Fitness da infarto

18 febbraio 2012

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La scena la ricordiamo quasi tutti: il film è "Fantozzi contro tutti", in cui i malcapitati impiegati sono costretti, loro malgrado, a partecipare a orrende quanto massacranti "scampagnate" fuori porta in bicicletta, spinti dalla passione del mega direttore di turno. A nulla servono i disperati tentativi del protagonista, che addirittura arriva a fingere di essere il proprio medico di famiglia che "sconsiglia, anzi proibisce" per ragione di salute la partecipazione del suo paziente. E la realtà conferma, purtroppo, le peggiori aspettative del povero ragioniere, che si ritrova a passare una domenica infernale, costretto a sforzi inenarrabili in condizioni atmosferiche proibitive con un fisico che lo sorregge a malapena, fino ad arrivare stremato alla sera a casa, pronto per una nuova settimana di lavoro.
Fin qui la fantasia del geniale autore genovese. Chissà però se Paolo Villaggio avrebbe immaginato che gli Italiani certe torture avrebbero iniziato ad infliggersele autonomamente, senza bisogno di un dirigente sadico che li costringesse a farsi scoppiare il cuore sui pedali. Nei fine settimana le strade turistiche dei laghi lombardi, per esempio -ma non solo- vengono letteralmente invase da moltitudini interminabili di cicloamatori, che in qualunque stagione, incuranti del freddo, del caldo, della pioggia, del traffico, si infliggono pedalate faticosissime, abbigliati con equipaggiamenti all'ultimo grido e dal costo assolutamente proibitivo, con mezzi di livello quasi professionistico e con accessori tecnologici in grado di rilevare perfettamente le prestazioni. Modernissimi cardiofrequenzimetri che, una volta finita la corsa, vengono collegati ad internet e rilevano il percorso effettuato, l'altimetria, le calorie consumate, i picchi raggiunti dal cuore e tante altre cose molto eccitanti.
Di solito si arriva a prendere la decisione di intraprendere un'attività sportiva di questo tipo verso i quarant'anni. A quest'età iniziano ad arrivare i primi acciacchi, la sensazione di invincibilità che accompagna la giovinezza è ormai dimenticata da un pezzo, il ruolo in famiglia è sempre più indefinito, e bisogna far qualcosa per affermare la propria identità maschile. Se a questo bisogno aggiungiamo i continui quanto sbagliati incoraggiamenti all'attività aerobica pesante che arrivano quotidianamente dalla grancassa mediatico-scientifica, è normale che tante persone decidano a un certo punto di acquistare il materiale e di buttarsi sulla strada.
Intendiamoci. Non che ci sia nulla di male a curare la propria salute e il proprio fisico. Io stesso, come è ben possibile immaginare, sono molto attento a quello che mangio, e pratico senza dannarmi l'anima attività fisica anaerobica per tenermi in forma. E come tutti sono arrivato alla decisione di stare più attento proprio a quarant'anni, quando ho iniziato ad avvertire i primi scricchiolii. Ma qui il problema è che il tipo di attività che viene intrapresa -e lo stesso discorso può valere anche per chi decide di praticare la maratona per esempio- non migliora assolutamente lo stato di salute, ma mette le persone a rischio di traumi molto pesanti, nel caso del ciclismo, oppure di dolori articolari nel caso della corsa. Per non parlare dei problemi cardiovascolari: quante volte leggiamo o sentiamo di persone colte da infarto durante una maratona o una gara di triathlon? Si dice che ognuno è libero di fare quello che vuole, ma ricordiamo che il servizio sanitario viene pagato da tutti, per cui certe spese ricadono completamente a carico della collettività.
Non possiamo poi non accennare brevemente al fenomeno del doping amatoriale. Il continuo perfezionamento degli strumenti di rilevazione, ormai a disposizione di qualunque amatore, rende impossibile quella pratica sì disonesta, ma tutto sommato innocua, del "taroccamento" delle prestazioni. Una volta ci si inventava infatti di aver scalato vette impossibili, tanto nessuno era in grado di verificare l'attendibilità delle affermazioni. Oggi, coi satelliti che rilevano anche le volte in cui si ferma per i bisogni fisiologici, la cosa non è più possibile, e l'unico modo per reggere la competizione con i compagni di avventura è andare oltre i propri limiti o assumere sostanze dopanti devastanti per l'organismo.
Sarebbe ora di invertire la tendenza. Certi spettacoli di ragionieri con la pancetta, bardati con calzoncini neri di lycra e magliette colorate non sono più tollerabili; così come non lo sono quelli degli anziani che abbigliati in pantaloncini corti come dei ventenni cercano di mantenersi giovani facendo jogging per i viali dei parchi cittadini. E gli esempi potrebbero continuare. Diciamo forte e chiaro che faticare come bestie non serve a niente. Se iniziamo a sentire gli acciacchi della vecchiaia, è ora di iniziare a passeggiare un po' di più. Passeggiare rinfranca lo spirito, lo si può fare in compagnia, non richiede costosissimi equipaggiamenti e non ci costringe a travestirci da alieni. Non è pericoloso, non si cade, non si viene travolti dagli automobilisti esasperati, non si blocca la circolazione ordinaria. E soprattutto è ora di mettersi in testa che non possiamo mutare il corso del tempo.

