Contro Bankestein/3

27 marzo 2009

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Il vizio originario: il denaro

La pubblicazione del nostro Appello contro la Dittatura Bancaria e Tecnofinanziaria ha acceso un dibattito che è andato ben oltre questo blog e ha coinvolto un notevole – in proporzione alle nostre possibilità di diffusione – numero di persone. Non sono ovviamente mancati coloro che hanno scritto che il signoraggio è un’invenzione di pazzi complottisti, utilizzando argomenti che non mi sono però parsi assolutamente in grado di scalfire le fondamenta del marchingegno illustrato tra gli altri da Auriti, Saba, Della Luna, Galloni, etc. Non è quindi sulle loro obiezioni che reputo utile soffermarsi, bensì su un rilievo avanzato da una persona che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente e che stimo anche per la sua acutezza e lucidità intellettuale. Scrive Enrico Caprara in un suo intervento su questo blog: "Mi spiace ma non mi sento di sottoscrivere questo appello. Io sono molto semplicemente contrario all'idea del denaro - e credo così di essere d'accordo con Massimo Fini. Con queste prese di posizione si avalla invece l'idea del denaro, solo lo si vorrebbe porre in un'altra prospettiva tecnica. Io vado anche oltre: penso che l'idea del denaro - con tutto ciò che ne consegue, ovvero la situazione attuale - discenda inevitabilmente dall'idea di scambio. Ritengo perciò si debba abolire l'idea di scambio. Questa abolizione può effettuarsi solo nella comunità fondata sul dono gratuito. Naturalmente questa mia posizione può essere tacciata di utopismo. Si può controbattermi che per realizzare qualcosa bisogna essere anche pragmatici. Solo che il territorio del pragmatismo è già interamente occupato, con totale controllo vittorioso, dall'ideologia borghese. Pensare di combattere l'ideologia borghese con atteggiamenti pragmatici vuol dire aver già perso in partenza. Questo sistema lo si può combattere solo con l'utopia".        
Non è una riflessione, lo dico subito, che ha intaccato la mia convinzione circa l’opportunità e la bontà dell’iniziativa che abbiamo intrapreso con l'appello, perché ritengo che i primi passi da muovere per l’annientamento di questo assurdo e disumano modello socioeconomico partano dall’individuazione delle sue principali armi da combattimento. Tuttavia giudico le parole di Caprara un monito importante per chi pensa – noi di Movimento Zero non siamo tra questi – che la lotta al Sistema si esaurisca sul terreno delle iniziative concrete ed immediate, che basti cambiare una legge (o una Costituzione) per dichiararsi vincitori sul nemico. L’aggancio con tematiche d’attualità è utile ed opportuno, ma la nostra rimane comunque una lotta ideale. Il mostro bancario  non è il padre, ma solo uno dei figli (tra i più importanti, questo sì) del modello di sviluppo che ha reso l’Uomo la ruota di un ingranaggio dominato dall’economia e dalla tecnologia, schiavo del materialismo e del consumismo, spogliato del proprio ruolo di protagonista sociale e politico, prigioniero di ritmi e dogmi artificiosi e innaturali.
Noi non puntiamo semplicemente a nazionalizzare la Banca Centrale restituendo al popolo la sovranità monetaria e vogliamo che questo sia solo il primo passo per arrivare a quell’orizzonte ideale così ben illustrato da Caprara con le sue parole. Non commetteremo l’errore di confondere una battaglia con la guerra, ma dobbiamo comunque continuare a volare alto, anche in quel terreno dell’Utopia (ma chi è più utopista di colui che crede che questo sia un Sistema che possa reggere a lungo, addirittura all’infinito?) che giustamente ci è stato indicato.

Andrea Marcon 
Commenti
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aragorn (IP:79.15.249.41) 27-03-2009 21:03

Le utopie non esistono, appaiono tali solo quando sono embrioni, o appartengono al mondo delle idee. Un mondo senza danaro è già esistito perlomeno per decine di migliaia d'anni. Dopo aver abbattuto il Sistema del danaro virtuale e creato dal nulla, ci dedicheremo alla distruzione del denaro. Io, da buon tradizionalista, sono certo del ritorno dell'età dell'oro, dello splendore assoluto. La civiltà che sorgerà alla fine del Kalì Yuga, l'età oscura, non si doterà certo di denaro ed altri stumenti demonici. Da buon rivoluzionario capisco le ragioni della tattica, come spiega Andrea, e solo per questo intraprendo livelli intermedi di comunicazione e propaganda, senza dimenticare gli ideali assoluti. Ricordo l'intervento di Caprara, lo giudicai degno del miglior Rostand. Confermo ed estendo il giudizio anche alle parole di Andrea.
Dartagnan (Registered) 27-03-2009 21:48

La tua affermazione "bisogna abolire l'idea di scambio" mi ha lasciato molto perplesso. Se tuttavia mi sforzo di abolire questa idea, devo pensare ad un'economia neppure più basata sul baratto. Dalla nostra società dei consumi a questo, il salto è troppo grande. La proposta è utopica? Certamente. Ma non è questo che mi turba. Io non la ritengo desiderabile. Dai fenici ai romani, alle società medievali, a quelle precapitalistiche, da quando c'è stata una certa divisione del lavoro, una specializzazione nelle professioni, gli scambi sono necessari. Le monete nell'antichità svolgevano la funzione preponderante di facilitarli. Mi sembra non ci sia troppo male in questo. Con il capitalismo cambia tutto, la moneta è desiderata per se stessa, perchè permette di ottenere ogni bene materiale, l'accumulazione della ricchezza un fine, quello che succede oggi lo sappiamo tutti. Sono d'accordo che occorre ripristinare l'idea del dono e del controdono, anche da noi, nel mio piccolo mi sforzo di farlo. Sogno anch'io una società diversa, con altre dimensioni e valori, in cui l'autoproduzione e l'autoconsumo possano svilupparsi, insieme ad attività libere, non finalizzate alla sopravvivenza materiale o al profitto. Sono dell'avviso che il denaro virtuale vada abolito, che il denaro non deve valere nella vita di un uomo, idea improponibile ai più oggi, tuttavia qui Andrea mi sembra si esageri un po'.
Dario
www.arcadianet.blogspot.com
simone.org (Registered) 28-03-2009 13:31

Anch'io ho visto in giro un proliferare di bizzarre teorie secondo cui il Signoraggio sarebbe una bufala, ma si tratta proprio della naturale risposta del sistema a una minaccia, seppur piccola.

Sull'abolizione del denaro non si tratta di utopia, ma io sinceramente non mi pongo il problema: nel momento in cui la moneta cessa di essere merce e diventa semplice unità misura che "fa le veci del baratto", per usare un'espressione a me cara, l'esistenza del denaro non sarebbe un problema, perché sarebbe semplice carta straccia nel momento in cui viene a mancare la ricchezza reale, pertanto da questa carta straccia non può derivare alcuna forma di potere, speculazione o sopraffazione.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 28-03-2009 18:05

Io non sarei così drastico, piccole forme di commercio sono tollerabili persino in una società tradizionale, e di fatto sono esistite. Il probelma è il capitalismo grosso non il piccolo commercio che è anche nturale esista. Basti pensare in passato al commercio della seta e delle spezie. Altra cosa è che esista un oligarchia basata sul lucro che ci comanda e che siamo costretti ad importare anche il cibo da paesi stranieri quando inevce potremmo tornare a farcelo da noi fregandocene della competitività e del mercato globale... Ma pensare ad un ritorno al sistema del dono e contro-dono la vedo un pò una romanticheria utile come ideale se sprona alla ribellione, ma inutile se sssunta come idea "politica".
pippoecompany@libero.it
Vincent (IP:94.161.218.155) 30-03-2009 05:09

