Banca del cibo? No, cibo della banca!
di Roberto Marrocchesi

22 novembre 2010

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Ogni volta che un qualche "vip" è visto mangiare un po’ di tofu, subito scrosciano gli applausi. Senz’altro si può affermare che le vecchie rockstar in cerca di mantener la linea o gli ex presidenti USA che hanno capito che c’è un nesso tra dieta e prevenzione dell’infarto, costituiscano un buon esempio da imitare, almeno che c’è chi ci tiene e ci pensa se non altro per sé (“We care”).
Al di là di queste belle notizie però, la situazione alimentare moderna mondiale è alquanto seria. Le vendite oggi dei cibi "Bio" in Europa ammontano solo al 2% dei consumi UE (26 paesi). In pratica, 21 M di € contro ad esempio 24 M di € in merendine confezionate. La realtà è ben altra cosa, ed è che la grande industria alimentare è la causa numero uno dello squilibrio alimentare, in pratica della fame, nel mondo odierno. Vediamo ora come il capitalismo finanziario dei disastri tragga vantaggio solo per il denaro in se’ dalla produzione di alimenti scadenti, purché altamente industrializzati.
Chi non l’avesse ancora fatto, si legga il libro del 2007 di Naomi Klein “Shock Economy, l’ascesa del capitalismo dei disastri”. In esso l’Autrice sostiene che fenomeni sociali straordinari come la guerra in Iraq e disastri naturali come i grandi terremoti, alluvioni ecc. siano sempre un’opportunità usata dalla grande industria attraverso i politici al potere da lei sostenuti per far passare nuove leggi straordinarie che mai sarebbero state accettate in situazioni normali. Questa forma di opportunismo sociale di solito è altamente apprezzata negli ambienti finanziari in quanto produttiva di lauti guadagni. Per l’industria alimentare il disastro da tramutare in grandi profitti è la penuria alimentare che affligge il Pianeta. La scarsità di cibo è stata sventolata sotto i nostri occhi da almeno 40 anni (senza tener conto delle antiche predizioni, del tutto errate, da parte di Malthus e altri corvi di sciagura) ma è ora assai più vicina a realizzarsi ovunque, facendosi sentire tanto nei paesi “in via di sviluppo” quanto in quelli sviluppati, cioè da noi.
Una delle strategie del capitalismo dei disastri è quella di attendere che i problemi si manifestino in tutta la loro gravità prima di passare all’azione. Infatti, non ci sarebbe sufficiente reazione emotiva per far passare misure in loro favore senza l’urgenza del disastro, e quindi mancherebbero i guadagni colossali. Pertanto si va dal “preoccupante” al “problematico” prima di arrivare a “disastro” nel loro linguaggio echeggiato da stampa e televisioni.  L’Escalation di termini conduce a una serie di misure d’emergenza spacciate per soluzioni – non c’è tempo, bisogna agire in fretta! Proprio quando c’è bisogno di studiare in dettaglio e di tanta moderazione, si agisce in fretta e furia.

