Il Cazzaro
16 marzo 2009
 
 
Il signore che ci ritroviamo a sovrintentere l'economia del nostro Paese non è esattamente il commercialista che vorremmo avere per curare i quattro soldi che abbiamo. Il  ragazzo creciuto all'ombra del ministro Psi Reviglio, il ragioniere di Sondrio che dai fondi sul Corriere della Sera passò nelle liste di Segni nel '93-'94 per poi salire sul carro del vincitore a trentadue denti (il disprezzato Berlusconi), il teorico e pratico della "finanza creativa", il maestro di condoni e scudi fiscali, il Robin Hood (tax) che si scaglia contro banchieri e petrolieri in nome del mercato, il vicepresidente di Forza Italia: eccolo qua, il Tremonti.
Crede di farci fessi con la storiella del "mercatismo", presunto figlio degenere del liberismo. Predica il motto fascista "Dio, Patria, Famiglia". Tre valori rasi al suolo proprio dal capitalismo e dai suoi sottoprodotti e sottomarche. Invoca il ritorno a Keynes e all'intervento dello Stato nell'economia, spacciando dosi di debito pubblico tramite i bond che portano il suo nome, quando fino a ieri era assertore della supremazia del privato sul pubblico (vi ricordate la svendita di immobili statali, le famose "cartolarizzazioni"?). Pur di stare a galla, in trent'anni di carriera politica e pubblicistica ha sposato ogni ideologia e il suo contrario: da socialista è diventato liberale, successivamente si è trasfigurato in liberista berlusconiano, ha poi abbracciato il colbertismo immaginario per finire neo-statalista a tutto tondo, con tunica di crociato ed erre moscia da insopportabile saccente.
Perchè Tremonti sa. Sa tutto. Sa del signoraggio, sa dell'immonda ingiustizia che va sotto il nome di dittatura finanziaria. Come fiscalista era presente alla famosa riunione del giugno 1992 sul panfilo Britannia al largo di Civitavecchia, quando il gotha di Wall Street e della City londinese s'incontrò con i vertici dell'industria e delle banche di Stato italiane per ordire la fine dei campioni nazionali, dati in pasto al mercato internazionale. E ora, questo voltagabbana impunito ha pure il coraggio di darsela da eroe inscenando la guerra contro il suo compare Draghi? Dopo innumerevoli scazzi col governatore di Bankitalia, il ministro sta tentando di sfilare a Palazzo Koch il monitoraggio del credito girandolo ai prefetti governativi. Solo l'ultima avvisaglia di un sotterraneo e ferocissimo scontro di potere fra due fra i peggiori responsabili del disastro attuale. Tremonti vuole riprendersi il controllo dell'economia nazionale sottomettendola alla nuova alleanza fra padron Silvio, il re di Mediobanca Geronzi, la Telecom, Unicredit e giù giù a scendere nei gironi del grasso establishment di potentati assistiti (soci Alitalia, concessionari Tav, etc). Draghi, uomo della Goldman Sachs, oppone il disegno di un'Italia liberamente invasa dai capitali esteri, fedele ad un liberismo duro e puro che fa felici i razziatori che da questa crisi avranno interi sistemi industriali da depredare.
Ma Tremonti parla di paura, parla di speranza, parla di profitto ancorato alla giustizia sociale. Parla per ingannare. Parla solo quando gli conviene. Parla per tacere tutte le cose che sa. E che non vuole cambiare. Pena la fine dell'unico Potere che accomuna lui a Draghi e a tutti i filo-capitalisti critici o entusiasti: il dio Denaro. Come dicono a Roma: 'a cazzaro!

