Loro e noi

18 luglio 2009

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Loro e noi. Il male e il bene? Il manicheo che dorme in noi direbbe di si. Non esistono loro e non sappiamo bene chi siamo noi, sostengono gli scettici, cioè la maggioranza della popolazione pensante, i cosiddetti intellettuali. In realtà loro esistono, hanno disegnato questo mondo, e, cosa più grave, dominano il nostro cervello. E’ vero, esistono comunque sufficienti consapevolezze nella mente di fin troppe persone, che hanno scritto migliaia di testi che ci chiariscono le cose.
Viviamo in un mondo cancerogeno ed ecodistruttivo dominato dal Dio Danaro, dove i poteri della Finanza Tecnologica controllano tutte le esistenze. I nostri nemici visibili sono lì, in carne ed ossa, a difesa dei loro superiori invisibili. Si potrebbero assaltare, devastare, almeno come azione simbolica, i loro avamposti nella realtà. Banche, finanziarie, ipermercati, multinazionali inquinanti. Non mancano i luoghi ed i tempi dell’azione. Ma neppure la crisi ha generato delle proteste significative. Nonostante gli impoverimenti pianificati, le angosce da perdita del lavoro o da chiusura della propria piccola azienda, i saccheggi da pignoramento ed esproprio, il “libero” occidente appare il luogo della più tremenda e disumana forma di controllo dell’esistenza mai apparsa sulla terra. Il motivo principale è semplice: noi agiamo secondo degli stimoli prodotti da loro. I nostri pensieri sono i loro pensieri; le nostre paure sono instillate nelle cellule cerebrali a garanzia del loro dominio. Su cento consapevoli, informati, colti, edotti intellettuali della libertà vera, quanti sono disposti a correre dei rischi per affermarla?
Il nemico si sconfigge soltanto in una maniera: combattendolo. Ma le guerre sono difficili da affrontare se il rischio di perdere qualcosa, quel poco che si possiede, pervade tutto. La prudenza, la non violenza, il civile confronto democratico, sono tutte trappole inventate dal Mostro che, invisibilmente, si palesa attraverso maschere colorate e multiformi, così concepite per sviare le nostre consapevolezze, per fiaccare gli aneliti di ribellione, per ridurre ogni possibile pericolo di rivolta in tragica rappresentazione di inerzia e viltà. “Il borghese era quasi riuscito a convincere il cuore avventuroso che una legge economica regge il mondo e la storia. Ma ai giovani che nella nebbia o di notte abbandonarono la casa paterna, l’intimo sentire disse che dovevano andare lontano alla ricerca del pericolo (Ernst Junger)”.
Finché anche i consapevoli saranno influenzati dalle strutture borghesi di controllo esistenziale, nessuna rinascita sarà possibile. Perché la guerra necessaria alla distruzione di questo Sistema, non è dissimile alle tante che la Storia ha già visto. Non si può tentare di distruggere senza il rischio individuale di perdere qualcosa o tutto. Le vacanze, i risparmi, la carriera, la casa al mare, la “professione”, e perché no, la moglie insofferente, il vicino di casa, la reputazione. In realtà non esistono, non sono mai esistite, sono considerazioni che non avrebbero dignità in un mondo normale, eppure occupano la nostra mente, perché “l’essere” che Castaneda chiamava il Predatore, ci sussurra all’orecchio: ” Sii prudente, non rischiare, risparmiati”, alimentando il nostro istinto di sopravvivenza fisica, ma distruggendo ogni “tenuta” interiore. Dovremmo, dovremo, al fianco delle analisi meta politiche, politiche, economiche e culturali, sviluppare una forma di cura per l’animo appesantito di piombo dalla ideologia borghese. Il culto del distacco, dell’amore del pericolo, del rischio e del coraggio.
Chi scrisse “beata la società che non ha bisogno di eroi” era amico del giaguaro: un mondo senza eroi si consegna al nemico senza reagire, così come accade a noi in questa triste epoca. Lotta senza sosta, disinteresse per ogni forma di possesso ed accumulo, vite spartane votate allo scontro. Per dare forma e sostanza alle consapevolezze intellettuali c’è bisogno di gruppi di uomini votati ad un esistenza guerrigliera, perché le teste d’Idra non potranno essere tagliate dalla tastiera di un computer. Diversamente dovremo aspettare che il Mostro muoia da solo, che questo mondo imploda grazie ai suoi eccessi ed alle sue distruzioni. Ma così non ci sarà per nessuno né gloria né onore, due delle più importanti qualità che distinguono il Vir dalle bestie.