Primo esempio: L’impoverimento dei contadini. I piccoli agricoltori a regime famigliare o simile in tutto il Pianeta non possono tenere prezzi che reggano la concorrenza con quelli dell’agricoltura aziendale industrializzata, di grande scala e altamente meccanizzata. Per salvarsi hanno due possibilità: una è quella di produrre alimenti da export, esotici in nazioni più ricche, allo scopo di accrescere i guadagni. In Italia ciò vale soprattutto per il vino. La seconda possibilità è quella di coltivar cereali per bio-fuel ovvero, trasformarli in carburante per motori a scoppio. Le sole vendite di terreni agricoli in Africa dell’ultimo anno ammontano per un terzo a terreni destinati a questo tipo di raccolti.
La Jatropha è una nuova pianta che viene promossa in Africa e Sud America come un aiuto per i piccoli coltivatori, produce olio facilmente convertibile in bio-fuel. La grande resa si trasforma però subito in consumi massicci di acqua e di pesticidi mentre i consorzi agrari vendono a vagonate semi di questa nuova “rivoluzione Verde” in paesi dove la fame è endemica, per cui diventa necessario importare cereali e alimentari dall’estero, sovente sotto forma di aiuti altre volte acquistati con maggiore debito. Indovinate chi paga, e indovinate chi ci guadagna.
Secondo esempio: l’aumento della popolazione. Avrete sentito dire che si proietta la crescita della popolazione mondiale oltre i 9 miliardi, secondo alcune stime, peraltro controverse e non certe, per la metà del presente secolo. Nove miliardi che ogni giorno si dovranno sedere da qualche parte a mangiare qualcosa. Anche questo problema è sempre stato rinviato al futuro fino a che non si presenta l’ennesima “crisi da aumento di popolazione”.
La soluzione rapida e definitiva è alla portata: basta mettersi a produrre massicciamente cibi geneticamente modificati che resistono ai parassiti, usano solo certi pesticidi e dovrebbero aumentare la resa: chi si oppone agli OGM farà così la figura dell’ecologista sentimentale, egoista e senza cuore che per le sue fisime - “non scientificamente provate” direbbe Veronesi – causa la fame dei poveretti…Intanto Monsanto ci fa un figurone. Peccato che la realtà sia completamente un’altra.
Terzo: I crescenti prezzi agricoli alimentari. La risposta qui è scambiare quantità con qualità. Si forniscono alimenti scadenti ma di massa ai più poveri, sempre provenienti da cibi molto trattati e industrializzati. Troverete sempre abbondanza di fast-food nei quartieri bassi, macchinette distributrici nelle fabbriche, merendine/immondizia nelle scuole. Il fatto è che i pochi che lavorano duro devono mangiare con poco e velocemente, mentre chi non lavora ha bisogno di ridurre al massimo la spesa alimentare. Aggiungi la mancanza di cultura, gli slogan fasulli piantati ad arte dalla pubblicità ingannevole e dagli “esperti” televisivi prezzolati, ed ecco che la povertà nutritiva ha tutti i sostegni che necessita; i signori del fast-food sono maestri di cibi saporiti ed economici.
I governi dal canto loro continueranno sempre a finanziare con aiuti di Stato carni, latte e pollame per rassicurare il grande pubblico con la presenza di alimenti familiari sulla tavola, anche se l’evidenza scientifica e dei fatti ha provato da tempo che questi consumi in eccesso siano malsani e apportatori di patologie degenerative. Lo continuano a fare perché l’industria alimentare li appoggia e finanzia completamente attraverso i finanziamenti alle campagne elettorali dei politici, e questo vale per tutti gli schieramenti e partiti indistintamente. Si sta già configurando infine una pseudo-Linea Verde nei fast-food per giovani ed ecologisti dilettanti, a base di banco delle insalate, burger alla soia OGM e ben presto avremo pannelli solari ed eliche eoliche vicino alla grande M a forma di tette appetitose simbolo di McDonald’s.
Quarto: Le riserve di pesce in esaurimento. Enormi navi-officina solcano i mari espellendone i piccoli pescherecci, esaurendo le scorte e massacrando le riserve di piccoli pesci in crescita col metodo della pesca di massa industrializzata. Su di esse il pescato è lavorato in catene di produzione fino al prodotto pronto surgelato magari anche precotto. Questa politica estrattiva produce immani squilibri ambientali e sprechi, con conseguente impoverimento del patrimonio ittico. Una seria politica di autocontrollo della pesca con metodi e calendari precisi permetterebbe di conservare il patrimonio di pesci in riproduzione, ma onde tenere altissimi i ricavi bisogna invece allarmare il pubblico con le false notizie per cui l’industria ha già pronta la nostra salvezza: il pesce OGM! Pronto su ogni tavola, le ultime pastoie e scrupoli dei tradizionalisti (oh come son lenti, questi antimodernisti e antiprogressisti, non vedete che il mondo ha fame e noi grandi forze del Progresso lo sfameremo?) cadono in fretta, tra poco FDA (Ministero dell’Agricoltura USA) approverà senza riserve. Avrete salmoni a crescita rapida, dimezzata come tempi e di maggiori dimensioni; magari poi lo scienziato del progresso inarrestabile penserà ad un nuovo modello di salmone con le zampe in modo da uscirsene dall’acqua da solo, così avremo pescatori in esubero a cui penserà la cassa integrazione mentre i salmoncini tutti in fila se ne entreranno nelle fabbriche automatizzate, sulle loro zampine. E’ un sogno, per ora, ma presto... Un maiale più umanizzato anche per farne organi simil-umani da trapiantare (mi raccomando anche la faccia, signori politici!) ed una capra da latte chimicamente simile a quello umano sono già in fase sperimentale avanzata. Aspettiamoci di vedere dei bimbi brucare l’erba nelle aiuole del giardino di casa, e bimbi molto, molto ubbidienti che si muovono tutti insieme, come un gregge…
E’ importante che tutti coloro i quali nutrano una qualche preoccupazione per il futuro del pianeta, per la qualità di vita e di alimentazione umana non permettano a questi argomenti di scivolare nel dimenticatoio o nelle chiacchiere da bar o peggio nelle polemiche televisive. Si dovranno scoprire nuove maniere di comunicazione in modo anche di trasmettere al pubblico una nuova educazione alimentare non più fondata sul “mangiare di tutto un po’” perché in realtà l’industria decide quel “tutto” e lo incanala verso le sue precise scelte di profitto, facendoti poi credere che “si è sempre mangiato così”. Questa è la grande opportunità che ci sta dando la Grande Crisi in atto ora e per molto tempo ancora. Se no, a che servono le crisi, se non a riflettere?

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paolo.enrico.costa@gmail.com
paolo883 (Registered) 23-11-2010 09:29

Ma come, anche voi a pensare che un'alimentazione vegetariana possa prevenire efficaciemente l'infarto? Vi consiglio di leggere qui: http://www.westonaprice.org/abcs-of-nutrition/265-myths-a-truths-about-nutrition.html
fengshuitherapy@gmail.com
Misopickle (Registered) 23-11-2010 14:27

@ mr Costa. caro amico, se avessi letto tutto l'articolo non fermandoti alla 5a riga, avresti notato che il cuore dello stesso era la lotta al capitalismo dei disastri, non l'avvocatura del vegetarianismo che tu tanto detesti, e che non è argomento cruciale del Giornale. In ogni caso rispondo al ridicolo articolo della WEPF citando come da testo linkato, il suo ex defunto direttore, che nelle note bio vantava la sua dieta ricca in burro, bistecche di bufalo e vari grassi animali, povera di verdura e frutta, notoriamente cibi pericolosi e nocivi, nonchè la sua salute di ferro...infatti è deceduto prima di compiere 40 anni, di ictus. Buona bistecca a te, guarda che credere a certi teorici si arriva poi a credere a Babbo Natale, che era un impiegato della Coca Cola !
Misopickle (Registered) 23-11-2010 14:29

dimenticavo scusate, il link di risposta

http://www.vegsource.com/news/2009/11/reflections-on-the-weston-a-price-foundation.html
paolo.enrico.costa@gmail.com
paolo883 (Registered) 23-11-2010 15:26

So benissimo che l'articolo non era su questo, ma mi fa specie che su un blog che fa della ribellione al pensiero unico la sua ragione di essere (che per inciso è il motivo per cui lo leggo) si dia ancora spago alla bufala dei grassi animali che farebbero venire l'infarto. Il caso aneddotico da lei riportato fa il paio con migliaia di Masai che vivono allegramente (almeno quelli che seguono ancora la loro dieta tradizionale) e in fantastica salute (sono i più forti corridori al mondo) nutrondosi di latte, carne e sangue.

