Il tra(ns)monto dell’occidente

di Matteo Simonetti

29 ottobre 2009

Vorremmo vedere questo sole pallido e malato scomparire oltre l’orizzonte, ma questo Tramonto dell’Occidente sembra ancora lontano dal compiersi. Non muore ancora l’epoca modernista e illuminista, ormai ostaggio inconsapevole della tecnica e del mercato.
La nostra percezione del tempo non ci consente di afferrare la ciclicità delle civiltà che si susseguono. A causa della lentezza delle modifiche epocali, abbiamo la sensazione che nulla cambi e che Spengler, così come Evola e gli altri critici della modernità si siano sbagliati. Ci inganniamo, pensando forse che l’unico ad averci azzeccato sia stato Fukujama con la sua fine della storia.
Invece la situazione sta cambiando inesorabilmente e oggi sembra addirittura accelerare, a testimonianza della prossimità del collasso. Possiamo accorgercene solo se proviamo a guardarci dal di fuori, come spettatori della triste commedia alla quale stiamo partecipando, non importa se da comparse o da protagonisti.
Viviamo in una epoca di decadenza che è del tutto simile a quelle che la storia ci ha di  volta in volta mostrato: la tarda romanità imperiale del panem et circenses come unico valore e l’aristocrazia europea settecentesca tra tutte.
Oggi il marciume della modernità spande il suo olezzo sulla nostra quotidianità, costringendoci a celare i nostri lati migliori, le nostre più alte capacità e volizioni, perché in questa società retta dalla mediocrità e dalla bassezza, la loro inattualità ci porterebbe alla rovina. Il tanfo di ciò che si decompone ci arriva ogni sera con la televisione che, dopo aver creato e promosso il modello di donna oca-oggetto di piacere, si scaglia su chi la usa per quello che si è voluto che fosse. Ed è sempre lei, dopo aver osannato il vincente senza merito (quello del gioco dei pacchi o il Corona di turno) che critica chi in politica ne è l’incarnazione, perché fonda il suo successo su tutto meno che sulle capacità.
E’ proprio la politica a mostrare i segni più grandi della decadenza. Soffermiamoci sul significato sociologico e filosofico della più recente vicenda personale di un politico, quella di Piero Marrazzo pizzicato mentre va a trans. Prima un semplice sguardo sulla nostra classe politica e dirigenziale: Mele tra droga e prostitute, Sircana che contratta con il viados, Berlusconi e le squillo di Villa Certosa, Berlusconi e la sua prostata (connubio che suggerisce tristi piaceri vouyeristici), Berlusconi e Saccà intercettati mentre, in cambio del voto di qualche parlamentare, pagano con incarichi in Rai alcune prestazioni sessuali; e poi Boffo, che fa la morale allo stesso Berlusconi e si scopre molestatore sessuale, il giovane Elkann (il più elegante del mondo, Dio!) che tira la coca in festini con travestiti… Tutto ciò è solo il preludio all’entrata in scena del tema principale della fuga: la doppia vita del Governatore Marrazzo, che su Raitre distribuiva sermoni alle aziende sulla correttezza e la trasparenza, mentre in animati appartamentini distribuiva gridolini e migliaia di euro (vorrei dire in cambio di cosa ma mi autocensuro).