Alessio Mannino
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Giovanni Marini (Registered) 17-03-2009 18:11

Bene, visto che Tremonti vuole più Stato perchè non si pone il problema della nazionalizzazione delle Banche?
Nessuno ne parla, perchè i manager responsabili della crisi non sono stati arrestati? perchè Draghi che doveva vigilare non viene destituito? Mi piacerebbe sentire le risposte di Tremonti a queste domande.
aragorn (Registered) 17-03-2009 20:35

Non c'è dubbio che i vincoli ed i compromessi servili ai quali deve sottostare un ministro nel quadro politico attuale, non consentono a Tremonti nient'altro che dei fugaci accenni alla Sovranità Monetaria, peraltro intuiti solo dagli specialisti e non dalla popolazione. Altro e con altri toni potrebbe dire Tremonti, ma sa bene che non si possono tradire i patti: lui è lì per assecondare il volere dei banchieri, non per contestarlo. In questa ottica appare strano questo linguaggio non allineato, la palese e continuata polemica con Draghi, anche se non saprei dire a quali retroscena corrisponda. Forse Tremonti non sa che potrebbero ammazzarlo se continua così, forse pensa di poter fare il tipo informato e basta. Certo è che se volesse fare il ministro leccaculo e servo dei banchieri, alla maniera di Padoa Schioppa o Visco, non si farebbe sfuggire questi accenni. Chissà cosa c'è dietro. Ma la notizia in sè non riguarda Tremonti, ma il Signoraggio. Se, pur di sfuggita, l'argomento è passato. Il Signoraggio esiste, anche al TG1, anche nelle parole di un ministro (uno loro ministro). Piccola crepa o assestamento del Sistema con la diffusione e la banalizzazione della verità. Vedremo.
aragorn (Registered) 18-03-2009 12:49

Piccola notizia importante: Unicredit annuncia gli utili del 2008: circa 4 miliardi di Euro. Senza considerare il solito falso in bilancio che gli consente risparmi per centinaia di miliardi.
www.arcadianet.blogspot.com
simone.org (Registered) 18-03-2009 18:43

@ Giovanni. Loro non nazionalizzano le banche: si contentano di nazionalizzarne i debiti coprendo i buchi con le nostre tasse!

@ aragorn. Proprio in questi giorni ho "duellato" via blog con un consigliere regionale lombardo che ho conoscito anche di persona quand'ero giornalista e che insiste nel negare il signoraggio senza alcun argomento concreto, ma sostenendo semplicemente che sia cosa da "complottisti".
Ho documentato il tutto per mostrare come la classe politica a ogni livello sia serva dell'oligarchia economica e bancaria.
Questo mi fa credere, per rispondere al tuo interrogativo, che siamo di fronte a un assestamento in cui si parla del problema (Tremonti, Di Pietro) per smentirlo.
rosacroce (Registered) 18-03-2009 21:34

tremonti è collegato a lindon la rouche, che sostiene la banca di stato, ed è contro
l'oligarchia bancaria e usuraia.
se il vento cambia ,tremonti potrebbe essere uomo chiave in italia,per il cambiamento.
questo discorso dato in prima serata al tg1,è un segnale,qualcosa si sta mUovendo.
non si può pretendere di più oggi da un ministro del tesoro di un paese del G8.
LA ROUCHE CONSIDERA E APPOGGIA TREMONTI.
FATTO IMPORTANTE E ESSENZIALE.
admin (Super Administrator) 19-03-2009 00:21

Non è che se La Rouche dice che gli asini volano noi dovremmo metterci ad accoglierne l'opinione. Tremonti è intellettualmente disonesto e politicamente spregevole, altro che alfiere del cambiamento. E' un oligarca politico ammanicato con alcuni poteri economici, prima fra tutti quello del suo Capo ma, come ho scritto, non solo.
Da uno come lui non si può pretendere un bel niente, perchè è dentro al sistema fino al collo. Scusate, ma non è che perchè uno cita il signoraggio diventa automaticamente amico del popolo. Bisogna guardare alla storia personale, alla biografia politica e al grado di moralità intellettuale. In tutti e tre i casi, Tremonti è, per usare un linguaggio caro ad alcuni, un nemico.
Caro Rosacroce, la invito a firmarsi con nome e cognome.
a.m.
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 19-03-2009 13:08

Ben detto Alessio.
rosacroce (Registered) 19-03-2009 22:06

Marco Della Luna
Marco Della Luna, avvocato, psicologo, studioso di metodi di dominazione e manipolazione

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ARTICOLO CENSURATO DEL MINISTRO TREMONTI
Archiviato in: MONETICA ED ECONOMIA POLITICA %u2014 admin23 at 8:14 pm on Martedì, Marzo 17, 2009

SOSTENIAMO GIULIO TREMONTI NELLA SUA CAMPAGNA PER IL RECUPERO DELLA SOVRANITA%u2019 MONETARIA

Ciò che dice non è ancora completo, non è esplicito, non è risolutivo,

ma mette sulla buona strada chi è predisposto a capire.

