Il senso della terra e le madri assassine

5 gennaio 2010

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“Misera, dunque sei fatta di pietra, sei
Fatta di ferro, tu
Se al seme dei figli la mano tua ora la morte dà.
Che può accadere ormai di più terribile?”
Euripide, Medea

In origine le madri rappresentano il senso della terra. Quel loro potere occulto di consegnare alla vita esseri dotati di movimento, lega la loro essenza alle profondità della terra. Alle sue caverne, alle sue voragini, aperte verso il cielo così come l’utero si apre verso l’Amore. Attraverso la terra le madri sono legate alla norma, alla legge. Il loro essere canali di emissione di vita, di nutrizione di spiriti e corpi, di fioritura di guerre e rinascite, le affianca in un modo sotterraneo ed intuitivo alla statuizione del diritto, alla creazione ed alla difesa di un confine umano e quindi politico nel suo significato più alto. Carl Schimtt apre il suo “Il Nomos della Terra” con un riferimento concreto e simbolico, a questo legame sottile: “La terra è detta nel linguaggio mitico la madre del diritto […] la terra risulta legata al diritto in un triplice modo. Essa lo serba dentro di sé, come ricompensa del lavoro; lo mostra in sé, come confine netto; infine lo reca su di sé quale contrassegno pubblico dell’ordinamento”. La Terra è madre, di Uomini e di Stati; madre di confini umani e sovra umani.
Per questo, l’essere “donatrice” della madre, rende aberrante i continui omicidi di “figli”. Una follia che dilaga ed è lontana dalla ferocia dionisiaca delle Madri Greche. Medea, nella sua vendetta selvaggia, manifesta una passione, un amore dilaniante e profondo anche se infero e deviato – poiché l’amore non può essere se non amore del Tutto e di ogni cosa. Medea rappresenta un essere, o, meglio, una voragine dell’essere che pure può riempire di sé il cosmo. Oggi le donne, degradate e psichicamente spezzate, uccidono per il supremo nulla. Sono vittime del crollo collettivo della psiche e manifestano la rottura e la disintegrazione del filo che unisce l’Uomo alla sua Terra.
Ogni confine è vinto, ogni cosa ha perso la sua definizione, si perde nell’infinita ed indefinita analisi. La vittoria moderna sul concetto stesso di “confine”, che si fonda su una deviata volontà di potenza, instilla nella psiche collettiva ed individuale il rifiuto rabbioso di legami, limitazioni esistenziali, impegni.
Perfezione è, oggi, vivere nel limbo di una esistenza priva di contorni delimitati, sospesa nelle non-scelte, nelle non-decisioni, nelle non-responsabilità. In questa nuova costruzione onirica della perfezione esistenziale, un figlio non può che essere fonte di depressione e stanchezza. Quello che ieri era una ricchezza da ricercare, oggi è un oggetto invadente da sopprimere il prima possibile. Oggi una madre strangola il figliolo di quattro anni con il cavo di un caricabatteria di un telefonino. Nel suo essere drammatico, questo gesto ha perso la tragicità solenne che pure meriterebbe: è un gesto da compiere nel quotidiano, con un oggetto consueto.
La famiglia, antico deposito di Diritto delle Gens, originaria cellula deputata alla definizione ed alla difesa del Sacro Limen, è diventata ormai teatro di una strisciante guerra civile. Sulla quale insiste il silenzio colpevole dello “Stato”, becero “stato di polizia” senza potere; della Chiesa, colpevole ed ipocrita “custode” del nulla;  della politica; dei giornali. Dilaga la guerra di un popolo che ha perso il proprio volto. E che, paradossalmente, trova nei clan di immigrati, clandestini e non, il ricordo rinnovato del senso di unità familiare, di comunità, di stato.
Se è vero che la giustizia è una Dea da onorare, anche questa madre, come le altre,  pagherà il suo crimine.
Ma a cosa serviranno le nostre guardie, i nostri Tribunali, le nostre prigioni, in un mondo dove le madri, trasformate in demoni oscuri, convertiranno il potere che è loro proprio, sulla vita e della vita, in potere di Morte? Dove cercheremo il confine sul quale batterci se il fronte amico/nemico è nel nostro sangue?

