L'epoca dell'invisibilità

13 luglio 2011

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Uno dei poteri che alimentano i sogni degli uomini sin dalla notte dei tempi -tanto che nell'antichità tale virtù era prerogativa esclusiva degli dèi- è l'invisibilità. Certo oramai gli dèi sono "morti" da un pezzo, ma il sogno, per così dire, resta immutato. E, dato che siamo in tempi di decadenza, così come i sacerdoti degli dèi sono stati rimpiazzati dai fisici della materia, anche i sogni sono oramai soprattutto prerogativa dei bambini, in quell'età innocente in cui si sarebbe voluto essere invisibili per fare i dispetti in santa pace al bambino antipatico o per guardare sotto la gonna della più carina della classe.
Certo da adulti le cose cambiano, la morale porta a mete più elevate, e se sull'invisibilità esistono delle ricerche serie condotte da dei laboratori di ricerca, lo dobbiamo anche per esempio al Dipartimento della difesa degli Usa, il quale, ove si riuscisse un giorno a trovare la formula per l'ambìto traguardo, potrebbe rivestire con un mantello invisibile i suoi bombardieri, in modo tale da esportare la democrazia in santa pace, senza rischi (salvo poi naturalmente tacciare di vigliaccheria chi pretende di difendere il proprio Paese con armi tradizionali magari esponendosi in prima persona a rischio della vita).
Pare proprio quindi che il cosiddetto "mantello dell'invisibilità" un giorno non lontano potrebbe diventare realtà. Esistono infatti in giro per il mondo, da diversi anni, parecchi seri progetti di ricerca, che recentemente hanno portato a risultati anche considerevoli (la foto in cima all'articolo ne è una dimostrazione). Il punto di partenza di tale filone di ricerca sono i cosiddetti metamateriali, ossia materiali che assumono proprietà fisiche sconosciute in natura, grazie a una particolare disposizione delle componenti microscopiche. In sostanza, le superfici dei metamateriali hanno la proprietà di deviare la luce che li lambisce senza rifletterla, ma costringendola a girare attorno all'oggetto fino a tornare nella direzione originaria, con l'effetto di non vedere l'oggetto. Un principio simile a quello che ci fa vedere spezzato il bastone immerso nell'acqua, ma ovviamente portato all'estremo.
Finora si era riusciti a utilizzare i metamateriali solo in superfici estremamente piccole (alcuni millimetri), solo per alcune lunghezze d'onda (ossia solo per alcuni colori e non per l'intero spettro luminoso) e soprattutto solo per superfici rigide. E' recentissima invece la notizia della creazione di un nuovo metamateriale, che i ricercatori sono riusciti a rendere molto flessibile -tale cioè da poterci ricavare un tessuto- e soprattutto inesistente per un ampio campo di lunghezze d’onda della luce. Insomma, un passo in avanti fondamentale verso la creazione di un vero e proprio mantello dell'invisibilità.
Devo ammettere, sinceramente, che dinanzi a tali percorsi di ricerca resto sempre stupìto. Mi chiedo quali intenzioni possano esserci dietro. Certo, magari l'impiego militare, come spesso capita nei vari settori di ricerca fisica, ma fatico a capire come un ricercatore possa considerare un progresso dell'umanità simili scoperte. Non posso pensare ad altro che ad una specie di nevrosi, di eccitazione infantile da parte della cosiddetta "comunità scientifica". O forse più semplicemente ci sono dietro lauti premi per gli obiettivi raggiunti.