Tremonti ammette che fu improvvida la cessione alle

banche (private) della sovranità monetaria in un articolo

comparso oggi, 17.03.09, sul Corriere della Sera online.

L%u2019ARTICOLO E%u2019 STATO INSERITO NEL SITO ALLE 15.45%u2026.E TOLTO DOPO POCHI MINUTI%u2026.

Quindi, questa esternazione è un documento prezioso.

Ricordiamo che il fronte di chi si oppone alla sovranità

popolare sulla Banca d%u2019Italia è costituito dal PD,

da La Repubblica e, ovviamente, da Mario Draghi.

L%u2019ex ministro Antonio Di Pietro si è espresso in favore

del recupero della sovranità monetaria allo Stato.

La parola a Giulio Tremonti:

Il pendolo tra mercato e «sociale»

Caro Direttore, ho letto e davvero con grande interesse l%u2019illuminante
articolo di Angelo Panebianco pubblicato ieri sul Corriere della Sera
sotto il titolo «Il mercato nell%u2019angolo». Appena un anno fa il centro
del libero mercato era negli Usa, il centro del libero mercato degli
Usa era nella borsa di Wall Street, il centro di Wall Street era fatto
da titoli bancari e finanziari.
Oggi questo centro %u2014 il centro del centro del centro %u2014 non è più a
Wall Street ma a Washington. Non è più nelle mani del mercato, è nelle
mani dello Stato.
Dall%u2019inizio della crisi ad oggi, la mano dello Stato si è infatti
mossa in salvataggio di più di 400 banche e finanziarie Usa. Fatti due
conti, viene fuori una media di 5 interventi alla settimana, 1 ogni
giorno lavorativo. E non solo banche e finanziarie: compagnie di
assicurazione ed aziende automobilistiche, i mutui delle famiglie ed
in prospettiva le pensioni di tanti americani.
In giro per il mondo, non è molto diverso. E non è molto diverso
neppure in Europa, dove le banche salvate con denaro pubblico sono
finora state 33.
Tutto ciò non è stato e non è perché lo Stato ha trionfato, ma perché
il
mercato ha fallito. Anzi, per la verità, è perché hanno fallito tutti
e due, tanto il mercato, quanto lo Stato. Il mercato ha fallito per
eccesso, lo Stato per difetto.
Perché questo doppio fallimento?
Perché, con la globalizzazione, mentre cresceva la forza del mercato,
configurato come il fondamento di una nuova religione terrestre,
decresceva simmetricamente la forza dello Stato. Via via che con la
globalizzazione cresceva la forza dell%u2019economia, lo Stato rinunciava
ad esercitare una delle sue funzioni sovrane: rinunciava al monopolio
nel battere la moneta. Nell%u2019età della globalizzazione anche le banche
private potevano infatti battere, e perciò battevano la loro moneta.
Una moneta addizionale che prendeva forma nei più incredibili
strumenti finanziari. Una moneta fondata sul debito e perciò stampata
sul nulla. È così che la moneta cattiva ha via via sovrastato la
moneta buona. Ed è proprio nella implosione di questa nuova e privata
massa monetaria la causa della crisi che vediamo e viviamo.
È per reazione a tutto ciò, e per compensazione, che si assistite ora
al ritorno dello Stato. È troppo, è eccessivo? Per cominciare, va
detto che è stato ed è necessario: primum vivere! E poi? E il futuro?
Per cominciare lo Stato in cui ancora viviamo, lo Stato in cui ci
riconosciamo, è un tipo particolare di Stato. Un tipo di Stato che,
non per caso, si chiama Stato di diritto.
In questo tipo di Stato il mercato non può esistere fuori dal diritto
o fabbricarsi un diritto alternativo e suo proprio. È sempre stato
così in tutto il mondo libero, anche nel mondo anglosassone, dominato
nel diritto pubblico dalla Rule of law e nel diritto privato dalla
Common law. Non per caso tutte e due queste formule contengono la
parola law e cioè la parola legge. È stato così fin dal principio del
liberalismo e sarà così fino alla sua fine.
In questi termini costituzionali e fondamentali, l%u2019alternativa non è
dunque tra Stato e mercato, come se Stato e mercato fossero e/o
potessero essere due variabili tra di loro indipendenti. L%u2019alternativa
è piuttosto, all%u2019interno dello Stato, tra mercato e
sociale. Come bene scrive Panebianco. Il fatto disastroso è che
nell%u2019ultimo decennio il pendolo, certo più altrove che in Italia, non
ha oscillato all%u2019interno del quadrante, ma è uscito dal quadrante del
diritto.
Quello che può e deve ora essere fatto è perciò riportare il pendolo
dentro il quadrante, non essendoci alternativa allo Stato di diritto.
Fatto questo, quale è la parte giusta del pendolo: è il mercato o è il
sociale?
Non credo che ci sia una ipotesi assolutamente giusta. Credo che
esistano ipotesi relativamente giuste.
Nella nostra storia più recente il pendolo è andato ritmicamente da un
lato all%u2019altro del quadrante, dall%u2019Iri alle privatizzazioni (tutte
fatte bene, tutte ci hanno fatto bene?).
Nel durante della crisi e nel dopo della crisi è %u2014 a mio personale
parere %u2014 più probabile che la parte giusta sia quella del sociale.
Può essere che un po%u2019 dopo il pendolo prenda di nuovo a muoversi
dall%u2019altra parte. Niente di male, basta che sia un pendolo che resta
dentro il quadrante del diritto.

