nella nazione gli interessi del popolo hanno la meglio sugli interessi imperiali che sono opposti.

negli ultimi 20 anni,abbiamo perso i poteri nazionali,moneta ,economia politica,agricoltura etc,,,
decide la commissione europea,non eletta ,ma chiamata dall'elite usuraia a imporci le decisioni delle multinazionali.
la situazione nostra sta peggiorando continuamente,l'impero AVANZA e ci impone le decisioni a lui congeniali per succhiarci il sangue.
le prossime tappe :ogm,trattato di lisbona(che elude la nostra costituzione)dopo la bce , l'euro e molto altro.
quindi con la rouche la battaglia deve essere per il ritorno al concetto di nazione ,di popolo che si autogoverna ,contro questa costruzione europea imperiale,dove i popoli non contano niente.
per fortuna il sistema si sta sfasciando,
questo permetterebbe in prospettiva un ritorno al potere della nazione italia,con propia moneta di stato e le altre sovranità perdute.
l'insieme delle nazioni può con trattati regolare la vita economica generale,che è diverso da un governo europeo o mondiale che decide sempre per l'imperatore(i propietari delle banche).

rosacroce (Registered) 06-03-2009 01:54

QUINDI,NO alla globalizzazione,
no alla bce,
no all'euro,
no agli ogm,
no alla commissione europea,
no al trattato di lisbona,
no alla banca centrale privata,
no alle multinazionali.
no agli stranieri.

si alla banca della repubblica nazionale italiana,
si alla lira,
si al prodotto locale,
si alla nostra costituzione,
si al protezionismo,
si ai dazi,
si agli italiani.

rosacroce (Registered) 06-03-2009 01:56

in più io considero queste rivendicazioni condizione necessarie ,ma non sufficienti per un vivere DEGNO.
personalmente la mia posizione è molto più rivoluzionaria,ma rinuncio ad esporla in questa sede.
Dartagnan (Registered) 06-03-2009 08:04

Questa volta Rosacroce sei stato molto più chiaro. Non sono d'accordo con te su questa specie di progetto autarchico, ma quello che sarà, sarà il risultato di forze che non governi tu e non governo io.
Pur criticando la politica comunitaria europea per come è stata condotta e per i pericoli, da te paventati, di un potere occulto molto forte, non credo ad un'Italia autosufficiente, nemmeno in un quadro di decrescita forte. Ci ha provato Mussolini, e i racconti dei nonni erano abbastanza scoraggianti su questo. Credo invece in autonomie locali più vicine alla popolazione, di dimensioni più ridotte, federate insiemme, in ambiti regionali o macroregionali, e ad un potere centrale di coordinamento. A livello europeo potremmo avere l'autosufficienza e porci come polo che sa mantenere la propria autonomia senza farsi aggredire da altre potenze (poli) sul pianeta. Il discorso potrebbe continuare, ma questo già basta a farti capire che la sovranità monetaria nazionale non è per me la panacea di tutti i mali, anzi rischia di illudere a sproposito.
aragorn (IP:79.15.249.41) 06-03-2009 16:10