Paolo Costa

Commenti
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davlak (Registered) 19-02-2012 00:32

dipende. io ho avuto un infarto nel 2009 a 52 anni con successiva applicazione di 3 stent...per 2 anni ho seguito la terapia farmacologica post-infarto che mi ha letteralmente steso, molto più dell'infarto stesso. fino a quando un anno fà ho deciso di rimettermi in sella. piano piano grazie alla bici sono riuscito a rieducare il mio cuore, ho abbandonato i farmaci e ho percorso in un anno quasi 14.000 km. certo a un passo non da agonista, e tenendo sotto controllo le pulsazioni con un cardiofrequenzimetro...e mi sono divertito moltissimo senza avere mai la benchè minima intenzione di assumenre un atteggiamento agonistico o comnque competitivo. la mia attività fisica non è costata niente al servizio sanitario, anzi gli ha fatto risparmiare un sacco di soldi in statine, betabloccanti, ace-inibitori, cardiaspirine, gastroprotettori, antiaggreganti e via dicendo.
Giovanni Marini (Registered) 19-02-2012 10:21

Gli stent come li mantieni pervi?
Non hai fatto la riabilitazione cardiologica dopo l'intervento?
davlak (Registered) 19-02-2012 15:24

si, come ho detto ho seguito il programma terapeutico per due anni, ma stavo male, ero ingrassato 14 kg e avevo dolori muscolari alle gambe che mi impedivano di salire anche pochi gradini. se potessi tornare indietro non mi farei nemmeno applicare gli stent, ma all'epoca non ero nemmeno consapevole di cosa comportasse la loro presenza. ho dovuto smettere la cardiaspirina per delle complicazioni gastriche. assumo aglio in capsule e cipolla in tintura madre. ma in definitiva il grosso beneficio me lo ha dato proprio la bicicletta. ho valori di colesterolo inferiori a quando assumevo le statine, la pressione sanguigna 70110, ho perso i kg che avevo accumulato, e, comunque al di sopra di tutto, mi sento BENE.
e poi, come dice la canzone?
who wants to live forever?
Giovanni Marini (Registered) 19-02-2012 20:22

Il problema mi sembra che sia stato l'aumento di peso. L'attività fisica ti ha fatto smaltire il peso in eccesso e spiega perchè ti senti bene, spiega anche il calo del colesterolo e la pressione normale.
Una curiosità: l'aglio in capsule non da problemi di odore pesante? cosa dicono le persone che ti sono vicine?





davlak (Registered) 20-02-2012 22:58

no, nessun problema. basta assumerle dopo i pasti.
etcasadei@yahoo.it
Ettore (IP:151.42.168.197) 22-02-2012 15:05