Saluti,

Paolo

P.S. sulla bufala del colesterolo le case farmaceutiche hanno realizzato profitti spaventosi alle spalle dei poveracci che prendono le statine pensando che gli facciano bene.
paolo.enrico.costa@gmail.com
paolo883 (Registered) 23-11-2010 16:26

Sono andato a vedere la storia della morte di Stephen Byrnes che ignoravo. Al di là dell'ignobile sciacallaggio che si trova qua e là sui vari siti vegani, ho trovato che il tipo era un ex vegetariano e aveva parecchi problemi di salute prima di avere l'ictus.

Penso che sarebbe meglio evitare di fare della facile ironia sulla morte di una persona per dimostrare una tesi. Io per esempio quando discuto di queste cose evito di portare ad esempio la storia di un famosissimo medico vegetariano americano a cui è stato trovato un polipo al colon.
max (Super Administrator) 23-11-2010 16:57

Mi accodo alla precisazione dell'autore dell'articolo, sul fatto che lo stesso non riguarda tanto il vegetarianesimo quanto il rischio di una sofisticazione alimentare che tocca più la grande industria che le scelte di vita. In ogni caso, la stessa grande industria è responsabile di uno stile di alimentazione iperproteico e zeppo di grassi -non a caso molto in voga negli states, regno incontrastato delle multinazionali- che non giova certo alla salute, e questo senza essere vegetariani (come io di fatto non sono). Si può pensare ad un'alimentazione più equilibrata -credo fosse questo il messaggio dell'articolo-senza abbracciare il vegetarianesimo, che comunque resta una scelta individuale insindacabile. Proselitismo sul vegetarianesimo del resto in questo blog non se ne fa: mangiare carne e grassi non è un vizio moderno ma è una tendenza umana, e non ha senso metterla in discussione. Se mai, si può indicare la soluzione ad uno squilibrio incontestabile.
Per quanto riguarda i Masai e la loro alimentazione, sono assolutamente d'accordo con paolo enrico, preciso però che i Masai stanno all'aria aperta tutto il giorno e probabilmente bruciano molte più calorie di noi -infatti sono tutti magri- per cui la loro alimentazione si adatta bene al loro stile di vita.

paolo883 (IP:217.111.139.241) 24-11-2010 12:47

Preciso per la seconda volta che so benissimo che l'articolo parlasse d'altro, ma dal momento che non sono d'accordo su alcuni aspetti mi sono permesso di intervenire, anche perché le mie argomentazioni hanno, a mio avviso, tantissimi punti di contatto con le battaglie portate avanti da Massimo Fini e da MZ.

Mi scuso anticipatamente se questo commento possa essere considerato parzialmente off-topic rispetto all%u2019articolo, ma penso che siamo comunque argomenti abbastanza interessanti che possano anche aprire un bel dibattito.

Vado con ordine: un po%u2019 di mesi fa, vedendo che il mio fisico stava iniziando a battere la fiacca in modo inequivocabile, ho deciso di occuparmi seriamente della mia dieta e ho letto un po%u2019 di tutto. Essendo un assoluto ignorante della materia, avevo il vantaggio di poter osservare e valutare fatti e opinioni senza pregiudizi e senza alcuna ideologia da difendere.

Ho immediatamente realizzato che qualcosa non quadrava. Gli studi che a loro dire dimostravano il rapporto di causalità tra il consumo di grassi saturi (burro, lardo eccetera) e le malattie cardiache erano in realtà semplici osservazioni epidemiologiche su dati assolutamente insufficienti (quando non esplicitamente aggiustati, vedi il Seven Countries Study di Ancel Keys). Non esiste alcuno studio controllato che dimostri inequivocabilmente la relazione. Ma dal momento che era politically correct stabilire che i grassi animali fossero dannosi (e qui entra in gioco l%u2019ideologia vegetariana che si stava imponendo), tale teoria ha preso piede nel main stream della comunità scientifica ed è diventata dogma. Chiunque osasse metterla in discussione si vedeva immediatamente privato dei fondi e veniva emarginato.

E naturalmente qui entra in gioco l%u2019industria alimentare. Guarda caso gli alimenti dannosi erano quelli naturali, mentre la comunità scientifica ha iniziato a difendere i cosiddetti grassi trans, orribili prodotti industriali, che non avrebbero causato danni all%u2019organismo. E infatti gli scaffali dei supermercati si sono immediatamente riempiti di prodotti %u201Clow fat%u201D, margarine artficiali, oli vegetali vari (ricordate l%u2019Olio Cuore?) acquistati e consumati a cuor leggero dall%u2019ignara popolazione. E il consumo di burro e uova ha iniziato inesorabilmente a scendere.

Abbastanza significativo quanto successo a McDonald. Prima del delirio low fat le patatine venivano fritte nel sego di bue, poi sono stati costretti, loro malgrado, a passare ad un grasso trans, molto dannoso per la salute.

Ma non solo l%u2019industria alimentare ha tratto profitti dalla situazione. Anche l%u2019industria farmaceutica ha iniziato a produrre farmaci che fossero in grado di abbassare il colesterolo, e i medici giù a scrivere ricette (il Lipitor è uno dei farmaci più venduti al mondo). La cosa comica è che il colesterolo è una sostanza assolutamente vitale per l%u2019organismo e, tanto per fare un esempio, il colesterolo delle persone che si tolgono la vita è in media piuttosto basso.

Naturalmente ho provato a cambiare dieta. Ho ridotto i carboidrati a non più o meno 100g al giorno, sostituendoli con grassi animali (burro in primis di cui faccio un consumo imbarazzante). Il risultato è stato veramente sorprendente (anche facendo la tara con eventuali effetti placebo), tanti piccoli disturbi gastrointestinali sono improvvisamente spariti e la mia energia, sia fisica che mentale, è aumentata.

D%u2019altra parte non credo sia così strano. Nei secoli passati i ricchi vivevano a lungo consumando selvaggina a volontà, mentre la polenta veniva lasciata ai poveri che non potevano permettersi niente di meglio (e infatti stavano male e morivano presto). La margarina è stata inventata proprio per permettere ai poveri di mangiare grassi, visto che il burro non riuscivano a comprarselo.