E’ una parata di esserini minuscoli e storti, sorretti dalle loro stampelle di denaro, capaci di impietosire tanto quanto i Freaks del film di Tod Browining, ma anche di farci incazzare, e molto. Ce li immaginiamo Pareto e Michels barcamenarsi nel tentativo di spiegarci che anche questa è a suo modo una élite? Riusciamo a pensare cosa avrebbero detto di loro, e soprattutto di noi che ce li meritiamo, le grandi guide politiche del passato, i condottieri e i capipopolo, pronti al sacrificio in prima linea?
Dobbiamo chiederci: ma sono tutti così? La risposta è no. Molti sono peggio. Altri non hanno questi orripilanti appetiti sessuali ma sono ugualmente stupidi e maldestri, privi di orgoglio, onore e rispettabilità. Tutti sono adusi a compromessi tali da azzerare ogni coerenza e inibire ogni spinta ideale. In tutti l’abitudine a sfruttare l’episodio e la contingenza, a fluttuare in superficie per garantirsi la sopravvivenza politica, impedisce ogni profondità di pensiero e trasforma il coraggio da virtù in zavorra.  Non vorrei criticare tanto la moralità di questi personaggi, anche se immagino che la moralità abbia un certo peso quando si è chiamati a gestire i beni e i destini degli altri, quanto la loro bruttezza, la loro mancanza di stile, la loro bassezza intellettiva. E’ un marciume non tanto etico, ma estetico e cognitivo.
Partiamo da quello estetico. Ma li avete guardati bene questi trans? Li avete ascoltatii nelle interviste? Avete presente la loro volgarità, l’artificiosità, l’aspetto grossolano e rozzo malcelato dietro il trucco e le operazioni di chirurgia plastica, la voce artefatta e nasale. Ecco la scena: Marrazzo con i suoi capelli ordinati che scende dall’auto blu, che si spoglia del vestito pure blu, il letto, i membri più o meno eretti in vario modo usati… e che vocaboli? Che gemiti? Quali ruoli? E poi, i cinquemila euro, in una busta? Sulle mani? Lo squallore della scena è enorme. La situazione è molto peggiore di quelle che richiamano alla mente Pasolini, animato da un amore per la semplicità della rozzezza tutto particolare, sicuramente sconosciuto al governatore regionale.
E’ forse qualunquista paragonare questi accattoni del sesso a Mussolini e le sue donne, però è divertente. La sessualità in un uomo è una parte essenziale. Non bisogna apprezzare Freud per capirlo né essere d’accordo con l’erotismo ascetico-iniziatico di Evola. La sessualità ha una relazione col fascino e il carisma, con l’attitudine al comando, con l’autorevolezza, con l’autorità. E’ lo specchio della relazione con il proprio corpo e con i corpi in generale, quindi con la natura e l’istintualità. Non si tratta di semplici gusti, checché ne dica Grillini.
Ma perché i trans? Per le strade le donne stanno scomparendo e lasciando il posto a loro, qualche cliente ognuno di loro deve pur averlo no? Dietro questo cambiamento delle inclinazioni sessuali, degli uomini, ce n’è uno filosofico, estetico e psicologico di grande portata. La vittoria del travestimento in genere, al di là della sua incarnazione sessuale, è figlia dell’ideologia progressista. La realtà del presente è per il progressista uno stadio da superare e lo stato di natura una barbarie da correggere. Per lui ogni persona che non diventa altro, che non supera la propria provenienza e non si ripudia come soggetto è esecrabile, retrograda, banale. Ecco allora il culto della trasformazione, del travestimento come cambiamento incessante. Il progressista dice: “io sono uomo ma posso essere donna perché mi opero o mi travesto, tu sei donna ma anche uomo per lo stesso motivo; io sono italiano ma anche straniero, perché esterofilo e per un’immigrazione indiscriminata, tu sei straniero ma anche occidentale, perché apprendi il consumismo prima del diritto; io sono ricco ma anche povero, perché ostento modi casual, tu sei povero ma anche ricco, perché ti compri la televisione al plasma con la finanziaria”. Signori, questa apoteosi del travestimento è il “ma anche” veltroniano che si fa carne. Il travestimento è infatti ostentazione di uguaglianza, disprezzo delle differenze, odio per ogni identità, ultimi strascichi di un delirio marxista morente che si riattizza con i francofortesi e Sartre per giungere ai vaneggiamenti del guru Vattimo, che si ricorda per il battibecco da checche con Aldo Busi. Tutta la filosofia che si definisce postmoderna è un unico grande attacco all’Identità, alla Verità e al Soggetto, quest’ultimo colpevole solo di percepirsi come ente unico, determinato, e non come somma di debolissimi “ma anche”.
La decadenza che la vicenda Marrazzo e quelle simili richiamano alla mente è quella di Nerone, Agrippina, Poppea, Spora e Doriforo, dei loro schifosi sotterfugi e segreti.
Ritornando ad oggi e al livello cognitivo di cui parlavamo, può governare bene uno che va a trans? Psicologicamente è proprio a posto? Sono solo “intime debolezze”? E’ intellettivamente normodotato uno che si fa beccare in via Gradoli, celebre insieme per tante vicende legate a scandali politici e oggi per essere una specie di bordello? Che prontezza di giudizio può avere un politico che paga un ricatto in assegni e non in contanti? Che lucidità ha uno che nega anche durante l’emergere del fatto, senza tener conto delle conseguenze?
Da parte mia, visto il valore della democrazia odierna, non ho nemmeno la consolazione, magrissima, di non averne votato nessuno.