Mi sembra che le "avversioni" condivise siano molte e tutte molto forti. La Sovranità monetaria non è tutto, ha ragione Dartagnan, ma finchè ci sarà vorrà dire che le altre libertà politiche, culturali, artistiche, economiche, non potranno realizzarsi. Al mostro bisogna tagliare gli arti inferiori e superiori, e comunque morderebbe ancora. Si potrebbe sostenere che basterà tagliargli la testa, ma purtroppo ne possiede sette. Nessuno di noi realisticamente può sapere come e quando tutto questo processo di distruzione umana e planetaria avrà fine e con quali modalità. Io non ho nessuna certezza in questo senso. Coagulare energie intellettuali e militanti è il primo passo. Non è necessario condividere ogni più piccola ipotesi di società futura. Per considerarsi sodàli e partecipare delle stesse iniziative militanti bisogna avere una visione comune sui grandi temi, come avvenne durante il Fascismo, ma anche nei grandi partiti ideologici come il PCI. Peraltro mi sembra che le ipotesi delle autonomie locali paventata da Dartagnan non sia incompatibile con lo Stato nazionale di Rosacroce. Per me ognuna delle due ipotesi appare un paradiso terrestre se rappresentasse l'espressione di Stati liberi, non di governi fantoccio che eseguono gli ordini di oligarchie finanziarie. Concordo con (quasi) tutti i punti del manifesto di rosacroce; dico quasi perchè qualche ipotesi più rivoluzionaria delle "costituzioni" anch'io la nascondo in una parte del cuore. Ed in questo senso concordo pienamente con Enrico Caprara. Non esistono le utopie, ma solo i sogni difficili, ma non impossibili, da realizzare. Ed il suo appare degno oltre che non impossibile. Tornerà l'età dell'oro, questo è certo. Comunque molto bello il suo linguaggio, degno del miglior Rostand.
Marco Francesco De Marco
marcobeta@alice.it
Beta (IP:87.30.64.82) 07-03-2009 08:51

La sovranità monetaria deve appartenere al popolo attraverso la sua massima istituzione che è lo Stato, che può e forse deve essere formato da autonomie locali che rappresentano le peculiarità e la sua ricchezza.
Il punto di partenza deve essere la cultura, la tradizione, la lingua e anche l'economia. Anche l'economia.
Non solo ed esclusivamente l'economia come è adesso.
L'identità, la storia i sentimenti e i sogni dei popoli sono il loro futuro.
Italiani liberi in Italia liberata.
Il momento è così drammatico che occorre un progetto condiviso "su grandi temi". E' il momento di dimostrare che siamo anche capaci di mettere da parte le eterne discussioni su ogni questione, come abbiamo già storicamente dimostrato di saper fare.
Un caro saluto a tutti.
kulma (Registered) 07-03-2009 10:16

Verissimo. Bisogna volare alto e vedere il giusto obiettivo, come sostiene sempre Marco.

La nave dei folli (Ted Kaczynski)


C'era una volta una nave comandata da un capitano e dai suoi secondi, cosi' vanitosi della loro abilita' di manovra, cosi' pieni di hybris e talmente imbevuti di se' da diventare folli. Fecero rotta verso nord, navigarono cosi' a lungo da incontrare iceberg e pezzi di banchisa, ma continuarono a navigare in quella direzione, in acque sempre piu' pericolose, al solo scopo di procurarsi occasioni per gesta marinare sempre piu' brillanti.

Mentre il battello raggiungeva latitudini via via piu' elevate, i passeggeri e l'equipaggio erano sempre meno a loro agio. Cominciarono a litigare e a lamentarsi delle loro condizioni di vita.