Ciao andrea, lo slancio ideale e il fervore rivoluzionario che traspaiono dalla tua precisazione suonano come graditissimi inni di battaglia per chi come me e i miei fratelli ribelli vuole veramente iniziare a fare sul serio. Tuttavia ,a parte la mia opinione nel merito che sostanzialmente non differisce molto da quella di aragorn (che saluto ma al quale ricordo che purtroppo prima che finisca il Kali' Yuga manca ancora qualche millennio...), credo che questo tipo di mobilitazioni per preparare il terreno alla rivolta totale siano un pò troppo, come dire, blande. Qui credo si tratti, come è stato detto, di smuovere quante più coscienze possibili; soltanto dubito che tali iniziative siano sufficienti per risvegliare le menti dei più, tale è l'abisso di lobotomizzazione in cui sono sprofondate. Penso che debbano essere opportunamente accompagnate da azioni ad effetto che inizino a dare effettiva visibilità e esposizione del movimento. A questo proposito, io e i miei fratelli ribelli, essendo (e SENTENDOCI) in prima persona coinvolti nella
costruzione fattiva di un pensiero e una prassi non conformi finalizzati
prioritariamente (se non esclusivamente) all'abbattimento senza nessun
compromesso dell'attuale sistema socio-economico, avremmo da nostra
modestissima parte delle contropoposte da avanzare sulle effettive strategie da
adottare e avremmo piacere a tal fine a ritrovarci quanto prima in assemblea
col resto del movimento per parlarne e confrontarci. Per chi sta in lombardia e legge queste righe vi chiediamo di darci un feedback.. nON DISPERDIAMOCI! Come scrive zamboni nel suo articolo nell ultimo numero del ribelle: usciamo allo scoperto e riconosciamoci. Ciao a tutti e grazie dell'attenzione
Andrea Marcon (Registered) 30-03-2009 12:13

In attesa che l'errore venga corretto, preciso che la frase di Enrico Caprara da me riportata termina alle parole "Questo sistema lo si può combattere solo con l'utopia".
stigas (Registered) 30-03-2009 12:38

ieri sono stati identificati dai carabinieri chi si era attivato a volantinare contro il signoraggio bancario...leggete un po' qui...


http://www.liberoreporter.it/NUKE/news.asp?id=3693
h2otonic (Registered) 31-03-2009 01:44

Ciascuna generazione ha delle prerogative che il destino ha deciso.
La nostra non ha certo quella del coltivare Utopie. Per due motivi: primo, sono state sepolte da sogni e sentimentalismi, uniche reazioni al materialismo dominante concesse ad una sociata' decadente; secondo, siamo tutti piu' tremendamente consapevoli della misera condizione in cui versa la contemporaneita', e quindi l'uomo.
Ed e' proprio il nichilismo compiuto che deve caratterizzare ogni forma di ribellione, in attesa di tempi migliori.
Loro gongolano e si crogiolano con i nostri risparmi, e' li' che possiamo colpirli forse mortalmente: e' possibile ideare una campagna su vasta scala per diversificare la destinazione dei risparmi di tutti i ribelli?
O anche questo e' solo un sogno?
Il mio interesse all'economia in quanto scienza e' limitato al desiderio di abbatterla, magari qualcuno piu' erudito puo' istituire una societa' per l'acquisto di qualcosa, o per il finanziamento di qualcosaltro....., insomma possiamo giocare solo sul loro terreno, per adesso.
Mi riferisco ad iniziative slegate sia dalla logica del tornaconto usuraio, sia dal solidale/sostenibile: iniziative per colpire e basta.
Vincent (Registered) 31-03-2009 02:23

Mi sento empaticamente in linea con il tuo rilievo, h20tonic; soltanto credo che la linea utopica e quella distopica siano in linea di massima complementari per chi si batte contro la modernità. Perchè sono convinto che ormai il punto di non ritorno sia stato abbondantemente superato, perciò ogni gesto e ogni atto del ribelle è necessariamente rivestito da nichilismo e pessimismo cosmico. Ciò però a mio avviso non deve negare la volontà di battersi, anche sapendo (anzi forse soprattutto sapendo) che è una battaglia persa. Dobbiamo farlo per l'onore. Catilina e i suoi quando cavalcarono su roma sapevano di andare a morire. Credo che di iniziative da prendere come quella che indichi tu ce ne siano molte, e paradossalmente magari gia' destinate al fallimento, però da prendere. Mi fa piacere trovare tutti voi fratelli ribelli, proprio per questo motivo come già ho chiesto a Andrea Marcon, io e i miei fratelli ribelli stiamo spingendo per entrare in contatto diretto in periodiche assemblee, almeno a livello locale. Non siete d'accordo? Ciao e grazie .
aragorn (IP:79.15.249.41) 31-03-2009 12:57

* Per Vincent
E' ovvio che a MZ non dispiace confrontarsi o verificare possibili convergenze con chi manifesti sensibilità vicine alle nostre. Io non considererei "blando" il piano militante, serve ad avvicinare persone, creare movimento. Gli eventi più clamorosi e di maggiore interesse mediatico verranno, anzi abbiamo già qualche idea. Io però, visto che condividete le nostre opinioni sui temi affrontati, prima mi sarei "affacciato" verso un nostro banchetto, magari distribuito qualche volantino o affisso qualche manifesto, secondo un sano, antico e consolidato schema militante. Forma e sostanza hanno egual valore...
In attesa di incontrarci, saluti cordiali. Marco Francesco De Marco

P.S. Tutto questo parlare di fallimento, pessimismo e morte certa è un pò crepuscolare e decadente, appartenente a quel filone romantico tedesco foriero del "brivido da sconfitta" che tanto danno causò all'Europa. Cerchiamo di sviluppare una mistica della Vittoria: la Dea alata ama gli Eroi non i Titani.
fabiolucidobalestrieri@hotmail
FabioSbrocchio (IP:143.225.11.137) 31-03-2009 14:10

"ma chi è più utopista di colui che crede che questo sia un Sistema che possa reggere a lungo, addirittura all%u2019infinito?"

Nessun sistema dura all'infinito. Ogni sistema prima o poi lascia il posto ad un altro. All'uomo non resta che vivere il suo tempo in libertà, dunque conservando la sua sovranità, se ne ha la volontà. E con sovranità intendo innanzitutto quella interiore.
A noi è toccato vivere l'epoca nichilistica e non va fatto con pessimismo, perchè proprio viverlo fino in fondo e dunque superarlo (e non evitarlo saltandolo), magari assecondando il sistema titanico per aiutarlo a giungere alla sua conclusione, ci porterà alla rinascita dell'araba fenice, che però non vedo immutata rispetto al passato (niente resta immutato): credo, come Junger, nella naturale applicazione dei Tipi che ci appartengono nel presente, per assecondare la fusione di questi e quelli antichi, per formare consequenzialmente quelli nuovi di domani appartenenti alla nuova era.
h2otonic (Registered) 31-03-2009 14:19

In poche parole si fa tutto cio' che si puo' fare perche' si deve fare, punto e basta. GIUSTISSIMO.
Per esempio far convergere i risparmi di centinaia o migliaia di persone in una banca ,ed esigerne la restituzione contemporaneamente, creerebbe qualche difficolta' alla banca stessa o no?
Inoltre, nella mia citta' si votera' per l'elezione di sindaco e compagnia bella, essendo io convinto che votare è legittimare, vorrei imbastire una campagna per il non voto: pensate che sia opportuno farlo come aderente a MZ?
Lo chiedo oltre che per discilplina anche per sapere se esistono volantini o prestampati da distribuire e se il Movimento e' interessato ad intervenire direttamente con suoi rappresentanti.
Vincent (IP:80.204.69.218) 31-03-2009 14:42

Ciao aragorn, sono assolutamente d'accordo con te. Considera che ho detto che iniziative come i banchetti sono del tutto utili e rispettabilissime, non che non debbano essere intraprese. Solo che le vedo necessariamente accompagnate da altro, e mi fa piacere tu sia d'accordo con me. La questione, se cosi' si può chiamare, è sorta soltanto nel merito del banchetto per cui Andrea ha chiesto la mia collaborazione; non però sul fatto in sè (ci mancherebbe) ma sulle modalità con cui si è presentato (fondamentalmente riguardo alla scelta del luogo): semplicemente avrei preferito poterne discutere prima. Francamente ritengo basilare sviluppare in fase preliminare una sorta di nucleo locale che tenga assemblee con regolare cadenza per discutere sulle strategie.
Sono in totale sintonia con l'"interventismo" pratico che delinea h2tonic e ne condivido gli esempi d'azione, però senza darci qualche sorta di "struttura" (per quanto fluida e cangiante, adatta all'eterodossia che ci appartiene), altrimenti temo si corra il rischio di non riuscire a convogliare le energie e le risorse individuali in una sana marea montante comunitaria.
P.S. Per quanto riguarda il "senso tragico" che mi muove non vuole in nessun modo assurgere ad archetipo simbolico del movimento, tutt'altro: sono d'accordo con te sul dover puntare a una mistica della Vittoria. E' più che altro una mia attitudine personale e tale resta. Tutto qui.
A presto
Vincent (Registered) 31-03-2009 14:49

"Sono in totale sintonia con l'"interventismo" pratico che delinea h2tonic e ne condivido gli esempi d'azione, però senza darci qualche sorta di "struttura" (per quanto fluida e cangiante, adatta all'eterodossia che ci appartiene), altrimenti temo si corra il rischio di non riuscire a convogliare le energie e le risorse individuali in una sana marea montante comunitaria" (...)