Quando si parla di un%u2019alimentazione genericamente ricca di grassi, è bene sempre specificare di che tipo di grassi si tratta. Ci sono infatti grassi buoni (i grassi animali naturali e gli oli vegetali extra vergini) e i grassi cattivi (di solito oli vegetali estratti con procedimenti chimici). Questi ultimi sono usati copiosamente dall%u2019industria e vanno evitati come la peste. Invece la distinzione tra grassi saturi (cattivi) e grassi monoinsaturi e polinsaturi (buoni) è una stupidata grossa come una casa.

Per quanto riguarda la sostenibilità, qua si dicono cose abbastanza interessanti: http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2010/sep/06/meat-production-veganism-deforestation

Ciao e mi scuso ancora per il lungo commento.
Giovanni Marini (Registered) 24-11-2010 15:49

Caro Paolo, le tue considerazioni mi trovano solo parzialmente d'accordo. Se è vero che non ci sono studi significativi su dieta e malattie cardiache è vero però che ce ne sono molti che mettono in relazione l'ipercolesterolemia e la cardiopatia ischemica (infarti, angine, morti improvvise). Il colesterolo è una sostanza naturale, indispensabile alla vita, sono le alterazioni di esso e dei lipidi in generale che aggravano il rischio di cardiopatia. Le alterazioni dei lipidi sono principalmente dovute a mutazioni genetiche che si trasmettono ereditariamente e che sono ben codificate, la dieta vi svolge un ruolo ma è del tutto secondario. Io stesso ho a casa l'esempio di mia madre con colesterolo alto sebbene sia magra e abbia sempre mangiato in modo parco e senza grassi animali.
E' nella terapia di queste forme che entra in gioco la dieta la quale può ridurre di una certa percentuale il colesterolo e consentire di fare a meno delle statine almeno nei casi meno gravi.
Non sono d'accordo sulla tua critica del Seven Countries. Questo è uno studio che ha coinvolto migliaia di persone per decenni, pertanto ha una notevole forza indicativa. E non è il solo. Considera che nell'ipercolesterolemia familiare omozigote (una forma rara per fortuna) lo sviluppo di aterosclerosi coronarica si ha già nell'infanzia con infarti che colpiscono i bambini. Un discorso a parte è il valore che si dovrebbe considerare come soglia per il trattamento. Qui effettivamente ci sono opinioni, non certezze. Quanto alle responsabilità dell'industria alimentare e agli interessi dell'industria farmaceutica mi trovi d' accordo.
Giovanni Marini (Registered) 24-11-2010 15:53

Complimenti a Marrocchesi per l'eccellente articolo, aggiungerei che anche la presente crisi economica si inquadra in quest'ottica. Essa offre alle forze del grande capitale l'occasione di chiudere definitivamente la partita con le conquiste giuridiche e sociali dei ceti più deboli realizzate dal dopoguerra in poi e sostanzialmente preservate fin verso la fine degli anni 80. E per di più col loro consenso! Milioni di persone spinte dalla paura accetteranno qualsiasi cosa pur di conservare i propri stracci. Lo spartiacque è il 1989, anno del collasso del comunismo mondiale. L'insperata fine dello storico nemico internazionale e la metamorfosi in senso liberista (si badi bene, neppure socialdemocratica) dei partiti comunisti nazionali apre la strada alla privatizzazione dell'economia che fino a quel momento era sostanzialmente dominata dalle grandi imprese e banche statali o partecipate dallo Stato. E' appena il caso di ricordare che fu l' IRI (un conglomerato di aziende statali) a guidare la ricostruzione del Paese e porre le basi del successivo boom economico di cui siamo ancora debitori come padri o figli di quegli uomini. Ecco, questo deve finire perchè il vero potere non è tale se non è assoluto. Non esiste che lo Stato, cioè la collettività, noi, possiamo guidare, che dico, neanche minimamente condizionare l'economia della Nazione. Ma il dramma è che non assistiamo a una guerra dei ricchi contro i poveri, perchè questa non è guerra, è un massacro senza resistenza, senza onore; siamo pieni di paura e speriamo di farla franca (statevene buoni, ci dicono, altrimenti chiudiamo la fabbrica e la trasferiamo in Romania), siamo divisi, schiavi del privato contro schiavi dello Stato, schiavi italiani contro schiavi cinesi, miserabili del primo contro miserabili del terzo mondo, e per le classi medie la prospettiva è un impoverimento generale. E sullo sfondo una classe politica parassita e schifosa come un cesto di lumache. Non c'è l'ombra di un leader politico, non c'è possibilità di cambiare le leggi, non c'è possibilità di organizzarsi, non c'è possibilità di farsi ascoltare. Il rullo compressore del Potere criminale avanza incontrastato fino a quando non sarà ristabilito l'ordine naturale delle cose: i ricchi governano e gli altri non devono rompere le palle.
paolo883 (Registered) 24-11-2010 16:44

Caro Giovanni,

ricorda che correlazione non vuol dire causa. Esiste ad esempio una fortissima correlazione tra la calvizie e gli attacchi di cuore, ma certamente questo non significa che i calvi siano più a rischio degli altri in quanto la variabile che lega queste due variabili è l'età (più sei vecchio più sei calvo e più sei vecchio e più sei a rischio di attacchi di cuore).

I valori limite del colesterolo sono vergognosamente bassi, messi lì ad arte per vendere farmaci e spaventare la gente che è sempre più medicalizzata. Quando gli studi non riescono a dimostrare le correlazioni, invece di mettere in discussione l'ipotesi si abbassano ulteriormente i limiti (pazzesco).

Per quanto riguarda il Seven Countries, è provato che Ancel Keys abbia usato solo i dati dei paesi che gli davano la correlazione positiva e ha ignorato quelli che gli sballavano le statistiche (tipo Francia e Svizzera).