"Che il diavolo mi porti - sbotto' un marinaio di seconda classe - se questo non e' il peggior viaggio che abbia mai fatto. Il ponte e' lustro di ghiaccio.
Quando sono di vedetta, il vento trafigge la mia giacca come un coltello; ogni volta che faccio prendere una mano di terzaroli alla vela di trinchetto, ci vuol davvero poco per congelarmi le dita; e, per tutto questo, non guadagno che cinque miserabili scellini al mese!"
"Lei pensa di farsi fregare! - esclamo' una passeggera - Io non riesco a chiudere occhio la notte per il freddo. Su questa barca le donne non hanno tanto coperte quante ne hanno gli uomini. E questo non e' giusto!"
Fece coro un marinaio messicano: "Chingado! Io non guadagno che la meta' del salario di un marinaio anglosassone. Per resistere a questo clima occorre un abbondante nutrimento ed io non ho quel che mi spetterebbe; agli anglosassoni ne danno di piu'. E, quel che e' peggio, gli ufficiali mi danno sempre gli ordini in inglese invece di farlo in spagnolo."
"Io ho piu' ragione di lamentarmi di chiunque altro - salto' su un marinaio indiano - Se i visi pallidi non avessero rubato la terra dei miei avi, non mi sarei certo trovato su questa nave, qui, in mezzo agli iceberg e ai venti artici. Mi spetta un risarcimento. Come minimo, il capitano dovrebbe lasciarmi organizzare delle partite a dadi, per permettermi di fare un po' di soldi."
Il primo nostromo disse quanto aveva da dire, senza peli sulla lingua: "Ieri, il capitano in seconda mi ha trattato da finocchio perche' succhio cazzi. Ho il diritto di succhiare cazzi senza che per questo mi vengano dati dei soprannomi."
"Gli esseri umani non sono le sole creature maltrattate su questa imbarcazione. - proruppe con voce tremante di indignazione una passeggera amica degli animali - La scorsa settimana, ben due volte ho visto il secondo ufficiale prendere a calci il cane della nave!"
Uno dei passeggeri era professore universitario. Torcendosi le mani, esclamo': "Tutto questo e' orribile! E' immorale! E' razzismo, e' sessismo, e' specismo, e' omofobia e sfruttamento della classe operaia! E' discriminazione! Dobbiamo ottenere giustizia sociale: uguale salario per il marinaio messicano, salari piu' elevati per tutti i marinai, un risarcimento per l'indiano, lo stesso numero di coperte per le donne, il riconoscimento del diritto a succhiare cazzi e niente piu' calci al cane!"
"Si', si'!" strillarono i passeggeri.
"Si', si'!" strillo' l'equipaggio.
"C'e' discriminazione! Dobbiamo esigere i nostri diritti!"

Il mozzo si schiari' la gola:
"Hem. Avete tutti delle buone ragioni per lamentarvi. Ma penso che sarebbe molto piu' urgente virare di bordo e fare rotta verso sud, perche' se continuiamo ad andare a nord, prima o poi faremo certamente naufragio, e allora i vostri salari, le vostre coperte e il vostro diritto a succhiare cazzi non vi serviranno a niente, perche' annegheremo tutti."
Ma nessuno gli presto' la minima attenzione: non era che il mozzo.

Dal loro posto situato sul casseretto, il capitano e gli ufficiali avevano osservato e ascoltato la scena. Adesso sorridevano strizzandosi l'occhio, quindi, obbedendo ad un cenno del capitano, il terzo ufficiale scese dal casseretto. Si diresse con fare indifferente verso l'angolo dove erano riuniti i passeggeri e l'equipaggio e si apri' un varco tra loro. Assunse un'aria molto seria e parlo cosi':
"Noi, gli ufficiali, dobbiamo ammettere che su questa nave sono avvenute cose veramente inescusabili. Non avevamo capito fino a che punto la situazione fosse esecrabile finche' non abbiamo ascoltato le vostre lamentele. Noi siamo uomini di buona volonta' e intendiamo essere giusti con voi. Ma - bisogna pur dirlo - il capitano e' piuttosto conservatore ed abitudinario, e bisognerebbe forse sollecitarlo un pochino affinche' si decida ad operare importanti cambiamenti.
La mia personale opinione e' che se voi elevaste energiche proteste - ma sempre in modo pacifico e senza violare nessun articolo del regolamento di questa nave - scuotereste l'inerzia del capitano e lo costringereste a prendere in esame i problemi di cui vi lamentate con pieno diritto."

Dopo essersi cosi' espresso, fece ritorno al casseretto.
Appena andato via i passeggeri e l'equipaggio cominciarono ad ingiuriarlo: "Moderato! Riformista! Liberale ipocrita! Servo del capitano!"
Tuttavia fecero cio' che aveva loro consigliato.
Si raggrupparono in massa davanti al casseretto, urlando insulti agli ufficiali e rivendicando i propri diritti:
"Io pretendo un salario piu' alto e migliori condizioni di lavoro" esclamo' quello della seconda classe.
"Lo stesso numero di coperte degli uomini" continuo' la passeggera.
"Io voglio ricevere i miei ordini in spagnolo" disse il marinaio messicano.
"Io esigo il diritto di organizzare partite a dadi" proclamo' il marinaio indiano.
"Io pretendo di non essere trattato da finocchio" ribadi' il capomastro.
"Che non si diano piu' calci al cane" ammoni' l'amica degli animali.
"Rivoluzione subito!" strillo' il professore.