Ovviamente l' "altrimenti" l'ho aggiunto involontariamente... ciao
massimiliano.sfregola (Registered) 31-03-2009 21:42

A tutti i presenti: se anche voi sarete "vittime" come Andrea Marcon di accuse di deliri o paranoie quando parlerete di signoraggio, vi consiglio di andare al seguente collegamento

http://www.bancaditalia.it/bancomonete/signoraggio

Evidentemente, visto che la stessa banca bassotti non smentisce (e anzi si fa spalleggiare da supreme corti) o condivide con noi il destino da potenziali internati oppure paranoia non è.
aragorn (IP:79.15.249.41) 31-03-2009 23:01

* Per h2otonic: Movimento Zero, durante le ultime elezioni, con la campagna Zero Voto, si pronunciò per l'astensionismo, producendo e distribuendo un volantino che chi desidera può ricevere e fotocopiare. Non so dove ti trovi, ma se vuoi possiamo organizzare da te una giornata con conferenza di presentazione di Mz e, magari nello stesso giorno, un banchetto-volantinaggio ZERO VOTO.

*Per Vincent
Grazie per la garbata risposta. A breve ci incontreremo di persona.

Quanto all'argomento principe degli ultimi interventi, e cioè le attività militanti, a me piacerebbe che anche in Italia si surriscaldasse il clima, e che forme di protesta "vibranti" si potessero diffondere a macchia d'olio. In Europa c'è questa moda di prendersela con gli industriali, secondo il consolidato tic di una sinistra incolta, inconsapevole, quando non in mala fede. Gli industriali, come tutti quelli che lavorano veramente, sono vittime del sistema bancario, a loro modo e con i dovuti distinguo. I soliti servi di regime, alla Gad Lerner, fanno trasmissioni per deviare l'attenzione: si parla di manager troppo pagati, ed inezie simili, tipo la fedina penale dei parlamentari. Della grande truffa bancaria ed usurocratica ovviamente nessuna traccia.
Penseremo noi ad un'azione eclatante contro un "vero" nemico. A breve riceverete notizie.
Saluti a tutti. Marco
admin (Super Administrator) 31-03-2009 23:54

Gli industriali, specialmente i grandi, sono servi, complici e corresponsabili del sistema oppressivo in cui viviamo. Il vizio a monte non cancella quelli a valle. O per meglio dire: se i banchieri sono il diavolo, l'industria assistita, ammanicata con la politica e pappa e ciccia nei cda delle banche, sicuramente andrà all'inferno con loro.
a.m.
Vincent (Registered) 01-04-2009 00:56

Benissimo, grazie a te
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 01-04-2009 09:40

Approvo in toto l'ultimo intervento di admin. Distinguere fra industriali buoni e banchieri cattivi è a mio avviso un grave errore di valutazione. Forme di protesta come quelle che stanno adottando gli operai francesi minacciati di licenziamento dovrebbero avere tutta la nostra solidarietà. Non dobbiamo temere di condividere forme di lotta di classe che appartengono alla tradizione marxista, come non dobbiamo temere di confonderci con atteggiamenti tradizionalmente "di destra" su temi attinenti l'organizzazione sociale, la morale e il costume.
Andrea Marcon (Registered) 01-04-2009 13:48

D'accordo con Alessio e Luciano, ma a questa stregua non possiamo assolvere nessuno: anche gli operai francesi, come il popolo in generale, ha le sue corresponsabilità in questo sistema. Se invece, come stiamo facendo, parliamo di signoraggio gli industriali sono generalmente vittime al pari dei lavoratori. Il che non significa ovviamente che vadano assolti per altre ragioni.
admin (Super Administrator) 01-04-2009 16:00

No, c'è una scala di responsabilità. L'operaio Fiat che prende 1100 euro al mese, se permettete, è meno colpevole, per non dire che non lo è affatto, rispetto al capitalista Agnelli. Magari sarà criticabile perchè continua a credere alla favoletta della sinistra che difende i suoi interessi, però io con lui ci parlo, coi suoi padroni, no.
Diverso è il discorso per i piccoli e medi imprenditori che s'indebitano con le banche per sopravvivere sul mercato. Ma il punto è che non mollano il paradigma della crescita infinita neppure loro, e spesso cercano l'aiutino politico e fanno tutt'uno col potentato locale pur di grufolare alla mangiatoia pubblica. Potrei fare esempi tratti dal mio lavoro di giornalista sul campo, qui in Veneto.
a.m.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 01-04-2009 21:04

Non sono d'accordo Alessio, "l'operaio fiat" è molto ma molto colpevole, altro che, votando i potenti di turno, iscrivendosi al sindacato o anche solo semplicemnte facendo il lavoro che fa è colpevole.
La maggior parte di queste persone sono quelle che si eccitano perchè un volo per l'Inghilterra costa solo dieci euro e pensano che viaggiare come scemi sia libertà ad esempio, così come mattersi le rate per l'alfaromeo, avere 200 cellulari con diverse promozioni (e non si rendono conto che non saranno mai padroni di una casa se non mettendosi un mutuo usuraio sul collo). Per questa libertà sono disposti a fare gli schiavi per i loro padroni. All'opposto come saprai, avendo letto il Ribelle di Fini, Luca Cordero di Montezemolo invece ha espresso la sua vicinanza al nostro pensiero.
Non è possibile fare ragionamenti e divisioni così sommarie in un epoca come la nostra che ha mischiato tutto e di più a livello sociale, culturale, umano ed econonomico: così come tra gli operai ci saranno delle "anime elette" che fanno quello che fanno per impossibilità di poter fare di meglio e sotto sotto la pensano come noi, possono esserci benissimo anime elette tra gli industriali, piccoli, medi e grandi. L'odio per la ricchezza (quando essa non è a discpapito di nessuno) è una cosa che non ho mai capito....
admin (Super Administrator) 01-04-2009 21:42

Io non ho nessun odio per la ricchezza. Odio i paraculi che si arricchiscono coi soldi di tutti e fanno la morale liberista ogni due per tre.
Quanto agli operai, ho già scritto che colpe politiche ne hanno eccome, ma socialmente parlando non sono paragonabili ai miliardari assistiti. E' gente che fa fatica a campare, in cassa integrazione, o magari in pericolo di licenziamento. Così come non sono equiparabili agli Agnelli e ai De Benedetti i piccoli imprenditori del mio Veneto, strozzati dalle banche ma anche loro con la testa nella sabbia come struzzi, tutti a votare contenti per Silvio o Bossi.
Poi scusa, caro Alberto, non farmi l'ingenuo: Montezemolo sarebbe un nostro simpatizzante perchè ha apprezzato un libro di Fini? Questa è grossa. Te lo dico con simpatia: ma cosa stai dicendo? Quello, capitalista nell'anima, se ne fotte di Movimento Zero, di lotta al sistema, di signoraggio e di decrescita. Ma andiamo...
a.m.
amugnolo (Registered) 02-04-2009 11:39

La mia opinione è che si sbaglia a identificare per classi sociali, ma è giusto farlo prendendo in esame l'uomo, la persona.
Mi rendo conto che per qualcuno apparirò pedante, concedetelo alla mia età ed alla esperienza militante (fermo restando che poi accetto sfide a braccio di ferro, partite a pallone, escursioni ecc.).
Non faccio il difensore di De Marco, non ne ha nessun bisogno, ma credo sia stato chiaro: -Gli industriali, come tutti quelli che lavorano veramente, sono vittime del sistema bancario, "a loro modo e con i dovuti distinguo"-
Tutto il dibattito culturale e politico che stiamo producendo va benissimo ed è di buon livello ma, santi numi, "tutto quello che conosco e comprendo non è nulla senza azione".
Per cui: diamoci da fare.