Mi chiedo però se chi si adopera per giungere a quello che l'intellighenzia giornalistica ha già ribattezzato "il mantello di Harry Potter" -giusto per ribadire l'infantilismo di fondo della nostra epoca- ha mai riflettuto sulle possibili conseguenze di questa eventuale invenzione. Supponiamo che a qualche uomo d'affari venga in mente un giorno di commercializzare l'invisibilità per tutti (o anche solo per quei pochi che se lo potranno permettere): quali potrebbero essere i nobili scopi di impiego? Assassinare il proprio nemico senza intoppi? Rubare auto o qualche oggetto prezioso senza noiosi testimoni? Avvicinare qualche avvenente signorina che si avventura improvvidamente la sera per le strade di una metropoli? E ancora: venendo a conoscenza del compimento di simili scelleratezze, come potrebbe reagire il comune cittadino? Con gioia ed entusiasmo per essere diventati tutti dei potenziali Harry Potter, oppure con terrore e con angoscia dinanzi al dubbio di non essere mai soli, e di trovarsi di fronte, ad ogni momento e senza saperlo, ad un malintenzionato? Ci sarebbe da domandarsi se nella cosiddetta "comunità scientifica" -nome ironico se ci pensiamo, per un'organizzazione internazionale che incarna l'opposto dello spirito comunitario- prevalga di più la stupidità, l'incoscienza o il malaffare.
Le radici di queste esigenze pseudo-razionali sono in realtà molto profonde. Non è un caso che la modernità aspiri all'invisibilità completa, e tutto sommato non ne sia poi così lontana. Se ci riflettiamo bene, molte delle cose che dovrebbero stare davanti ai nostri occhi, non sono già più visibili. Il potere vero, quello detenuto dai banchieri e dalle grandi istituzioni finanziarie internazionali, è invisibile: non solo pochissimi ne conoscono nomi e identità, ma la gran parte della gente non è neppure al corrente che siano loro i veri detentori del potere, dato che i più credono che esso risieda nei vari parlamenti nazionali. Parimenti i rapporti sociali rasentano l'invisibilità dato che tra vicini non ci si guarda più nemmeno in faccia e i condomìni e le strade sono diventate un deserto (tranne ovviamente per le occasioni di produzione e di consumo). Invisibili sono diventate anche le guerre, già dal secolo scorso, quando dalla trincea, in cui si spara quasi senza vedersi, si è passati alle attuali guerre "chirurgiche" da videogame senza la possibilità nemmeno di una parvenza di scontro diretto tra uomini o tra mezzi. Invisibili sono pure i meccanismi degli strumenti tecnici che usiamo (elettrodomestici, auto, computer, tv ecc) e su cui non abbiamo alcun potere di intervento, perchè di essi solo gli specialisti conoscono qualcosa, e spesso hanno dei problemi pure loro. Invisibile perchè confuso è in generale il male: nessuna società aveva mai manifestato un contrasto così aspro tra un'esteriorità bella, pulita e ordinata, e un dolore di vivere così diffuso e radicato (pensiamo ai Paesi del nord Europa, alla Svizzera, al Giappone per esempio). Così come invisibile in fondo è pure la sofferenza stessa, nascosta dentro un'allegrìa fasulla e superficiale, che impedendo lo sfogo, il lamento, il rapporto umano diretto e schietto -schietto nel bene e nel male si intende- finisce per soffocarla ed esasperarla.
All'invisibilità dello spirito e della trascendenza la modernità ha sostituito l'invisibilità sociale e materiale. Il mondo è diventato contorto come la luce che devia attorno all'oggetto, e lo spettacolo a cui assistiamo quotidianamente è quello di un deserto popolato di fantasmi. Anche senza bisogno del mantello dell'invisibilità.