Il capitano e gli ufficiali si riunirono e confabularono per alcuni minuti facendosi l'occhiolino, cenni con la testa e sorrisi. Indi il capitano si fece avanti sul casseretto e, con notevole dimostrazione di benevolenza, annuncio' che il salario ai marinai della seconda classe sarebbe stato portato a sei scellini al mese, che quello del messicano sarebbe stato pari ai due terzi del salario di un marinaio anglosassone e che l'ordine di far prendere una mano di terzaroli alla vela di trinchetto gli sarebbe stato dato in spagnolo, che le passeggere avrebbero ricevuto una coperta supplementare, che sarebbe stato permesso al marinaio indiano di organizzare partite a dadi il sabato sera, che il capomastro non sarebbe stato piu' trattato da finocchio fino a quando avesse fatto i suoi pompini nella piu' stretta intimita', e che il cane non sarebbe piu' stato preso a calci, a meno che non avesse fatto qualcosa di veramente inaccettabile, come ad esempio rubare cibo in cucina.

I passeggeri e l'equipaggio celebrarono queste concessioni come una grande vittoria, ma il giorno dopo erano di nuovo scontenti.
"Sei scellini al mese e' un salario da miseria, e quando faccio prendere una mano di terzaroli alla vela di trinchetto mi gelo ancora le dita!" mugugnava quello della seconda classe.
"Io non ho ancora lo stesso salario degli anglosassoni ne' abbastanza da mangiare per questo clima" esclamo' il marinaio messicano.
"Noi, le donne, siamo sempre senza coperte sufficienti per stare al caldo" sbotto' la passeggera.
Tutti gli altri membri dell'equipaggio e i passeggeri formularono lamentele dello stesso genere, incoraggiati dal professore.
Quando ebbero terminato, il mozzo prese la parola, questa volta a voce piu' alta, in modo che gli altri non potessero piu' ignorarlo facilmente.
"E' veramente terribile che si prenda a calci il cane solamente perche' ha rubato un pezzo di pane in cucina, che le donne non abbiano le coperte che hanno gli uomini, che il marinaio della seconda classe si congeli le dita, e non capisco perche' il capomastro non possa succhiare cazzi se ne ha voglia.
Ma guardate come sono grossi adesso gli iceberg e come il vento soffia sempre piu' forte. Dobbiamo virare di bordo e fare rotta verso sud, perche' se continuiamo ad andare a nord faremo naufragio e annegheremo."
"Oh si' - esclamo' il capomastro - e' proprio terribile continuare verso nord. Ma perche' per succhiare cazzi dovrei restare confinato nei bagni? Perche' devo essere trattato da finocchio? Non valgo forse come chiunque altro?"
"Navigare verso nord e' terribile - incalzo' la passeggera -, ma non vedete che e' proprio questa la ragione per cui le donne hanno bisogno di piu' coperte per stare al caldo? Esigo lo stesso numero di coperte per le donne, immediatamente!"
"E' assolutamente vero - convenne il professore - che navigare verso nord ci costringe tutti ad una grande prova. Ma non sarebbe realista cambiare rotta per andare a sud. Non si puo' tornare indietro. Dobbiamo trovare un modo ragionevole per affrontare la situazione."
"Sentite - suggeri' il mozzo - se lasciamo quei quattro pazzi nel casseretto agire a modo loro, annegheremo tutti. Se mai riusciremo a mettere fuori pericolo la nave, allora potremo preoccuparci per le condizioni di lavoro, per le coperte alle donne e per il diritto a succhiare cazzi. Ma dobbiamo cominciare a virare di bordo. Se alcuni di noi si riunissero, elaborassero un piano e dessero prova di un po' di coraggio, potremmo salvarci. Non c'e' bisogno di essere numerosi, sei o otto basteranno. Potremmo attaccare il casseretto, scaraventare fuori bordo quei pazzi e girare il timone della nave verso sud."
Il professore storse il naso e disse con tono severo:
"Non credo alla violenza, e' immorale."
"Non e' mai etico utilizzare la violenza" fece eco il capomastro.
...
kulma (Registered) 07-03-2009 10:21