Giulio Tremonti
17 marzo 2009


rosacroce (Registered) 19-03-2009 22:10

tremonti è per la sovranita monetaria e la banca di stato,come lindon la rouche,appare sempre più chiaro.
qualcosa bolle in pentola.
admin (Super Administrator) 20-03-2009 01:44

L'articolo citato non è stato censurato, ma pubblicato dal Corriere della Sera in risposta a un articolo di quel liberalone alle vongole di Panebianco.
Comunque sia, se Tremonti è uno dei nostri, iscriviamoci tutti a Forza Italia.
Così dagli elenchi dei neo-tesserati sapremo come si chiama l'ostinato Rosacroce.
a.m.
aragorn (IP:79.15.249.41) 20-03-2009 12:05

Volevo rassicurare Rosacroce sul fatto che le sue analisi sono apprezzate da buona parte dei nostri iscritti. Condivido, come mi capita spesso, la sua prospettiva: qui non si tratta di stabilire se Tremonti è uno dei nostri, ma se il personaggio parli in nome e per conto di gruppi che intendono contribuire a modificare il quadro attuale della Sovranità Monetaria, che poi significa il quadro attuale politico, economico, culturale e militare. Nelle dimensioni tattiche sono indifferente alle definizioni bianco/nero buono/cattivo. Eppoi se ci si chiede se Grillo o Travaglio sono dei nostri, assurdo per assurdo, qualcuno se lo potrà chiedere anche per Tremonti, che almeno parla di Signoraggio e non di "Wi Fi" e biciclette. Non è Tremonti di per sè che mi entusiasma, ma la possibilità che all'interno del Sistema non sia tutto così granitico e centralizzato. Comunque Tremonti rischia, già nel precedente governo Berlusconi, la sua intenzione di nazionalizzare la Banca d'Italia gli costò il posto, grazie a Gianfranco Fini che ne chiese la testa, probabilmente su pressioni di Geronzi. Anche oggi molti ministri in odore di massoneria finanziaria chiedono la testa di Tremonti, e dall'altra parte PD, Franceschini, Prodi e tutto il centro sinistra, compatto, lecca il culo ai banchieri come ha sempre fatto. Di Pietro invece, come sappiamo, si è espresso a favore della nazionalizzazione di Bankitalia e contro il Signoraggio, che ha definito "criminale". Siede in Senato per l'IDV Lannutti, che ha definito Draghi ed i banchieri centrali dei criminali da processare per crimini contro l'umanità. Credo che per il nostro livello metapolitico sia utile a creare contatti indipendentemente dagli schieramenti, e se Ferrando o Di Pietro, Tremonti o Lannutti, sono utili alla creazione degli spazi necessari per affermare concetti più "destabilizzanti", ebbene noi in quegli spazi dobbiamo infilarci.
Giovanni Marini (Registered) 20-03-2009 23:11

