Intervista a Paolo Barnard

 12 marzo 2009 

Paolo Barnard è una persona con le sue idee che esprime molto chiaramente, senza giri di parole. Da sempre critico contro il sistema non è tenero nemmeno con coloro che definisce i professionisti dell'antisistema, tra questi Beppe Grillo e Marco Travaglio. Sul web è conosciuto anche per la sua polemica a distanza con Milena Gabanelli, fondatrice assieme allo stesso Barnard della trasmissione Report. Ma il giornalista bolognese se la prende anche con la scuola, accusata senza mezzi termini di essere una sorta di sedativo delle coscienze. Per Barnard insomma gli italiani sono inondati da una overdose di informazione e di controinformazione che impedisce loro di agire. In quest'ottica anche la partecipazione attiva sul web è solo una valvola di sfogo semivirtuale in forza della quale la gente rimane a casa, finendo per non agire. (m.m.)

Commenti
NuovoCerca
aragorn (IP:79.15.249.41) 12-03-2009 16:20

A me l'intervista è piaciuta per diversi. Il primo riguarda le considerazioni fatte sulla rete. Le ingenue aspettative di libertà che internet dovrebbe soddisfare sono nulla di fronte al meccanismo di virtualizzazione della vita che esso causa. In un'ottica rivoluzionaria bisognerebbe utilizzare internet come mezzo complementare, per collegamenti ed espressioni varie, senza trascurare che però la vita vera si svolge lontana dalla tastiera e che la rete è una valvola di sfogo per tutti coloro che commentano, criticano, partecipano, così credondo di aver preso parte a qualcosa di reale che invece non esiste. Il secondo punto importante toccato da Barnard, e sul quale tornerò tra qualche giorno, è la funzione di sviamento rispetto ai problemi reali e di primaria importanza che personaggi come Grillo e Travaglio svolgono. A parte l'ossessione per Berlusconi ormai arrivata a livelli patologici, stupisce il livello penoso del pensiero generale e l'attestamento su temi secondari, che svela ormai senza pudore la funzione filo Sistema del profilo di questi personaggi : "Per fare il riassunto di quello che ho detto - questi ragazzi che hanno lavorato su questi temi: acqua, inceneritori, energia, wifi, mobilità, trasporti, cose vere, per cinque anni %u2013 abbiamo discusso queste idee, dibattuto queste idee con premi Nobel, perché ci scrivono premi Nobel sulla Rete, bene questi ragazzi faranno delle liste civiche" Beppe Grillo. Questo è il livello penoso di gente che parla di crisi e Banche prendendosela con Tremonti e Berlusconi, ma in una maniera attenta e precisa evita sempre di affondare il colpo, tranne che per complimetarsi con Draghi per la sua serietà, che è la specialità di Travaglio. Barnard appare in tutta la sua buona fede e lucidità nella dimensione critica, sulla proposta si vede che anche lui è in cammino...
max (Super Administrator) 13-03-2009 17:54

Condivido tutto tranne l'impostazione progressista che dipinge il passato come epoca buia perchè "senza diritti".
Invece l'analisi del presente è di una lucidità ammirevole, in certi passi persino superiore a quella di Fini.
Resta da vedere come si possa agire, in questo senso non mi è parso molto chiaro.
max (Super Administrator) 13-03-2009 18:09

Il fenomeno grillo, a prescindere dalle valutazioni che fa barnard che sono assolutamente corrette, a mio parere si sta incartando: il primo vday del settembre 2007 fu dipinto come un successo, il secondo nella primavera del 2008 pure, e il terzo?
A distanza di un anno, del terzo non si parla proprio: strano se si è trattato di un successo.
Mi chiedo grillo come poteva pensare di cambiare le cose -a prescindere dai contenuti- facendo votare dalla gente delle proposte di legge che anche se arrivassero in parlamento verrebbero bocciate a priori da entrambi gli schieramenti.
Per le liste civiche stesso discorso: i cambiamenti che postula grillo sono deboli e vengono percepiti come tali, e talvolta persino semplicistici e inutili, come per esempio l'insistenza sugli inceneritori su cui avrà pure ragione ma a questo punto dovrebbe considerare anche l'inquinamento atmosferico, chimico, alimentare ecc. Cosa che non può fare data la recente linea giustizialista pro-sviluppo e globalizzazione che ha preso.
Se grillo insiste con questa linea "da obamamania", di un riformismo modaiolo politicamente corretto, credo che non andrà da nessuna parte.

