Un manifestante mancato

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Sabato 9 giugno ero tra gli esponenti di Movimento Zero che avrebbero voluto partecipare alla manifestazione anti-Bush rivendicando il diritto dei Talebani, e con essi di tutti i popoli, all’autodeterminazione. Non mi è stato permesso farlo, ma ho comunque tratto da questa esperienza alcune lezioni importanti.
La prima è che sono stato un illuso a credere che nel 2007 la contrapposizione ideologica destra/sinistra, fascisti/antifascisti, rossi/neri ed il relativo corollario di veleni e violenze fossero finiti. Questa lezione, che peraltro conoscevo già perché è storia vecchia e arcinota, è stata la prima della giornata, ma non l’ultima e neppure la più importante. Ho cominciato ad allargare la mia visione della realtà quando ho visto un parlamentare di Rifondazione parlare con il funzionario della Digos per ottenere il nostro allontanamento dalla “loro” piazza vuota.
Quando poi, recandomi in stazione, mi sono imbattuto nella coda del corteo dei “disobbedienti”, degli “alternativi”, dei “radicali di sinistra” che intonavano “Bella ciao” esibendo le loro consunte bandiere rosse, improvvisamente mi è sorto un dubbio. Ho cominciato a pensare che quello che mi era stato negato non era più un diritto, il diritto a manifestare e a oppormi, ma la facoltà di partecipare ad una kermesse.
Forse il sistema contro il quale credevo di battermi manifestando a Roma non vive solo grazie ai suoi dichiarati sostenitori, ai Bush e ai Prodi, non solo grazie a 60enni che giocano a fare gli squadristi contando sulla copertura del loro parlamentare di riferimento, ma anche per il contributo dei sedicenti disobbedienti, persino di quelli tra loro che arrivano a rompere vetrine o a scontrarsi con la polizia.
Forse senza tutti costoro il “Sistema” sarebbe già esploso, come una pentola a pressione che non si provvede a far sfiatare di tanto in tanto.
Forse è ora che chi vuole davvero essere Ribelle come noi di Movimento Zero si sottragga a questo patetico teatrino e gioco delle parti, smetta di essere involontariamente funzionale a ciò che vorrebbe distruggere. Alla fine, sul treno che mi riportava casa, ho tratto un sospiro di sollievo per non essere stato tra coloro che confondevano l’ora d’aria concessagli con la Libertà.

Andrea Marcon
Coordinatore Nazionale Movimento Zero

Commenti
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ROBERTO (IP:83.176.79.136) 04-07-2007 19:07

esatta sopratutto l'ultima frase. Non serve mescolarsi ai mezzi (v. manifestazioni tradizionali coi tromboni ufficiali) istituzionali, giustamente (!!!) essi ci respingono. Mentre non ci respinse certo il popolo di Vicenza o i No-Tav. Che i tromboni marciscano nei loro parlamenti su entrambi i lati, e nelle loro piazze vuote che noi non andremo pił a riempire. con stima.
Rob

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