Per favore, vattene
3 giugno 2011

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Chi ci segue sa che a noi non interessa nulla del teatrino elettorale, delle sorti di De Magistris, di Pisapia o della Moratti (solo un inciso: ma com’è che questa è l’unica donna che non rivendica il proprio cognome da nubile?). Allo stesso modo, credo non ci sia bisogno di spiegare la nostra avversione a tutto ciò che Berlusconi incarna ed esalta nella sua stessa persona e nel modo di intendere la politica ed il suo rapporto con i media.
Per questo, lo confesso, un fugace sorriso di compiacimento mi è scappato di fronte ai risultati di queste elezioni amministrative, anche solo pensando alla stucchevole e involontariamente ridicola campagna pubblicitaria che per mesi Letizia Brichetto (che volete farci, io sono un difensore della dignità e della parità della donna, anche al cospetto dei miliardari) ha condotto in tutta Milano.
Ma è un sorriso scomparso quasi subito.
Sono bastati i primi manifesti di ringraziamento di Pisapia, le grida di giubilo dei soliti intellettuali illuminati e i roboanti proclami per il presunto risveglio –qualcuno è pure arrivato a parlare di Rinascimento– italiano, per farmi quasi rimpiangere l’agghiacciante sorriso della Brichetto. Anzi, addirittura quello plastificato di Berlusconi. Perché, questo è evidente, il risultato elettorale è stato subito interpretato e cavalcato come una bocciatura del Cavaliere e tradotto in un invito allo stesso ad abbandonare la carriera politica o quantomeno la guida del governo. Il festante mondo dei lettori di Repubblica e de "Il Fatto quotidiano", gli spettatori di Fazio, gli ammiratori di Santoro e Dario Fo (sì, quello che ha recentemente inneggiato ai bombardamenti sulla Libia) stanno pregustando il momento atteso da anni: la caduta del loro acerrimo nemico. E noi vogliamo accomunarci a loro in questa invocazione: Berlusconi vattene. Ma lo facciamo con motivazioni assai diverse.
Vattene perché, finalmente, quando la politica rimarrà uno scontro (neanche tanto tale) tra piccole lobbies di potere saldate comunque da logiche e metodi comuni, quando a comandare veramente rimarranno i soliti padroni delle banche e della finanza, quando la scelta dei sedicenti rappresentanti – Mediaset o non Mediaset – resterà affidata a criteri di marketing e promozione pubblicitaria, quando il libero mercato globale, la difesa degli interessi “occidentali”, la politica dei diritti umani universali continueranno ad essere le linee guida di qualunque maggioranza parlamentare e coalizione governativa, quando insomma la democrazia rimarrà sempre e soltanto la solita farsesca foglia di fico per coprire un’oligarchia senza nessun merito o virtù, questi idioti trinariciuti democratici non potranno dire che dipende tutto da una persona sola.

Andrea Marcon

Commenti
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fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 03-06-2011 17:51

Condivido. La cosiddetta opposizione, in particolare il PD, in tutti questi anni ha potuto nascondere dietro l'antiberlusconismo la sua nullità. Rimosso Berlusconi, forse qualche equivoco potrà essere smascherato. La Milano di Pisapia sarà identica alla Milano della Brichetto e la Napoli di De Magistris sarà quella di sempre. Però c'è un dato nuovo: Pisapia e De Magistris sono stati imposti dalla mitica "base" agli apparati. Si comincia a intravedere un minimo di vitalità, anche questo è un piccolo segno di un qualche fermento, come il successo di Cinquestelle nonostante sia stato ostentatamente ignorato dai media. Siamo costretti ad accontentarci di poco.
vittoriodigiacinto@gmail.com
Di Giacinto (Registered) 04-06-2011 09:33

Condivido, ma che ce lo diciamo a fare.
Giovanni Marini (Registered) 04-06-2011 15:19