Massimiliano Viviani

Commenti
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baolros (Registered) 13-07-2011 17:22

Non mi preoccuperei, sono abbastanza pazzi da creare l'anti mantello dell'invisibilità, in modo tale da renderci visibili anche quando lo utilizzeremo. E' un classico della modernità: creo la malattia per poi trovare la cura.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 13-07-2011 23:43

Credo che esista anche una scienza mossa dal puro desiderio di conoscere. E' il caso degli astrofisici che cercano di riprodurre le condiziooni dell'universo pochi istanti dopo il big bang. Il loro interesse è rivolto a svelare se non i segreti i meccanismi della creazione. Ricerche come quelle su cui ci informa Viviani hanno invece chiaramente finalità militari, eventualmente da sfruttare poi anche a livello commerciale. Ma l'interesse di questo bellissimo articolo a mio parere non sta tanto nella denuncia di queste ricerche, quanto nell'ultima parte, dove mette in evidenza il paradosso della crescente invisibilità e impalpabilità del reale, proprio quando si parla di una civiltà dell'apparire e del protagonismo.
paolo883 (Registered) 14-07-2011 17:54

Per me cercare di riprodurre le condizioni dell'universo pochi istanti dopo il big bang non è altro che megalomania mista a pornografia. E non soltanto per i colossali e ingiustificati costi che la cosa comporta. Perdonami, ma pensare che con queste ricerche si possano svelare i meccanismi della creazione è assolutamente ridicolo.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 15-07-2011 09:10

Sono disposto ad ammettere la natura demonica della scienza moderna, ma non che sia ridicola o insignificante. Gli astrofisici che si riconoscono nella teoria antropica cercano di dimostrare che ogni tappa dello sviluppo dell'Universo era finalizzata alla nascita della vita intelligente e che l'ipotesi del "tutto per caso" è assurda. L'Universo non può non essere il risultato di un programma. Mi sembrano cose di grande rilievo. Comunque non vorrei sviare l'attenzione dalla sostanza dell'articolo, che è l'invisibilità dei rapporti sociali e delle centrali del potere.
paolo883 (IP:79.16.115.31) 15-07-2011 13:24

Sono d'accordo, ma gli antichi queste cose le sapevano benissimo senza bisogno di costosissimi telescopi o spaventosi acceleratori di particelle. A loro bastava interrogare gli spiriti e osservare la natura con atteggiamento empirico per capire senza troppi problemi che non poteva essere tutto frutto del caso (non esiste a mio avviso atto di fede più cieco e irrazionale che credere all'evoluzione spontanea della vita, con buona pace del sempre sghignazzante Odifreddi).

Siamo noi occidentali che, in seguito alle scoperte della fisica classica, abbiamo cominciato a credere di poter spiegare il mondo in termini puramente meccanicistici. Se nel secolo scorso la fisica quantistica ha profondamente messo in discussione queste credenze non fa altro che confermare il ruolo ormai, almeno per me, conclamato della scienza e della filosofia occidentali: fare danni e poi cercare di rimediare in qualche modo. Invece ci vorrebbe un bel falò :-)

P.S. non credo che Max si offenda se la discussione non segue l'argomento del suo interessantissimo articolo. A volte le discussioni cambiano strada e prendono direzioni diverse, non ci vedo niente di male :-)
daniela (Registered) 15-07-2011 15:25

L'uomo pensa. Ci sono tanti modi di riflettere. Il pensiero scientifico non è liquidabile in toto in maniera così grossolana come afferma chi mi precede. Non si può dire che Odifreddi sia il rappresentante sommo di tutta la scienza occidentale. Per quel poco che ne so la fisica quantistica è il prodotto del pensiero dell'uomo occidentale, senza per questo poter essere inclusa tra le spiegazioni del mondo meccanicistiche. Non mi pare che il senso del messaggio di Fuschini sia stato ben compreso. Gli antichi usavano i mezzi che avevano a disposizione, noi possiamo riconoscere alcuni nostri mezzi, ma ad altri fini. Ribellarci all'ottica che Max vuole giustamente denunciare è sacrosanto. I roghi sommari, falsamente liberatori, non mi piacciono.
Giovanni Marini (Registered) 15-07-2011 19:23