Magmau64 (Registered) 13-03-2009 21:12

Mah...
Un effluvio che si potrebbe sintetizzare come segue:

Il problema italiano è genetico (io , molto modestamente, lo vado ripetendo da un paio di anni..).
Quindi, non abbiamo bisogno di demiurghi (Barnard compreso),rivolgiamoci direttamente ai genetisti.
Promuoviamo una raccolta di fondi per una ricerca genetica in grado di "fotografare" il nostro cariotipo latitudinale ed isolare il cromosoma impazzito .
Poi, turiamoci il naso ed affidiamoci alle lobbies mediche e farmaceutiche.
Oppure curiamoci con le erbe di un babalao caraibico...
Mauro
syn (Registered) 14-03-2009 10:22

due palle 'sto inutile Barnard..
Convengo con Mauro a questo punto.
simonebussola@libero.it
Bussola (Registered) 14-03-2009 11:23

Premetto che trovo l'intervista a Barnard molto interessante. Sono stati toccati e trattati con grande intelligenza e capacità di analisi dei punti nevralgici della situazione non solo italiana, ma mondiale. Personalmente concordo con molti punti. Ma credo che sarebbe necessario chiarire alcuni passaggi. Per esempio: tutti qui, o quasi credo, ed io per primo, critichiamo con una certa ragione Beppe Grillo, in particolar modo per questa sua fiducia nella rete. Però si può dire anche che questo personaggio ha aiutato a far uscire qualcosa di nuovo in questa Italia? Si può dire che il suo blog, i suoi spettacoli, le sue parole hanno ispirato un piccolo nuovo attivismo (un esempio tra tutti, per intendersi, Piero Ricca, il quale tra l'altro, da testa pensante ed indipendente quale credo sia, critica a sua volta e non a caso alcune scelte dello stesso Grillo)? Certamente, concordo col dire che non è per nulla sufficiente. Ma non mi pare che tutto ciò faccia del male al Paese. Infatti, a mio modo di vedere, il vero male di questo Paese, come di altri, è la mancanza di coscienza che pervade i cittadini. Su questo punto infatti non sono concorde affatto con Barnard quando dice che "gli italiani sanno già tutto". Secondo me gli italiani, oltre a non sapere tutto, non lo percepiscono, non lo comprendono, non lo sentono per quello che è. Non ne colgono la gravità. Se la capacità di analisi dell'italiano medio è "se nazionalizzano le banca pago io", mi pare un'analisi solo parzialmente corretta. Parzialmente, perché col sistema bancario che abbiamo (e proprio su questo sito se ne è parlato in queste ultime settimane - vedi Signoraggio Bancario) è comunque lo Stato che ci rimette, cioè ancora una volta NOI. Gli italiani questo lo sanno? E non sarebbe importante saperlo, forse? Altro punto: le critiche a Marco Travaglio. Ora, personalmente non credo che Travaglio abbia una visione del mondo simile alla nostra, sempre per intendersi (o almeno non ne ha mai parlato, mi pare), ma quello che dice e quello che scrive si chiama fino a prova contraria Giornalismo. Credo sia inutile aspettarsi altro da lui. Però il suo lavoro di informare, anche se parzialmente (sì, lo trovo monotematico, ma quel tema lì lo affronta molto bene, sempre fino a prova contraria), lo fa molto bene. E se ciò non è servito a cambiare l'Italia (anche se qualcosina forse ha scalfito, pure se non in maniera certamente sufficiente, è palese) forse non è colpa di Travaglio, bensì dei 'media ufficiali' che ti raccontano le notizie come vogliono loro (o meglio i loro editori-padroni). Vi invito a chiedere all'italiano medio un parere sul rapporto tra magistratura e Berlusconi. Quanti vi risponderanno che è un complotto? Qui a Verona, ve l'assicuro, molti. Lo pensano davvero? Questo non lo so, sta di fatto che lo dicono con apparente convinzione. Insomma, se cominciamo a prendersela con Grillo e Travaglio secondo me, oltre a non concludere niente, rischiamo anche di mandare a puttane qul poco che si è riuscito a fare di buono. Per di più sbagliando bersaglio.

Simone Bussola ( http://rosadeiventi.iobloggo.com ).
Magmau64 (IP:93.33.13.42) 14-03-2009 11:32

Al di là della mia brutalizzazione precedente e della mia presunzione sarcastica, in realtà, il video è assolutamente interessante .
Barnard è "giornalista" di valore, ricordo molti suoi reportages assolutamente "destabilizzanti", quindi onore al merito.
Però, vorrei sottoporvi alcune mie riflessioni:
1.del contenzioso tra Barnard e Report, francamente, non me ne frega una mazza, quindi il passaggio in questione, seppur appenna accennato (e meno male!) è gratuito.
2. Su Travaglio e Grillo.
Pensare che Travaglio sia contro il sistema è sintomo di ingenuità, porsi il problema di definirlo "professionista dell'antisistema" è quindi ingenuità doppia:mi ricorda un po' quelli che si lagnano del fatto che Travaglio non parli di signoraggio, scie chimiche e della serpentina di schietti.
Danno una rappresentazione del giornalista tipo "foca da circo".
Travaglio si occupa di vicende giudiziarie, è uno che come dice Barnard"spacca il cavillo in quattro":si può pensare che sia assolutamente inutile ,come sostiene lui, si puo' pensare che anche questo serva ,perchè non è proprio vero che gli italiani conoscano a fondo il macroproblema e che quindi la micro lettura male non faccia"Questa, ad esempio, è l'opinione di Massimo Fini,almeno credo.
Poi, Travaglio resta un borghese , liberista , liberale e filoatlantico.
Vorrei ,però , chiarire che spesso i suoi continui richiami alla democrazia USA hanno uno scopo di evidenziare il paradosso di un governo filoatlantico che rinnega l'"alma mater".
Su Grillo:
purtroppo l'ossessione del" culto della personalità" affligge un po' tutti, lo stesso Barnard non ne risulta completamente immune.
Di Grillo persona, uomo di spettacolo e di affari non mi interessa parlare, i guadagni di Grillo non mi interessano ,quando Barnard ne fa riferimento sminuisce la credibilità di un'idea ,la sua, assolutamente interessante, come ho già detto.
Io credo che l'azione "nazional popolare", urlata, declamata a mo' di slogan di Grillo sia stata benefica.
Attraverso i vaffanculo sono passate critiche di assoluto valore, spunti e idee tutt'altro che disprezzabili , in questi anni.
Sono passati concetti controcorrente che le elites(lo dico in senso positivo,ovviamente)come MZ e altre avrebbero impiegato secoli a far passare e che possono utilizzare come sponda.
Grillo ha parlato di Fini, Fini al vday ha discusso di democrazia diretta davanti ad una platea inconsueta.
Non è vero che ci sia solo antiberlusconismo pavloviano, chi lo dice non segue con attenzione il movimento.
poi ci sono aspetti contraddittori ,questo è vero, lo strano ed ambiguo rapporto con Di Pietro, l'ossessione della questione morale ,che comunque , per me( enon solo per me, qui)resta importante.