...
"La violenza mi terrorizza" rabbrividi' la passeggera.

Il capitano e gli altri ufficiali avevano osservato e ascoltato tutta la scena. A un cenno del capitano il terzo ufficiale scese sul ponte. Gironzolo' fra i passeggeri e l'equipaggio informandoli che permanevano diversi problemi sulla nave.
"Abbiamo fatto parecchi progressi - annuncio' - ma resta ancora molto da fare. Le condizioni di lavoro del personale della seconda classe restano dure, il messicano non ha ancora lo stesso salario degli anglosassoni, le donne non hanno ancora altrettante coperte degli uomini, le partite a dadi del sabato sera dell'indiano rappresentano un risarcimento irrisorio se paragonato alla perdita delle sue terre, non e' giusto che il capomastro debba restare nei bagni se vuole succhiare cazzi, e il cane continua di tanto in tanto a ricevere calci. Penso che il capitano abbia ancora bisogno d'essere sollecitato. Sarebbe utile che organizziate tutti un'altra manifestazione purche' rimanga non-violenta."

Appena fu tornato a poppa, i passeggeri e l'equipaggio gli lanciarono insulti, ma nondimeno fecero quel che aveva detto e si riunirono davanti al casseretto per un'altra manifestazione. Tuonarono, s'arrabbiarono, mostrarono i pugni e scagliarono perfino un uovo marcio contro il capitano (che lo evito' con maestria).
Dopo aver ascoltato le loro lamentele il capitano e gli ufficiali si riunirono per conferire, mentre continuavano a strizzarsi l'occhio e a farsi larghi sorrisi. Poi il capitano avanzo' sul casseretto e annuncio' che avrebbe dato guanti ai marinai della seconda classe per avere le dita al caldo, che il marinaio messicano avrebbe ricevuto un salario pari a tre quarti di quello degli anglosassoni, che le donne avrebbero ricevuto ancora un'altra coperta, che il marinaio indiano avrebbe potuto organizzare partite a dadi tutti i sabati e le domeniche sera, che si permetteva al capomastro di succhiare cazzi in pubblico dopo il calare della notte e che nessuno poteva prendere a calci il cane senza uno speciale permesso del capitano.
I passeggeri e l'equipaggio andarono in estasi di fronte a questa grande vittoria rivoluzionaria, ma l'indomani mattina erano di nuovo scontenti e cominciarono a brontolare sempre a proposito degli stessi problemi.