Marco Francesco De Marco 

Commenti
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antoniogentilucci@gmail.com
antonio.gentilucci (Registered) 18-07-2009 16:05

Ma bisogna anche intendersi su come ingaggiare la battaglia, e se e quando ingaggiarla. Jünger per rimanere alla citazione di Marco, ad esempio, non propone uno scontro aperto, "politico". Il suo personaggio è quello del Waldganger, poi evoluto in quello dell'Anarca,di colui che vive come un bandito dentro il Sistema, che è riuscito però a "disinnescare" dal suo Io. Non ne fa più parte, non è più guidato, è libero, ma non per questo si consegna ad una morte, se questa presumibilmente non porterà nessun beneficio.
Fabio Mazza (Registered) 18-07-2009 16:59

Mi piace molto lo stile di Demarco, nonchè la citazione di Junger che ricorda molto il richiamo verso il pericolo di Tristan, l'erore del film vento di passioni, su cui è recentemente uscito un articoletto negli approfondimenti.

Io credo che la prima,vera e grande forma di cambiamento sia personale, interiore e di resistenza ai dis-valori dominanti.

Anche perchè l'imposizione della propria volontà agli altri con la forza è foriera di produrre più danni di quelli che ci si lascia alle spalle, a volte.

In particolare il mio dubbio riguarda "si potrebbero assaltare, devastare..banche, finanziare, ipermercati.." spero che si Marco parli in senso simbolico e figurato.
Lungi da me uno stupido pacifismo o rifiuto dello scontro, non vedo nessun senso in un azione del genere, che vedrebbe le persone comuni in primis reagire con sdegno ad azioni di prevaricazione. In più se prima non si è spiegato cosa si sta facendo e il perchè, e se le persone non hanno riflettuto adeguatamente sulla realtà in cui vivono, cosa servirebbe?
A rendere noi invisi a chiunque, anche a persone oneste che ci vedrebbero come squallidi squatter o black block..la cui unica ribellione è quella di rompere le vetrine di una banca..reazione triviale e frustrata..comprensibile ma inutile.

Due: che il civile confronto democratico sia cosa inutile non lo ritengo una cosa vera. é inutile in una cornice di democrazia rappresentantiva, dove le opinioni si perdono negli interessi particolari e lobbistici, ma non in una democrazia, anzi in tante piccole patrie, democratiche dirette, dove la parola di chi vive il territorio avrebbe un peso.
Non vorrei che per contrario della democrazia rappresentativa si intendesse una dittatura o una oligarchia di segno opposto alla democrazia rappresentativa, ma sempre ugualmente soffocante della libertà individuale.

Altro dubbio, cosa si intende per esistenza guerrigliera?anche qui siamo nell'ambito della metafora?

Infine io credo che raccogliere gloria e onore si possa anche al di la di azioni "violente" di cui sopra. Un tipo di gloria e onore più sottili, ma altrettanto, se non più appaganti: il risultato di aprire più menti possibili alla realtà, per dare, finalmente, un nome al grido di dolore che si alza dalle loro anime.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 18-07-2009 17:18

Come tutti gli scritti di De Marco, anche questo è un pezzo di alta letteratura, vibrante di quell'indignazione che è indice di vera e profonda moralità. Condivido senza esitazioni la sua denuncia dell'occidente come del luogo della "più profonda e disumana forma di controllo dell'esistenza mai apparsa sulla terra". Qualcuno obietterà che i lager e i gulag furono peggiori (anch'essi del resto prodotti dalla cultura occidentale) ma la liberal-social-democrazia con tutto il suo ciarpame progressista e scientista ha demolito le fondamenta del vivere civile, ha mercificato tutte le relazioni umane, ha travolto i doveri per privilegiare i diritti, ha reso il mondo invivibile.
Tuttavia non mi convince l'anelito al gesto eroico che pervade questo bel testo.Gesti estremi di combattenti contro il sistema ne abbiamo visti negli anni Settanta. Ne vediamo ora nei guerrieri islamici che si imbottiscono di tritolo e si fanno esplodere coi loro nemici. Per la propaganda dell'Impero sono "vili terroristi", per la cultura che li produce sono "martiri". Ebbene, tutti costoro, negli anni Settanta come ora, sono strumentalizzati, infiltrati, utilizzati dal Potere. Fra i nostri Autori di riferimento possono esserci gli aristocratici estetizzanti Junger ed Evola, ma non solo. Un fin troppo famoso detto che ci viene dall'Estremo Oriente recita: "se hai un nemico siediti sulla riva del fiume e aspetta: vedrai passare il suo cadavere". La prospettiva più realistica è il crollo di questo sistema infame per le sue stesse contraddizioni, non per il gesto esemplare degli Eroi. C'è un eroismo della mediocrità quotidiana di chi non si piega ma lavora nel suo piccolo per preparare l'alternativa, per ricostruire sulle macerie. E' quanto cerca di fare chi milita in gruppi che non possono offrire onori e privilegi ma solo il conforto di una ricerca comune e di un comune rifiuto.De Marco è già un Eroe, un ribelle jungheriano. Non c'è bisogno di assaltare banche. Lo farà la massa esasperata quando la grande frana si abbatterà. Allora ci sarà bisogno di chi abbia la lucidità di analisi e la tempra morale per indicare altre vie.
stediludo (IP:87.0.147.243) 18-07-2009 19:20