Signor aragorn,
le faccio notare che Grillo ha parlato e parla di signoraggio, basta andare su you tube per accertarsene. Ricordo che M. Fini è stato ospite di una manifestazione del V-day e che se lei fosse meno rigido capirebbe l'utilità di collaborare con persone che hanno delle buone idee nel loro bagaglio e la capacità di proporle con efficacia all'attenzione del pubblico. Certo, se si usa il pensiero di Fini come supporto per crociate antimoderniste e ideologie intolleranti si finisce per vedere nemici dappertutto.
sillarion@libero.it
MarcoFerr (Registered) 21-03-2009 08:43

A quanto mi risulta, Grillo ha smesso da tempo di parlare di Signoraggio...
ricordo la celebre chiusura di Incantesimi, ma dopo quello spettacolo più nulla.
Correggetemi pure se sbaglio, non è che mi interessi poi tanto del personaggio.
aragorn (IP:79.15.249.41) 21-03-2009 12:24

Alla fine degli anni '90 Grillo era molto aggressivo sulle questioni economiche. Nei suoi spettacoli teatrali dedicava molto tempo alla critica del meccanismo "danaro creato col debito" e lo spiegava molto bene. Citava Auriti, mostrava le facce dei banchieri e li metteva alla berlina, citava espressamente il Signoraggio e parlava chiaramente di potere dell'usura. Era incisivo e semplice allo stesso tempo, e la declinazione comica delle questioni favoriva a vaste platee la comprensione di temi tradizionalmente. Poi, all'improvviso, ha smesso di parlare, ha sistematicamente evitato di affrontare l'argomento, e nei suoi blog, con evidente mala fede, perchè lui le cose le conosce perfettamente, quando ha scritto della crisi, ha attribuito le colpe a Tremonti, Berlusconi, Craxi ed Andreotti, la svalutazione, Tangentopoli, le cavallette, lo Tsunami. Di Signoraggio, Sovranità Monetaria, con il profilo alto, colto ed aggressivo di una volta, non parla più. In un intervista recente, con una vocina flebile, piccola piccola, con fare sfuggente, ha detto: "Il Signoraggio? si, si Auriti na parlava tanti anni fa, ma ..., credo, potrebbe risolversi, chissà.., forse, con le monete complementari, che ne so, il dieci per cento di monete alternative da spendere con il novanta in Euro". Penoso, per uno del suo calibro, cioè per uno competente, capace di comunicare come pochi, e che parla a milioni di persone. Le dietrologie sul cambiamento di rotta non mi appassionano: Casalegno massone, il fuoco immancabile,(chissà che fuoco è) visto che anche a Sky è apparso col fuoco alle spalle, le minacce ricevute. Tutto è possibile, ma non ci interessa più di tanto. L'albero si giudica dai frutti e noi quelli dobbiamo valutare. Oggi parla di Wi Fi, piste ciclabili, inceneritori ed altre questioni cosmiche di questo tipo.
Qualunque sia il motivo dell'inversione di marcia, è oggettivo il cambiamento, il posizionamento basso della critica, l'inifluenza degli argomenti trattati, in primis l'ossessione per Berlusconi. Il Primit lo sfotte, scrivendo che loro vogliono cambiare il mondo, per il problema dei Suv sui marciapiedi e delle panchine arruginite contattare Beppe Grillo. Bisogna dire che hanno ragione. Non fa piacere a nessuno che Grillo non sia in prima linea, anzi, che svii l'attenzione dai temi fondamentali, ma purtroppo è incontestabile, ed i primi a convincersi dovrebbero essere i difensori per partito preso. Peccato, ma è così.
aragorn (Registered) 21-03-2009 12:27