3. Il vero problema
Non so esattamente se tutti i cittadini siano consapevoli.
La questione della genetica italiana ,mutata, mi piace, è un altro paradosso che uso spesso anch'io.
Sotto c'è comunque la questione seria di un cromosoma, chiamiamolo culturale, antropologico o come volete voi ,impazzito, questo è evidente.
Certo è che quando Barnard affronta i massimi sistemi parlando di mobbing contro le donne, mi cadono un po' le braccia..
4.
Indigestione di informazione e Internet come qualcosa di negativo:
Ecco , questo è il punto piu' interessante, condivisibile e illuminante dell'intervista di Barnard.
Credo abbia pienamente ragione ,Internet è una protesi emozionale e sociale che garantisce prestazioni eccezionalmente fuorvianti e mirabolanti e che ha atrofizzato il nostro arto naturale:la partecipazione attiva e diretta sulla nostra vita ..
Mauro
Magmau64 (Registered) 14-03-2009 17:12

@Max

Linea di Grillo:

"linea giustizialista pro-sviluppo e globalizzazione"

Scusami Max,
Ma che vuol dire?


Mauro
Annamaria (Registered) 14-03-2009 17:40

Condivido molto del commento di Mauro, che mi sembra abbastanza esaustivo.
Un particolare dl discorso di Barnard mi pare non sia stato adeguatamente sottolineato: lui lamenta il fatto che non ci sia nessun interlocutore per la classe media, intendendo per classe media quel 70/80% di italiani incazzati, che vivono condizioni di disagio sociale, annientati da giornate di lavoro interminabili ed estenuanti in ambienti malsani, spesso pericolosi, e che non possono permettersi il privilegio di un'informazione per così dire "alta". Quegli italiani che a sera dovrebbero tornare a casa ed aver voglia di leggersi un libro di Travaglio, uno di quei libri in cui il giornalista si perde nella disamina di codici e codicilli, argomenti secondo Barnard risibili se rapportati alle grandi questioni che strangolano il nostro Paese. Ecco, quando lui sostiene che quel certo tipo di informazione, qualora assuma dimensioni importanti, rischia di trasformarsi in un elemento di distrazione, io condivido pienamente. E' un po' lo stesso discorso della sinistra radicale, che nel pieno di un cancro metastatizzato che affligge l'Italia, si preoccupa del raffreddore trasmesso dalla questione delle staminali. Un operaio non può che provare schifo. Mi è capitato spesso, ultimamente, di esclamare "che palle!" ogni qualvolta mi sono trovata al cospetto del giornalista.
Che i vari Grillo e Travaglio siano poi funzionali a questo sistema lo sostengo da tempo. Loro il sistema lo difendono, cercando di combatterne le degenerazioni. Da questo punto di vista la loro è una posizione assolutamente antitetica a quella di Fini, per esempio, che considera tali degenerazioni parte integrante della natura stessa del sistema: un corpo unico.
L'Italia oggi è sola. Quell'Italia che non fruisce del web, l'Italia fisica, quella che popola le strade, le abitazioni, i luoghi di lavoro, è sola. Sola con la propria rabbia, incapace di "cambiare il proprio tempo", abulica. Poi c'è la rete, un pezzettino di universo, consapevole, ultrainformato, che si muove schizofrenicamente tra una battaglia virtuale e l'altra, avendo l'illusione di cambiare così il mondo. Se c'è oggi una battaglia governativa nei confronti del web è solo ed unicamente per questioni economiche. Loro se ne strafregano delle nostre idee, dell'informazione che in questo spazio gira, perchè fino a quando saremo qui non disturberemo il manovratore.
Una gran bella intervista, a mio avviso.
Annamaria
Magmau64 (IP:93.32.238.54) 14-03-2009 19:53

