Una nuova sovranità. Ma quale?

10 dicembre 2011

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Il desolante scenario attuale, per altro da noi previsto con notevole anticipo, sta producendo un’infinità di dibattiti, articoli, libercoli e interviste su temi quali la finanza mondiale ed europea, la BCE, la perdita di sovranità politica e monetaria e via discorrendo. Tutti temi a noi cari e sviscerati in tempi non sospetti sia qua che su La Voce del Ribelle. L’attuale aumento esponenziale del dibattito però rischia a parer nostro di generare anche un aumento della confusione. Di fatto la nostra posizione non dovrebbe spostarsi di un solo millimetro a seconda del vento che tira nei vari ambienti “alternativi” e “non conformi” o nelle intellighenzie riciclate.  Vediamo quindi di fare chiarezza rispetto alle nostre posizioni in rapporto ad alcune ricette sbagliate che vengono prospettate ultimamente come soluzioni.
Movimento Zero è un movimento europeista e sempre lo sarà. Noi siamo per un’“Europa unita, autarchica e armata”, un’Europa dei popoli ovviamente, come si usa dire ormai in modo anche logoro, non certo l’attuale Europa finanziaria, però ribadiamolo un’Europa realmente unita. Un’Europa composta di piccole patrie autonome federate tra loro che combacino con le reali differenze culturali, geografiche e politiche dei popoli. Piccole il tanto da poter permettere forme di democrazia diretta. Autarchica perché è necessario invertire il processo della globalizzazione, sarebbe inutile inseguire gli altri paesi nella loro folle corsa capitalistica di crescita continua: noi siamo e dobbiamo essere sempre più alfieri dell’opzione decrescitazionista. Un’Europa indipendente dalla NATO e fuori dal giogo USA che possa così recuperare la sua sovranità non solo politica ma anche militare e quindi armata non in funzione aggressiva ma difensiva perché vien da se che un’Europa del genere per sopravvivere dovrà mostrare i denti. Un’Europa capace di aprirsi anche verso il mediterraneo, senza paure xenofobe immotivate verso i popoli islamici, ma con spirito di collaborazione con tutti quei popoli che vorranno condividere il ritorno ad una vita in una comunità politica e sociale a dimensione d’uomo e non di tecnica e capitale. Un’Europa del genere sarebbe un grosso colpo per la globalizzazione e per il mondialismo e una rinascita dell’umanità che ripartirebbe proprio da quell’Occidente che sciaguratamente innescò con la modernità l’attuale stato degenerativo.
Per questi motivi non dobbiamo pensare che il problema della mancanza di sovranità politica, monetaria e militare italiana attuale debba essere risolto con la riproposizione di un nazionalismo urlato e fuori tempo storico: i singoli stati non possono, infatti, essere capaci da soli di uscire e combattere la globalizzazione, lo può fare solo un’unità politica più ampia che abbia la maggior parte delle risorse dentro i suoi confini. Solo un grosso blocco può opporsi allo strapotere della finanza mondiale, del turbocapitalismo e degli USA. Per questo motivo è velleitaria qualsiasi soluzione che miri al ritorno della vecchia sovranità dello stato nazionale ottocentesco.
Naturalmente la necessità di unità tra i popoli europei deve essere affianca alla rivalutazione dell’ambito locale, sia a livello politico che economico, in modo da tutelare tutte le differenze tra i popoli europei e la loro autonomia per le questioni che riguardano solo loro senza pelose supervisioni. In questo senso Movimento Zero dovrebbe collaborare più con movimenti localisti, bioregionalisti, indipendentisti, autonomisti, ecc., piuttosto che con chi chiede e sbandiera il ritorno a forme di nazionalismo italiano e ricette del passato (anche chiedere il ritorno alla lira è grottesco quando sarebbe ora di parlare di monete locali).
E’ fondamentale che la battaglia europeista e quelle identitarie dei popoli si leghino insieme: quel po’ di sovranità che si perde federandosi si riguadagnerebbe così nel locale, ed anzi proprio una tale Europa sarebbe davvero l’unica garanzia di libertà per i popoli europei.

Alberto Cossu

Commenti
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fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Registered) 10-12-2011 16:56

Ritengo che questa presa di posizione di Cossu sia molto importante. Nel bailamme di questi giorni, quando gli "alternativi" non sanno fare altro che proporre un nazionalismo non antimoderno ma anacronistico, magari colorato di rossobruno, o il ritorno alla lira e alle svalutazioni competitive, oppure suggeriscono di ignorare il debito pubblico e stampare a profusione moneta sotto controllo statale, col rischio che anche fra noi si crei molta confusione, era doverosa una puntualizzazione che ci richiamasse ai nostri princìpi. Avrei delle perplessità solo sulle monete locali, dal momento che una federazione largamente autarchica funzionerebbe meglio con una moneta comune, per il resto sottoscrivo in pieno le tesi di Cossu.
kulma (Registered) 10-12-2011 20:57

Sottoscrivo tutto anch'io. Complimenti. E' un post molto semplice, ma completo. Sarebbe bello se si potessero approfondire i vari punti. In modo dettagliato. Sviscerando soprattutto gli aspetti piú pratici, magari con il contributo di piú persone, non so.
nosorog (Registered) 12-12-2011 13:57

