La rivoluzione prossima ventura
30 aprile 2009
 
 
Fra i venti capi di Stato o premier che hanno partecipato al summit di Londra mi pare che solo Silvio Berlusconi, battute e gaffe a parte, abbia dimostrato di aver percepito, col suo intuitaccio che oserei definire animale, il pericolo. A rischio non è solo il sistema economico mondiale, a rischio sono anche le leadership che lo guidano. E poco importa che alcuni leader, come Obama che è appena arrivato all’onor del mondo, non siano personalmente responsabili della crisi. Anche Luigi XVI pagò gli errori di Luigi XIV, il Re Sole.
La gravissima responsabilità delle leadership dei Paesi industrializzati è aver continuato a puntare su un modello di sviluppo basato sulle crescite esponenziali che non poteva durare all’infinito. Di aver puntato, illudendo le proprie popolazioni, su un futuro orgiastico che non si è mai realizzato, che anzi si è man mano allontanato. Ora questo sistema è arrivato al suo limite e questo futuro non esiste più. L’errore dei leader oggi è di perseverare sulla vecchia strada. Cosa sono questi trilioni di dollari che si stanno immettendo nel sistema? Sono il tentativo disperato di drogare ulteriormente il cavallo sfinito sperando che riesca a fare ancora qualche passo. È denaro inesistente. Altrimenti non si capisce perché non lo abbiano usato prima. È denaro tossico non diversamente dai «titoli tossici», gli hedge fund, perché come questi scommette su un futuro iperbolico, su un futuro che non c’è. L’inevitabile che ci aspetta è la decrescita. Ma sarebbe bene che fossimo noi a governarla, guardandola, invece di aspettare supinamente il collasso finale, che sarà quasi istantaneo. Sono due secoli e mezzo, dall’inizio della Rivoluzione industriale, che avviò l’attuale modello di sviluppo, che noi stiamo accumulando denaro, cioè futuro, ma adesso la pellicola è quasi alla fine.
E proprio come la pellicola di un film ci mette un certo tempo a svolgersi ma arrivata alla conclusione si riavvolge quasi fulmineamente, così accadrà al nostro modello di sviluppo se le leadership non cominceranno a riavvolgere loro la pellicola prima che arrivi alla fine, ma si affideranno agli automatismi del meccanismo o, peggio, faran di tutto, come stan facendo, per accelerarlo, accelerandone così la fine. Se ciò dovesse accadere queste leadership e le stesse democrazie verrebbero spazzate via. Le democrazie sono nate su bagni di sangue perché le aristrocrazie che per diversi secoli avevano garantito alle proprie popolazioni certi equilibri non erano più in grado di farlo. Quando centinaia di milioni di persone inurbate si accorgeranno che non possono mangiare l’asfalto della città faranno fare alle leadership democratiche la stessa fine che queste riservarono a quelle aristocratiche.

Massimo Fini

da Il Giorno
Commenti
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simone.org (Registered) 30-04-2009 23:59

D'accordo, resta da vedere un punto.
A mio avviso le popolazioni del passato, per quanto rozze e prive di educazione erano comunque più sveglie.
Oggi il sistema riesce a produrre una sorta di coma farmacologico nelle menti delle ultime generazioni al punto da infinocchiarle come vogliono.

La mia sola paura, per quanto fiducioso in un cambiamento che sarà indotto dalla fame, è proprio che la nostra gente non sia disposta a battersi e rovesciare le elite proprio perché mentalmente sedata.
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