SURSUM CORDA
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 02-04-2009 16:53

Se adottiamo il criterio di giudicare solo il valore della persona, anche fra i banchieri possiamo trovare persone rette e oneste. In politica si ragiona per categorie e tipologie. L'attuale borghesia nel suo complesso, escludendo le numerose eccezioni che in politica non contano, non è più formata da imprenditori sobri e laboriosi che rischiano i loro capitali investendoli. Si tratta invece di affaristi speculatori che dislocano i loro impianti dove c'è una manodopera più sfruttabile, trafficano coi politici, mirano a lucrare con le operazioni finanziarie più spregiudicate per vivere di rendita da nababbi. Considerazioni moralistiche, per le quali ho il massimo rispetto perché anch'io mi onoro di essere un moralista, obbligano a considerare che quegli operai francesi che li sequestrano per difendere il loro lavoro, pochi mesi fa votavano per Sarkozy e continuano a pensare che "viaggiare come scemi sia libertà", ma ciò non toglie che in termini politici abbiano ragione loro.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 02-04-2009 18:02

Io sono dell'idea che non conta tanto quello che si fa ma perchè lo si fa... se no portando all'estremo questo modo di giudicare bisognerebbe stimare anche le proteste dei centri sociali e magari anche le manifestazioni studentesche... quello che è necessario è il "risveglio" non la protesta dettata dai motivi più variegati...

PS: Alessio, non mi son bevuto il cervello, so bene che Montezemolo non è un nostro simpatizzante, ma volevo solo mostrare come la presa di coscienza è un fenomeno abbastanza slegato dalle categorizzazioni per censo, classe sociale e lavoro....
kulma (Registered) 02-04-2009 19:51

non capisco perchè non si possono stimare le proteste dei centri sociali e le manifestazioni studentesche.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 02-04-2009 20:26

Perchè con l'antimodernità non ci azzeccano nulla, quella è gente che vuole ancora più diritti e progresso e "libertà civili". Non vuole tornare indietro ma andare ancora più avanti...
kulma (Registered) 02-04-2009 21:23

va bene il progresso (anche se ci sono forti componenti antiprogressiste anche nei centri sociali), ma che male c'è a chiedere più diritti e libertà civili?
ritorna sempre il solito dilemma: essere antimoderni vuol dire tornare per forza indietro? e per questo rinunciare anche alle libertà e ai diritti? continuo a non capire.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 02-04-2009 22:37

L'amico belew dice giustamente che non conta tanto quello che si fa ma perché lo si fa. Ebbene, gli operai francesi sequestrano padroni e dirigenti per richiamare l'attenzione sulla necessità di difendere i posti di lavoro. Mi sembra una motivazione valida e una protesta fatta contro gente che si è arricchita a dismisura speculando e sfruttando. Negare la validità di questa motivazione solo perché non vi è chiaro un intento antimoderno sarebbe un eccesso di aristocraticismo intellettuale da parte nostra.
admin (Super Administrator) 03-04-2009 01:07

Caro Luciano,
chiamala pure cecità intellettuale o stupidità politica. L'antimodernismo, essendo un "anti" e per giunta tarato sui secoli, non può e non deve essere un metro assoluto per giudicare l'oggi. Dev'essere la bussola per un domani, purtroppo ancora imprecisato.
Politicamente, ogni elemento di destabilizzazione, se colpisce nemici comuni - attenzione a questa premessa - costituisce un segnale positivo. Siamo realisti: i perchè, per come siamo messi, sono secondari. Altrimenti ci autocondanniamo alla sdegnosa clausura politica, dato che i nostri obbiettivi non ce li ha nessuno al di fuori di noi stessi.
a.m.
Vincent (Registered) 03-04-2009 01:43

Credo che in questo momento la priorità da parte nostra debba essere quella di "accogliere" tutte quelle frange che per un motivo o per l'altro possono convogliare nel comune intento di abbattere il sistema, cercando in un secondo tempo o contemporaneamente di portarli verso una visione antimoderna convincendoli che è l'unica alternativa effettiva al modello verso cui anche queste parti si dimostrano critiche. Intendo dire che possiamo sperare ragionevolmente di pescare consenso soltanto in quei terreni che già (più o meno strumentalmente) si dichiarano e si professano portatori di visioni radicali, siano essi facenti capo a movimenti di estrema destra o di estrema sinistra (qui più che altro il problema sarebbe quello di convincerli che sostanzialmente andrebbero nella stessa direzione se solo sopravanzassero vetusti paletti ideologici che li contrappongono facendo solo il gioco dei veri nemici comuni). Altro "serbatoio" essenziale a cui rivolgersi è a mio parere quello degli immigrati.
Trincerarci in una torre d'avorio, per quanto la tentazione spesso può essere spesso forte, significherebbe una resa preannunciata. Saluti a tutti
amugnolo (Registered) 03-04-2009 09:45

Caro Luciano, io ti potrei rispondere che gli operai o gli impiegati degli enti locali, presi come categoria e ragionando politicamente, come tu dici, sono una massa di sfaticati e pecore che seguono il cane del pastore (sindacato).
Analizzare significa estendere ed arricchire la conoscenza delle situazioni e delle cose. L'analisi delle situazione dell'epoca moderna, per me, ancorato a principi che trascendono questa epoca, viene fatta avendo una visione del mondo ben precisa. E comunque noi qui stiamo discutendo, l'azione politica viene completata quando, appunto si agisce.
Quando lo faremo e saremo in contatto e in rapporto dialettico con gli uomini e le donne, ci accorgeremo che potremo trovarci insieme a delle persone che non appartengono effettivamente a quella categoria sociale da cui sembrano provenire in una visione schematica della società. Essi o esse, saranno con noi sulla stessa barricata per una questione di carattere e di sano istinto prima e piu che culturalmente preparate nel senso moderno (la cultura tradizionale ha significato diverso).
Li ritroveremo nella forma dell'operaio o dell'aristocratico, dell'industriale quanto del contadino.

Sono daccordo con Vincent, (tranne che sul punto che riguarda gli immigrati) e ho sperimentato personalmente in questi ultimi 5 anni di battaglia contro l'inceneritore ad Acerra, come sia stato possibile, gradualmente, per persone che militano nella sinistra estrema, sentirsi vicini a me che provengo dalla destra radicale e tradizionale. Vi confesso che mi sono molto divertito a fargli notare le contraddizioni tra quello che facevano e difendevano e la cultura progressista combinata con quella liberale dei "diritti".

Sapere per agire, che l'agire senza sapere è monco, come il sapere senza agire.

Forza e coraggio.
etcasadei@yahoo.it
Ettore (IP:151.20.91.250) 03-04-2009 10:44

riguardo al discorso degli operai, non posso che trovarmi d'accordo con alessio. la responsabilità dell'operaio fiat può essere quella di non essersi ribellato al sistema, bancario e non solo, o di essersi integrato in esso, ma quella dell'agnelli o anche del montezemeolo o di un banchiere qualsiasi (scusa tanto belew, ma ci sono poche persone più lontane dal pensiero di fini di uno come montezemolo) è di aver spinto al massimo il sistema e portato tutti noi alla rovina, ed è ben diverso.
per quanto riguarda i centri sociali poi, cerchiamo di non fare di tutta un'erba un fascio: ci sono centri sociali di diversi tipi, anarchici, di sinistra e di destra, con diverse prospettive più o meno estreme. certe frasi generalizzanti mi ricordano i servizi del tg1 sui no global.
h2otonic (Registered) 03-04-2009 12:49

___RISPOSTA PER ARAGON__
**** Per h2otonic: Movimento Zero, durante le ultime elezioni, con la campagna Zero Voto, si pronunciò per l'astensionismo, producendo e distribuendo un volantino che chi desidera può ricevere e fotocopiare. Non so dove ti trovi, ma se vuoi possiamo organizzare da te una giornata con conferenza di presentazione di Mz e, magari nello stesso giorno, un banchetto-volantinaggio ZERO VOTO.****
HO appena letto la tua risposta e penso di agire cosi':
a) volantinaggio e contatti personali per tastare il polso degli incavolati che conosco,
b) vi riferiro' e valuteremo la possibilita' di una conferenza che non dovra' certo risolversi in una chiacchierata fra quattro gatti, anche perche' abito a Sanremo, una piccola cittadina adatta solo a borghesi cinomuniti di una certa eta' che infatti abbondano, detto da un 52enne e' tutto dire,
Nel frattempo se qualcuno di queste parti sta leggendo si faccia sentire, ed inoltre dove posso scaricare/richiedere il volantino?
amugnolo (Registered) 03-04-2009 13:46