Scusatemi, dopo la parola tradizionalmente si legga "ostici".
Frase completa: "Era incisivo e semplice allo stesso tempo, e la declinazione comica delle questioni favoriva a vaste platee la comprensione di temi tradizionalmente ostici".
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 21-03-2009 17:50

Sono perfettamente d'accordo con la linea di Aragorn, specie sull'idea che non bisogna distinguere nettamente bianchi e neri, infatti esistono retroscena molto più complessi delle cose che vediamo e nemmeno possiamo essere nella testa di Tremonti per sapere cosa pensa davvero, per cui conviene attenersi ai fatti: se Tremonti e Di Pietro hanno parlato di Signoraggio ben vengano, così come quando eravamo d'accordo con Travaglio su certe cose lo si è considerato vicino.

Sono invece allibito dalle parole di Giovanni Marini...

admin (Super Administrator) 21-03-2009 19:59

Pro-memoria: Tremonti è esponente di primo piano di un governo, checchè ne dica lui, liberista, filo-bancario e perfettamente integrato in questo sistema. Se dovesse far seguire alle parole (ripeto: 'a cazzaro!) quei fatti che essendo ministro dell'economia è in grado di produrre, allora possiamo riparlarne. Ma per ora io fatti non ne vedo. Vedo solo un gran fumo.
a.m.
amugnolo (Registered) 21-03-2009 23:03

Non conprendo alcuni toni utilizzati nello sviluppo di questa discussione.
Stiamo semplicemente ragionando su alcuni segnali che si presentano, e ne discutiamo anche e soprattutto perchè certe tematiche vengono affrontate da persone che occupano in politica posizioni di rilievo. In caso diverso non ci interrogheremmo, come è bene che stiamo facendo, per intuire che forze e quali manovre possono essere in atto.
Credo che l'utilità del nostro discutere debba tendere ad apportare una capacità di comprensione maggiore delle problematiche in atto, e sicuramente non debba tendere all' avere ragione perchè ...l'ho detto io e tu sei intollerante e vedi nemici ovunque.
Scusatemi, nella mia vita nè ho vissute tante di queste situazioni che non portano a rafforzarsi ma piuttosto ad avere minore forza per incidere nella realtà, per cui intendo riproporre a me stesso e a voi l'esortazione ad "assumere comportamenti responsabili di uomini e di capi di uomini e non atteggiamenti disinvolti di individui".

Forza e coraggio.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 21-03-2009 23:15

Mi sembra singolare l'obiezione che Giovanni Marini rivolge ad aragorn,di fare crociate antimoderniste: l'antimodernità è precisamente la ragion d'essere di MZ. Penso che dobbiamo essere sempre coerenti col nostro assunto di voler andare oltre destra e sinistra. Per questo occorre molta apertura mentale e disponibilità a recepire culture diverse, da Nietzsche a Marcuse, ma anche sensibilità odierne diverse, purché antisistema. Il liberal-radical- progressismo è parte integrante del sistema che combattiamo. Si può convergere con alcune posizioni di Grillo e Travaglio, ma mi sembra che siano sostanzialmente ascrivibili a quell'area liberal-radical-sinistreggiante con cui abbiamo poco da spartire.
Giovanni Marini (Registered) 22-03-2009 00:24