Forse bastava la testimonianza di davlak, ma voglio dire che sono in quasi totale disaccordo con l'articolo e mi scuso fin da ora per la lunghezza:
Io non critico nemmeno chi fuma o beve alcol mettendo a rischio la propria salute e diventando potenzialmente un costo per la collettività, figuriamoci chi va in bicicletta e rischia di farsi la bua! Qui si sa dove si comincia ma non dove si va a finire, come dice il nostro Massimo Fini, arriveremo a non curare le persone perché non hanno seguito le raccomandazioni della sanità pubblica e si sono ammalate di diabete.
Non bisogna doparsi (assicuro a tutti che gli amatoriali che si dopano non lo fanno perché ci sono i satelliti ma perché sono stupidi) e non bisogna esagerare andando al di la delle proprie capacità, tipo fare gare di 200 km in salita o delle maratone a 65-70 anni o più. Ok, se il discorso si limitasse a questo sarei d'accordo, ma, scusate, è un'ovvietà e di non esagerare in questo senso lo dice anche la grancassa mediatica.
Sono d'accordo che è necessario tornare a passeggiare e camminare, ma non certo in sostituzione della bicicletta, semmai dell'auto (a tal proposito consiglio di lettura di "Elogio della bicicletta" di Ivan Illich).
Inoltre, neanche a me piace l'aspetto consumistico della bici amatoriale, ma viviamo in una società permeata di consumismo fino al midollo, questo discorso vale per qualsiasi ambito della vita, ormai. Su cosa sarà il prossimo articolo, su chi si compra macchine fotografiche da 3000 euro e da fastidio in giro per la strada perché scatta foto? Diciamo che forse è meglio fare un discorso più completo sul turismo di massa...non so se mi sono spiegato.
Chiudo sull'invito di Costa di non andare in bici da corsa per non intralciare il traffico...cioè invece di liberare le strade da macchine puzzolenti e inquinanti per far posto ad altri mezzi facciamo stare ferme le bici per far circolare meglio il traffico? Per favore.
Ci sono articoli di estremo interesse su questo blog (in passato qualcuno l'ho scritto anch'io) e non credo che ci faccia belli (sono iscritto anch'io a MZ) andare contro tutto e tutti senza se e senza ma.
paolo883 (Registered) 23-02-2012 11:02

@Ettore

Non me la prendo certo con chi usa la bicicletta per spostarsi, qua si parla di persone che utilizzano la strada, che ricordo è fatta per andare da un posto ad un altro, come fosse una palestra o una pista di allenamento. Non so se tu li hai mai visti sulle strade turistiche, gruppi da 10 - 20 che con arroganza assurda, anche alimentata da una ridicola pretesa di ecologismo, occupano la sede stradale e in sostanza bloccano la circolazione. E vogliamo anche parlare di certi passaggi di mountain bike sui sentieri di montagna? Credo che Ivan Illich avesse in mente altre cose quando scrisse l'"Elogio della bicicletta".
davlak (Registered) 23-02-2012 19:27

@paolo883
mi sento chiamato in causa, in quanto a volte (poche, invero) esco anche io in gruppo. il mio gruppo è abbastanza disciplinato ma a volte capita che ci si trovi affiancati (il sorpasso esiste anche in bici)...e ne succedono di cotte e di crude, con automoblisti che iniziano a smadonnare e attaccarsi al clackson in modo schizoide, danno di matto, ti stringono a destra come per buttarti sul guard rail, e a volte lo fanno pure...per non parlare delle rotatorie (su una rotatoria sono stato TAMPONATO da un'auto il cui conducente mi ha poi apostrofato dicendo che noi ciclisti dobbiamo tutti essere ammazzati come scarafaggi) e garantisco che non c'è giorno in cui non si subiscano dei veri e propri soprusi con relativo rischio di lasciarci le penne. tutto per cosa? perchè un ciclista ritarda il ritmo frenetico dell'italiano medio che corre ai suoi impegni da schiavo? eppure si viaggia a 30 all'ora, su strade che molto spesso hanno il limite a 50. non c'è nessun automobilista che per sorpassare un ciclista si sposti a sinistra...pretendono tutti che sia tu, in bici, a spostarti, anzi meglio...a sparire. 30 anni fà io in bici ci andavo e ci facevo agonismo, e posso garantire che gli automobilisti avevano tutto un altro atteggiamento nei confronti delle due ruote, molto più rispettoso e consapevole. ciò non toglie che girino dei gruppi di ciclisti assolutamente indisciplinati e arroganti. ma sono una rarità e non concepisco che si generalizzi. non vedo poi perchè la strada debba essere unicamente concepita per spostarsi con finalità produttive o turistiche e non possa essere anche un posto dove praticare della sana attività fisica. sinceramente trovo il tuo commento fuori luogo, proprio in senso letterale. quando poi mi parli di Mountain Bike sui sentieri di montagna mi viene persino da ridere...l'hanno inventata per quello la MTB. dove dovrebbe andare? per mare? ah già! è meglio che in montagna ci vadano i SUV, i gipponi e i camion!
Wolfram (IP:151.25.110.23) 24-02-2012 20:12