Interessanti le tue considerazioni,Annamaria.
Il mediacentrismo (analogico e digitale)ha sicuramente raggiunto livelli parossistici ed è, sostanzialmente ,l'essenza esclusiva della società.
C'è un unico frullatore virtuale che sminuzza tutto , dai codicilli di Travaglio ai nani e alle ballerine di RAISET.
Spesso questo frullatore ci restituisce immagini grottesche e irreali ed il futuro potrebbe essere ancora più imprevedibile.
Potrebbe capitare di assistere ad esibizioni di Costantino in streaming dal blog di Piero Ricca e di Travaglio in tutù, ad Amici, parlando del decreto sulle intercettazioni .
Tutto è possibile sull'unico palcoscenico in cui noi non recitiamo mai.
Voglio dire che sembra in effetti non esserci più alcun discrimine tra la protesi virtuale e la nostra funzionalità organica .
E la partecipazione , l'impegno quotidiano, la focalizzazione sui temi più urgenti vengono soffocati durante la gestazione.
Questo è sicuramente l'elemento che Barnard ha evidenziato in maniera efficace.
Poi, però, ascolto lo stesso Travaglio senza tutù a firenze , parlare di Costituzione e comunque mi riconcilio un po' con l'informazione .
Che va consumata come l'alcol,con moderazione..
Mauro
Giovanni Marini (Registered) 15-03-2009 11:03

WHAT A WONDERFUL WORLD
Sarebbe un mondo meraviglioso se coloro i quali in buona fede e con convinzione si oppongono all'attuale stato di cose anziché delegittimarsi a vicenda trovassero il modo di fare qualcosa insieme. Che dire di questa intervista? Solo un senso di sconforto. Per gran parte dell'intervista si attaccano due pericolosi personaggi come Grillo e Travaglio. Quest'ultimo poi è citato decine di volte e non si capisce il perchè di tanta enfasi. Sembrerebbe che gli Italiani siano paralizzati perchè stanno a sentire dalla mattina alla sera le requisitorie di Travaglio. Travaglio ha 6-7 minuti ad Annozero, poi più nulla in TV e nessuno è obbligato a comprare i suoi libri. Berlusconi viceversa è citato solo una volta e per dire che il conflitto di interessi è ben poca cosa rispetto a quello americano (??). Secondo costui Grillo e Travaglio sono addirittura pericolosi perchè distraggono le energie della gente capace e intelligente dai veri problemi, ma non dice quali. Grillo avrebbe sostituito l'informazione all'azione? Si veda allora l'attività dei meetup di Grillo presenti in moltissime città italiane, se ne scelga uno a caso e si giudichi ciò di cui questi ragazzi si occupano concretamente sul territorio (iniziative contro la privatizzazione dell'acqua, contro gli inceneritori e contro il contributo sulla bolletta Enel che li finanzia, iniziativa per un referendum europeo sul Trattato di Lisbona, class action, piste ciclabili in città, energia rinnovabile, diffusione della banda larga, ecc. ecc.). Si accusa Grillo di non ottenere risultati. E chi lo dice che i risultati si debbano vedere subito? Quale altro movimento di opposizione ha ottenuto risultati? Quale altro movimento di opposizione è riuscito a portare in piazza così tante persone? E a chi dice che quello di Grillo non è un movimento di opposizione dico solo: vada a farsi fottere! Alla fine quale è la soluzione per il signore in oggetto? I cittadini sono colpevoli, devono cambiare, ognuno singolarmente deve impegnarsi per cambiare, a cominciare dal proprio condominio. Amen.
Ciò di cui il regime ha paura invece non è il singolo ribelle, né molti ribelli, ma molti ribelli che si organizzano.
P.S. Il titolo è tratto da un post di Grillo del 12-3-09. Interessante da leggere per gli zeristi.
Magmau64 (Registered) 15-03-2009 11:23

Posso bestemmiare ?
Vabbè, io lo faccio, non censuratemi..
Non è che nel video di Barnard (interessantissimo, lo ripeto)ci sia un tantino di "benaltrismo"?
Orrendo neologismo , come la maggior parte delle persone che lo usa ..
Mi cospargo il capo di cenere...
Mauro
Annamaria (Registered) 15-03-2009 12:31


Ripeto, condivido molte delle vostre critiche, ma si rischia di cadere anche noi in una sorta di personalismo di rimando.
Preferisco concentrare l'attenzione su quanto di condivisibile ho ascoltato in questa intervista, piuttosto che sparare sul benaltrismo di Barnard, così come in Grillo e Travaglio, che seguo, sia chiaro, preferisco cogliere quanto di buono stanno portando avanti piuttosto che perdermi nella sterile e ripetitiva critica.
Il personaggio ha i suoi conti in sospeso con il mondo giornalistico, mi pare chiaro. Ma a me non interessano.

Voglio fare solo qualche precisazione

1) Non so come sia stata costruita l'intervista, se le domande siano state concordate. La questione Report, però, viene toccata e spiegata nel dettaglio dietro precisa domanda dell'intervistatore. In realtà Barnard, nell'enunciare il suo percorso professionale, non ne aveva fatto cenno. Concordo sull'assoluta irrilevanza della cosa, comunque.