a Luciano.
Perchè demonica Luciano? Sono d'accordo sulle perverse applicazioni della fisica atomica ed altro ancora, ma la conoscenza in sé è fine a se stessa per come la vedo io. E' eleganza, coerenza, bellezza, demonico è l'uomo che se ne serve per scopi orientati al male. La teoria del Big bang è la (quasi) dimostrazione dell'esistenza di una Entità creatrice, concordo con te se è questo che vuoi dire.
Provate ad immaginare la storia umana disgiunta da quella del pensiero, cosa rimarrebbe? La scienza è un segmento, una specializzazione del pensiero umano, citando Dante: %u201Cfatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza%u201D. Ecco, qui mi pare che l'uomo d'oggi abbia smarrito la virtù, è questo vuoto spaventoso che mi preoccupa.
Ma, ritornando al topic vorrei evidenziare che l' invisibilità così come cela il vero potere avvolge con le sue nebbie anche il MZ. E' quasi impossibile avvicinarsi al MZ perchè è sconosciuto ai più. Io mi ci sono imbattuto per caso. Bisognerebbe accendere un faro, una qualche luce direzionale.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 15-07-2011 23:07

Caro Giovanni, il desiderio di conoscenza è quanto di più nobile ci sia nell'uomo. Quella che presenta aspetti demoniaci è la scienza moderna, inaugurata non tanto da Galileo quanto dal meccanicismo cartesiano. Una scienza sempre più piegata alle esigenze dell'applicazione tecnica in funzione di una logica di dominio. Io sostengo che esistono ancora ricercatori animati da un desiderio puro di conoscenza e facevo l'esempio degli astrofisici. Se non una prova, un indizio dell'esistenza di Dio sarà trovato da loro, non dai filosofi né dai teologi.
Il problema della visibilità di MZ esiste. Probabilmente è colpa nostra, forse siamo in fondo compiaciuti di un certo aristocraticismo intellettuale.
paolo883 (Registered) 16-07-2011 13:58

Il desiderio di conoscenza sarà anche nobile, ma sono convinto che scoprire che la Terra non è al centro dell'universo abbia provocato un cataclisma i cui nefasti effetti non hanno ancora terminato di farsi sentire. Da quel momento, che ha segnato la nascita del pensiero scientifico moderno, abbiamo smesso di considerare la Terra come la nostra Madre (concetto presente in tantissime religioni) ma abbiamo iniziato a visualizzarla come un povero pianeta, neanche il più grande, immerso in un misero sistema solare alla periferia dell'universo. E dal quel momento, guarda caso, abbiamo smesso di rispettarla. Non si può negare il desiderio di conoscenza, fa parte della natura umana, ma ci sono cose che sarebbe meglio non conoscere.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 16-07-2011 22:05

L'obiezione di Paolo è seria. "Ci sono cose che sarebbe meglio non conoscere". Infatti "sarete come Dio", cioè conoscerete tutto e vi sentirete onnipotenti, è promessa del Serpente: la scena primordiale nell'Eden è piena di simboli di grande significato. La perdita di centralità della Terra nell'Universo ha avuto l'impatto denunciato da Paolo, ma è anche vero che la teoria antropica che alcuni ricercatori della scienza moderna stanno formulando ricolloca l'umanità, e per riflesso il pianeta Terra, al centro dell'Universo. Cercano di dimostrare che tutta l'evoluzione dell'Universo era finalizzata alla comparsa della vita intelligente. Se ce ne convincessimo, saremmo più rispettosi dell'avvenire del genere umano e del pianeta che lo ospita.
kulma (Registered) 17-07-2011 11:52

@paolo

A mio avviso ha fatto più danni il cristianesimo (e il monoteismo in genere) che considera la Terra come ciò che è stato Creato da Dio e donato all'uomo. In più passaggi della Genesi viene ribadito che il pianeta, gli animali, le piante e tutti gli esseri viventi appartengono all'uomo, e possono essere sfruttati da lui. E qui non occorre fare nessuna capriola mentale come hai fatto tu. E' proprio palese. Questo ti dimostra anche che una visione antropocentrica/geocentrica non necessariamente è rispettosa della Madre Terra. Nel cristianesimo tra l'altro la Terra non è più madre di niente.
max (Super Administrator) 17-07-2011 16:36