A proposito di Francia, è abbastanza evidente che i Francesi siano il popolo più magro e più in forma tra i paesi europei più industrializzati, eppure sono grandi consumatori di burro e carne. Fortuna loro che hanno una tradizione culinaria superiore a quella italiana e hanno saputo resistere all'invasione della dieta mediterranea.
ottavino (IP:213.243.202.134) 24-11-2010 19:15

Mi inserisco nella discussione per dire un paio di cosette.
Anzitutto complimenti all'autore per l'ottimo articolo, ma mi preme di più parlare di qualcosa che emerge dalla discussione.
E' evidente che siamo portati a ragionare sulla dieta con i modi che ci vengono suggeriti dalla modernità. Cioè la scienza. La scienza ci dice, la scienza ha valutato, la scienza ha studiato, ecc, ecc.
Già di per se non mi piace questo approccio. Noi disponiamo di un fantastico strumento che si chiama intuito, che è innato, non costa niente e di solito ci guida a meraviglia.
Certo, è possibile rovinarlo, ma ancora qualcuno che lo usa, possiamo trovarlo. Seguire questo intuito potrebbe essere anche un rischio, ma si sa, siamo qui per rischiare.
Ora, abbiamo Paolo che non si sentiva a posto e dopo essersi un pò informato ha cambiato e si sente meglio. Cosa può voler dire questo? che è possibile che lui continui a mangiare 200 gr di burro al giorno fino alla vecchiaia? Dubito. Le cose cambiano e probabilmente tra un pò avrà altre esigenze e dovrà di nuovo operare delle modifiche. La dieta potrebbe essere come andare in bicicletta... a volte pedali a volte ti pieghi un pò a destra, a volte a sinistra, a volte vai forte a volte piano...l'equilibrio dell'andare in bicicletta ha bisogno di tanti aggiustamenti.....
Però osservando invece l'argomento da un punto di vista sociale il panorama cambia, perchè non solo devi fare degli aggiustamenti che ti permettano di andare in bicicletta, ma ti accorgi che stanno tutti andando in bicicletta, e allora devi integrare questo fatto con il tuo personale andare in bicicletta...
Quindi non è questione di ottenere una salute personale, ma di ottenere una salute personale in un posto dove tutti cercano una salute personale, non conoscendo come si fa ad avere una salute personale!.
Morale: meglio mangiare poco, evitare le schifezze, seguire il proprio intuito e fregarsene della scienza.
paolo883 (Registered) 24-11-2010 20:20

Caro Ottavino,

quello che tu dici è sacrosanto, e infatti il mio modo di mangiare è in continua evoluzione.
Purtroppo non è facile parlare di intuito quando la scienza è riuscita ad incidere così tanto sulla nostra percezione del cibo da stravolgere completamente le nostre tradizioni. Le nostre nonne hanno insegnato alle nostre mamme una corretta nutrizione, ma queste ultime se ne sono infischiate e hanno iniziato ad andar dietro ai nutrizionisti intervistati in tv che ci consigliano di mangiare verdure, corn flakes e muesli.

Credo sia abbastanza tipico nelle famiglie che le mamme si lamentino con le nonne perchè danno da mangiare troppa carne ai nipotini. Vorrei qui fare un appello alle nonne "INFISCHIATEVENE!"

Intanto consiglio una lettura:

http://www.dottorperuginibilli.it/index.php?option=com_content&task=view&id=194&Itemid=125

P.S. non penso di arrivare a due etti di burro al giorno, ma da quando mangio così ho perso cinque chili e ripreso a muovermi.
Giovanni Marini (Registered) 25-11-2010 13:07

Caro Paolo, conosco il significato di correlazione infatti non dico che il colesterolo è la causa dell'infarto ma che rappresenta, insieme ad altri, un fattore di rischio. Nello studio in oggetto è dimostrata una correlazione lineare tra grado di colesterolemia ed eventi negativi cardiaci in tutte le nazioni partecipanti tranne il Giappone. E' troppo facile liquidare studi in cui hanno partecipato decine di ricercatori in tutto il mondo affermando che sono taroccati. E per gli altri che diciamo? Sono taroccati tutti? Si possono anche diffondere bugie nella medicina ma stai pur certo che prima o poi vengono scoperte, anzi più prima che poi e sai perchè? Perchè gli scienziati possono anche essere disonesti ma hanno il vizio di essere ambiziosi e pur di dimostrare che il collega ha sbagliato sono pronti a verificare cento volte gli esperimenti. Per diventare esperti ci vogliono anni di studio e sacrifici, non basta girare qua e là per Internet dove trovi il sito di qualche Prof. (di cui mi piacerebbe conoscere il curriculum) che tra informazioni vere, inventate, indimostrabili o false rischi di raccogliere tanta spazzatura. Tu puoi credere quello che ti pare, ma se vuoi confrontarti sulla medicina moderna devi conoscere i metodi e i risultati dei lavori, altrimenti sei solo un dilettante allo sbaraglio e probabilmente autolesionista. Dire che l'alimentazione naturale è migliore di quella industriale è una banale verità, dobbiamo invece chiederci: perchè continuiamo a mangiare artificiale? Per questo l'articolo di Marrocchesi è bello.
alessandro.noto1@tin.it
Noto (IP:94.167.75.243) 25-11-2010 16:30