Questa volta il mozzo ando' in collera:
"Branco d'imbecilli - grido' -, non vedete cosa stanno per fare il capitano e gli ufficiali? Vi tengono occupata la mente con le vostre modeste rivendicazioni - le coperte, i salari, i calci al cane, ecc. - e cosi' non riflettete su cio' che davvero non va su questa nave: corre sempre piu' verso il nord e noi stiamo per affondare tutti. Se solo qualcuno di voi tornasse a ragionare, si riunisse e attaccasse il casseretto, potremmo virare di bordo e salvare le nostre vite. Invece non fate altro che frignare a proposito dei vostri piccoli problemi meschini, come le condizioni di lavoro, le partite a dadi e il diritto a succhiare cazzi."
Queste affermazioni fecero rivoltare i passeggeri e l'equipaggio.
"Meschino!? - esclamo' il messicano - Trovate ragionevole che io non riceva i tre quarti del salario di un marinaio anglosassone? E' forse meschino questo!?"
"Come potete definire irrisorie le mie lamentele? - strillo' il capomastro - Voi non sapete fino a che punto sia umiliante venir trattati da finocchio."
"Prendere a calci un cane non e' un "piccolo problema meschino"! - grido' l'amica degli animali -, e' un atto insensibile, crudele e brutale!"
"Va bene, d'accordo - rispose il mozzo -, questi problemi non sono ne' meschini, ne' irrisori. Prendere a calci un cane e' un atto crudele e brutale, e farsi trattare da finocchio e' umiliante. Ma paragonati al vostro vero problema - la nave che continua ad andare a nord - i vostri reclami sono minori e insignificanti, perche' se non viriamo di bordo, affonderemo tutti con la nave."
"Fascista!" invei' il professore.
"Controrivoluzionario!" grido' la passeggera.
E uno dopo l'altro, tutti i passeggeri e i membri dell'equipaggio fecero coro, trattando il mozzo da fascista e controrivoluzionario. Lo allontanarono e si misero a brontolare a proposito di salari, di coperte da dare alle donne, di diritto a succhiare cazzi e della maniera di trattare un cane.

La nave continuo' la sua rotta verso nord, e nel volgere di un istante venne stritolata fra due iceberg.
Annegarono tutti.
marcobeta@alice.it
Beta (Registered) 07-03-2009 11:17

Si.
Chiaro.
Perfetto.
E' proprio così.
Giovanni Marini (Registered) 07-03-2009 13:09

Bella questa storia Kulma. Peccato che la rotta non si possa invertire perchè al timone non c'è un essere umano, ma il Diavolo in persona. Perciò noi falliremo e saranno gli iceberg (la ferrea legge dell'entropia) a prevalere alla fine.
Dartagnan (Registered) 07-03-2009 13:46

Come ho sentito su questo blog potrebbe essere la crisi economica quella forza delle cose che ferma la barca lungo il percorso causandole ampie falle, scaglia lontano il comandate e i suoi fedeli servitori, permette ai naufraghi superstiti di superare le specificità e trovare la collaborazione nell'obiettivo comune di salvarsi e vivere meglio, facendo virare la nave verso luoghi più caldi e tranquilli.
Giovanni Marini (Registered) 07-03-2009 16:52

Magari fosse così Dartagnan. Io sono pessimista e penso che dopo averci fatto pagare la crisi in termini di disoccupazione e rapina dei nostri risparmi le oligarchie al potere troveranno il modo di riposizionarsi su politiche più subdole o apparentemente socialdemocratiche. L'elezione di Obama io la interpreto in questo senso.
amugnolo (Registered) 07-03-2009 23:46

Ha proprio ragione il mozzo.
E' l'unico ha cui è rimasto un buon istinto, ragionevolezza e coraggio.
Abbiamo ragione noi, quando diciamo che bisogna mettere insieme le persone che hanno conservato un buon istinto, ragionevolezza e coraggio.
Sulla base delle questioni piu impotanti su cui si è d'accordo , come dimostrano i ragionamenti di tutti (o quasi) su queste pagine.
Mettendo da parte la ricerca delle discussioni inutili dettate dalla vanagloria o dalla codardia, che viene continuamente stuzzicata e sollecitata dagli ufficiali che comandano la nave, nel racconto come nella realtà.
Abbiamo la necessità, dettata dal compito che dichiariamo di esserci assunto, di pervenire alla asciuttezza ed al realismo di chi vuole costruire, in noi e tra noi, un mondo altro da questo caos mal raffazzonato.
Dobbiamo tendere, utilizzando carattere e cultura , a far maturare
"comportamenti responsabili di uomini e di capi e non atteggiamenti disinvolti di individui".

