Indignati!

22 maggio 2011

Mentre dalle nostre parti ci si scalda per questioni come la "battaglia" tra Pisapia e la Moratti, altrove, come in Spagna per esempio, dove stanno assaggiando le attenzioni del FMI e di Standard & Poor's, ci si sta organizzando per andare, sembra, nella direzione giusta. A Madrid sono diversi giorni che i cosiddetti "indignados" stanno occupando la "Puerta del Sol", la piazza principale della città, seguiti da altre città spagnole. Si era partiti per protestare contro il ridicolo bipolarismo di plastica che oramai campeggia ovunque -non più solo negli Usa- e si è finiti per arrivare al nodo del problema, ossia all'offensiva dei grandi capitali finanziari contro i Paesi europei più deboli per scardinare l'euro e l'economia europea. Non sappiamo se la contemporanea messinscena costruita per cacciare Strauss-Kahn dal Fmi, sia solo una coincidenza o qualcosa di più. Di fatto, tira una brutta aria. Per ora, limitiamoci a esprimere tutto il nostro incondizionato appoggio ai cittadini spagnoli per il loro coraggioso intervento. Forse, a breve, in piazza dovremo scendere anche noi.

Comunicato di Movimento Zero

Commenti
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ottavino (Registered) 22-05-2011 22:10

Con tutto il rispetto, io credo che sarebbe un grande errore.
Mischiarsi con tutti questi che non ci si capisce niente cosa vogliono, è una banalità.
Noi dovremmo mostrare che siamo di una altra pasta, mostrare che abbiamo delle idee brillanti e decisive, anche se completamente fuori della "ragione" comune.
Ad esempio, andare davanti ad un ospedale e chiederne la chiusura, oppure davanti a una sede universitaria e chiederne ancora la chiusura.
Naturalmente comprendo che saremo in tre in tutta italia ad avere idee del genere in testa, ma sarebbe l'unico modo coraggioso di esporsi e di far capire che c'è qualcuno che pensa certe cose...e che cose!.
Intervenissero giornalisti poi, sarebbe una pacchia!!.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 23-05-2011 13:00

I documenti prodotti da questi "indignati" sono poca cosa, un po' come i programmi dei nostri grillini di Cinquestelle, però se non vogliamo limitarci a testimonianze di sapore futuristico, che sarebbero viste come pura bizzarria, né alla dimensione del piccolo circolo culturale, è giusto vedere in positivo movimenti, anche confusi e superficiali, che si pongono fuori dai partiti e muovono le acque stagnanti. Sono gli unici movimenti capaci di attrarre giovani, e non è un argomento insignificante a loro favore.
ottavino (Registered) 23-05-2011 13:38

Va bene Luciano, aspettiamo a giudicare.
Aspettiamo che i rivoltosi dopo lunghi giorni di rivolta realizzino di essere comunque in una trappola senza via d'uscita. Come tutti del resto.
Giovanni Marini (Registered) 23-05-2011 20:27

Mi permetto di dissentire da entrambi. Si vedano in proposito le interviste fatte ai dimostranti spagnoli sul sito http://www.megachip.info. Secondo me sbagliamo a screditare questa gente.
Che poi vincano o perdano(e perderanno)è un altro discorso.
ottavino (IP:213.243.202.145) 23-05-2011 21:35

Avevo visto le interviste, Giovanni. (Guardiamo un pò tutti gli stessi siti...)Interessante anche il vecchietto che parla nel filmato che dici tu.
E i temi sono quelli: i media, il mercato, le banche, i politici, il potere. Tutto bene, ma la questione è: come se ne esce?.
E qui casca l'asino, perchè per come la vedo io il cittadino dovrebbe fare il seguente ragionamento: vivo in un sistema insostenibile, nonostante quello che mi raccontano, quindi a cosa devo rinunciare?
Cosa bisogna sottrarre a questo sistema perchè si riequilibri?
Normalmente si pensa che quando qualcosa non va bisogna aggiungere qualcosa (stimoli, sviluppo), nel nostro caso invece è il contrario, bisogna sottrarre. Ed è necessario che uno sia consapevole che anche lui ne farà le spese, anche lui probabilmente si ritroverà più povero, perchè è evidente che, certo, questo sistema economico favorisce le banche, i grandi gruppi, ecc. ma ci guadagnamo anche noi.
Tutto il nostro benessere deriva dalla capacità di moltiplicare il denaro delle banche, dai giochetti economici, ecc. Quindi noi siamo ricchi per permettere a qualcuno di essere ricchissimo. Dunque se non desideri più questo sistema non dovresti neanche desiderare di essere ricco.
Solitamente del resto il ragionamento del contestatore moderno è: la società mi deve garantire questo livello di benessere. E invece questo non è possibile. L'unica cosa che possiamo dire è: accetto la povertà (eventuale) pur di vedere un cambiamento.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 23-05-2011 23:09