Sono un medico e parlo di cose con cui ho a che fare ogni giorno. Una volta si andava dal medico quando si stava male, ora si va per non ammalarsi. Si parla di prevenzione primaria basata sugli stili di vita e di prevenzione secondaria basata sul trattamento farmacologico. Purtroppo, anche dopo aver studiato tanti anni ed aver letto un bel po' di studi che dicono tutto e il contrario di tutto, mi rendo conto che linee guida e protocolli vanno inquadrati sulla persona che si ha davanti, che non solo l'insieme dei parametri considerati dallo studio tal dei tali, ma è un concentrato delle sue caratteristiche fisiologiche e della sua storia genetica, patologica, familiare, ambientale, affettiva, sociale, culturale e professionale. In più, bisogna tenere presente che gli interessi delle lobbies, in tutto questo, sono veramente enormi. Ormai è estremamente difficile sapere che cosa è giusto e che cosa è sbagliato, ma possiamo difenderci non assumendo posizioni estremiste, perché non possiamo sapere fino in fondo qual'é lo stile di vita ideale. Riguardo ai farmaci bisogna ricordare che hanno tutti effetti collaterali (anche quelli da banco, pubblicizzati con tanta tranquillità in tv, ma nonostante questo vanno usati solo quando è veramente necessario e dietro consiglio del medico di fiducia) Sull'alimentazione, non esistono cibi sani a priori (prima si citavano i nobili di una volta che morivano più tardi,perchè mangiavano sempre cacciagione, senza ricordare che questi erano però spesso afflitti da gotta, patologia sconosciuta ai poveri), per cui, se non si è affetti da patologie particolari che scoraggino alcuni alimenti, è giusto mangiare tutto in maniera variegata, ma poco, perchè alla fine il nocciolo della questione è che ci vogliono solo trasformare in consumatori indefessi. Questa è la vera malattia, che paradossalmente fa crepare di eccessi alimentari un quarto di popolazione mondiale e di fame gli altri tre quarti. Mi scuso se ho dato l'impressione di essere troppo saccente!
paolo883 (Registered) 25-11-2010 21:22

Ragazzi, non ci siamo. Anche se è la prima volta che intervengo e non mi conosce nessuno vi prego davvero di credermi. Se aveste letto le cose che ho letto io in questi mesi sareste anche voi sconvolti e come me avreste voglia di urlare al mondo come stanno veramente le cose.

Partiamo dall'articolo di Marocchesi. Io sono rimasto scandalizzato che qualcuno dia per scontato che un alimento a base di soia (il tofu) sia salutare. Ma dove? Leggete qua come stanno le cose: http://reliableanswers.com/med/soy.asp. Il consumo di soia ha fatto danni colossali alla salute umana, ed è giusto che si sappia. Se penso che ci sono genitori che danno ai bambini il latte di soia mi prudono le mani in modo insopportabile... poi però sono loro a dover gestire bambine con la pubertà precoce e altre cose simpatiche.

Per quanto riguarda il fatto di mangiare poco, è vero, ma al giorno d'oggi è difficile, con l'abbondanza che abbiamo, convincere le persone a moderare gli istinti. Basterebbe dare le informazioni giuste e invece abbiamo demonizzato oltre misura i grassi animali e abbiamo sostanzialmente legittimato il consumo di zuccheri e carboidrati raffinati, che sono i veri responsabili delle malattie degenerative che affliggono il mondo occidentale. Basti pensare che ai diabetici viene consigliata una dieta al 55-50% di carboidrati per rendersi conto della follia.

Si dice che è banale che mangiare naturale sia meglio che mangiare artificale: e allora perchè le raccomandazioni americane degli anni 70 dicevano che era meglio mangiare grassi idrogenati (artificialissimi) piuttosto che burro?

Vedo poi che viene difeso il Seven Country Studies. Come ho detto, dall'analisi sono stati esclusi più di dieci paesi che sballavano i dati (è spiegato bene qui http://www.stop-trans-fat.com/ancel-keys.html). Poi basta anche vedere cosa diceva il direttore del Framingham Study, uno dei capisaldi della teoria lipidica, per capire la portata della bufala: %u2018In Framingham, Massachusetts, the more saturated fat one ate, the more cholesterol one ate, the more calories one ate, the lower people's serum cholesterol.' (http://pi-bill-articles.blogspot.com/2009/05/dr-malcolm-kendrick-md-looks-at.html). Eppure è considerato uno degli studi che hanno "incontrovertibilmente" dimostrato il pericolo del consumo di grassi saturi...

La conclusione è qua:http://www.totalhealthbreakthroughs.com/2010/06/the-greatest-scam-in-medical-history-2/ . La teoria lipidica viene definita ormai da molti "il più grosso scandalo della storia della medicina".

Per finire, i motivi per cui la teoria lipidica ha preso il sopravvento su altre ipotesi li spiega bene Gary Taubes in "Good Calories Bad Calories". Qua potete leggere un estratto:http://www.nytimes.com/2002/07/07/magazine/what-if-it-s-all-been-a-big-fat-lie.html?pagewanted=print. La teoria lipidica faceva un gran comodo alle industrie farmaceutiche e alimentari che hanno condizionato la ricerca in modo decisivo. Come ho già detto, chi ha provato a contrastarla ha dovuto pagare conseguenze pesantissime a livello professionale. Le pecore invece hanno preferito andare dietro al gregge, convinte da qualche invito ai congressi caraibici organizzati da Big Pharma.
alessandro.noto1@tin.it
Noto (IP:94.166.12.198) 26-11-2010 13:10

Caro Paolo, io francamente non capisco perché non mi dovrei fidare di studi validati scientificamente e, fino a prova contraria, riconosciuti da tutto il mondo accademico e invece dovrei fidarmi di quanto riportato dai siti elencati da te sulla cui attendibilità non ci sono prove o se ce ne sono, non sono tanto diverse da quelle degli studi ufficiali. Non tutto ciò che si dice fuori dal coro, è veritiero! Anche lì, ci sono degli interessi commerciali, che magari saranno inferiori a quelli di altri, ma sempre ci sono. Attualmente viviamo in una condizione di mediazione perenne e da singole esperienze personali, non si può estrapolare un discorso generale. Pertanto non fidandomi a priori di nulla e tanto meno di quello che viene dal Web, dove c'è tutto e il contrario di tutto, mi ispiro alla saggezza di chi prima diceva di fidarsi del proprio fiuto e alla moderazione nei consumi che, oltre ad essere benefica per il corpo, lo è anche per la società! Tutti gli alimenti servono e il consumo intensivo di grassi, non è meno dannoso del consumo intensivo di zuccheri, anche perchè, per soddisfare questi consumi eccessivi, bisogna forzare la produzione e nel caso degli allevamenti stressare con ormoni e altre porcate gli animali! In medio stat virtus!
paolo883 (Registered) 26-11-2010 14:25

Sto perdendo le speranze, brutto segno :-)

Ok, ti fidi di uno studio (il Framingham) il cui responsabile prima dice che i grassi saturi non fanno male e poi si rimangia la parola e conclude che bisogna mangiarne pochi (se non lo avesse fatto probabilmente gli avrebbero tagliato i fondi). E sappi che più o meno tutti gli studi a supporto di questa tesi presentano dati altamente contradditori ma conclusioni "incontrovertibili" (tanto poi si leggono solo le conclusioni, chi ha la voglia di andare a mettere insieme i dati?)