Benissimo
kulma (Registered) 03-04-2009 14:35

esatto ettore, era quello che cercavo di dire a belew. anche se sono sicuro che sa benissimo anche lui queste cose e voleva semplicemente sintetizzare un concetto.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 03-04-2009 16:28

Non sono totalmente d'accordo con voi e vi faccio un esempio terra terra. Dalle mie parti la crisi si è fatta sentire pesantemente perchè eravamo già col culo a terra dai primi anni'90. Nel Sulcis (Sardegna, prov. CI) la maggior parte della gente va avanti con pensioni, assegni di dissocupazione e cassintegrazione (prima vivevamo di miniera per cui il settore agro-pastorale è praticamente inesistente). Le uniche realtà che davano lavoro erano delle industrie come la Portovesme srl, l'Alcoa, la Rockwool, ecc. Ora queste industrie con la crisi hanno chiuso i battenti. Il caso della Rockwool è il più interessante dal nostro punto di vista perchè la multinazionale ha deciso di spostare lo stbilimento in Croazia. Ora gli operai stanno armando un casino, ma quello che mi viene da dirgli parafrasando Guccini è "bisogna saper scegliere per tempo, non arrivarci per contrarietà": queste persone anni fa davano voti ai signorotti di turno dell'UDC e del PD per ottenere con il sistema clienterale un posto di lavoro e si sono sempre disinteressati di politica vera; ora dopo aver avvallato per anni il sistema per avere quelle quattro mentine di elemosina mensile e comprarsi l'alfa e farsi le vacanze in Egitto, quando il posto di lavoro è in pericolo si scoprono no global. Ma gli anni passati cosa hanno fatto se non avvallare il nostro modello di svuluppo? E siamo sicuri che se vincessero la loro battaglia, una volta con la pancia piena non tornino sulle loro posizioni servili e conniventi? La mia battaglia non è la loro per quanto ci siano elementi simili in gioco.

Sui diritti civili, taglio breve, sono battaglie che a me non interessano minimamente ed anzi mi fanno ridere, pensare che ci sia ancora più bisogno di arbitrio quando inevce c'è bisogno di etica e morale è assurdo...
Vincent (Registered) 03-04-2009 17:53

Credo che soffermarci troppo su distinzioni di carattere sociologico sia controproducente: la nostra battaglia deve richiamare all'istinto naturale archetipico insito in ogni uomo (sia esso ingabbiato nel ruolo di industriale, operaio o qualunque altra maschera nullificante della modernità). Il problema è vedere se in questi automi, per un verso o per l'altro, sia rimasta latente qualche anche minima fiammella di dignità umana: in questo caso dovremmo tentare di farli schierare con noi, chiarendo bene che ogni interesse particolare che determinava le loro scelte di vita e di consumo nel sistema deve essere archiviato. In caso contrario non si tratta più di uomini ma di servi che non possono avere nulla a che fare con i ribelli e devono perciò essere considerati alla stregua di nemici da combattere. Non c'è spazio per troppe zone d'ombra, non nella definizione di possibili alleanze. O si è con noi o contro. Punto
amugnolo (Registered) 03-04-2009 18:13

Condivido in pieno quanto esposto da belew.
Le battaglie da scatenare o affiancare debbano essere scelte per caratteristiche non semplicemente di rivendicazione di diritti, ma che offrano la possibilità di un respiro piu ampio, e per coinvolgere chi ( intanto le singole persone) gia possiede in potenza una visione della vita differente da quella moderna.

Cito da orientamenti di Evola:
-Devesi riconoscere che la devastazione che abbiamo d'intorno è di carattere soprattutto morale...il cedimento del carattere e di ogni vera dignità, il marasma ideologico, la prevalenza dei piu bassi interessi, il vivere alla giornata, stanno a caratterizzare, in genere, l'uomo del dopoguerra. Riconoscere questo, significa anche riconoscere che il problema primo, base di ogni altro, è di carattere interno: rialzarsi, risorgere interiormente, darsi una forma, creare in sè stessi un ordine e una drittura...
Dire no al falso realismo politico...
La misura di ciò che puo essere ancora salvato dipende invece dall'esistenza o meno, di uomini che ci siano dinanzi non per predicare formule, ma per essere esempi, non andando incontro alla demagogia e al materialismo delle masse, ma per ridestare forme diverse di sensibilità e di interesse. Partendo da ciò che può ancora sussistere fra le rovine, ricostruire lentamente un uomo nuovo da animare mediante un determinato spirito e una adeguata visione della vita, da fortificare mediante l'aderenza ferrea a dati principi - ecco il vero problema.
belew@hotmail.it
schizoidman (Registered) 03-04-2009 18:26

Vedo con piacere che la mia posizione non è isolata.
Vincent (Registered) 03-04-2009 18:30

Esatto. Ciò che deve premerci è mirare a una rinascita spirituale dell'uomo dalle rovine che ci circondano; per questa ragione dopo le varie declinazioni del pensiero moderno che ci hanno condotto a questo baratro - qui per semplificare sintetizzabili in marxismo e capitalismo,in una dinamica per cui la caduta del primo non è stata altro che il prodromo in nuce del crollo del secondo - l'uomo nuovo che deve profilarsi e a cui fa riferimento Evola non è altro che l'UOMO ANTICO, che è esattamente l'antitesi dell'uomo moderno: invece di dipendere dalla ricchezza la disprezza, invece dell'individualismo alienante è integrato in una visione comunitaristica, invece che nel mito del lavoro ripone i suoi valori nell'onore e il rispetto.
Per questa ragione continuo a credere che dobbiamo cercare di far arrivare il cuore del nostro messaggio a coloro che vogliono NEI FATTI recuperare questa dimensione "epica" dell'esistenza.
admin (Super Administrator) 03-04-2009 19:49

A me non frega niente se uno lotta per i diritti civili o per ripristinare il servaggio feudale. Visto che la necessità di oggi è abbattere il sistema, tutto ciò che smuove l'acqua stagnante e mefitica in cui tutti siamo costretti a nuotare è da accogliere positivamente. Purchè la tensione che smuova sia alta, insomma non sia una critica percepita dal sistema come innocuizzabile e digeribile. C'è un tale immobilismo, gente, che io di fare i distinguo per purezza ideologica non ne ho proprio voglia. E non si torni a parlare della solita solfa delle "alleanze", non sto parlando di questo ma solo della mentalità con cui analizzare gli eventi.
a.m.
syn (Registered) 03-04-2009 20:21

www.frottolesignoraggio.info
Vincent (Registered) 03-04-2009 20:23

Sono d'accordo e ho già esposto per parte mia quanto in questo momento sia inappropriato perdere altro preziosissimo tempo con quelli che giustamente definisci distinguo ideologici, proprio per questo continuo a spingere per ritrovarsi effettivamente e organizzare qualcosa. A mio avviso del resto il punto delle "alleanze" (che è chiaro è da intendersi in senso "classico" e quindi operativo, non certo in chiave politichese) è cruciale: senza includere nelle nostre battaglie una buona e solida base non si va granchè lontano. Saluti a tutti
Giovanni Marini (Registered) 03-04-2009 20:38

Signor Vincent,
si decida, alle ore 1.43 dice che trincerarsi in una torre d'avorio sarebbe un errore, mentre alle ore 17.53 afferma: o si è con noi o contro di noi. Dica chiaramente se pensa di collaborare con altri movimenti sapendo già a priori che non ci può essere identità di vedute.
Il MZ secondo me dovrebbe uscire dall'ombra, le analisi di M. Fini devono essere divulgate.
Vincent (Registered) 03-04-2009 20:50