Il problema della lotta, il problema di tutti i ribelli, gli antagonisti, ma anche dei tradizionali rivoluzionari, è, oggi, il problema di chi colpire, di chi costituisce il nemico. Infatti i "superiori invisibili" di cui parla Marco rischiano, al cospetto della megamacchina tecnocratica che si autoalimenta in cui oggi si risolve il mondo, di essere superiori, e quindi nemici, "anonimi". Anche i suoi servitori, i nemici visibili che dovremmo e potremmo colpire, rischiano anche loro di essere alla fine solo ingranaggi del sistema, vittime anche loro della megamacchina che ha come fine la sua sola ed idefinita riproduzione e che ormai quindi marcia per conto suo. Del resto questa è la visione da sempre sostenuta dallo stesso Fini, e ribadita nel suo ultimo romanzo: lì anche la cosiddetta Grande Mousse, il presunto "re del mondo" che governa il Mostro, in realà non governa un bel niente: anche lui è un semplice quanto docile esucutore del "sistema". Non a caso anche nel romanzo di Fini il Mostro muore per implosione, schiacciato dagli stessi meccanismi perversi che l'hanno generato e tenuto fino a quel momento in vita. E allora che fare? Non resta altro che aspettare la catastrofe e che, per la legge dell'eterno ritorno, proprio come nel libro di Fini, nuovi Dei risorgano e, in compagnia di una nuova umanità, rinizino una nuova storia? Ai noi l'ardua sentenza...
kulma (Registered) 20-07-2009 12:01

nonostante sia spesso molto distante dalle idee di de marco (anche se grazie ad una sua citazione, la stessa del post, ho imparato ad amare junger), condivido punto per punto questo suo scritto. alcuni punti convergono con quelli spiegati più o meno metaforicamente da kaczynski ne "la nave dei folli", il cui testo avevo postato tempo fa. complimenti davvero.
amugnolo (Registered) 20-07-2009 18:16

De marco, hai lanciato il sasso nello stagno. Risultato: cerchi concentrici che si allargano...e si allontanano.
Le risposte dicono di aspettare, poi chissa, su tutto va giu da solo si dirà che "noi l'avevammo detto che non poteva continuare così", trovandosi insieme ad altri centomila che diranno di averlo detto a tempo debito.
E' cosi che hanno ridotto gli uomini, è così che li vogliono.
Ci provi tu a spiegarglielo che si puo anche occupare la sede di una banca senza rapinarla, ma come azione simbolica che cerchi di attirare interesse sul problema?
Fabio Mazza (Registered) 20-07-2009 19:05

"occupare una banca". Non deliriamo perfavore.
Fabio Mazza (Registered) 20-07-2009 19:05

p.s. so che era in senso provocatorio.
amugnolo (Registered) 20-07-2009 19:21

Mazza, ma tu ci vai a prendere un caffè da solo?
La città è piena di delinquenti, sai.
Fabio Mazza (Registered) 20-07-2009 19:38

Eccome!
per fortuna vivo in un'isola felice..e poi sono naturalmente portato alla violenza..
aragorn (IP:79.29.3.69) 20-07-2009 21:14

