Buttarsi nella mischia

21 luglio 2007

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Cultura, politica, società, economia, scienza, ambiente (per molti religione) che lo si voglia o no, non sono che differenti chiavi interpretative per lo stesso mondo. Si chiama pianeta Terra e mi risulta essere il nostro. Con l’approssimarsi del 'V day' lanciato da Beppe Grillo in tutto il Paese i movimenti che ruotano attorno al mondo della cultura e della rappresentanza civica hanno cominciato ad interrogarsi sulla opportunità o meno di appoggiare questo embrione battezzato da Grillo e Travaglio in vista di una possibile Lista Civica Nazionale. In giro per l’Italia e specialmente sul web come al solito si sono formati due schieramenti. Uno favorevole ad una sorta di azione politica in qualche modo coordinata e l’altro no. In realtà più di qualcuno non si è accorto che pure chi si dichiara contrario in realtà fa parte del primo schieramento perché quando ci si interessa, anche sotto il profilo culturale, delle relazioni tra i componenti di una comunità, quando si pensa a come gestire le risorse comuni, si sta già facendo politica. Le discussioni ontologiche, sul come sul quando sui perché, sulle linee programmatiche, puzzano queste sì di abbecedario della politichetta partitica. Le cose però stanno diversamente. Il mondo (e prima del mondo l'Italia) si sta avviando verso un baratro costituito dalla sfruttamento predatorio, criminale e non equilibrato delle risorse di tutti. Un meccanismo accelerato in modo furioso dalla tecnica. Attorno a Movimento Zero si sono raccolte persone provenienti da bacini politici e culturali facili da prevedere: sinistra alternativa, cani sciolti, qualche professionista e imprenditore liberal-moderato-illuminato, destra radicale antimodernista. Così ho cominciato a sentire le solite critiche «ma quello viene dai partiti, quello ha detto una frase maschilista, quello nel Pci era filo-sovietico, quello è un fascio, coi partiti non si dialoga, i partiti sono comunque essenziali, MZ è solo un movimento culturale, io non mi mischio, io mi schiero a metà, io mi schiero ma mi distinguo, io appoggio la mozione x, io la y», e nel frattempo chi ha le leve del potere ti frega. Se si protesta è perché si cerca una soluzione al problema. Se si protesta solo per l'esercizio della protesta, allora questa diventa il mugugno del servo che sempre servo rimane. Il movimento che sta nascendo attorno a Grillo avrà mille limiti, ma rispetto alle pippe mentali di chi parla e basta, propone soluzioni concrete, anche per la vita di chi fino ad oggi ha solo aperto bocca. Esempi? Candidature a termine, abolizione delle società fiduciarie, tracciabilità dei capitali, wi-max, ma soprattutto, ed è lo scopo principe, riprendersi un pezzo di ambiti che un tempo erano comuni e ora sono privati. Per molti aspetti Grillo è l'alter ego operativo di Fini, e molti concetti dei due muovono su piani convergenti. Nelle municipalità medievali c'erano i fondi comuni, ora ci sono le reti di acqua, luce e telecomunicazioni. Un tempo c'erano le assemblee dei capifamiglia, ora ci sono i parlamenti svuotati. Ma lo schema è sempre lo stesso, obbligarci con la forza, la religione, l'ideologia, il consumismo o la tv a privarci di qualcosa di nostro (privato o comune) per cederlo a pochi. Svegliatevi vaffanculo. Day

Marco Milioni

Commenti
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kalleforever@hotmail.com
Andrea Marcon (Registered) 23-07-2007 12:19

Ognuno è ovviamente libero di esprimere la propria opinione sul tema, ma non di cercare di stravolgere e ridicolizzare quella degli altri, specie se dimostra di non averla capita: qui non si tratta di volersi dare delle "pippe mentali" ma di valutare in quali modi si può condurre una battaglia efficace. Per te e altri aderire alla lista di Grillo è un valido strumento a tal fine, per me e altri no. Punto.
P.S.
Grillo "l'alter ego operativo di Fini"
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