In riferimento al link sul signoraggio la mia posizione è chiara: anche nell'ipotesi strampalata che dovessero essere tutte frottole (cosa che ovviamente dubito fortemente), non cambierebbe assolutamente una virgola. Non c'è nulla, ma proprio nulla, da salvare in questo sistema;inutile tentare di mettere pezze pietose.
L'aspetto puramente economico rappresenta una degenerazione nella degenerazione, qui il punto è che la gente prenda coscienza del suo stato esistenziale di larva, non che si continui a discutere se un meccanismo funziona più o meno correttamente supportando la tesi con brillanti dati di tecnica finanziaria.. a me in sostanza non frega proprio una sega se le banche centrali producano debito con l'emissione della banconota e non mi frega un belino se tali dinamiche sono avallate da rielaborazioni di scienza economica!! Il punto è che sia le une che le altre sono bastardissime sofisticazioni cerebrali, merdosissime sovrastrutture che non dovrebbero neanche esistere! Saluti
Vincent (Registered) 03-04-2009 20:59

Signor Marini sinceramente non ho capito il suo rilievo.. le due cose non sono affatto in contraddizione e nei due relativi interventi a cui lei fa riferimento mi sembrava di essere stato piuttosto chiaro.. mi ripeterò, del resto la spiegazione è molto lampante: non bisogna trincerarsi in una torre d'avorio perchè c'è bisogno di più gente possibile, ma di più gente possibile con le idee chiare, leggasi in nessun modo compromesse con ogni filone di pensiero e/o ogni inclinazione attitudinale riconducibile alla modernità e al progresso. E ora mi spieghi lei: quali sarebbero le vedute di MZ che non mi apparterrebbero? Forse è lei a non capire bene di cosa si parla.. Prego
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (IP:79.25.230.175) 03-04-2009 22:46

Cari amici, credo che tutti noi saremmo felici di vedere un forte scontro sociale in cui forme di lotta di classe sarebbero inevitabili. Ne saremmo felici per la semplice ragione che vorremmo una rivoluzione. Siamo d'accordo che la rivoluzione più profonda è una maturazione delle coscienze in senso antimoderno, ma pensate proprio che in un clima di scontro sociale si esiga che i contestatori facciano prima professione di fede anti illuminista e dichiarino di aver letto Evola? E' proprio nel vivo della lotta che possono maturare idee nuove, fra cui una presa di coscienza antimoderna, come lasciava intendere Vincent nel suo primo intervento che anch'io, come Marini, vedo profondamente diverso da quelli successivi. Gli operai italiani oggi votano per Berlusconi, per Bossi e, in misura minore, per il PD; pochissimi per ciò che resta dei comunisti. Inoltre guardano L'Isola dei Famosi e si indebitano per fare le vacanze. Per questo dovremmo stare in disparte senza prendere posizione qualora si scontrassero, per difendere il loro posto di lavoro, con una borghesia che specula, arraffa, chiede sovvenzioni statali quando il mercato non tira e spadroneggia non contro i banchieri ma insieme ai banchieri?
amugnolo (Registered) 04-04-2009 00:32

Quello che io auspico e per cui mi batto è una rivoluzione che non si estrinseca nel vecchio ottocentesco schematismo dello scontro tra classi, ma tra popolo e usurpatori.
Popolo che abbisogna di essere diretto e indirizzato da una elite consapevole, che abbia interiorizzato quanto è stato esposto da diversi interventi, sia in questa che in altre discussioni nostre.
Che poi noi si debba crescere ed essere presenti nella lotta politica attuale è ovvio, ma senza mai scambiare l'accessorio, quello che è dettato da situazioni del momento, con ciò che è invece principale ossia scaturente dai principi.
Quindi non lotta per la lotta in sè, che è gia buona cosa anche se non completa, ma guerra a questo mondo di menzogna e caos scaturente da una chiara visione del mondo e della vita basata sulla ricerca della verità e quindi del giusto che risiede nella saggezza antica dei nostri avi.
Vincent (IP:94.160.66.5) 04-04-2009 04:13

Cari ribelli, continuo a sostenere di aver portato avanti in tutti gli interventi il medesimo pensiero, declinato secondo diverse angolature e secondo la piega e lo sviluppo che prendeva la discussione con il susseguirsi dei commenti.Del resto è proprio per evitare l'insorgere di tali scorrette interpretazioni che auspico quantoprima ritrovarsi fisicamente in periodiche assemblee: la comunicazione tra uomini d'onore necessita del contatto diretto, occhi negli occhi. Ciò che conta è riuscire a stabilire una connessione empatica tra noi e con chi voglia a noi avvicinarsi, e con questo rilievo mi allineo sostanzialmente alla visione esposta da amugnolo: non è possibile portare avanti una profonda rivoluzione antimoderna senza rimanere sempre saldi e irremovibili su principi immortali che ne plasmano lo spessore simbolico e la propulsione emotiva, e per questo occorre gente che già voglia seguire la Via (quella che amugnolo definisce élite). Il fatto però di contemplare questa sorta di rigidità non è in contraddizione (e qui spero di chiarire definitivamente la coerenza di quanto esposto in precedenza) con la fluidità e l'eterogeneità che auspico per costruire il movimento: in Eraclito la verità che il logos annuncia è che il conflitto fra gli opposti è solo apparente, in quanto gli opposti sono una sola e medesima cosa, essendoci al di là di essi una legge immutabile che li sovrasta. Gli opposti sono frammenti di un'unica realtà che permane immutabile e racchiude dentro di sè il cambiamento.
Una visione che in forma dialettica può dar conto dei conflitti presenti nella realtà e che permette di comprendere l'identità degli opposti senza cancellarne l'inconciliabilità, appunto in quanto opposti. Applicare questi principi per me sacri al nostro agire significa per quanto mi riguarda non escludere nessuna posizione alternativa al sistema nel tentativo di amalgamarla, dialetticamente, alla nostra visione che a quei principi immutabili protende naturalmente. Naturalmente perchè non si tratta di nessuna teoria o dottrina ideologica, si tratta di stratificazione prerazionale di tradizioni. Per interiorizzare questi concetti bisogna però avere ancora aperto il cuore, bisogna non aver ancora superato il limite della supremazia totale della cultura sulla natura. E per coloro i quali (purtroppo per molti temo) questo punto di non ritorno è gia stato superato, non c'è nessun tipo di tentativo di fusione dialettica che è possibile anche solo immaginare. Sono nemici. Questo il senso del con noi o contro di noi. Saluti
aragorn (IP:79.15.249.41) 04-04-2009 12:59

Sono contento di aver "stimolato" tanti interventi con una sola riflessione.

Ho scritto: "In Europa c'è questa moda di prendersela con gli industriali, secondo il consolidato tic di una sinistra incolta, inconsapevole, quando non in mala fede. Gli industriali, come tutti quelli che lavorano veramente, sono vittime del sistema bancario, a loro modo e con i dovuti distinguo".