Amanda Incardona

Commenti
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pablobras (Registered) 05-01-2010 13:14

Riflessione secondo me molto attinente e profonda.
L'infanticidio da stres è uno dei simboli più forti per diagnosticare la malattia della società moderna, in particolare quella yendenza in essa di andare contro natura.
Si normalizzano gli accoppiamenti perversi e si penalizza la naturale sacralità della famiglia naturale.
Il problema della sovrappopolazione credo sia la causa prima di tale degenerazione.
Hekate86 (Registered) 05-01-2010 14:48

Cito alla lettera dal nuovo libro di Umberto Galimberti,I miti del nostro tempo: " Nella donna,molto più marcatamente che nel maschio,si dibattono due soggettivita' antitetiche perché una vive a spese dell'altra: una soggettivita' che dice 'io' e una soggettivita' che fa sentire la donna 'depositaria della specie'. Il conflitto tra queste due soggettivita' e' alla base dell'amore materno,ma anche dell'odio materno,perché il figlio,ogni figlio,vive e si nutre del sacrificio della madre"
Nei tempi moderni i problemi derivanti da questa doppia soggettivita' di cui parla Galimberti si sono notevolmente acuiti per via dell'alienazione della moderna famiglia mononucleare e il sovvertimento dei ruoli tradizionali di uomo e donna che hanno provocato un'enorme squilibrio,a partire dai singoli per giungere all'intera collettivita'.
pablobras (Registered) 05-01-2010 14:56

Quoto il commento di Hekate e aggiundo che anch'io apprezzo molto il "maestro" Galimberti. Ho recentemente letto "l'ospite inquietante" sul nichilismo e i giovani. Quella citazione sul femminile già la conoscevo ma non mi è venuta in mente per inserirla. Brava Hekate hai fatto centro.
pablobras (Registered) 05-01-2010 15:09

Se la madre è la terra allora il bambino è l'umanità. Il bambino a perso il padre ( DIO ) e senza guida si comporta sempre peggio . Speriamo che il bambino cresca presto e ritrovi il buon rapporto con il padre che aveva nell'infanzia.
In questa fase adolescenziale l'umanità dovrà sbattere il naso contro i propri errori dovuti alla mancanza di guida. Dio è morto ma potra tornare e l'adolescente diverrà uomo recuperando il rapporto con la madre terra e Dio padre.
pablobras (Registered) 05-01-2010 15:10

...a me nella vita è andata esattamente così!
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 05-01-2010 16:28

Io non intendo il bellissimo scritto di Amanda Incardona come una dissertazione colta contro l'aborto o una semplice denuncia degli infanticidi nel quadro del problema demografico. Il senso più profondo è l'atto di accusa contro una civiltà che pretendendo prometeicamente di abbattere i confini e i limiti, scioglie anche tutti i legami. Quello è il passaggio decisivo, quelle sono le parole-chiave.
pablobras (Registered) 05-01-2010 19:02

...infatti, quando dico contronatura intendo anche e soprattutto la distruzione dei legami. Natura e tradizione, una forza e una garanzia per gli umani, vengono distrutti dalla modernità avanzata.
Gaetano (IP:87.7.17.111) 05-01-2010 19:34

Da che frequento questo blog, quella di Amanda Incardona è una delle riflessioni più profonde e pregnanti che mi sia mai capitato di leggere.
Al commento di Luciano Fuschini, vorrei aggiungere una considerazione. E' vero che la civiltà moderna preme fortemente per sciogliere e abbattere tutti i tipi di legami, ma bisogna anche riflettere sulla parte di responsabilità che in questo processo ha l'essere umano e nel caso di questo post, la donna.
La donna si è lasciata abbindolare dai falsi miti del femminismo, ha lasciato che gli appelli alla "uguaglianza" con l'uomo prosciugassero l'essenza sacra della sua entità. Rifiutando il suo essere Madre, il suo essere completamento "lunare" e "ctonio" dell'uomo ha contribuito a scardinare ulteriormente il già fragile equilibrio della famiglia moderna.
Ovviamente, vorrei sia chiaro che nel mio commento non vi è alcun atteggiamento da maschilista borghese ottocentesco, è solo un'analisi della parte di responsabilità femminile in questo caos odierno.
Il mio auspicio è che la donna possa tornare a tendere verso la sua identità primordiale, senza che questo la induca a sentirsi "inferiore".
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano le donne di questo blog e magari anche l'autrice del post.
Sara70 (IP:87.18.29.223) 05-01-2010 20:38