2) Barnard non parla mai di mobbing contro le donne. Lui parla della condizione della donna, della sua immagine nella nostra società, ma mai di mobbing, non contro le donne, almeno. Quando cita il mobbing lo fa in riferimento al degrado nei nostri posti di lavoro, senza distinzione di genere, quindi.

3) Grillo si è ritirato dalle piazze. Per quante persone sia riuscito a portarvi in passato, si parla di due episodi che, pare, non si ripeteranno. Io lo ritengo un errore.

4) Onore a tutto ciò che si sta costruendo dal basso, ed al lavoro delle liste civiche, dei meet up. Le mie riflessioni non intendono in alcun modo screditare il lavoro di questi ragazzi, ma solo ricordare che esiste una classe media, in Italia, completamente abbandonata. C'è poi un'altra quota di popolazione, drammaticamente destinata ad aumentare, ancora più in difficoltà. Persone che, a mio avviso, mai si avvicineranno a questi progetti. La loro è una voce muta, un grido che non sarà accolto da nessuno. Questa gente è stata abbandonata ormai da anni: abbandonata dalla sinistra, abbandonata dai sindacati che, come dice Barnard, trattano ormai solo la svendita di diritti. E questa gente non la vedremo mai nei teatri di Grillo, nè nelle riunioni dei meet up. Non esiste, per l'opinione pubblica è invisibile. Gente che, credo, ancora affollerebbe le piazze, ma non c'è nessuno che faccia da coagulante. Quel che temo è che il movimento di Grillo, dopo aver sfruttato l'onda populista, si trasformi in qualcosa di più elitario, e a quel punto si ripartirebbe dal solito problema: dare voce al popolo. Avrei preferito una lotta condotta su due fronti: da una parte le liste civiche, così come sono state impostate, e dall'altra la protesta di piazza, anch'essa propositiva, informativa, ma di strada, e fortemente antagonista.
Nessuno chiede risultati immediati, figuriamoci. Ma c'è bisogno di una sveglia sonora, che faccia rumore, e che risvegli dal torpore coloro i quali, e sono tanti, sono vittime dell'assuefazione ad uno stato di cose che continua a peggiorare, giorno dopo giorno. Chi li sveglia?
Quando entro nel web sento un gran casino, ma se scendo in strada mi vien voglia di piangere. Nessuno si indigna più: la morte sociale.
aragorn (Registered) 15-03-2009 12:32

Che meravigliosa battaglia rivoluzionaria: le gesta di Artù e Merlino non sono niente di fronte alla mitica battaglia per le piste ciclabili e la diffusione della banda larga. Tolkien non ha fatto in tempo ad inserirle nel Signore degli Anelli, ma per fortuna noi possiamo ancora combattere in nome di questi orizzonti epici. Caro Giovanni Marini, andare a farsi fottere, come tu consigli poco elegantemente a Barnard, dal mio punto di vista non è un'opinione, è un insulto. I delirii fideistici non appartengono allo stile di Movimento Zero. In questo Blog si è potuta contestare l'esistenza dell'anima e di Dio: possiamo esprimere dei dubbi "indiretti" su Grillo o pubblicare interviste "alternative" senza insultare nessuno? Esprimi la tua opinione con rispetto, anche perchè Barnard è persona meritevole di attenzione, non solo in base ad un principio, ma per la coerenze e la cocciutaggine dimostrata. Io la penso esattamente come lui su Grillo e Travaglio, devo andare a farmi fottere anch'io? Saluti.
Marco Francesco De Marco
dpbarnard@libero.it
Barnard (IP:85.18.136.90) 15-03-2009 19:15

Sono Paolo Barnard. Grazie per aver commentato. Alcuni punti di risposta:

- cito sempre Travaglio poiché punta di diamante del sistema che critico, non per un'ossessione personale. Come citare GW Bush quando si parla di Guerra al Terrorismo, anche se ci sono altri come Pipes, Podhoretz ecc.

- la questione di Report non è affatto secondaria, non è per nulla un fatto privato fra me la Signora G. L'ho detto, si tratta di Censura Legale, una cosa gravissima, e si tratta del trdimento di quella 'paladina' di tutta la libera informazione che ella pretende di rapppresentare. Avre come 'paladina' una traditrice vendica quanto detto dal buon Brecht.

- le enormi masse di italiani abbandonate a se stesse dalle elite di internet/antisistema sono esattamente il punto. Io non so dove girate voi, io vado per bar, discoteche, fabbriche, negozi, spiagge gremite, e la distanza che c'è fra quelle masse e qualsiasi cosa assomigli all'impegno civico è impressionante. Chi va per blog, liste, dibattiti, meetup, libri, comitati, non si rende più conto di essere il classico vigile che con la palettina tenta di fermare il milione di bisonti che corre nella direzione opposta.