Sull'Europa unita così come viene descritta dall'articolo, perfettamente d'accordo. Sulla necessità di passare ad un'economia locale, di autoproduzione e consumo, anche d'accordo. Sull'affermazione che per promuovere la democrazia diretta occorra organizzarsi in comunità piccole e devolvere loro il potere decisionale, assolutamente d'accordo, altrimenti non vale neanche la pena mettersi a discutere di democrazia diretta. Non vorrei però che la condanna del "nazionalismo italiano" di tipo ottocentesco diventi una condanna dell'Italia tout court; siamo comunque un Paese che ha espresso una cultura estremamente significativa e non di rado presa a modello, un'arte che il resto del mondo ci invidia, una lingua che non manca di suscitare ammirazione un po' dovunque. Pensare di cancellare l'Italia sarebbe - quello sì - un anacronismo che non terrebbe conto di interi millenni di storia. Per quel che riguarda poi la collaborazione con soggetti politici autonomisti, occhio che la stragrande maggioranza di essi non sono minimamente interessati alle istanze della decrescita, della democrazia diretta, ecc. e questi temi cari a Movimento Zero li accetterebbero solo per puro calcolo politico, salvo disfarsene qualora lo ritenessero opportuno.
paolo883 (Registered) 12-12-2011 15:16

Non confondiamo la gloriosa storia d'Italia con la sua unità politica. Non c'entrano proprio nulla.
nosorog (Registered) 12-12-2011 16:42

C'entrano parecchio. Ma davvero vogliamo far dimenticare agli italiani di essere italiani, ai francesi di essere francesi, ai polacchi di essere polacchi per dividerli in province e provincette? Risulterebbe un pochino impopolare... Meglio invece configurare un assetto federale ad ogni stato europeo, all'interno di cui si devolve una elevata quantità di competenze alle amministrazioni locali al fine di gestire le leggi e le economie col metodo della democrazia diretta. A questo modo si realizza il potere della partecipazione popolare e al tempo stesso si garantisce un'identità, storicamente determinata, ai popoli.
Giovanni Marini (Registered) 12-12-2011 20:27

Guardiamo la cartina dell'Europa in cima all'articolo: da quella situazione lì di frammentazione si è usciti con la formazione degli stati nazionali, non con l'impero europeo. Le affinità culturali, linguistiche e religiose hanno spinto i tedeschi coi tedeschi, i francesi coi francesi e così via. Come si può pensare di riportare indietro l'orologio della storia per fargli imboccare una via diversa? E' con questo tipo di Europa che si è andata strutturando dal dopoguerra a oggi che bisogna fare i conti, e non aspettare che la storia ci consegni l' Europa dei popoli autarchica, con la democrazia diretta e le monete locali come piace a noi impacchettata e infiocchettata tra duemila anni.
La posizione del MZ rispetto ai problemi attuali mi sembra pertanto di sostanziale disimpegno.
Drachen (Registered) 22-12-2011 11:25

grande articolo, ma manca il passaggio fondamentale del come.
chi auspica il default e/o ritorni alla sovranità monetaria nazionale non lo fa per odio europeo, ma per semplice autodeterminazione verso (contro) un'Europa che non rappresenta gli interessi e le sensibilità dei popoli oltre che quelle più specificatamente italiane.
come si fa a creare una nuova Europa? attraverso la ribellione e lo smantellamento di questa. nessuna federazione, dal controllo politico che parte dal territorio, sarebbe osteggiata da movimenti politici localisti.
abbiamo chiari esempi storici di come una ribellione risponda in primis ad un'esigenza del diritto del territorio prima che del diritto all'unità: la guerra civile americana per es.
lo State's Right dev'essere prioritario secondo me: stai dentro, ma puoi anche uscire se l'Unione va in direzione contraria alla tua cultura, ai tuoi valori, a ciò che la gente vuole.
prima disfarsi dunque di questa Europa, e poi ricostruirla. tenendo ben alta la guardia verso gli avvoltoi asiatici e americani che sicuramente tenteranno di
spartirsela.
ruc català (IP:82.61.66.105) 04-01-2012 19:54

Concordo in toto con Drachen, l'Europa che vogliamo non la potremo mai avere se non si distrugge prima questa. Poi la domanda che mi viene spontanea, leggendo i vari commenti è:"Ma troverebbero un accordo quei pochi che hanno commentato su come farla questa eventuale "Europa dei popoli", ammesso fosse in loro potere edificarla?"
Vedo che c'è qualcuno ancora troppo "italiano" rispetto ad altri che hanno superato i nazionalismi ottocenteschi (peraltro spesso costruiti a tavolino proprio come l'Europa).
Vero la "genia" italiana ha regalato al mondo tanti capolavori ma non dobbiamo scordarci che ha dato il meglio di sé quando ciascuno dei popoli che abitano la penisola erano più o meno rappresentati da una nazione a sé stante, nella condizione migliore per poter dare il meglio.
Un'altra cosa, vel guardare la cartina non ho potuto fare a meno di notare che Lucca è messa insieme alla Toscana fra le piccole patrie. Spero che sia una svista, in quanto è esistita Lucca indipendente (1119 circa - 1847) più a lungo dell'impero romano e dell'Italia messi insieme.
E anche Massa ci spiega veramente poco con la Toscana.
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