Si dimentica che Grillo è anche un personaggio dello spettacolo. Nella sua carriera ha parlato dell'argomento nel passato come in tempi recenti. Spezzoni di suoi video circolano ancora su you tube insieme a quelli dei suoi detrattori che appunto lo accusano di non parlarne così che ognuno può farsi un giudizio obiettivo. Certo Grillo non si è iscritto al club dei signoraggisti ed è forse questo che gli rimproverano quando disturbano gli spettacoli o gli tendono false interviste come quella che viene riportata con burocratica diligenza. Ciò di cui si occupa prevalentemente Grillo ora è ambiente, riciclaggio, privatizzazione dell'acqua e soprattutto energia e nuovi modi di produrre l'energia e scusate se è poco. Ma accusare Grillo di deviare consapevolmente l'attenzione del pubblico dai veri problemi oltre che ingiusto è vile. E' un'accusa che si potrebbe specularmente ribaltare e quindi lascio queste miserie a chi le esprime.
Per il signor Fuschini: apprezzo i suoi scritti e quello che in genere appare sul vostro sito, ma c'è modo e modo di essere antimodernisti. Esserlo con gli argomenti di un M. Fini lo trovo convincente e affascinante ed è per questo che sono un simpatizzante del MZ. Quando invece lo si fa con cieca furia iconoclasta naturalmente ci si attira le repliche. Sono d'accordo che occorre andare oltre gli schemi destra sinistra, ma non ascriverei Grillo e Travaglio all'area radical chic sinistreggiante, Travaglio poi è di destra e Grillo sostanzialmente anarcoide. Ora, signor Fuschini mi dica con quale degli 11 punti del manifesto del MZ le posizioni di Grillo sono incompatibili. Secondo me non è semplice stabilire con esattezza che cosa sia antisistema o quale sia la politica più efficace contro il sistema per cui sarei più cauto nel dare giudizi.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (IP:87.3.95.41) 22-03-2009 10:47

Mi sforzo di rispondere ai rilievi formulati con molta gentilezza e correttezza da Giovanni Marini. Travaglio è un liberal-salottiero che sta arricchendosi con un antiberlusconismo tanto vacuo quanto il suo opposto, il berlusconismo. Grillo effettivamente è diverso. La definizione di anarcoide mi sembra giusta. In quanto tale si muove in modo umorale, seguendo il vento. La differenza sostanziale con Massimo Fini e col Manifesto da lui ispirato è il robusto retroterra che sta dietro le analisi di Fini. Uno spessore critico che riporta il disastro odierno a una crisi di civiltà che ha radici antiche, da ricercare risalendo perlomeno al Settecento. Si dirà che questo è un discorso culturale che deve calarsi nel presente. Perciò non escludo convergenze con Grillo, escludo solo un appiattimento sulle sue posizioni. Per esempio, nel programma che sembra abbozzare in vista di una possibile partecipazione alle prossime elezioni, Grillo avanza una serie di richieste che appartengono all'armamentario ormai risaputo dell'ecologismo, ma anche l'esigenza di orientarsi verso forme di autoproduzione e autoconsumo, che noi dovremmo apprezzare. Quanto alla "cieca furia iconoclasta" di certa polemica antimodernista, io non sono il difensore di aragorn, con cui non sempre concordo, ma vorrei dire che nella discussione ognuno mette il proprio temperamento, che può essere conciliante o più focoso. Non mi sembra che qualcuno di noi abbia assunto toni offensivi. Nei suoi confronti poi, signor Marini (ma preferirei che ci parlassimo con un "tu" meno formale del "lei"), sarebbero del tutto ingiustificati.
Giovanni Marini (Registered) 23-03-2009 10:04

Grazie per le tue precisazioni, sono consapevole delle differenze tra le posizioni di Grillo e quelle del MZ. Sinceramente le apprezzo entrambe. Le analisi di M.Fini sui guasti della civiltà moderna sono incontestabili. E' sul modo di superare questa condizione che non v'è certezza; personalmente penso che sarà la natura stessa a porvi fine tra pochi decenni. Nel frattempo apprezzo l'impegno di chi combatte ad esempio contro il degrado ambientale essendo questo responsabile di malattie, tumori, miserie di ogni genere che incidono in via diretta e immediata sull'esistenza stessa delle persone. Saluti.
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