ottavino, il tuo ragionamento è perfetto, lo condivido in pieno. Tuttavia pretendere che i movimenti sociali scaturiscano da ragionamenti compatti e coerenti è una pretesa eccessiva. Dovremmo seguire con simpatia un movimento di giovani che si dichiarano fuori e contro i partiti attuali e cominciano a denunciare le storture del sistema. Così si mettono in moto dei processi che per avere sbocchi positivi devono poi trovare una guida che abbia la lucidità di analisi che tu giustamente pretendi. Bisogna vedere le cose in modo dinamico, non statico. Anch'io sono pessimista sull'esito finale di questa protesta, ma intanto mi sembra che vada incoraggiata, non demolita dallo scetticismo della ragione.
zacheo01 (Registered) 24-05-2011 14:09

L'atteggiamento un po' snob con cui vengono osservati questi movimenti e' deleterio. Un movimento come MZ dovrebbe invece essere li per cercare di contaminare con le sue idee le onde di malcontento. Come dice Fini nel suo articolo, il movimento degli "indignados" parte da un malcontento, ed inconsapevolmente porta istanze antidemocratiche ed antimoderne.
Il compito storico di MZ in questa fase, se davvero esistesse oltre alla dozzina di persone che scrivono su questo sito, e' di stare li' assieme a questi movimenti: essi sono portatori di singole istanze frammentarie, MZ e' portatore di un sistema complesso e complessivo di istanze e di valori.
Dovrebbe stare li a fare proseliti se non vuole essere condannato alla nullita'.
anarca@hotmail.it
Martin Venator (IP:188.217.241.206) 24-05-2011 16:45

MZ non dovrebbe stare li a fare proseliti, bensì stare qui ed essere, per l'Italia e per l'Europa tutta, un centro immobile che attrae e dirige attraverso l'esempio, facendosi cioè portatore reale anzichè ideale dei propri valori.

E' questo il modo in cui si dà ordine, organicità e valore a singole istanze frammentarie orizzontali di ognidove, senza necessità di spostamento.

L'efficienza e l'efficacia di un grande esempio non stanno nel proselitismo o nell'esportazione, ma nella vigorosità dell'eco consegnato al vento.
zacheo01 (Registered) 24-05-2011 17:10

veramente bella questa.
a parte che nell'affermare di dover essere li' mi riferivo in generale alla necessita' di accostare un movimento quando questo presenta anche incosapevolmente delle istanze a cui MZ puo' dare una risposta organica (no Tav, no Dal Molin, no inceneritori ecc.) ma a ben graurdare non ci vedo nulla di male neanche ad andare in spagna, visto che, piaccia o no, viviamo in mondo globale e che la risposta ai problemi deve essere globale, o non si e' forse mai condiviso il fatto che la risposta di MZ o e' almeno di portata europea o non e'?
e poi non si e' mai vista nella storia nessuna rivoluzione che si sia compiuta senza un'attivita' di propagazione nei tessuti sociali, dal fascismo al nazismo ai bolscevichi l'attivita' rivoluzionaria e' un costante cammino ed enunciazione sul territorio e sulle masse. Lo stesso gesu' o lo stesso gandhi, giusto per citare esempi piu' miti, battevano il territorio rivolgendosi a determinati frammenti della societa'. Semmai l'eco consegnato dal vento avviene dopo le prime affermazioni sul campo, non basta avere belle idee e belle parole...occorre portarle sulla carne e nella testa della gente, da sole non hanno gambe.
anarca@hotmail.it
Martin Venator (Registered) 25-05-2011 17:52

La risposta deve essere globale e di portata europea, ma è evidente che deve necessariamente partire da qui (come tu stesso dici implicitamente quando parli di fare proseliti: presumi di essere tu portatore di qualcosa in più, anzichè il contrario) e non alla maniera messianica, cioè facendo proseliti ed esportando, almeno non principalmente.

Come già detto sopra questa risposta deve avvenire attraverso l'attivazione, qui, di un centro che abbia la capacità di attrarre e dirigere, in virtù del suo essere esempio, quindi che si faccia portatore reale e non solo ideale dei propri valori.
Cosa significa?