Se ci fossero le condizioni per organizzare una rivolta popolare, di massa, decisiva tanto da modificare gli attuali assetti politici, istituzionali ed economici, io assalterei una banca, l'ambasciata americana, la sede dell'American Express, le basi Nato e tanto altro. E' un delirio? Forse. Io la chiamerei speranza. Tu comunque sai bene che non era una provocazione. Perchè in privato ti ho spiegato che io sono un soldato politico, che partecipa a Movimento Zero per contribuire al risveglio di quante più coscienze possibile, al fine di, per usare formule consolidate, abbattere questo Sistema. La via rivoluzionaria e guerrigliera oggi appare impossibile da realizzare, ma io confido che le crepe che il Sistema genera a se stesso cambieranno il quadro attuale. Se poi non saranno i movimenti rivoluzionari, ma l'autodistruzione, a causare la fine della dittatura bancaria e tecnocratica, ebbene io questo non posso saperlo. Tu cerchi continuamente lo scontro su questo piano, ed ora credo che un chiarimento sia necessario. Io non riconosco la repubblica italiana, che meglio farebbe a chiamarsi "colonia americana". Non riconosco la costituzione repubblicana, non riconosco il parlamento ed i deputati, non considero legittime le elezioni ed ogni altra forma di "finta libertà". Auspico che questo Sistema di controllo delle coscienze e delle libertà degli individui crolli. In attesa che precipiti da solo mi adopero, con tutti i miei limiti personali, su un piano intellettuale e metapolitico alla realizzazioni di elites consapevoli delle situazioni de quo. Se e quando delle elites rivoluzionarie saranno formate, allora si potrà procedere al piano successivo, cioè quello dell'azione. Quale sarà io oggi non posso saperlo, ma ad essa fin d'ora dedico la mia vita e consegno i miei ideali. Al momento giusto, se ci sarà in questa vita, vedremo ognuno di noi dove sarà. Nel frattempo però cerca di smettere i panni del piccolo borghese che ci richiama tutti alla compostezza istituzionale, perchè molti di noi sono di lungo corso, abbiamo decine d'anni d'idee ed ideali alle spalle, per sentirci dire che deliriamo dal primo che passa, che magari crede che la situazione cambierà grazie a Di Pietro e Travaglio e magari il mago Otelma.

P.S. Come al solito mi vorrai chiedere: "ma Massimo Fini pensa queste stesse cose? Ma Massimo Fini lo sa che tu scrivi queste tue opinioni sul nostro blog? Ma Massimo Fini..."? Se vuoi chiederlo a lui chiamami, ti darò il suo numero di telefono
Fabio Mazza (IP:93.149.19.176) 20-07-2009 21:33

Veramente io ho scritto che apprezzavo il tuo articolo.
E non cercavo nessuno scontro. Anzi paradossalmente le nostre idee sono molto simili.

Mi sono semplicemente permesso di notare come, nel contingente, assaltare un banca o un supermercato sia non solo inutile, ma anche controproducente.
Questo perchè la maggior parte della gente non ha la minima idea dell'oppressione in cui vive.
Io capisco la tua frustrazione nel vivere in un epoca che ha perso ogni grandezza morale, e condivido le tue idee personali (evoliane e non) e l'alto concetto di vir che esprimi.
Avrai notato il mio articolo negli approfondimenti. Sai a cosa mi riferisco.

Però occorre come recita una famosa massima dell Hagakure, vivere i tempi per come sono. Occorre usare flessibilità, senza tradire i propri ideali, per la loro applicazione ad una realtà complessa come è quella attuale.

Il piccolo borghese non l'ho fatto..e mai lo farò. In primis perchè vengo da famiglia operaia. In secondo luogo non richiamo nessuno alla compostezza istituzionale, caro Marco, esprimo semplicemente un parere.
Se domani andiamo in banca, mettiamo per assurdo. E la occupiamo, la gente ci guarderà come dei criminali, o dei disturbatori, non capirà un fico secco di quello che tu, io e gli altri pensiamo. Arriverà la polizia. Ci arresteranno. E per cosa? Per nulla. Perchè nessuno avrà capito cosa abbiamo fatto e perchè.
Verrà il tempo di azioni più incisive. Ma a mio modesto avviso qui siamo in una fase letargica, che va affrontata sul piano culturale e della sensibilizzazione delle singole coscienze.

In più caro Marco Mz, da quello che dice il manifesto, poi può pure essere diversamente, porta avanti il discorso delle piccole patrie e della democrazia diretta. Finchè mi dici non riconosco il parlamento ti seguo. Finchè mi dici nn riconosco la repubblica italiana ti seguo pure. Però forse sarebbe il caso di confrontarci e vedere qual'è il nostro progetto concreto per il "dopo" o la nostra alternativa, perchè distruggere è facile, costruire è difficile.