Ovviamente sono arrivate alcune repliche all'ingrosso, dove i distinguo di cui scrivevo sono stati rimossi e tutti sono stati buttati in un unico calderone. Non parlavo di Agnelli ovviamente. Scrissi un pezzo su questo blog dove espressi il mio disprezzo per questa famelica dinastia di borghesi arricchiti, i veri vampiri e caimani dell'italietta repubblicana con comiche pretese di nobiltà e finezza. Gli industriali assistiti, in Italia, sono sempre gli stessi e pochi numericamente, grazie al fatto che la nostra piccola e media impresa produce il 90% del fatturato industriale nazionale. Quello delle complicità è un discorso troppo lungo e già affrontato da altri in questa occasione. Certo è che il vertice del Sistema è finanziario, ed anche i grandi industriali, per quanto a lungo complici e servi, nulla possono di fronte alla campagna di esproprio che le Banche stanno facendo grazie alla crisi. Gli industriali piccoli e medi, in Italia quindi quasi tutti, non hanno pianificato la crisi e non ne dirigono lo svolgimento. Quindi i vari centri sociali di solita ispirazione farebbero bene a capire dov'è il vertice del Sistema, ammesso che a loro interessi. Occupare una fabbrica di cinquanta o cento dipendenti, sequestrare i dirigenti o un "padrone" che non ha più soldi da investire, con la banca che gli chiude i rubinetti e gli fa istanza di fallimento, con l'ufficiale giudiziario che gli vuole pignorare i macchinari, è un'idiozia voluta dal Sistema, che attraverso i suoi finti capipopolo pagati, sta cercando di indirizzare verso obiettivi di comodo, tipo i manager, gli industriali, i politici, lo scontento e la rabbia. Se cinquanta disperati di ispirazione marxista pretendono da un poveretto che sta fallendo, il "posto garantito" a tutti i costi, secondo questa lercia cultura marxista che molti farebbero bene a rimuovere dal loro immaginario, che divide gli uomini in classi di reddito e li mette gli uni contro gli altri, aggrediscono un finto nemico. Se il "padrone" non avesse pagato per trent'anni milioni di Euro in tasse usurocratiche generate dalla moneta/debito e dal Signoraggio, oggi avrebbe certamente le risorse per non licenziare. Ma di Banche Centrali e di crisi pianificata non parla nessuno, compresi i finti capipopolo graditi al Sistema.
Un ultima considerazione: come scrivevo, a breve intraprenderemo un'azione "dimostrativa" di un certo effetto, almeno nelle nostre intenzioni. Spero che a tanti commenti corrispondano altrettante adesioni fisiche. Perchè MZ, per me, deve essere un movimento politico con struttura e strategia militante ed ideale nella realtà e non su internet. C'è chi paga una sede, dei manifesti e volantini, li distribuisce e li affigge. Viaggia per migliaia di chilometri, fa conferenze, scrive articoli per il movimento, e poi vede la sua opinione osteggiata dal primo che si trova a passare davanti al suo pc, che magari non condivide chissà perchè un'idea o una proposta. In futuro porremo l'accento sulla centralità operativa di MZ movimento rispetto al blog, nel quale gli iscritti, i responsabili di zona, i componenti del direttivo, saranno distinti dai pur apprezzati commentatori esterni. Anche qui, come nella vita, non siamo tutti uguali.
Saluti a tutti.
Marco Francesco De Marco
Dartagnan (Registered) 04-04-2009 14:37

Beppe Grillo sul suo blog ha pubblicato una denuncia del sistema bancario italiano fatta da un certo signor Vassalli al Parlamento europeo che mi sembra veritiera e importante. Trovo che sia importante di per sè,in linea con quanto si dice della dittatura bancaria qui sopra, pur non riferendola al signoraggio, al di là del fatto che potrà essere poco o tanto efficace, e anche nel caso sia criticabile la soluzione proposta di un semplice controllo europeo del nostro sistema bancario, che forse non ci può essere o se c'è può non essere a favore della gente comune, privati piccoli risparmiatori, o imprenditori, o società commerciali.
Un semplice blogghista
Dario
Fabio Mazza (IP:93.149.19.110) 04-04-2009 16:53

Allora il discorso sul fatto che il signoraggio sia una battaglia e non la guerra è verissimo. Il fatto che combattiamo battaglie con settori più "parlamentari" o politici, nel senso canonico del termine, non ci deve far perdere la nostra identità, ne le battaglie più "utopiche".
Detto questo nei post ci sono degli interventi deliranti, senza offesa per nessuno.
In primis, già il ritorno al popolo della sovranità monetaria, la costruzione di una produzione locale e sostenbile che distrugga i trust e l'economia globalizzata sono obbiettivi "utopici" seppur sacrosanti. E li dobbiamo perseguire fino alla morte.
Ma da qui a pensare di abolire il denaro tout court, siamo un po oltre l'utopia. Perchè oltre al denaro che mi risulti esiste il baratto. Ora: il baratto era un mezzo di scambio efficacie fino a quando i beni disponibili si limitavano a pochi ed essenziali, come una pecora, un quintale di grano ecc. ; ma sopratutto finchè la dimensione degli scambi era molto cirscoscritta.Il denaro è un mezzo e come tutti i mezzi può essere costruttivo o distruttivo, cosi come lo è la tv o internet, che permette le cose più abbiette, ma anche, se adeguatamente sfruttata il diffondersi di idee e cultura. Che il mondo moderno produca alienazione è assodato, ma non tutto quello che ha prodotto è merda, perchè se la pensaste cosi non dovreste nemmeno usare internet.

In secondo luogo concordo, come sempre, come Mannino quando dice che l'operaio non ha responsabilità. Non può conoscere qualcosa che:
1)non ha gli strumenti per analizzare
2)gli viene tenuto nascosto
Queste persone sono possibili rivoluzionari solo se si risvegliano dal coma delle coscienze in cui li hanno sprofondati. Se non ci si avvicina a loro anche con iniziative semplici e condivisibili, rimarremo sempre voci nel deserto, in mezzo al rombo dei mass media che distorcono la realtà.
Ricordo a tutti che Montezemolo è un pregiudicato per reati finanziari..
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (IP:79.10.49.78) 04-04-2009 17:13

Ciò che distingue MZ è il fatto che persone di diversissima provenienza condividono una medesima idea, originale nel panorama politico-culturale odierno, un'idea che è anche un forte sentimento unificante. C'è chi viene dall'ecologismo, ci sono gli spiritualisti e gli atei, c'è chi si è formato sui testi di Ezra Pound e di Evola (rispettabilissimi e non "lercia cultura" fascisteggiante) e chi si è formato sui testi del marxismo (rispettabilissimi e non "lercia cultura marxista"). Tutti condividiamo l'idea-sentimento di forte avversione al capitalismo, al progressismo, alla modernità. Siamo gli unici ad avere ben chiaro che essere contrari al capitalismo significa automaticamente rifiutare il progressismo modernista.Il capitalismo è l'espressione più compiuta della modernità. Questo è il cemento che ci unisce. Dunque l'anticapitalismo è il cardine della nostra visione del mondo. Non si tratta di discriminare per fasce di reddito, ma di riflettere sul Potere. E' corretto affermare che il capitalismo è il prodotto del potere dei banchieri? Credo di no. Accanto ai banchieri e parte integrante del blocco dirigente ci sono i potentati industriali, le multinazionali, i petrolieri, i magnati della chimica, delle telecomunicazioni, dell'industria agroalimentare con i suoi OGM; ci sono coloro che hanno imposto una mentalità consumista e vacanziera che ha divelto tutte le radici della nostra civiltà.Ci sono coloro che, insieme ai banchieri, scatenano guerre di rapina. Quanto ai piccoli e medi imprenditori, non sono certamente i nostri nemici, ma lucrano nelle pieghe del sistema.
Qualche altra considerazione: il blog è aperto a tutti coloro che vi si registrano; la linea di MZ è decisa dagli amici del direttivo, dai responsabili di zona e da noi iscritti, non da altri. A questo proposito ricordo che "La voce del Ribelle", il periodico di Massimo Fini, senza il quale MZ non esisterebbe, pur non essendo l'organo né il portavoce del movimento, dovrebbe essere un punto di riferimento fondamentale per tutti noi. Ebbene, in quel giornale trovo una grande apertura a tutte le voci dissenzienti nei confronti del sistema che ci opprime, apertura che abbatte gli steccati verso culture che nessuno in quella sede definisce "lerce".
Con rispetto e in spirito di amicizia.
L.F.
Vincent (Registered) 04-04-2009 17:18

"Un ultima considerazione: come scrivevo, a breve intraprenderemo un'azione "dimostrativa" di un certo effetto, almeno nelle nostre intenzioni. Spero che a tanti commenti corrispondano altrettante adesioni fisiche. Perchè MZ, per me, deve essere un movimento politico con struttura e strategia militante ed ideale nella realtà e non su internet. C'è chi paga una sede, dei manifesti e volantini, li distribuisce e li affigge. Viaggia per migliaia di chilometri, fa conferenze, scrive articoli per il movimento, e poi vede la sua opinione osteggiata dal primo che si trova a passare davanti al suo pc, che magari non condivide chissà perchè un'idea o una proposta. In futuro porremo l'accento sulla centralità operativa di MZ movimento rispetto al blog, nel quale gli iscritti, i responsabili di zona, i componenti del direttivo, saranno distinti dai pur apprezzati commentatori esterni. Anche qui, come nella vita, non siamo tutti uguali.
Saluti a tutti."

Marco, concordo assolutamente in toto. Questa è la direzione e la volontà marchiata a fuoco sulla pelle dei veri ribelli.


"Che il mondo moderno produca alienazione è assodato, ma non tutto quello che ha prodotto è merda, perchè se la pensaste cosi non dovreste nemmeno usare internet."