Dai un'occhiata qui:

http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/c1/USObesityRate1960-2004.gif

e' il grafico che riporta l'andamento del peso medio negli USA. Se osservi bene c'è una netta discontinuità verso la fine degli anni 70. Le raccomandazioni ufficiali su una dieta povera di grassi (commissione McG overn) sono del 77...

E fortunatamente anche il mondo della scienza inizia a mettere in dubbio la questione (altro che studi accettati da tutti)

http://www.nutritionjrnl.com/article/S0899-9007(10)00289-3/abstract

La differenza fondamentale tra mangiare grassi e zuccheri è che i primi nutrono e per un bel un po' non hai più fame, mentre i secondi non nutrono (se non nel breve termine) e danno dipendenza (tre ore dopo un piatto abbondante di pasta ti viene un buco allo stomaco che "non ci vedi più dalla fame" e ti fai una merendina).

Esiste poi un fatto evolutivo incontrovertibile: l'agricoltura non esisteva prima di 10.000 anni fa, e l'uomo prima non sapeva praticamente cosa fossero i cereali. 10.000 anni sono un tempo minimo, se paragonato all'intera evoluzione umana, e l'uomo non si è saputo ancora adattato al cambiamento di alimentazione. Prima dell'avvento dell'agricoltura, quando si mangiavano principalmente carne e frutta, l'aspettativa di vita era più alta e lo stato di salute migliore (lo si può vedere dalle ossa ritrovate), poi tutto è peggiorato.

http://en.wikipedia.org/wiki/Life_expectancy
Giovanni Marini (Registered) 26-11-2010 16:32

Bastaaa! Qui sono io che perdo la pazienza. Tu citi un articolo che secondo te sostiene la tua tesi e accusi di essere truccati quelli che la sconfessano. Ma non ti rendi conto di essere fazioso? A te non interessa capire, tu hai solo una battaglia da combattere: quella contro i carboidrati. Il grafico che hai mostrato dimostra solo che gli americani se ne fregano delle raccomandazioni di salute pubblica, ma hai presente che mangiano a colazione gli americani? Quello che fa ingrassare non sono i carboidrati, sono le CALORIE, hai capito? Comprati un libro di biochimica, comincia da lì, studia seriamente cristo!
E che volevi dire col periodo finale? Che nel paleolitico si viveva di più? Non ho capito ma a questo punto ci rinuncio.
paolo883 (Registered) 26-11-2010 17:16

C'era una faccina che ride dopo la prima frase, non l'hai vista?

Io sono fazioso. E allora? Sto portando avanti una battaglia antimoderna e ho pensato che qui avrei potuto trovare qualcuno che fosse d'accordo. Invece mi sembra di essere sul forum del partito democratico :-(

Il grafico finale dimostra che nel Paleolitico l'aspettativa di vita era più alta che nel neolitico (non mi pareva così difficile)

I carboidrati fanno più ingrassare semplicemente perchè sfamano di meno e inducono a mangiare di più. Con i grassi questo non succede (non so cosa sia il buco allo stomaco e non mi capita mai di dire "non ci vedo più daslla fame"). E' più chiaro adesso? Ti sei mai chiesto come mai le donne francesi quando invecchiano non ingrassano mentre quelle meridionali hanno un giro vita imbarazzante?

Per quanto riguarda gli americani, le raccomandazioni le seguono eccome! vai in un supermercato negli USA e conta quante volte leggi la scritta "low fat" e "cholesterol free". E' chiaro che a mangiare quelle schifezze hanno sempre fame e passano la giornata a far fuori patatine e bicchieroni di coca cola. E comunque a colazione, se è questo che intendevi, non si fanno più le uova col bacon (quelle me le faccio io, quattro a botta con un bel tocco di burro a completare) ma si riempiono di muffin e altre schifezze. Il consumo di burro e uova dagli anni 70 ha avuto un crollo vertiginoso perchè lo stato invitava a non mangiarne più.

Per capire questi fatti, e le conseguenze che hanno portato, le conoscenze biochimiche sono assolutamente superflue (anzi, inizio a pensare che siano dannose perchè uno tende a vedere la pagliuzza e non si accorge della trave).
Giovanni Marini (IP:79.53.251.100) 26-11-2010 21:54

Mi è piaciuta la tua risposta, Paolo. Circa il MZ io non sono il più titolato per parlartene, ma sappi che non è una succursale del PD. Condividiamo tutti una certo modo di vedere le cose che si ispira agli scritti di Massimo Fini e in modo più concreto al Manifesto di MZ, ma per il resto le idee possono essere anche molto diverse e ciò secondo me è positivo.
P.S.Mi piacerebbe conoscere la tua colesterolemia.
paolo883 (Registered) 27-11-2010 13:21

@Giovanni:

La mia battutra sul pd era una piccola provocazione, so benissimo che MZ è assolutamente indipendente :-) La colesterolemia non la misuro per due motivi:

1 - Non capisco perchè devo andare in un laboratorio, farmi infilare un ago nelle vene, farmi prelevare del sangue quando il mio corpo mi dà segnali estremamente positivi (ritorna il discorso di Alessandro sulla medicalizzazione della società)

2 - Ritengo che i valori crudi di HDL e LDL non siano indicativi di rischio cardiovascolare. Il valore che dovrebbe essere misurato è quello delle particelle piccole e dense di LDL (quello sì che è un fattore di rischio) ma in Italia è un test che non mi pare venga fatto (riferimento: http://thehealthyskeptic.org/i-have-high-cholesterol-and-i-dont-care). E comunque, frequentando l'ambiente low carb su internet, ho visto che tutti quelli seguono questo regime alimentare non hanno assolutamente problemi di colesterolo.