Questo per tutti: il fatto che io abbia in passato sostenuto la possibilità di "convergenze" su singole azioni con di pietro, travaglio ecc. non significa che loro siano miei riferimenti culturali, o che i miei ideali siano da loro incarnati, cosa che del resto si guardano bene dal fare, perchè al contrario di quello che pensa Barnard, che nella giustezza delle sue opinioni, a volte soffre di "complottismo", ne grillo, ne travaglio, ne di pietro, e nemmeno il mago otelma si preffigono di essere antisistemici.
Ciò non mi esime dall'apprezzare singole loro iniziative se perorano questioni che ritengo fondante.
Questo perchè come dovremmo essere tutti, sono un relativista nel vero senso della parola. E non parto prevenuto davanti a nessuno. Se i fatti mi dimostrano il contrario sono pronto a ricredermi.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 20-07-2009 21:34

Se c'è qualcosa che non è mancata negli ultimi decenni, questa è l'azione dimostrativa di individui e gruppi minoritari, talvolta azioni anche armate. Il gesto clamoroso ed eroico ci è ben noto. Non ha fatto altro che screditare la causa di chi si è generosamente ma ingenuamente sacrificato. Tutti i gruppi rivoluzionari armati erano infiltrati e gli infiltrati spingevano ad azioni sempre più violente perché facevano comodo al Potere. Oggi chi è più Guerriero e più Eroe degli islamisti che si fanno esplodere? Eppure se gli USA possono ancora sperare di vincere in Iraq è proprio perché gli iracheni, pur odiando gli americani, sono esasperati da questi metodi di lotta nichilisti e controproducenti. Stimo troppo persone come aragorn e amugnolo per non invitarle a considerare quanto sia eroica nel profondo la loro decisione di andare contro corrente, negando con un rifiuto meditato e viscerale la fogna verminosa in cui viviamo. Anche Mazza condivide questo anticonformismo, eroico in un senso più profondo di qualunque impresa estetizzante e dannunziana, o trucemente nichilista.
aragorn (Registered) 20-07-2009 21:56

La parola "delirante" ha dato il via alle precisazioni. Io non trovo delirante nè occupare una banca nè compiere ogni altra azione finalizzata al rivolgimento del quadro istituzionale esistente. Non si tratterebbe di azioni simboliche o dannunziane, come scrive Luciano, o dei fine settimana dei black block a comando. Solo per fare un esempio, il movimento rivoluzionario sciita capeggiato da Khomeini ha cambiato il quadro istituzionale persiano con una rivoluzione. Io spero che le popolazioni europee facciano lo stesso. Sono conscio che oggi non vi siano le condizioni pre rivoluzionarie che auspichiamo, e quindi mi adopero per crearle. Ma dobbiamo uscire dall'equivoco: prima o poi ci potrebbero essere condizioni diverse, ed io a quelle mi riferisco. In presenza di spazi rivoluzionari ci vorranno le menti dei sapienti ma anche i cuori dei ribelli, quelli veri, quelli che saranno capaci di salutare le mogli ed i figli dicendo: vado a combattere. Come è successo tante volte nella Storia. Assalti o vera e propria guerriglia potrebbero essere necessari, e chiamarle imprese estetizzanti o truce nichilismo significa trascurare gli insegnamenti della storia, oltre che dei codici cavallereschi e guerrieri che, almeno per me, valgono ancora qualcosa.
aragorn (Registered) 20-07-2009 22:01

P.S. Permettimi, caro Fabio, di aggiungere con leggerezza una considerazione. Una delle grandi tragedie del secolo scorso è stata quella rappresentata dal fatto che i figli degli operai hanno incominciato ad intendere la vita come dei piccoli borghesi.
Fabio Mazza (Registered) 20-07-2009 22:14

Il grottesco della situazione è questo: che io nn ho nessuna visione di qeusto genere.
Sono d'accordo con te che in certi momenti della storia ci voglia coraggio e azione. Il problema è che non è questo il caso. Tu mi dici: ci potrebbero essere prima o poi condizioni diverse. Lo spero.
Ma al momento mi limito a constatare la realtà. Squallida, che uccide tutto quello che è realmente umano e virile, quello che vuoi. Ma la realtà.