Come del resto ha scritto Fini nell'ultimo editoriale del ribelle e con cui sono perfettamente allineato, l'utilizzo di internet è unicamente finalizzato alla diffusione della rivoluzione antimoderna; poi bisogna distruggere anche questo media o almeno ridurlo drasticamente.

Saluti

Fabio Mazza (Registered) 04-04-2009 17:45

Il problema non è il denaro, ne internet, nè i media. Ma l'uso che di queste cose si fa. Finchè rimangono mezzi e non fini per me sono più che leciti. Finchè sono usati per trasmettere conoscenza e valori per me sono un dono. Quando sono usati per produrre omologazione, appiattimento e conformismo sono una piaga.
La riscoperta di valori fondanti e di un rapporto originario con la nostra dimensione più etica e naturale non è slegata necessariamente da alcune conquiste del mondo moderno. Perchè oltre ai danni vi sono anche cose positive che sono state prodotte.
Il mondo non è tutto bianco o nero. E come in ogni epoca e in ogni paese gli estremismi sono pericolosi.
Fabio Mazza (Registered) 04-04-2009 17:58

in più dubito che Fini abbia usato una parola come rivoluzione
aragorn (IP:79.15.249.41) 04-04-2009 18:08

La cultura dell'odio, della contrapposizione tra individui solo perchè appartenenti a classi "economiche" diverse, avente origine dal pensiero di Marx, io la trovo lercia come tutte le cose intrise di odio e travestite da ideali. Peraltro trovo attuali molte analisi di Marx, ma l'ideologia dell'odio tra classi permane ed emerge, come abbiamo visto, grazie al retaggio di livore che il pensiero marxista e la sua traduzione politica leninista hanno diffuso. Io considero lercio l'odio sociale, la violenza della contrapposizione forzata, solo perchè uno è proprietario di una bottega ed un altro ci lavora. Questa è la cultura dell'odio di classe, e la parola odio è certamente più forte di lercio. Se la parola è troppo forte mi dispiace, ma non concordo sul fatto che questo concetto debba essere rispettabile "per forza" in quanto "rispettabile cultura marxista".
Con altrettanto rispetto ed amicizia. Marco
amugnolo (Registered) 04-04-2009 21:30

Il problema non è la tecnica e la tecnologia, ha ragione Mazza, ma non solo l'uso che se ne fa è deleterio, anche la sovrabbondanza stessa è negativa. Esempio: la guerra fa parte della vita. Finchè viene fatta con la spada (frutto della tecnica) va bene, non certamente quando viene fatta sparando da lontano o lanciando grappoli di bombe addiritura su civili).
Concederai, inoltre, che se non estremisti si debba essere quantomeno radicali nella critica al mondo moderno.

Per Fuschini.
daccordo con te sulla originalità delle proposizioni di MZ, e sulla importanza e ricchezza prodotta dalla diversità delle provenienze.
Ma, intanto Pound ed Evola piu che fascisti, vedevano in "tematiche" espresse all'interno di questo fenomeno politico possibilità di reazione al mondo moderno cosi come si andava delineando a quei tempi. Credo che tutti quanti gli dobbiamo qualcosa per le nostre posizioni attuali.
Marx, la cultura Marxista e le sue manifestazioni politiche andavano in direzione contraria verso un modernismo ancora più spinto. Non a caso capitalismo liberista e capitalismo di stato pongono al centro della loro dottrina l'economia. Io comprendo che la propaganda della sinistra che batteva forte sul tasto della "giustizia sociale" abbia potuto avere presa su molti giovani della mia generazione, ma come ripetevo e ripeto nelle chiacchierate con i miei amici che si definiscono comunisti e dell'estrema sinistra, guardando alla realtà dei fatti e con il senno del poi, non era altro che propaganda per accalappiare loro attraverso la loro sete di giustizia. Quindi, ben venga una propensione al dialogo per trovare forme di lotta comuni, ma stando attenti a non mischiare tutto in un unico calderone. Chi proviene da un percorso politico e culturale comunque moderno e voglia attestarsi sulle posizioni espresse da MZ, credo debba in primis chiarire in se stesso delle contraddizzioni, che altrimenti ci troveremo di fronte in futuro.

"E' corretto affermare che il capitalismo è il prodotto del potere dei banchieri?"
-No, la supremazia dei banchieri è il prodotto del capitalismo spinto di questi tempi. Inoltre, a tutte le categorie sociali da te elencate, come già espresso da altri, aggiungo le altre categorie. Per intenderci quelli che non ce la fanno a raggiungere posizioni che gli permettano maggiori possibilità materiali e di consumo. Questo a voler essere precisi e, perchè no radicali, nell'analisi del "prodotto" culturale di questi tempi sciocchi.
Con il rispetto e lo spirito di amicizia che lega chi lotta dalla stessa parte.
SURSUM CORDA
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (IP:87.13.192.20) 04-04-2009 22:41

Caro De Marco, additare i banchieri come la categoria che genera mali sociali e impoverimento di larghi strati della popolazione, cos'altro è se non un invito alla lotta di classe? La colpa del marxismo non è la teorizzazione della lotta di classe ma tutto l'impianto illuminista, storicista, progressista del suo pensiero. Che poi la lotta di classe diventi odio di classe dipende dal temperamento di chi recepisce il messaggio. Si può odiare il ruolo sociale del banchiere ma non la persona del banchiere, perché ognuno è molte cose, non solo portatore di un interesse economico o di una fede politica. Io odio la liberal-social-democrazia ma non i liberali né i socialdemocratici. In fondo è la vecchia distinzione cristiano-cattolica fra errore ed errante. Si deve odiare l'errore, non l'errante. Credo che possiamo intenderci su questo terreno. Nessuno di noi sta facendo professione di fede marxista.

Niente da obiettare su quanto dice amugnolo. siamo dalla stessa parte della barricata, talvolta con sensibilità diverse ma in spirito di amicizia militante.
Saluti cordiali a tutti (cordiali=dal cuore).
Fabio Mazza (IP:93.149.19.146) 05-04-2009 13:28

Certo Signor Amugnolo, radicali, non estremisti..E inoltre la nostra lotta deve essere a mio parere definita ribellione, non rivoluzione.
Questo perchè rivoluzione è una parola che storicamente, e politicamente, si connota in maniera progressista, mentre l'auspicare un ritorno a valori, idee guida della vita ed anche forme politico-economiche dei nostri avi potrebbe essere chiamata più restaurazione che rivoluzione..:sono proprio le rivoluzioni (francese, industriale ecc.) che ci hanno portato, nel bene e nel male,alla situazione attuale.
Ma tralasciando la semantica, che a dire il vero lascia il tempo che trova, e porta a discorsi un po sterili, mi trovo d'accordo con Marco.
Non vedo in questa epoca storica nessun senso, ne logica, nel dividere le persone in classi, che non esistono più, almeno come sono state formulate più di un secolo fà.
L'unica distinzione possibile è estendendo quella di Fini tra modernisti e antimodernisti, quella tra persone oneste e che vogliono vivere secondo i valori immortali di dignità, integrità e onore, e chi invece ha sposato, volontariamente o supinamente, questo sistema socio-economico-culturale della competizione sfrenata, dell'edonismo come religione, del successo e del denaro come fini e motori della propria esistenza, della forma che supera la sostanza, della mancanza di solidarietà e di rapporti umani sostituiti da impersonali rapporti "telematici", dell'italietta dei "furbetti del quartierino" che sono fighi, perchè evadono le tasse o sniffano cocaina.
Questa secondo me è la contrapposizione base. La lotta per la riscoperta dei valori che fanno grande un essere umano, e che passa per battaglie che coinvolgono tanto l'operaio, quanto l'imprenditore, quanto chiunque altro.
Fabio Mazza (Registered) 05-04-2009 13:30

Per rispondera al Signor Fuschini, siamo d'accordo.Nessuno fa professione di fede marxista. Anche perchè avrebbe sbagliato indirizzo.
Dovrebbe probabilmente iscriversi ad un centro sociale e non qui.Oltre a non afferrato il messaggio di MZ.
amugnolo (Registered) 05-04-2009 16:06

tra uomini d'onore e di buona razza si finisce sempre per intendersi.
perseveranza
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