Un cordiale saluto a tutti,
leggo MZ da qualche mese ed è la prima volta che invio un commento. Credo che negli ultimi anni l'estrema mutevolezza e la velocità dei rapporti tra le persone e i popoli sta modificando tutti gli equilibri faticosamente conquistati sin dall'antichità. Il sistema sociale che ora viviamo è spersonalizzato, veloce, virtuale; un ambito dove tutto appare possibile, ma in cui c'è enorme difficoltà a realizzare le cose più semplici che definiamo banalità della vita quotidiana. E'proprio qui che nascono quei demoni che per essere calmati hanno bisogno del sacrificio di un bambino.E'l'abbandono, la superficialità, la globalizzazione, le illusioni e le disillusioni, la perdita dei punti di riferimento, l'egoismo, lo sfruttamento, il mondo economico che spinge l'essere umano alla continua costruzione-distruzione-ricostruzione della propria identità. Identità talora diverse a cui vengono imposte più flessibilità che convivono nella stessa persona e allontanano progressivamente da se stessi e dalle proprie origini. Le donne, a causa delle loro caratteristiche psicofisiche, a fatica resistono a queste instabilità e avvertono ancora di più l'isolamento,l'abbandono, il tradimento ed è proprio in questo frangente che spesso maturano la tragedia.
Hekate86 (Registered) 06-01-2010 10:58

Io non rimprovero al movimento femminista l'aver voluto liberare la donna dall'infima posizione nella quale la Chiesa l'ha relegata per secoli,ma l'aver ricalcato per intero il modello maschile senza tener conto dell'essenza sacra della sua entita',come dice Gaetano. Io sono contenta di tutti gli aspetti dell'essere donna,anche di quelli considerati negativi dalle moderne uome. Una donna che vuole essere simile ad un uomo e' un caso patologico,non un progresso.
mzpuglia@hotmail.it
pirata (IP:95.247.72.229) 06-01-2010 15:41

Salute a tutti, vi ringrazio dei bei commenti alla riflessione che ho fatto e condiviso con voi. Questo articolo rappresenta il concentrato di tutte le sensazioni, sentimenti, pensieri e moti di rabbia che si agitano in me ogni volta che osservo le donne muoversi in questo teatro da incubo che è il mondo moderno. Ogni situazione, che sia il crimine o il lavoro, la vita di coppia o la politica, è vissuta dalle donne in modo inautentico. Ovvero lontano dalla loro natura profonda. E' difficile descrivere quello che dovrebbe essere il cammino di una donna per riavvicinarsi alla propria natura sottile ed originaria, perchè la Donna è la sublimazione del mondo naturale in ogni suo aspetto mobile e manifesto, e quindi infinitamente colorato, enormemente spazioso, terribilmente profondo. Diciamo che oggi potremmo alimentare l'insofferenza profonda che le stesse donne provano fino al punto di attivare un rifiuto psichico radicale del sistema attuale della vita in occidente. Ne potrebbe nascere una rivoluzione!! Ma ci vorrà tempo. Gaetano dice bene quando accusa le donne di aver abbracciato i falsi miti del femminismo, però considera, anche lui, non per sua responsabilità, l'essenza profonda del femminile come esclusivamente"ctonia". Naturalmente in parte è vero, ma l'aspetto che mi interessava sottolineare in questo articolo è proprio la relazione tra l'aspetto legato alla terra della femminilità, e la fondazione e la custodia della Forma dello Stato. Non ci dimentichiamo che Roma Prisca basa il suo potere sulla chiusura del Fuoco primordiale e celeste nel Tempio, circolare, di Vesta. Proibito agli uomini, se non al Rex, e custodito dalle Vergini.
PER HEKATE: Il ruolo della chiesa nello snaturamento della donna è un discorso che richiederebbe fiumi di inchiostro. Ci si poteva liberare di tutto anche senza il movimento femminista. Grazie
Amanda Incardona
Fabio Mazza (Registered) 07-01-2010 15:52