Altrimenti vorrebbe dire che scrivo articoli su Sertorio e su eroi antimoderni e sono poi borghese nel modo di pensare. O schizzofrenico.
Anche per me i codici guerrieri valgono qualcosa.
Ma vanno applicati alla realtà circostante. Non presi astrattamente e pedissequamente. Questo secondo me.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 20-07-2009 23:17

Caro De Marco, quello di Khomeini fu una grande rivoluzione, un movimento di popolo che portò moltitudini sulle piazze iraniane, finché lo Scià servo degli americani non fuggì. Noi stiamo parlando di altro. Quel movimento fu preparato per decenni dal lavorìo paziente e tenace non di bombaroli o di commandos, ma di persone che avevano il coraggio di andare contro corrente e di sensibilizzare le coscienze, con un lavoro quotidiano oscuro ma non meno eroico del gesto eclatante. Di questo si parla. Tutti noi aspettiamo con ansia il momento in cui saranno moltitudini esasperate a bruciare le banche. Spero di vivere abbastanza per vederlo.
Pucciarelli (Registered) 20-07-2009 23:47

Un tardivo ringraziamento a Kulma per aver postato a suo tempo "La nave dei folli" di Kaczynski !
aragorn (IP:79.29.3.69) 21-07-2009 00:33

Caro Fuschini, quello di cui "voi state parlando" riguarda poco il mio pensiero, e perdona la franchezza, mi sembra che c'entri poco con il senso del mio scritto. Come si dice, ve ne siete andati per i fatti vostri. Nessuno ha parlato di bombaroli o di commandos. I bombaroli non appartengono alla mia cultura ed alla mia tradizione; non è con queste figure e con queste azioni che si riacquista la libertà. Accade spesso che le tue interpretazioni siano nettamente in contrasto rispetto a quello che scrivo, e non capisco perchè. Grazie per la gentile spiegazione sulla rivoluzione khomeinista, l'ho citata proprio perchè volevo far capire cosa significasse in realtà la creazione delle elites necessarie alla ripresa di quella sensibilità e consapevolezza popolare che sono i requisiti fondamentali per avviare ogni rivoluzione.
E tu mi rispondi coi bombaroli...
Aggiungo che l'elemento "controllo psichico", che era il centro del mio discorso, che fiacca ogni reazione ed impedisce ogni rinascita, è stato totalmente trascurato, per dedicarsi al commento su questioni tutto sommato trascurabili, per di più da me nemmeno sostenute.
ottavino (Registered) 21-07-2009 09:23

E' difficile che la gente si ribelli a questa società e a questo stile di vita. Dopotutto offre un livello di vita mai raggiunto prima. Noi lo sappiamo che il conto da pagare sarà salato e prima o poi ci verrà recapitato, ma la maggioranza ci si trova benissimo qua.
Per lavoro, vendo cose nei mercati estivi al mare e li vedo i "borghesi", quelli che si possono permettere un pò di vacanze, gustarsi profondamente i loro gelati, perdersi nel vuoto delle vacanze, credere nel valore delle loro vite (che a me appaiono banali).
No, non mi piace il tono dell'articolo. Il "nemico" è molto difficile da combattere, perchè il nemico è la nostra abitudine alle "comodità", ai benefits moderni. Noi siamo il nemico.
L'unica è educare al "vivere parvo", insegnare che si può vivere di poco, dichiarare che chi consuma poco sta meglio di chi consuma molto. Il cambiamento dovrebbe venire conseguentemente. Ad esempio, io vivo senza frigorifero, lo sapevate che non è indispensabile, il frigorifero?.
Fabio Mazza (Registered) 21-07-2009 10:35

D'accordo con Ottavino
aragorn (IP:79.29.3.69) 21-07-2009 14:28

Il nemico non siamo assolutamente noi. Noi chi, tutta l'umanità? Semmai noi, come scrivevo, subiamo l'influenza del Sistema di controllo delle coscienze inventato per dominare i popoli. Quando diciamo che il nemico da combattere è la nostra abitudine alla comodità, parliamo di una condizione che si è realizzata grazie ad un'azione precisa. Anelata, organizzata, realizzata e tenuta sotto controllo. Da gruppi di uomini che, diversamente da noi, almeno in questo momento, esercitano il loro ruolo di elites dominanti. Generiche accuse di colpevolezza scagliate contro tutti gli esseri umani non aiutano la comprensione della strutturata e gerarchica struttura del potere attuale, che ha creato la modernità quale recinto invalicabile. Educare al "vivere parvo" è condivisibile, ma rischia di essere un palliativo. Educare, o meglio, ripristinare prima nei pochi della prima ora, poi via via a quanti più soggetti possibile, il senso di ribellione, da accompagnarsi alla riscoperta del coraggio fisico ed intellettuale, così da creare le condizioni per una ribellione di massa; questo è l'obbiettivo da ricercare senza sosta. Che poi non è alternativo, anzi ben si sposa, con la consapevolezza che il frigorifero, così come tante altre cose, non è assolutamente indispensabile.
amugnolo (Registered) 21-07-2009 17:09