- Chi crede che gli inceneritori e i temi di Grillo/Trav. siano centrali ai destini dell'Italia è come sopra, e vive probabilmente nei luoghi virtuali di cui sopra (oppure è orbo totale). Là fuori c'è una catastrofe di proporzioni immani, che si chiama Esistenza Commerciale, Cultura della Visibilità, Morte del Libero Pensiero, Parrocchialità italica e Aridità morale. Altro che i foruncoli delle Caste e affini. PB
Magmau64 (IP:93.32.254.178) 15-03-2009 20:06

Grazie a Barnard per la risposta.
Rimango sempre stupito quando un giornalista scende dalla sua torre d'avorio e viene tra noi ,comuni mortali.

Travaglio ,ripeto, non è alternativo al sistema, nè professionalmente nè culturalmente :io,personalmente da Travaglio rubo gli elementi che mi interessano, li rielaboro,li depuro e rigetto ciò non è aderente ai miei bisogni e alla mia visione esistenziale.
Non è un pensatore, non è un filosofo,non è un antagonista, non ha una visione di alto profilo politico ed economico e, in realtà, neppure di basso profilo.

Sulla quesitone di Report i miei dubbi permangono.

Sulle enormi masse di italiani abbandonate:certo, il 99% degli italiani se ne strafotte dell'impegno civico.
Quindi, che si fa?
Nessun pensiero di nicchia potrà scalfire questa massa informe, non rappresentata, vessata ed inconsapevole:non lo fanno i codicilli di Travaglio, ma neppure un'idea di antimodernismo organica, aristocratica ed elitaria.
Barnard non ci dice nulla a riguardo e non è neppure tenuto a farlo, beninteso.
Secondo me l'unica speranza è il populismo a doppia propulsione,la demagogia tanto vituperata, il controslogan urlato , sperando che non sfugga di mano.
In questo senso qualcosa da Grillo è arrivato con queste caratteristiche geniche
"a brigante, brigante e mezzo", o qualcosa del genere ..
L'unico modo per fare breccia nel vuoto pneumatico.

Quella della centralità degli inceneritori ,secondo la dottrina grillesca è una forzatura, Barnard, nessuno all'interno di quel movimento sostiene questo,dai..
Esistenza commerciale,cultura della visibilità, morte del libero pensiero, aridità morale, di tutto di piu'.
Elementi impegnativi da affrontare,abbiamo bisgono di un passe-partout ed io non ho ancora capito dove recuperarlo...
Mauro
dpbarnard@libero.it
Barnard (Registered) 15-03-2009 22:23

Sono Paolo Barnard. Mauro mi ha ricordato una aggiunta doverosa.

Cosa fare. L'ho detto anche nel video, ma più esaustivamente in altri scritti. Se anche solo un terzo degli italiani che si considerano 'attivi', e che oggi esauriscono la loro azione nell'informarsi e nelle cosiddette 'feste di gruppo' (Vday, dibattiti, minifest.) si dedicassero invece con umiltà a preparare materiale divulgativo semplice, scaltro però, e lo diffondessero nei luoghi delle persone comuni (bar, sale d'attesa varie, poste, treni, giardini pubblici, parcheggi, ospedali, riunioni di condominio...); e se magari tutti questi si organizzassero in una lobby ben finanziata, da nord a sud, per fare lo stesso lavoro capillare, questo Paese cambierebbe. Non in due anni, ma nello stesso tempo che hanno impiegato le destre americane con gli stessi metodi per cambiare un Paese 10 volte il nostro e gente 10 volte più tonta della nostra, e ci sono riusciti 2 volte. Cioè in circa 40 anni hanno rivoltato gli USA come un calzino 2 volte. Ma nessuno lo fa qui da noi, perché è noioso, perché bisogna usare la propria testa e perché non ci sarebbero i Vip di mezzo. Per cui fine, qui si fa nulla. Ri-grazie, PB
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (IP:87.16.194.194) 15-03-2009 22:40

Il tema, antico e sempre ricorrente, è quello del rapporto fra le avanguardie, quali noi nel nostro piccolo abbiamo la presunzione di essere, e le masse. La condizione di queste ultime oggi è quella fotografata da Barnard. E' una costatazione avvilente perché il compito delle avanguardie dovrebbe essere quello di cogliere le istanze confuse e non coerenti delle masse per elaborarle orientandole a un fine politico. Ora, quali istanze raccogliere se lo scenario è così desolante? Tuttavia non possiamo rinunciare perché ciò che ci anima è l'indignazione, che è una categoria della morale. Abbiamo il dovere di non cedere, in attesa che la forza delle cose getti una pietra nello stagno putrescente. Già nei primi anni Sessanta si parlava di alienazione, di popolo integrato nel sistema, di disimpegno, poi esplose improvviso il Sessantotto. Oggi siamo messi peggio, ma potrebbe sorprenderci un Sessantotto più duro e meno anarcoide di quello. Le banlieu sono di nuovo in fiamme, la Grecia è inquieta, non c'è solo la nostra misera italietta.
aragorn (IP:79.15.249.41) 15-03-2009 22:44