Significa che qui, dove si presume ci sia consapevolezza a differenza che altrove, bisogna che questa consapevolezza non resti, come dici giustamente tu, nelle "belle idee e nelle belle parole", ma "occorre portarle sulla carne e nella testa della gente, da sole non hanno gambe".
Come?
Sicuramente non bisogna portarle con le parole, con i proseliti. Bisogna portarle innanzitutto sulle nostre gambe. Questo è essere esempio. Questo è essere portatori.

Di un nuovo mondo non bisogna parlarne, bisogna piuttosto dimostrarne la possibilità e il compito spetta a chiunque ne senta la necessità, ciascuno al proprio livello e nel proprio ruolo.

In Italia e in Spagna i grillini e gli indignados hanno dimostrato, sulle loro gambe, che un malcontento, seppur fatto di singole istanze frammentarie (nel loro livello e ruolo), c'è.

Qui, ora, si parla di essere qualcosa di più, che sappia dare ordine, organicità e valore a questo malcontento. Queste sono le capacità di un centro, di un polo di attrazione che abbia anche la facoltà di dirigere. Tale attrazione è data dall'esempio che riesce a dare là dove nasce (come i grillini e gli indignados) e non per gli spostamenti che compiono i suoi proseliti.
Immagina se i grillini si fossero fatti portatori delle loro istanze in Spagna e gli indignados in Italia. Non avrebbe avuto senso.

Chi presume di essere qualcosa di più, cioè un centro che sappia dirigere, anche in tal caso non può esimersi da tappe uguali a tutti i livelli: cominciare con l'essere portatore e dunque esempio là dove la necessità nasce, anzichè scappare dalle difficoltà che tale azione richiede, con l'alibi di andare a dirigere il malcontento altrove.
Che Guevara andò in Bolivia solo dopo aver risolto la questione cubana, ricordandoti però che un vero esempio, per essere attraente, per essere seguito, non ha bisogno di spostarsi e fare proseliti, ma ha solo bisogno di esserci con impetuosità. In tal caso, sappi che l'eco consegnato al vento è più che sufficiente.

In conclusione, se nell'attuale contesto politico il ruolo che qui si presume di avere è quello di un centro che abbia la facoltà di attrarre e poi dirigere, allora si cominci a portare nella propria carne, nella propria testa e nelle proprie gambe la condizione di centro. Si cominci a dimostrare di esserlo.
zacheo01 (IP:82.76.204.29) 25-05-2011 18:38

"La risposta deve essere globale e di portata europea, ma è evidente che deve necessariamente partire da qui"...non capisco: in Francia ci saranno Movimenti che si ispirano a De Benoist, in altri paesi europei ci sono comunque pensatori affini, non vedo perche' la risposta debba partire NECESSARIAMENTE da qui, e non puo' essere invece veicolata su piu' fronti;
Concordo sul tuo ragionamento di essere esempio e forza attrattiva. Tu dici:
"questa risposta deve avvenire attraverso l'attivazione, qui, di un centro che abbia la capacità di attrarre e dirigere, in virtù del suo essere esempio, quindi che si faccia portatore reale e non solo ideale dei propri valori" - Concordo al 100%...
Ma per essere forte questo centro deve avere degli attori, deve avere delle qualita', e per averli deve far conoscere il suo pensiero. La forza di contaminare altri movimenti meno consapevoli sta in questo. Quello che voglio dire e', semplificando e': quanti del Movimento No TAV, NO Ponte, No Dal Molin, No Inceneritori, indignados grillini e via dicendo sottoscriverebbero in toto il Manifesto ed i valori di MZ, facendosi attori sul campo? Probabilmente molti.
Quanti invece conoscono MZ ed i suoi riferimenti? Probabilmente pochissimi (voglio essere ottimista).
E come dovrebbero venirne a conoscenza di MZ se MZ non li avvicina?
Certo poi, che come dici tu, una volta avvicinati MZ per essere attrattivo deve avere tutte le caratteristiche che tu hai indicato, compresa quella di conquistarsi sul campo la forza attrattiva. Ma su questo siamo d'accordo.
kulma (IP:151.81.132.184) 25-05-2011 21:40