Kulma, permetti anche a me di ringraziarti per la publicazione de la nave dei folli.
Scrive Luciano: "Stimo troppo persone come aragorn e amugnolo per non invitarle a considerare quanto sia eroica nel profondo la loro decisione di andare contro corrente, negando con un rifiuto meditato e viscerale la fogna verminosa in cui viviamo": nè siamo consapevoli da lungo tempo. "eroico in un senso più profondo di qualunque impresa estetizzante e dannunziana, o trucemente nichilista": questo ha invece un senso un po melodrammatico. In fondo lo scritto di De Marco è lucido e preciso: esiste una elitè dominante che non è visibile, ma sono visibili gli esecutori delle loro azioni e strategie. Nonostante la crisi a nessuno viene in mente di prendersela con loro. E spiega che questo avviene in quanto "noi agiamo secondo stimoli prodotti da loro": il famoso condizionamento psichico e mentale che si puo rendere bene indicandolo come spirito prudente e borghese. Se, anche noi che ci diciamo o siamo consapevoli, non lavoriamo su noi stessi per purificarci dalla nostra incrostazione borghese nei fatti, nell'agire, non potremo essere qualificati per nessun opera di sovvertimento o ricostuzione (ognuno scelga il termine che preferisce).
Per imparare il karate o la corsa campestre, abbiamo bisogno di allenarci, in palestra e nei campi, che non basta un buon libro che ci spieghi le tecniche e la storia di queste discipline. La tecnica e la storia sono state fatte da quelli che le hanno praticate. Quindi invita all' agire, magari nelle forme dettate dalla intelligenza dei momenti e delle situazioni, ma sicuramente intraprendere un cammino di riconquista di se stessi forzando e spezzando i condizionamenti di cui si è vittime. Sapendo che sono auspicabili momenti in cui è richiesta una dedizione totale (altrimenti parlare di un'altro mondo che vorremmo costruire risulterebbe una semplice masturbazione mentale), cominciare a mettere in corso opere di sensibilizzazione concrete con la gente e tra la gente. In fondo MZ è un movimento e non un giornale.
Il tenore complessivo espresso nei commenti (per fortuna non tutti) non mi è sembrato che proponesse niente oltre che prendere le distanze da certe "deliranti affermazioni".
kulma (Registered) 21-07-2009 19:05

di niente
Fabio Mazza (Registered) 21-07-2009 20:28

Beh in realtà caro amugnolo, se vai sul sito di MZ e guardi tra gli appuntamento, vedrai che la sezione locale di MZ di cui mi onoro di essere a capo, è piuttosto attiva..le iniziative tra la gente e per la gente, ci sono e sono lo scopo di un movimento.
Non ho proposto nulla, perchè non è questa la sede.
Ma nemmeno Marco, che pure stimo, ha prosposto nulla. Ha lanciato una riflessione. Ma anche li la programmaticità era assente.
anarca@hotmail.it
Martin Venator (Registered) 21-07-2009 20:37

Pienamente daccordo con l'articolo di De Marco e con i suoi commenti, oltre che con quelli di amugnolo.

"Ma bisogna anche intendersi su come ingaggiare la battaglia, e se e quando ingaggiarla. Jünger per rimanere alla citazione di Marco, ad esempio, non propone uno scontro aperto, "politico". Il suo personaggio è quello del Waldganger, poi evoluto in quello dell'Anarca,di colui che vive come un bandito dentro il Sistema, che è riuscito però a "disinnescare" dal suo Io. Non ne fa più parte, non è più guidato, è libero, ma non per questo si consegna ad una morte, se questa presumibilmente non porterà nessun beneficio."

E cos'è il beneficio? Potrebbe sembrare qualcosa di relativo, che cambia di persona in persona. Ma escludendo quelli borghesi, che in questo articolo vengono abbondantemente sbeffeggiati, ridicolizzati, smascherati nel confronto con il vero, basilare beneficio, resta solo questo: quello interiore, quello di tendere spiritualmente a qualcosa di superiore, di saldo, immutabile e dunque eterno, generatore di un senso di libertà sensa pari, che ce ne fa fregare della miseria materiale, della galera, della morte: a queste tre paure - generate dal mondo borghese che combattiamo a parole - si riconducono tutte le altre, di cui sono succubi anche i consapevoli, che difatti nei momenti delle scelte non fanno mai quella che vorrebbero.. ammesso che lo vogliano davvero.