* Per Paolo Barnard
Movimento Zero nel suo "piccolo", e senza che questo ci sembri sufficiente, ha iniziato da due anni la sua attività militante. Dopo Zero Voto, promuovendo l'astensionismo, adesso è il turno dell'Appello contro la Dittatura Bancaria, per il quale oltre al volantino ed il modulo di raccolta firme, abbiamo preparato il manifesto, e nei prossimi giorni coordineremo la presenza dei banchetti nelle città nelle quali abbiamo la presenza militante sufficiente. Certamente a Monza, Cremona, Vicenza, Cagliari, Bologna, Roma, Napoli, Bari si organizzeranno, e scusate se ho dimenticato qualche sede. E' solo un piccolo inizio, e comunque è anche mia opinione che l'attività militante assidua e costante, secondo schemi già provati con successo in passato, sia l'unica forma di lotta che possiamo utilizzare in questo momento. Ci vorrà qualche spunto originale e di grande attrazione mediatica sui temi più caldi di questi giorni: aspettatevi notizie a breve, sarà qualcosa di forte. Proporrò inoltre un incontro nazionale da tenersi entro un mese: invito sin d'ora Paolo Barnard ad intervenire.
Saluti a tutti.
Marco Francesco De Marco
aragorn (IP:79.15.249.41) 15-03-2009 23:15

Luciano, più che di istanze, parlerei di diritti. Il bimbo ferito si sottrae alla medicazione, della quale ha diritto, anche contro la sua volontà. Le elite hanno sempre determinato le caratteristiche delle civiltà, con l'aiuto di un popolo che comprendeva solo parte di un più vasto e complesso destino. Questo valse certamente per Roma. Oggi questo popolo è meglio definibile massa perchè ha perso quella reattività e quella speranza che in passato permisero dei rivolgimenti, non tutti a fin di bene dal mio punto di vista. Invertirei quindi l'ipotesi di cogliere delle istanze. Oggi il controllo psichico esercitato da questo mondo oscuro, impedisce a gruppi numerosi qualsiasi consapevolezza necessaria alla formulazione di istanze. Proviamo ad immaginare di dover essere noi a "svegliare" gli ipnotizzati, di dover informare quante più persone sulla realtà vera della loro vita, tenuta nascosta affinchè la rabbia non si coagulasse, per esplodere rabbiosa e violenta. Credo che il linguaggio adatto a creare forme di ribellione aggregata che abbiano una certa sostanza, faccia già parte del patrimonio, delle capacità complessive di Movimento Zero. Se non si avrà fretta eccessiva, che in questo periodo per fortuna nessuno sembra avere, prima o poi l'argomento giusto, degli eventi imprevisti, la costante azione di cui parlavo prima, premieranno il nostro approccio, che io vorrei delineare utilizzando le tre parole scelte da Mauro: antimoderno per la prospettiva ideologica, elitario per le consapevolezze metapolitiche, aristocratico per i valori etici del nostro percorso individuale e di gruppo.
Dartagnan (Registered) 16-03-2009 13:13

Forse faccio la figura della fessacchiotto, però l'idea di Barnard riguardante il lavoro capillare nei bar, sale d'attesa, giardini pubblici, ecc. mi sembra buona.
Se gli italiani che si dicono "attivi" si dedicassero con umiltà al lavoro di divulgazione, preparassero materiale, semplice ma scaltro...questo ancora ha detto.
Pensando poi che si è d'accordo sul fatto che gli italiani passivi sono il 99%, che se la passano nei suddetti luoghi, come i bar, leggendo perlopiù quello che passa gratuitamente il convento. Pensando che non vogliono mattoni, ripensando a "la nave dei folli" che ho letto con molto piacere, riflettendo sul fatto che molti articoli di fondo già letti su questo blog sarebbero traducibili in modo semplificato in favole con morale, alla fin fine, insomma, non si potrebbero scrivere foglietti non certamente risolutivi, ma utili ad attivare un'altra cultura, in chi non va per blog e costituisce quello che qualcuno ha definito il vuoro pneumatico?
Chiedo scusa in anticipo.
kulma (IP:193.204.89.132) 17-03-2009 10:49

io trovo il discorso di Barnard molto interessante sotto più punti di vista. mi piace molto la sua critica all'isterismo di una certa controinformazione. anch'io seguo grillo e travaglio e ne apprezzo alcuni punti di vista/iniziative. sono stato anche al v-day, ma non ho firmato (ma questa è un'altra storia). però condivido il concetto dell'eccessivo dilagare di sola questa controinformazione che finisce con il non far vedere (forse inconsapevolmente) i reali problemi, un pò come i personaggi de "la nave dei folli". è eccessivo comunque scaricare tutta la colpa su di loro, anche se penso che non sia il senso del discorso di Barnard. un'altra cosa interessante è l'auto-organizzazione dal basso su base anche individualista, che mi ricorda molto l'organizzazione informale, proposta da wolfi landstreicher, di piccoli gruppi sulla base di comuni affinità .
Giovanni Marini (Registered) 17-03-2009 15:52