é bello vedere che esistono Donne (non so se assolute, ma sicuramente integrali) che non solo non si sentono inferiori o sminuite a seguire quello che la natura ha predisposto per loro e che quando sentono parlare di "ruoli" non additano subito il malcapitato con accuse di maschilismo, laddove non cè nulla di più infame di una donna mascolinizzata, negli atteggiamenti, nei miti, nelle prassi di vita e nelle pseudo "libertà" (rectius libertinaggio). Che l'uomo sia principo attivo e la donna passivo, che la donna sia fonte di vita e natura, e l'uomo principio ordinatore di tale natura, non nasconde nulla di maschilista ma solo un'accettazione di come siamo fatti. Non accettare tali ruoli significa semplicemente andare contro natura, sarebbe come se un uomo volesse vestirsi da donna e partorire. Il fatto che in quest'epoca malata ci siano continui cambiamenti di ruoli, anche fisici, con donne che divengono uomini, e uomini che si fanno donne o transessuali, e addirittura esperimenti nel senso di rendere possibile il parto non solo senza il maschio (cosa già possibile da anni), ma addirittura nel corpo del maschio, fa ben intendere che società degenerata e senza senso viviamo. il problema è che ormai non ci sono più molti uomini e donne, ma solo maschi e femmine. e spesso il confine tra questi due generi è diventato molto sottile.
MarMar81 (Registered) 14-01-2010 22:18

Concordo pienamente con la tua analisi sull'essenza del movimento femminista originario. Purtroppo però hanno preso piede quelle correnti che, in un certo senso, potremmo definire "estremizzanti" e che hanno contribuito - anche se sarebbe molto ingiusto dar loro tutta la colpa - alle varie "crisi dei sessi" che periodicamente dobbiamo sopportare nella nostra società.
daniela (Registered) 09-01-2010 14:38

Scusate. Forse sono una che toglie un po' di sintonia ai vostri interventi.
Non faccio parte del movimento femminista ma vi provengo. Non so molto dei Miti, ma approvo la profonda verità contenuta nell'articolo di Amanda.
Continuo a non essere convinta che la colpa di tutto sia del movimento femminista, che voleva sì liberare la donna da lacci e lacciuoli, e sentiva di volerla riscattare dall' "infima posizione in cui si trovava" fino agli anni Settanta, come dice Hekate, ma non voleva eliminare le differenze, bensì rivalutarle. Solo alcune parti del movimento, come l'UDI ad esempio, parlava di emancipazione, di equiparazione all'uomo.
Il mondo d'oggi ha strumentalizzato quelle istanze.
Concordo con l'analisi di Sara e credo che Hekate e Amanda vogliano indicare agli uomini che c'è, da parte delle donne, e anche da parte mia, la necessità e la volontà di cercare un recupero dei rapporti naturali e familiari, che potrebbero essere rivoluzionarie, anche per la comunità.
Concordo su molti aspetti della denuncia di Mazza sulla confusione dei generi, denuncio i difetti della famiglia mononucleare segnalati da Hekate, ma ho la sensazione che gli uomini, qui sopra, si siano espressi, nella sostanza, per un ritorno puro e semplice al passato che, a mio avviso, non può ritornare e non dovrebbe ritornare. Se per essere rivoluzionari occorre una reazione, ben venga.
MarMar81 (Registered) 14-01-2010 22:19

Concordo pienamente con la tua analisi sull'essenza del movimento femminista originario. Purtroppo però hanno preso piede quelle correnti che, in un certo senso, potremmo definire "estremizzanti" e che hanno contribuito - anche se sarebbe molto ingiusto dar loro tutta la colpa - alle varie "crisi dei sessi" che periodicamente dobbiamo sopportare nella nostra società.
Fabio Mazza (Registered) 09-01-2010 14:48