@Massimiliano:

Sono lusingato della tua proposta, ti scrivo senz'altro in privato per parlarne.

alessandro.noto1@tin.it
Noto (Registered) 27-11-2010 15:02

E se un giorno, su tutti quei siti che citi, dicessero che si sono sbagliati e che è vero il contrario, cosa faresti caro Paolo?! Bisogna distinguere fra cibi sani e non! Le schifezze industriali che mangiano gli americani è fuor di dubbio che siano pericolose, ma non si possono nemmeno criminalizzare gli 80 gr di pasta col sugo che uno magari mangia a pranzo. Mangi uova e burro in abbondanza, ma ti sei chiesto da dove vengano e a quali trattamenti ormonali vengano sottoposte quelle galline per produrne in abbodanza tale da soddisfare enormi esigenze? Quegli ormoni poi li ingurgitiamo noi e fanno male! Ripeto: non abbiamo dati attendibili e gli studi che citi sono solo una parte e quindi, nel dubbio, io preferisco e consiglio di mangiare un po' di tutto e di assicurarsi da dove vengano i cibi per quanto possibile!
alessandro.noto1@tin.it
Noto (Registered) 27-11-2010 15:20

Mi viene da ridere quando penso che a pubblicare questo abstract http://www.nutritionjrnl.com/article/S0899-9007(10)00289-3/abstract sia la Elsevier che, nel suo sito pubblica anche questo: http://www.elsevier.com/wps/find/authored_newsitem.cws_home/companynews05_01766. Attenzione a fare crociate estremiste!

paolo883 (Registered) 27-11-2010 17:07

Estraggo dallo studio che hai citato:

"However, since Alzheimer%u2019s disease is a complex heterogenous disease, these data do not allow the conclusion that cholesterol alone is responsible for the disease."

E' abbastanza un classico. Lo studio afferma una cosa, poi vai a leggere dentro e scopri che "si, è così, ma non è che siamo proprio sicuri, insomma.... "

Mi chiedi se sto attento a quello che mangio. Compro solo uova biologiche (quelle che costano di più) e burro locale (sono appena stato allo spaccio del contadino del mio paese che produce burro d'alpeggio). Per la carne mi fornisco da una macelleria che produce in proprio con animali allevati in zona. E' chiaro che non posso essere certo di quello che mangio, ma faccio di tutto per evitare ormoni, pesticidi e schifezze varie.

paolo883 (Registered) 27-11-2010 17:38

Mi chiedi cosa dovessi fare se un giorno scoprissi che tutti quei siti sbagliavano. Vedi tu, le malattie degenerative stanno esplodendo (cancro, diabete, osteoporosi, obesità, eccetera eccetera), ci sono più farmacie che macellerie, prendiamo montagne di farmaci... non è che è qualcun altro a dover accorgersi di aver sbagliato?
alessandro.noto1@tin.it
Noto (IP:94.167.29.194) 28-11-2010 13:04

Sì, ma siccome non tutti hanno la possibilità di avere a disposizione il contadino del paese, in genere vecchio, pensionato e a fine carriera, che ti fornisce la carne di qualità e siccome sulla provenienza biologica delle uova vendute al supermercato o, per essere tradizionali, nella bottega di paese, ci sono sempre dubbi, gli altri possono solo fare la cosa più saggia: evitare sofisticate schifezze industriali, accertarsi,per quanto possibile, della provenienza degli alimenti (a questo proposito, vicinanza non è sempre sinonimo di qualità) e mangiare un po' di tutto con moderazione per non incorrere nelle patologie provocate da diete monotematiche che sottovalutano le reali esigenze del corpo umano, in genere provocate da una scarsa conoscenza della sua struttura! Ma d'altronde non si può essere tutti medici! Sul fatto che ci sono più farmacie che macellerie, ti dò pienamente ragione, ma purtroppo viviamo nella società dei consumi dove, ormai non si riesce a tollerare un minimo di febbre (che va abbassata con ostinazione solo in casi particolari che un buon medico conosce bene) senza capire che questa è un meccanismo di difesa e che il nostro sistema immunitario lavora meglio ad alte temperature. Tutti, pressati dalla pubblicità e da un macabro efficientismo, richiedono il farmaco che risolva i problemi immediatamente e quindi bisognerebbe lavorare su un livello culturale più alto a cui gli autori di questo sito stanno dando un ottimo contributo, anche se non sempre condivido tutto.
alessandro.noto1@tin.it
Noto (Registered) 28-11-2010 13:12

Infine, citando quello studio, ho voluto solo dimostrare come non ci sia nulla di sicuro e che quindi bisogna essere cauti nel sostenere con vigore tesi che un giorno possono essere facilmente ribaltate! Con l'esperienza, ho imparato che in medicina due più due non fa mai quattro e questo può essere, in alcuni casi, uno svantaggio, in altri, un vantaggio.
ottavino (Registered) 28-11-2010 23:44

Dato che Paolo è entrato così risolutamente nella discussione con i suoi criteri e le sue sperimentazioni, lo pregherei semplicemente di tenerci informati dei suoi cambiamenti e realizzazioni. Se non lo fai non sei un amico!!
paolo883 (Registered) 29-11-2010 14:29

Va bene, non mancherò. Tenete conto che non sto facendo assolutamente una dieta estrema, ma ho solo modificato il bilanciamento dei macronutrienti.
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