"Lungi da me uno stupido pacifismo o rifiuto dello scontro, non vedo nessun senso in un azione del genere"

E' sensata per due motivi.
In primo luogo perchè ci mette davvero alla prova e qui permettetemi due citazioni:
"La vita non può aspettare che le scienze chiariscano scientificamente l%u2019Universo [...] la vita è sempre urgente. Si vive qui ed ora, senza possibile indugio né rimando. La vita ci è %u201Csparata%u201D a bruciapelo. E neanche la cultura, che altro non è che l%u2019interpretazione della vita, può aspettare" [Ortega y Gasset]
"Finché non ci si impegna, allora regnano l%u2019esitazione, la possibilità di tirarsi indietro, e sempre l%u2019inefficacia. A proposito di ogni gesto di iniziativa, c%u2019è una verità elementare, ignorare la quale vuol dire uccidere un%u2019infinità di idee e splendidi progetti: nel momento in cui ci si impegna definitivamente, allora anche la Provvidenza inizia a muoversi. Cominciano a succedere cose che altrimenti non sarebbero mai accadute. Un intero flusso di eventi scaturisce dalla decisione, portando a favore di chi si impegna ogni sorta di accadimento imprevisto, ogni incontro, ogni assistenza materiale, come nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Qualsiasi cosa puoi fare o sogni di poter fare, comincia a farlo. Nell%u2019ardimento ci sono genio, potere e magia. Comincia. Ora." [Goethe]
In secondo luogo perchè si dimostra all'esterno - a chi crede che questo sia l'unico mondo possibile, a chi è come noi e crede di essere solo - che ci siamo.. e stiamo benissimo!

"Se domani andiamo in banca, mettiamo per assurdo. E la occupiamo, la gente ci guarderà come dei criminali, o dei disturbatori, non capirà un fico secco di quello che tu, io e gli altri pensiamo. Arriverà la polizia. Ci arresteranno. E per cosa? Per nulla. Perchè nessuno avrà capito cosa abbiamo fatto e perchè.
Verrà il tempo di azioni più incisive. Ma a mio modesto avviso qui siamo in una fase letargica, che va affrontata sul piano culturale e della sensibilizzazione delle singole coscienze."

Un'azione del genere non si fa solo per la gente, ma si fa anche e innanzitutto per se stessi: come pretendiamo di liberare gli altri se non dimostriamo a noi stessi di essere liberi?
Siamo in una fase letargica? Siamo o sei?
antoniogentilucci@gmail.com
antonio.gentilucci (Registered) 21-07-2009 22:45

Scusa Marco, ma io non credo che la gente sia adagiata sulle proprie comodità per via di un disegno ben preciso, governato da pochi burattinai. Se ci fossero persone al mondo capaci di creare tutto questo, forse dovrei togliermi il cappello davanti a loro, pur continuando a combatterle. Ma non credo ci sia questo rischio. Semplicemente, come sempre è stato, ci sono quelli che lucrano da un sistema, e quelli che invece ne sono vessati...E oggi, convincere questi ultimi che sono vessati, richiederà pazienza, pazienza, pazienza...
ottavino (Registered) 22-07-2009 02:19

Se mi trovassi nel mezzo della rivolta, combatterei. Ma, onestamente, non mi sento in grado di indicare una società "ideale". Non siamo leninisti. Un progetto davvero rivoluzionario è qualcosa di troppo complesso per i miei neuroni.
Lo so che sono solo una pedina delle banche, che il potere ce l'hanno loro, ma devo anche ammettere che se la situazione è quella che è, questa è stata creata da loro!!
Quello che voglio dire è che anche se abbiamo "smania di protagonismo" (senza polemica, eh), perchè riteniamo di avere fatto delle scoperte essenziali sul funzionamento del sistema, restiamo degli emarginati! Restiamo pochi!
Quindi affiniamo questa nostra percezione e cerchiamo di comunicare cose pratiche....possiamo solo fare della guerriglia, lanciare qualche sasso...
alessio (Super Administrator) 22-07-2009 09:22

Condivido quanto scrivono Di Ludovico che cita Fini (il nemico è la macchina, il macchinista è un ingranaggio solo più privilegiato di noi, massa sfruttata) e Gentilucci (non c'è un disegno preordinato da secoli; aggiungo io: altrimenti basterebbe trasformarci in un commando e accoppare questa Spectre di pochi individui e saremmo a posto).
Alessio Mannino
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