Cara Daniela. Ben lungi dal definirmi rivoluzionario, vista l'accezione che ha preso tale termine nel mondo attuale, mi preferisco reazionario. Nella tua legittima domanda tra le righe si legge: volete voi uomini un ritorno ad una situazione del passato. La risposta è: dipende a quale passato ci riferiamo. Se è il passato recente o quantomento del millenio più recente, che ha visto l'egemonia cattolica relegare la donna a "tentatrice", a "senza anima" a "paria", e che conteneva in nuce i germi per una, in parte legittima rivolta dell'elemento feminile nei confronti di un mondo che la relegava a mera fonte di nascituri, ebbene no; non vogliamo questo, nè mai lo vorremo.
Se però si parla di ritornare ad una concezione in cui gli elementi maschile e femminile abbiano il loro posto e il loro ruolo, dove la donna non si senta sminuita quando le si parla di normale "subordinazione" (che non vuol dire inferiorità, ma naturale accettazione e comprensione della funzione e del ruolo del virile, laddove questo sia realmente tale e non una mera caratteristica fisica: per essere diretti non si è uomini perchè si ha semplicemente qualcosa tra le gambe in piu..)all'elemento maschile, ad una concezione che rivaluti la sacralità della feminilità e dell'elemento naturale e procreativo, tellurico, di cui la donna è portatrice allora si. Questo però presuppone che ci siano donne tanto intelligenti da capire che se, in tutte le antiche tradizioni precristiane, l'elemento virile è visto come ordinatore e regolatore della potenza "informe" e della vitalità feminile, questo non è per motivi che l'ignorante definirebbe di "soprafazione", ma per una mera constatazione delle differenze insite nei due generi e delle propensioni proprie all'uno e all'altro.
Sara70 (IP:87.18.32.121) 10-01-2010 11:24

Concordo pienamente la concezione dell'elemento virile visto come ordinatore e regolatore della potenza " informe" e della vitalità femminile. E'mera illusione credere di valorizzare le differenze sottraendole alle catene gerarchiche per disporle liberamente senza verticalità o segni di privilegio. E' la natura stessa che ha già definito tali differenze. Ma di fronte a questa espansione del "femminile" è anche la virilità che deve essere ricostruita recuperando gli aspetti maschili. Nell'attuale società il confine tra maschile e femminile è flessibile e ciò ha comportato un'omogeneizzazione delle culture e stili di vita, combinando fra loro mode, costumi e gusti( maschili e femminili) uniformando inesorabilmente maschi e femmine.
Fabio Mazza (Registered) 10-01-2010 15:03

Sono sempre più sorpreso,e piacevolmente, della crescente presenza feminile sul blog, a quanto pare il "gentil sesso" ci segue attivamente, ma interviene sporadicamente. E io che pensavo che l'antimodernità fosse un concetto difficilmente apprezzabile dal feminile attuale! Il fatto poi che gli interventi vengano fuori quasi tutti su un articolo dell'unica coordinatrice donna di MZ, fa riflettere.. Questo mi fa sorgere una domanda: intervenite poco perchè trovate poco interesse negli argomenti trattati, in quanto, in fondo in fondo un po "ridondanti" di virile? O l'argomento trattato è particolarmente interessante? Mi piacerebbe saperlo perchè stavo riflettendo sulla realizzazione di un articolo sui "generi"..
Comunque vi ringrazio per i vostri interventi, molto profondi, lucidi e sopratutto dimostrativi della comprensione che avete del vero significato della parola "ruoli" e della vera natura del feminile. Addiritura rimango esterefatto difronte all'intervento di Sara: davvero non mi sarei mai aspettato di sentire queste parole (sacrosante per me) in bocca ad una donna. Può essere che sia disilluso dalle donne che conosco chissà..
pablobras (Registered) 10-01-2010 20:37

....che donne fantastiche si incontrano su questo blogghe !
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