Commenti
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martiusmarcus (Registered) 29-10-2009 11:38

Luciano Foschini ama la metafora della "frana" che prima o poi farà crollare questo sistema: ecco lì una crepa, eccone un'altra... altro non si può fare, stiamo qui a guardare e prima o poi... lui ci crede e fa bene a distribuire speranze a chi ne ha meno di lui. Il guaio è che si sbaglia: non di frana si tratta, ma di un lentissimo tsunami di - scusatemi - merda. La materia puzzolente a volte ci lambisce solo le scarpe, ma certe mattine non possiamo non accorgerci che il livello è salito di parecchio, e sale di anno in anno. Facciamo di tutto per non pensarci, ma il puzzo certe volte non ci fa respirare, e l'impressione è che la merda non voglia più defluire e che lentamente ci entrerà nella bocca, nel naso, negli occhi e ci sommergerà del tutto.
Quanti Signor M'Arrazzo ci ruotano intorno? E' più che possibile che tra qualche mese il Signor Mi Manda Rai Tre sarà in qualche modo recuperato, e allora la figura del M'Arrazzo acquisterà quasi un diritto di cittadinaza: abbiamo fatto l'abitudine ai Lapo, ai Corona e compagnia arrazzando. Se non acquisirà addirittura un alone di santità: che abbia fatto male a dimettersi e forse, se ci ripensa, dopo essersi purgato in convento, potrebbe ripresentarsi come sdoganatore dei transofili, magari con lo slogan "Io M'Arrazzo, arrazzati anche tu, perché no?"
stediludo (IP:87.5.139.216) 29-10-2009 12:16

Ma certo! Non avete visto che la moglie di lui, altra giornalista intruppata alla RAI, è stata accolta come un'eroina ad un convegno pubblico dove ha fatto l'altro giorno da moderatrice? Eroina per aver avuto i coraggio di "resistere" all'accaduto e di presentarsi in pubblico a continuare la sua vita di sempre, come se niente fosse successo. Ecco: dopo tutto non è successo niente. Cosa vuoi che sia? Una donna scopre che il marito va a trans da anni (con magari contorno di coca...) e lo ha già perdonato e continua la vita professionale di sempre. In altri tempi, in tempi in cui l'etica non significava moralismo (quello lo lasciamo ai Marrazzo e a quelli come lui che campavano facendo in tv la morale agli altri...) ma onore, coerenza e dignità, una donna in simili condizioni si sarebbe già suicidata (ovviamente previo suicidio del marito stesso...).
In ogni caso l'articolo di Simonetti (non di Fuschini, martiusmarcus!), davvero notevole, ha il pregio di saper affrontare certe tematiche anche della vile realtà quotidiana che ci circonda non dal solito lato appunto moralistico, ma "estetico" e "cognitivo", come dice l'autore. Perché lo schifo che ci circonda è innanzi tutto tale, estetico e cognitivo. Perché noi non vogliamo un mondo migliore, ma un mondo diverso.
daniela (Registered) 29-10-2009 14:53

Non voglio troppo spostare la vostra riflessione su questo aspetto della realtà che molto bene descrivete e che mi sembra proprio uno tsunami di merda. Mi soffermo solo un attimo, e non pretendo troppa attenzione, su di un particolare, ovvero la reazione della moglie di Marrazzo. Stediludo dice bene quando si indigna per la sua ostentata volontà di perdonare il marito, di continuare la sua carriera, accettando perfino fiori, a lei regalati a titolo di solidarietà. Non può esservi indifferenza di fronte ad un tentativo di compensazione extraconiugale di quel tipo. Se non lascia segni nel profondo una cosa del genere, allora non c'era niente da prima fra quest'uomo e questa donna. Non mi importa nulla di una relazione coniugale di una coppia nota qualunque, ma la ritengo emblematica, perciò ne parlo. Finto progresso in avanti, sono d'accordo con voi. Detto questo mi scandalizzo che possiate pensare che onore, coerenza e dignità vorrebbero che la donna si suicidasse. Se la realtà denuncia i propri fallimenti, secondo me è molto più grande il coraggio di colei che fa un bilancio e ne trae coerentemente le conseguenze, senza perdonismi di facciata né indifferenza ai comportamenti assunti e non emendabili, avendo un modello ideale di moralità che la guida nelle scelte. Oggi la donna non vuole essere semplice dipendente appendice del marito ma autonomamente confrontarsi con la realtà e decidere.
stediludo (Super Administrator) 29-10-2009 15:16