CAPITOLO FINALE: LA NAVE DEI FOLLI E IL KILLER
Per il Signor Barnard
Le brutte parole non erano dirette alla sua persona ma erano puramente generiche. Che la gente sia distante dall'impegno civico è evidente, ma sono Internet e Grillo i responsabili di ciò come lei afferma? O non è piuttosto il frutto di una società degenerata nell'edonismo-consumismo? Una società che ha eletto a dio il denaro come si vuole che si preoccupi del prossimo? I temi di riflessione che ha citato nella sua risposta sono importanti, quello che non si capisce è perchè lei li consideri alternativi alle battaglie portate avanti da Grillo (ecosostenibilità, energie rinnovabili, riciclaggio, parassitismo della politica, corretta informazione, precarietà del lavoro, morti sul lavoro, ecc.). Se lei è particolarmente preparato sui temi che ritiene prioritari collabori per farli conoscere piuttosto che screditare il lavoro di chi non è così colto come lei. Se continuiamo a ritenerci narcisisticamente i migliori, i più profondi, quelli insomma che hanno capito tutto non andiamo da nessuna parte. Vedo all'opera gli intellettuali schierati col potere che bastonano il popolo e violentano la verità (non mi riferisco al signor Barnard),non vedo però gli intellettuali schierati con la gente, credo che ce ne siano, ma dove sono? Forse in qualche cinema a tenere conferenze sulla parrocchialità italica o sulla cultura della visibilità mentre la gente perde il lavoro, i risparmi si volatilizzano, l'aria ci avvelena, i fondi europei finiscono nelle tasche dei partiti e i giudici vengono silenziati. L'incredibile è che l'occuparsi di questi problemi che ci investono da vicino devastandoci la vita è ritenuto futile o una mera perdita di tempo da coloro che credono che l'unica ragione valida che giustifica l'impiego del proprio tempo sia quella di combattere solo il sistema che genera tutto ciò. Sembra logico ma non lo è. Così facendo ci si comporta come quel soldato che rinuncia a difendersi dal nemico che lo infilza in prima linea solo perchè gli è stato ordinato di sparare sul Quartier Generale. Semmai prima ci si difende dal pericolo vicino e imminente e poi ci si occupa del QG, ma in realtà è importante l'uno e l'altro. Perciò critico la sua critica a Grillo, ingiusta e sbagliata.
Per kulma:
La tua similitudine è interessante, il senso è chiaro e condivisibile genericamente parlando. Ha colpito la fantasia di molti perchè sembra giustificare chi appunto si occupa dei massimi sistemi e critica la manovalanza. Perciò mi permetto di aggiungere un paragrafo: uno dei passeggeri è un killer e farà fuori tutti gli altri, uno dopo l'altro, molto prima che la nave vada sugli scogli se non lo fermi. Che fai ora? Mi puoi dare una risposta? Qualunque risposta contraddice la morale della storia. Questo succede quando si ragiona per schemi rigidi. Per come la vedo io noi siamo players di un Game di cui in realtà nessuno conosce le regole e proprio perchè nessuno ne conosce il senso i destini personali sono importanti prima del Game Over. C'è un senso dell'essere che è personale prima che sociale. Sempre per ritornare all'esempio della nave, al timone non ci sono persone fisiche che possano essere liquidate come vorrebbe il mozzo, non ci sono oligarchie che guidano l'umanità sebbene ci siano oligarchie che sfruttano l'umanità. La storia non ha una direzionalità né un fine. Anche se apparentemente può sembrare che esista un Progresso (o un Progetto per chi ci crede), tutto può essere perso, è già successo nel passato.
marcello.marvento@gmail.com
marvento (Registered) 19-03-2009 18:08

Il problema che Barnard pone è: perchè oggi la gente "non cambia il suo tempo"? Di fronte a una miseria e a una espropriazione così evidente, come mai nessuno si ribella? Non c'è da stupirsi che il giornale del Ribelle lo ospiti, un quesito del genere. Paolo ha in uggia - più su un suo istinto animale che su un ragionamento, mi pare - il ribellismo telematico e i suoi guru (lo stesso vale per me, tra parentesi). Barnard se ho ben capito propone una specie di ribellione porta a porta, quasi quella dei mormoni nelle stazioni ferroviarie o del testimone di geova la domenica. Soluzione che si può discutere, ma che ha un suo razionale. Mi spiego meglio. Io credo che per qualsiasi azione ci venga in mente di fare, ci conviene ricordarci che abbiamo un corpo, che esso è il nostro centro di gravità intorno al quale tutto poi in fondo deve ruotare. Quanto più ci si allontana da questo centro, tanto più la gestione delle nostre paure e dei nostri desideri appare più facile e comoda, con l'inconveniente però che il risultato di questa gestione "simbolica e virtuale" risulta poi alla fine inconsistente, illusorio. Io credo che bisogna contrastare la ribellione dei bloggatori proprio proprio come un pane di cartapesta che non può nutrire nessuno, proprio perché funzionale alla soddisfazione di un bisogno che invece è reale e concreto e che rischia di essere "soddisfatto" in modo solo apparentemente reale. Perché allora - ahimé può dire qualcuno - scrivo queste cose proprio in forma elettronica, su un sito? C'est la vie!, direbbe lo stesso Paolo Barnard, immagino... Per parte mia mi auguro che questa sia una scala a cui darò un bel calcio una volta che mi avrà fatto salire dove vorrei salire.
Solo gli utenti registrati possono inviare commenti!