Martin, anch'io concordo con te. Come sempre riesci ad esprimere dei concetti molto profondi. Le tue parole sono davvero potenti. Però un po' di pragmatismo alla zacheo01 ci vuole. Mi spiego meglio. Tu dici cose condivisibili. Ma in sostanza, che fare? Considerando soprattutto che voi di MZ siete pochissimi. Nessuno vi conosce. Molti vi scambiano per fascisti. Pensare che il problema sia solo di chi non vi capisce è sbagliato. C'è sicuramente un problema di comunicazione da parte vostra, alimentato da un certo elitarismo. Non siete un centro attrattore, ma repulsore. Lo dico con affetto, perché è anche un mio problema. Sono talmente elitario che ho riluttanza ad iscrivermi a qualsiasi associazione, MZ compresa. Capisco però che è un errore, perché alla fine non mi porta da nessuna parte.
Sono anni che si parla qui in questo blog di azione. Ricordo ancora il grido di "guerra!" di De Marco...mi pare due anni fa. Cosa è cambiato da allora (a parte l'adesione a Uniti e Diversi)? Cosa potrà mai cambiare se ogni avvicinamento di MZ a movimenti reali viene visto con sospetto?
anarca@hotmail.it
Martin Venator (Registered) 27-05-2011 17:24

Devo precisare che non sono un militante di Movimento Zero, nonostante ne segua le vicissitudini fin dalla sua prima nascita.

L'ho sempre seguito per il potenziale enorme, nel cuore e nell'intelletto, che hanno molte delle persone che vi partecipano, cosa che non credo possano vantare altri movimenti in Italia. Restano però le vostre perplessità, che sono sempre state anche le mie, ma cercherò di spiegarmi in modo esauriente.

Il dramma di questo movimento - dramma che ha sempre caratterizzato movimenti, gruppi, individui di tal fatta - è avere in nuce un grande potenziale, nel cuore e nell'intelletto come dicevo prima, che dovrebbe fungere da seme per la costruzione di qualcosa di molto grande.

Un grande potenziale però pesa, ragion per cui ci vogliono spalle larghe per sostenerlo, ma le spalle larghe vanno sviluppate, tenute in allenamento, in perenne tensione. Bisogna generare la muscolatura, la forza necessaria affinchè ciò sia fatto.

Generare una forza del genere richiede fatica fino allo stremo, impegno totale così come la guerra richiede sangue e sudore, ti getta nel fango e non sai quando e se finisce.

Ecco dunque che la paura e la pigrizia prendono il sopravvento e ti portano all'inattività.
Il tedio, il rimorso e l'incapacità di contrastare tutte le ingiustizie del mondo che solo tu senti ti gettano nello sconforto e di conseguenza, quello che doveva essere il seme di una costruzione, diventa il seme di una masturbazione strutturata da alibi.

Il seme buttato anzichè seminato genera totale stasi sui due fronti che un potenziale del genere dovrebbe presenziare.

Quali sono questi due fronti?

1. La formazione interna che, considerato il potenziale, avrebbe tutte le carte in regola per sfociare nella formazione di un importante centro spirituale, metapolitico e politico. Sto parlando di una elite che si contrapponga a quella che ha tessuto la maglia del mondo moderno e che sappia attrarre e dirigere il malcontento (in tutte le sue gradazioni) nei confronti del mondo moderno.

2. L'entrismo, l'infiltrazione, l'incursione o che dir si voglia, in questa contingenza storica, dunque nei suoi tessuti sociali, finanche nel suo tessuto politico, compresa la politica politicante.

Questi due fronti, in altri termini, sono i due principi jungeriani:

1. Conosci te stesso.

2. Conosci le regole del gioco.

I due fronti sono tanto diversi quanto strettamente collegati, così come lo sono i diversi livelli della nostra complessa ma organica realtà.

Pochi individui, in nuce altamente predisposti alla verità e alla giustizia, possono arrivarci fino a dare vita ad un centro, un cerchio, un cenacolo, una elite, un ordine, ma se questo non scende nelle contingenze e non vi porta la sua luce, tutto sarà reso vano.
Allo stesso modo sarà vana l'attività di una massa di individui che si dedicano alla politica senza preoccuparsi minimamente della verità e della giustizia dei principi sui quali si fonda il proprio individuo e, di riflesso, la propria politica.

Giacchè non ci si attiva e i due fronti non si presenziano allora si dà adito al lato negativo di tutto: ci si accora invece di mettere il cuore, si fa intellettualismo invece di usare l'intelletto, si è elitaristi senza essere elite e quindi, anzichè attrarre, si respinge.

"Ma in sostanza, che fare?"

Bisogna prendere il principio dell'azione bifronte, partendo dalle cose più semplici: "i lavoretti delle elementari" come diceva un mio caro amico ieri. Manifesti, volantini, banchetti, mostre fotografiche, cineforum. Le scuole medie, le superiori, l'università e i master vengono dopo.

Il grido di "Guerra!" di De Marco? Resta ancora nell'oblio.
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