In effetti non volevo dire che l'unico comportamento onorevole sarebbe il suicidio. Andrebbe bene pure un bel calcio nel sedere e a mai più! Ma la mia preferenza verso il suicidio era dovuta al fatto che, visto che a quanto pare a Roma e dintorni della doppia vita del Marrazzo sapessero tutti, davo per scontato che anche la moglie sapesse. Converrai, cara Daniela, che se così fosse il suicidio - o altre forme di sparizione quanto meno pubblica se non proprio fisica e privata, e sempre di entrambi - sarebbe la cosa più onorevole.
Magmau64 (IP:93.33.5.219) 29-10-2009 15:56

%u201C È un maschio incerto, tremebondo, timoroso quello che oggi si presenta alla femmina trionfante. Fa pena. Ci vuole un bello sforzo di immaginazione da parte di lei per vedere in questi ameba il Maschio, il Vir, il Guerriero, il Principe Azzurro, il Protettore. Infine con l'inseminazione artificiale e le altre diavolerie genetiche il maschio sta perdendo anche la sua ultima e più vera funzione: quella di fuco. È un essere inutile.
Adesso al posto dell'uomo c'è solo un bambino che piange in silenzio. Ma a queste donne denaturate, ridicole nelle loro ambizioni da segretariette, è passata anche la voglia di fargli da madre.%u201D
Massimo Fini-Dizionario Erotico

Complimenti a Simonetti per il pezzo.
In questa vicenda paradigmatica c'è il corto circuito istituzionale (non lo definisco morale per pudore),come sottolinea Simonetti che con efficacia si chiede come sia possibile riconoscere autorevolezza e credibilità ad un amministratore che dopo pranzo si reca ad una marchetta dal trans (non c'è nulla di più urgente da fare per un governatore di una regione con oltre tre milioni di abitanti ?)e paga un ricatto con assegni.
Poi c'è l'aspetto patologico (intendendo come patologia l'esistenza stessa e le traversie che da essa derivano) che richiede un tentativo di lettura psicanalitica.
Il passaggio di Massimo Fini che trovo meraviglioso racchiude in una mirabile sintesi il dramma del maschio moderno, il paramaschio.
Al tempo stesso racchiude il dramma collettivo della mutazione genetica del genere umano,mutuata dala mutazione sociale avvenuta negli ultimi cento anni e il cui processo sembra essersi compiuto.
L'uomo ,transfugo,clandestino, si fa traghettare con mestizia e masochismo nel transessualismo.
Un giornalista de "il giornale" evidenziava (come fa Simonetti) la ciclopica ed imponente bruttezza di Brendona e di Natalì,in contrapposizione alla bellezza e alla femminilità assoluta della moglie di Marrazzo.
Marrazzo (o meglio il suo paradigma) non cerca un trans femmineo, il trans lo vuole esagerato, un circense e caricaturale marcantonio con attributi femminili debordanti di silicone , stranianti tra stature abonormi, irsutismo, voci cavernose (probabilmente) e magari membri esagerati(sicuro!!).
C'è un bimbo smarrito che piange ,c'è un traghettamento verso un'autopunizione severa ,quella del trans che presumo attivo?
Magari c'è quel prefisso "trans" ,quella volontà di andare al di là per il senso di inadeguatezza nei confronti , ad esempio, del padre tutto d'un pezzo, il Gio' Marrazzo,Uomo nella pienezza inequivocabile, non ambigua, del suo ruolo?
Credo ci sia un profondo legame tra il paradgima Marrazzo e le illuminanti considerazioni di Fini su un ordine naturale sovvertito..
Mauro
Annamaria (Registered) 29-10-2009 17:04