Sono d'accordo. La probabile sconfitta alle prossime elezioni politiche del partito berlusconiano fa già pregustare al PD una immeritata vittoria. Berlusconi è stato abbandonato da tempo dai poteri forti e dalla Confindustria e se sta ancora alla Presidenza del Consiglio è solo perchè il PDL è una sua creatura. Nonostante tanti favori la Confindustria non ha avuto abbastanza: ENI ed ENEL sono ancora controllate dallo Stato, la privatizzazione delle aziende municipalizzate non è stata fatta, non è stato ancora tagliato il welfare così come ritenuto necessario. E poi, diciamocelo pure, Berlusconi è diventato imbarazzante, sembra aver perso il senso della realtà.
Tutto ciò sarà diligentemente portato a termine dal PD. Perchè il PD non è un partito di sinistra ma, per ammissione dei suoi stessi dirigenti, un partito liberista e il liberismo è il credo della Confindustria, non quello di un partito che si definisce di sinistra. Quindi tempi duri per gli italiani.
Agli italiani sarà prospettata la scelta tra lo scenario greco e le pseudo riforme neoliberiste. In ogni caso bisognerà stringere la cinghia e di brutto, perciò vi dirò come la penso. Secondo me conviene cavalcare il gatto selvaggio delle proteste sperando che diventi presto una tigre. Bisogna, mi si passi il termine, ideologizzare i movimenti di protesta affinchè non si limitino ad una semplice, sia pur sacrosanta rivendicazione economica ma investano il cuore del meccanismo perverso.
Ci sono strati di popolazione che non si riconoscono più in alcun partito, intuiscono la truffa della falsa contrapposizione destra/sinistra ma sono senza bussola direzionale. Dovrebbe nascere un partito di massa che si proponga al governo con un programma credibile per fuoriuscire dalla crisi.
Se non nasce questo partito il destino dei movimenti di protesta è quello di essere soffocati, non vedo alternative. E qui mi riallaccio all'eccellente articolo di Stefano d'Andrea che precede: che cosa si dovrebbe vietare dunque?
Sono vietate le delocalizzazioni all'estero, è vietato licenziare i dipendenti, è vietato pagare salari da fame innanzitutto, è vietato esportare i capitali, è vietato ai privati stampare la moneta nazionale. Alle aziende in cambio si devono concedere sgravi fiscali e per quelle in difficoltà protezione del mercato interno tramite dazi dall'invasione di prodotti stranieri a prezzi stracciati. E' fondamentale comprendere che la natura di questa crisi non è reale, ma fittizia, creata dalla finanza internazionale al fine di ristabilire determinate posizioni nella gerarchia sociale. Se la gente non verrà buttata per strada senza un lavoro non ci sarà nessuna crisi. Non v'è alcun motivo perchè la gente debba impoverirsi, in realtà non ci manca nulla per essere un Paese prospero. Invece ci troviamo nella condizione di un signore benestante che una banda di teppisti approfittando della notte lascia senza mutande.
h2otonic (IP:79.20.193.172) 08-06-2011 19:57

Il paese si e' finalmente risvegliato.
Non ci sono voluti ne' l'intervento cruento delle demoforze disarmate,impegnate per altro a raccogliere poveri cristi africani sparsi per il mare, e, di soppiatto, a bombardare intelligentemente la Tripolitania, stando molto ma molto all'occhio ai mirage gallici, e neanche le sommosse del popolo pacific-noglobal-antinucleo-solidal-cosmopolita,ipegnato a sua volta a scorrazzare con rubinetti di spugna in testa per difendere l'acqua di tutti noi.
(Siamo in una botte di ferro....)
Niente di tutto questo.
Sono bastati una maggioranza di una minoranza votante in qualche citta' per decretare l'auspicata fine del dittatore e del suo marcio sitema di poter.
Che culo.
Al di la del Mediterraneo per ottenere questi risultati si sono dovuti far sparare addosso.
Forse anche io, che mi limito a schifarmi di tutto questo senza intervenire, mi merito di subire questa vergognosa pantomima.
PS. ONORE alle nostre Forze Armate, anche se combattenti assurde guerre antinazionale imposte.
PS.BIS Ma l'esercito non dovrebbe servire per impedire le invasioni?
Ps: Non sono piu' disposto a concedere credito a chi, per avversare il sistema, partecipa al ...sistema,trasformando il giochetto dei quatro cantoni in uno a cinque o sei.


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