Il danno causato dalla scoperta della non-centralità della terra non consiste tanto nel fatto che l'uomo ha smesso di rispettarla, ma che in primis ha smesso di rispettare se stesso. L'uomo, trasformatosi da creatura divina a povero grumulo di materia all'interno dell'universo fisico, ha quindi dato sempre più importanza alla dimensione esteriore (da cui appunto lo sfruttamento del pianeta) rispetto a quella interiore, compiacendosi e crogiolandosi dentro un'alienazione che ha snaturato tutto.
Queste cose gli antichi le sapevano bene, e prima che la malattia democratica invadesse il mediterraneo grazie alle astrazioni degli ateniesi, quei sacerdoti e quegli astronomi (egizi, caldei, babilonesi, ma anche indiani, cinesi ecc) che probabilmente già avevano sospettato che il movimento del sole poteva essere un'illusione ottica, e che quindi la Terra poteva essere un pianeta come un altro, si erano guardati bene dal divulgare tali scoperte. La conoscenza allora era ben tutelata, era privilegio di una ristretta casta sacerdotale che non poteva -e non voleva- rendere pubbliche le proprie conoscenze. In età ellenistica le cose cambiano, e Aristarco di Samo per primo diffonde la sua teoria sulla centralità del sole.
Il problema della conoscenza quindi è strettamente legato anche alla sua diffusione, e non solo ai suoi contenuti. Ciò che a noi pare ovvio non lo era per altre culture, più sagge e prudenti delle nostre: la rottura della dimensione esoterica ha avuto conseguenza devastanti per la storia dell'umanità.
ottavino (Registered) 18-07-2011 10:49

"Il problema della visibilità di MZ", non dipende dall'aristocrazia dei suoi membri, ma bensì dal fatto che è uno dei soliti contenitori "democratici", dove "c'è spazio per tutti e di più".
"Nessuna democrazia" e "non risparmiamo misure anti-popolari" dovrebbe essere il suo motto.
Il leader dà la linea e la spiega. Questo è tutto. Chi capisce bene, chi non capisce, ciao.
kulma (Registered) 19-07-2011 09:36

@ ottavino

Mmm, originalissimo. Un leader antidemocratico che detta la linea e depura il gruppo con una sorta di notte dei lunghi coltelli filosofica. Così MZ si riduce a 5 persone, o al massimo si riempie di teste vuote (e "ossa rotte"). Al contrario penso che la potenza di MZ sia proprio nella sua eterogeneità (sempre entro certi limiti ovviamente). Io mi ci sono avvicinato tramite il post-left anarchism, la critica del lavoro di Bob Black, l'attacco alla società delle macchine di Kaczynski e i deliri mistico-anarchici di Hakim Bey (e mi preme anche sottolineare non attraverso Massimo Fini nel momento di sua maggiore visibilità dovuta all'"alleanza" con Travaglio-Grillo). Insomma ognuno di noi ha la sua storia. Il bello di MZ è che riesce non solo ad unire, ma anche ad amalgamare. All'inizio mi scontravo con alcuni membri di MZ, ora ho imparato a riconoscere la bellezza nel loro pensiero, andando alla radice, nelle profondità (Interiora Terrae), oltre ogni steccato ideologico. Ed ho capito che persone così diverse da me potrebbero rivelarsi degli ottimi compagni di battaglia.
ottavino (Registered) 19-07-2011 10:59

@ kulma, siamo tutti diversi al mondo. Ognuno ha il suo percorso. Guardacaso però, ci ritroviamo sempre a parlare di massimi sistemi.
Si tratta di qualcosa che confina con il mondo della religione. Ed è proprio questo che intendo. Improvvisamente uno trova il suo "guru", anche se in questo caso si tratta di un guru politico.
Ebbene nel momento in cui riconosci il tuo "guru", taci e lasci che il lavoro lo faccia lui. Ti disponi a far parte di qualcosa che ti trascende, a percorrere un'avventura.
Se il guru è impopolare e dice cose impopolari, tanto meglio. Avrà la visibilitè tanto ricercata.
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