Mi complimento anch'io: con Simonetti e con Mauro, tra le poche persone che in questa vicenda hanno saputo cogliere l'aspetto davvero drammatico, al di là di una questione morale che mi lascia abbastanza indifferente, escludendo naturalmente le implicazioni relative al ruolo istituzionale, sulle quali si potrebbero fare diverse considerazioni.
Mi coinvolge e mi sconvolge molto di più la vicenda umana, sintomatica del sovvertimento di un ordine naturale che Massimo Fini denuncia ormai da anni, quasi totalmente ignorato ed inascoltato da un'opinione pubblica che è poi la stessa che sale sul pulpito, scandalizzata, ma che di fronte ai propri mali chiude gli occhi e non ha il coraggio, la forza di azzardare un minimo di analisi in chiave socio-culturale e, men che mai, psicoanalitica. Hai visto mai che si debba poi rimettere in discussione qualcuna delle nostre meravigliose conquiste! Una vicenda rappresentativa di una realtà molto più diffusa di quanto si possa credere, e proprio per questo così inquietante.
Aggiungo solo, per Matteo, che pur comprendendo le ragioni del suo implacabile giudizio, ben esposte nel pezzo, non sono affatto d'accordo sulla conseguenze che dovrebbero derivarne, se non altro per una questione di coerenza: la nostra società è messa così male, ma così male, che a volerla dire proprio fino in fondo sarebbe necessario un suicidio collettivo, trans o non trans, morale o non morale: per sottrarci tutti alla follia collettia di cui siamo vittime e portatori al tempo stesso.

Grazie
Un saluto
Annamaria
sillarion@libero.it
MarcoFerr (Registered) 30-10-2009 12:51

Lucido e drammatico.
Un pezzo meraviglioso che strappa brividi di rabbia.
Davvero complimenti a Matteo Simonetti.

La qualità degli articoli di questo blog è sempre molto elevata.
alessio (Super Administrator) 30-10-2009 15:45

Non condivido nulla della tesi dell'articolo. Nella storia dell'uomo la sessualità è sempre stata proteiforme e controversa, irriducibile ad etiche, estetiche e teorie di qualsivoglia natura (devo ricordare gli androgini, i castrati, i costumi privati irregolari dall'antichità in poi?). Ogni giudizio su questa materia finisce per essere, checchè uno ne dica, moralistico. La stessa categoria di perversione è di marca moralistica (Freud era un gran bacchettone sotto sotto misogino, anzi misofobo). Il "progressismo" non c'entra proprio nulla: l'uomo non è cambiato di una virgola, in questo. Si sono solo allentati i tabù e moltiplicate le occasioni di "trasgressione" (capirai...). Escort, trans e puttane varie: ma chi se ne frega!
Alessio Mannino
martiusmarcus (Registered) 30-10-2009 17:41

Per Alessio. La cosa incredibile su Freud è che basta aver fatto il liceo per sentirsi investito del dovere di sapere cosa ha detto... Come al solito: meglio non saperne nulla, piuttosto che saperne poco. Un bacchettone, dunque: uno che ha avuto il coraggio di nominare la libido e di farne - esagerando! - il motore principale dello sviluppo psichico. In un'epoca in cui si coprivano anche le gambe dei tavoli per evitare scandali! Se vuoi tenerti, Alessio, la tua idea che c'è una "sana" perversione polimorfa che attraversa inalterata e indomita ("in fondo non cambia nulla sotto il sole") tutte le nostre società, beh, sei liberissimo di averla. Anzi, possiamo considerare l'idea come l'odierno paradigma vigente e imperante sulla sessualità che questa società tende a trasmettere alle masse. Ma per carità lascia perdere Freud. No, anzi: leggilo! Posso consigliarti - se ne hai gli strumenti di base - la prima cosa che mi viene in mente su questi argomenti, "Contributi alla psicologia della vita amorosa (1910-191": lì Sigmund ti spiega chiaramente cosa spinge una persona ad andare a puttane, e magari a scegliersi quelle più "deteriorate" (come i trans all'epoca quasi inesistenti) per farci le cose che più possono sporcare e deteriorare chi le fa e chi le riceve. Scusa se mi sono permesso.
Ad Annamaria un saluto e un omaggio alla sua preziosa sensibilità. Credo che le spetti - a te come a tanti sul blog - una coscienza infelice e una altrettanto sfortunata resistenza controcorrente. Il suicidio collettivo (basta guardare la natalità degli indigeni occidentali) è già in atto: è un autogenocidio lento, strafatto, pieno di d'ignavia e di viltà.
Fabio Mazza (Registered) 30-10-2009 19:10

Per Marcus, caro amico freudiano..se vuoi leggere qualcosa di illuminante sulla sessualità leggiti metafisica del sesso di Evola..li ci sono anche dei riferimento a Freud..e alcuni dei motivi per cui non concordo con lui..
Gaetano (IP:82.59.15.140) 30-10-2009 19:57

