Freedom House

10 maggio 2010

Il 3 maggio scorso si è celebrata la Giornata mondiale della libertà di stampa, per la quale come ogni anno l'associazione americana Freedom House ha stilato la graduatoria dei Paesi liberi e non-liberi. Tale ricorrenza intende ribadire che per tutte le altre libertà -dalle elezioni libere alla libertà d’associazione- la libertà di stampa è basilare perchè può mettere in pratica la sua funzione di controllo e vigilanza. Questa è la teoria. La realtà è ben diversa. Istituita nel 1993 dalle Nazioni Unite, quando il mondo oramai liberato dal comunismo poteva finalmente proiettarsi verso un futuro di pace e sviluppo, tale ricorrenza rispecchia la visione occidentale del mondo che vede al centro la "libertà" dell'economia e della tecnologia. La giornata mondiale ne costituisce una sorta di propaganda ideologica planetaria. La graduatoria annuale infatti ha un suo senso ma solo in questa ottica. Prendere per oro colato questa classifica è assurdo e pericoloso: la Grecia per esempio risulta un Paese pienamente libero, ma si trova sull'orlo del fallimento perchè la "libera" stampa per anni ha taciuto l'accumularsi perverso di un debito enorme, dato che denunciarlo avrebbe minato i fondamenti del sistema. Il "libero" Occidente non è che un sistema fra i tanti possibili, e la sua libertà vale -come per tutti gli altri sistemi- solo nei termini imposti dal sistema stesso. E' pur vero che la classifica dei Paesi liberi e meno liberi mette in luce aspetti preoccupanti che non possiamo ignorare, se non altro in senso strumentale -senza libertà di espressione, non potremmo nemmeno scrivere quello che pensiamo- ma noi dobbiamo andare oltre. In un sistema i cui fondamenti sono già corrotti e non-liberi all'origine, cominciamo a mettere in discussione economia, tecnologia e progresso e la vera libertà dell'uomo, libertà di essere e di pensare, sorgerà spontaneamente.

Comunicato di Movimento Zero

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