Forza e coraggio.
albertomicucci@comeg.it
ALBERTO MICUCCI (Registered) 09-03-2009 20:47

Kulma ha illustrato, se ce ne fosse stato ancora bisogno, la situazione.
Ma il mozzo di cui ci ha narrato è più imbecille degli imbecilli cui si rivolge quando si ostina a stimolarli per sollevarsi e cambiare rotta.
Ce l'ho con tutti quei mozzi (e io, presuntuosamente, mi ritengo tale) che non riescono ad organizzarsi (LORO !!!) per un cambiamento di rotta.
Riconosco loro che non è facile, ma non digerisco che riescano a pianificare una strategia efficace con cui ottenere un cambiamento di rotta.
Diversamente i passeggeri affogheranno, senza nemmeno rendersene conto (e probabilmente senza nemmeno lamentarsi) nel loro piccolo "cortiletto" attenti fino all'ultimo e unicamente alla propria "saccoccia".
Forse, alla fine, il punto è proprio questo : vale la pena crepare per costoro?
Mi mancano gli Eroi.
Organizzazione ci vuole ... soprattutto segreta.
Spero solo che non mi contattino quelli dei servizi segreti...
Io comunque...ci vorrei provare.
Forza e Coraggio a tutti.
solconapoli@libero.it
aragorn (Registered) 09-03-2009 22:55

Caro Alberto, gli Eroi non combattono o "crepano" per costoro, che pure hanno bisogno del vigore degli Eroi. Essi esistono e combattono per assecondare il proprio destino luminoso. "Il borghese era riuscito a convincere il cuore avventuroso che una legge economica muove il mondo e la storia. Ma ai giovani che di notte o nella nebbia abbandonarono la casa paterna, l'intimo sentire disse che dovevano andare lontano, alla ricerca del pericolo" Ernst Junger. (ho scritto a memoria, perdonate qualche eventuale inesattezza). Comunque la "mancanza" degli Eroi è un ottimo inizio. Ed il pericolo di cui scrive Jumger posso garantirtelo. D'altronde qualche accenno lo fai anche tu..
Contattaci quando vuoi, i nostri indirizzi email sono nel menù "gruppi", ed il mio compare in testa. Comunque se ci stiamo scrivendo, vuol dire che, nel nostro piccolo, ci stiamo organizzando.
Forza e Onore a te, a tutti.
Marco Francesco De Marco
marcobeta@alice.it
Beta (IP:87.30.64.82) 10-03-2009 10:44

Buon giorno.
Mi permetto di esprimere la mia opinione sull'eroe.
L'eroe pensa, studia, riflette, si confronta, comunica. Tenta di organizzarsi e non ci riesce, se non con altri pochi. Dico io 1 su 10.000.
A questo punto diventa veramente un eroe, se ha la forza di continuare.
La speranza è che la percentuale aumenti. Se aumenta. Altrimenti affonderemo tutti. D'altra parte, dei grandi eroi o dei leader o capi popolo
personalmente ne faccio a meno.
Sono grandi i danni arrecati all'uomo.
Non da ultimo l'illusione.
Ogni uomo che si confronta e ha il coraggio di cercare la verità e guardarla in faccia è un eroe.
Certo, vorrei cambiare le cose da subito.
Ma troppo spesso il più grande ostacolo sono io e chi mi circonda.
Se parlate con la gente e chiedete della crisi economica, percepite rassegnazione o attribuzioni di responsabilità ai burattini.
Se tenti di far intravvedere un burattinaio, lo sguardo è incredulo e una rapida rimozione si legge sul viso.
E' molto più rassicurante ritenere che non ti hanno fottuto la vita e prendersela con il servo di turno.
In gioventù li disprezzavo, oggi mi rendo conto che avere un certo stomaco per digerire la violenza subita è un lusso. Penso che noi, qui,siamo dei privilegiati. E siamo degli eroi.
Andiamo avanti. Se.......tanti se, ci organizzeremo, anche.
Passatemi questa :
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