Condivido il commento di MarcoFerr sulla qualità dell'articolo, ma nutro qualche dubbio su alcune tesi esposte dall'autore. In particolare quando pone i seguenti quesiti: "Ritornando ad oggi e al livello cognitivo di cui parlavamo, può governare bene uno che va a trans? Psicologicamente è proprio a posto? Sono solo %u201Cintime debolezze%u201D? " Sicuramente è sottintesa la risposta "no". Io direi, invece, che i gusti e gli appettiti sessuali non possono essere confusi con l'operato politico. So che sto per citare esempi troppo distanti nel tempo, ma Alessandro Magno, nonostante avesse un debole per Efestione, è stato in grado di creare un impero vastissimo. E che dire di Giulio Cesare? Anche lui dal punto di vista sessuale non era un "puritano", eppure... Con questo voglio dire che gusti sessuali libertini non generano incapacità di governo. Inoltre, il fatto che i politici odierni siano dei completi incapaci non dipende dai loro "vizietti".
Magmau64 (IP:93.32.232.51) 30-10-2009 20:37

E' vero,
la sessualità dell'uomo è sempre stata proteiforme e controversa.
Concordo anche sull'espressione "gli appetiti sessuali non possono essere confusi con l'operato politico"
Però, avrei due obiezioni a riguardo.
Una assolutamente prosaica.
Il problema,per un rappresentante delle istituzioni, non è andare con trans, castrati, eunuchi o escort siliconate.
Il problema è quando si frequentano ambienti marginali,dove l'illegalità è imperante, dove c'è traffico di droga, ricettazione, sfruttamento di corpi (uomini o donne ,non importa).
Io, molto ingenuamente ,trovo inaccettabile che un presidente di regione ( o con altri incarichi) bazzichi ambienti di questo tipo.
Trovo inaccettabile che vada bighellonando con migliaia di euro nei suoi pomeriggi di ozio..
Il fatto che lo faccia per soddisfare un appetito sessuale con donne ,con uomini o altro, è irrilevante.
Sono moralista?
Forse..
Riguardo all'immutabilità del "poliformismo sessuale",in realtà non sono così convinto che l'uomo non sia cambiato .
Non parlo di perversioni, non so se attribuire tutto questo al progressismo in senso stretto , ma sento di poter applicare un elemento sociologico a vicende compulsive come questa di cui stiamo parlando.
Quindi,non legate direttamente alla proteiformità primigenia dell'uomo..
Mauro
matteo (IP:82.55.86.74) 30-10-2009 21:04

Qualche precisazione: non ho parlato di perversione, perchè non c'è una norma se si esula dalla procreazione. L'omosessualità dell'antichità, nel fiorire delle epoche e non nel loro decadere, era molto diversa da quella odierna e i paragoni sono fuorvianti. Pensiamo alla grande distinzione tra ruolo passivo e attivo,al motivo dell'erotismo del pedagogo che è per noi oggi inconcepibile. Anche l'omosessualità associata ad ambienti militari (come quello delle SS naziste) è di un genere diverso da quello odierno. Quello che contraddistingue l'oggi è il "frocio", non l'omosessuale, la "checca" che invade la tv e la insozza con piagnistei e superficialità. E'la sostanzazione della passività e della frivolezza la quale, come ho spiegato nell'articolo, ha cause filosofiche e sociologiche legate allo stadio di decadenza. E' nella mente degli uomini che hanno perso la virilità, l'onore e l'orgoglio.
alessio (Super Administrator) 31-10-2009 13:31

Martius, ho letto abbastanza Freud per capire che di fondo era pieno, come avrebbe detto Nietzsche, di "moralina". Perchè se è vero come è vero che ha scoperchiato le grandi ipocrisie intime dell'uomo borghese, lo ha fatto per redimerlo dalle "malattie" psichiche. Che esistono, ma che hanno contorni nient'affatto scientifici come pensava lui, che sostanzialmente era un positivista. Ecco perchè, personalmente, mi interessa molto di più la psicanalisi junghiana.
Ma qui mi fermo perchè si sta andando fuori tema rispetto all'articolo, e sinceramente di fare un dibattito sul vecchio Sigmund mi interessa poco o punto.
a.m.
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