Villaggi moderni

9 aprile 2010

A Riano, un paesino vicino Roma, si sta consumando una lucida follia, ovviamente trascurata da tutti i media nazionali: un intero villaggio sorto pochi anni or sono, costituito di un centinaio di villette di nuova costruzione, deve essere abbattuto perchè la Guardia Forestale ha accertato che i terreni su cui sono sorte queste case erano in realtà destinati ad uso agricolo. Pertanto le case devono essere sequestrate ai proprietari ed abbattute. Il fatto è che le concessioni edilizie furono regolarmente rilasciate dal Comune di Riano, e il Piano Regolatore fu regolarmente approvato dalla Regione Lazio. Il vizio infatti è anteriore. Le duecento famiglie che in buona fede hanno speso i loro risparmi per comprare una casa in regola rischiano ora di perdere tutto, casa e soldi. Noi non denunciamo solo il fatto che a pagare saranno esclusivamente gli ignari proprietari, e non i tecnici, gli assessori comunali, le banche, le imprese costruttrici o i notai -perchè così è già successo in casi analoghi in altre parti d'Italia. Noi non ci chiediamo come mai la Guardia Forestale si sia "svegliata" solo -guarda caso- quando le case sono state vendute e dopo che le ditte costruttrici hanno intascato i soldi, sebbene l'area edificata sia l'equivalente di circa duecento campi di calcio ed era sinceramente difficile non notarla già all'inizio! Noi andiamo oltre: noi affermiamo che le garanzie e le tutele dello Stato moderno, affogato sotto montagne di leggi vaghe, incomprensibili, parziali e contraddittorie, sono pura finzione, e che tutta la modernità è un castello di carta costruito sul nulla, in cui in ogni momento il "sovrano" individuo, qualsiasi cosa ottenga con il proprio lavoro, può perderlo un istante dopo, improvvisamente e senza motivo.

Comunicato di Movimento Zero

Commenti
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vasudevi@email.it
kafka09 (Registered) 09-04-2010 17:02

Questa paradossale situazione potrebbe risultare emblematica di ciò che Giorgio Agamben sulla scia di Carl Schmitt definisce il "paradosso della sovranità", e cioè il fatto che la vigenza dell'ordinamento giuridico poggi necessariamente sulla sua sospensione. La "normalità" della legge è in altri termini il risultato di una creazione ex-nihilo e l'autorità dello stato, al suo massimo grado, si esprime proprio nel suo ritirarsi dalla "norma" per stabilire una situazione eccezionale dove tutto è possibile. Una condizione analoga alla teologia negativa, in cui la divinità può esercitare la sua onnipotenza proprio perché per essa è sospeso ogni tipo di predicazione. Oggi credo risulti palpabile la sensazione di vivere in uno stato d'eccezione permanente ove all'espansione smisurata del diritto corrisponde una altrettanto smisurata esposizione all'arbitrio, alla violenza e al massacro...
pablobras (Registered) 09-04-2010 18:39

...i responsabili sarebbero da "accoppare" senza pietà. Il problema è scovarli...
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