Salute a Tutti! Farò rima con l'ottimo paolo883 in quanto la tematica in questione chiama in causa anche me in maniera decisa (anche se ritengo che il problema non sia di specifica competenza solo dei ciclisti ed automobilisti ma potrebbe allargarsi a macchia d'olio su altri versanti/categorie e prospettive rappresentanti le cause vere di queste apparenti inezie).
Vorrei solo aggiungere, da ciclista amatore, che si tratta di una questione di Etica (che i più chiamerebbero "buonsenso" o "mentalità") e non certo di come saper organizzare la viabilità di un paese (inoltre chi ha detto che le strade asfaltate e non siano esclusiva e prerogativa delle quattro ruote...perchè sono maggiori in numero?)
Le strade sono calpestabili da chiunque e le categorie a rischio dovrebbero essere le più tutelate, se poi ci metti anche che la categoria in questione, come già detto precedentemente, da anche esempio di capacità atletiche se non di coraggio, ciò meriterebbe plauso,consenso ed eventuale seguito. Ma sta proprio qui l'incolmabile fossato, chi sta per strada per un motivo diverso dall'affannato squilibrato muoversi dell'ipnotizzata decadente massa va odiato, soprattutto se sta effettuando esercizio fisico od anche, semplicemente, se ha deciso di eliminare l'orologio e fare il pedone. Vi posso assicurare che a me insultano anche se sto da solo nella corsia di emergerza (ma poi dove è scritto che devo camminare nella corsia d'emergenza?), che a me insultano anche se sto percorrendo una stradina di campagna...ecc.
Sono io stesso automibilista ed il mio atteggiamento verso gli altri non è mai stato di fastidio anzi (tra l'altro sono anche motociclista e forse questa versatilità nella guida è ciò che mi rende rispettoso e partecipe delle azioni altrui, la massa non sa impersonificarsi in altre situazioni e sa a malapena guidare la scatola in cui si trova distratto comè dai ninnoli che lo circondano).
Inoltre esprimo il mio totale disaccordo con l'articolista che avrebbe dovuto semmai esprimersi su gli instupiditi frequentatori di palestre (sempre salvando qualcuno) che poi sono il proseguo degli automobilisti. Individui di debole fattura necessitante di stimoli esterni se non di essere comodi perfino nell'esercizio fisico, circondati da finti maestri, specchi, musica e riscaldamenti, passano giornate in maniera discontinua credendo di essere i campioni dell'agone mentre sono solo promiscui pseudo-sportivi della domenica.
Quindi che la gente si riappropri innanzitutto della propria coscienza per poi poter ri-vivere il proprio ambiente in condivisione con la comunità d'appartenenza rispettoso ognuno del proprio ruolo....intanto Noi aspettiamo che finisca il petrolio!!!
Wolfram (Registered) 24-02-2012 20:19

Chiedo venia, intendevo l'ottimo davlak!
Ad majora.
Andrea Marcon (Registered) 25-02-2012 18:12

Mah, forse sono io che ho capito male l'articolo di Paolo, ma certo non mi sembra che la questione sia se siano più maleducati o contro natura i ciclisti, gli automobilisti o chissà chi. Anche perchè non siamo su un forum che si occupa di passatempi domenicali o sportivi. A me pare che l'articolo si riferisca alla detestabile tendenza moderna di esasperare ogni passione, anche una sana com'è di principio quella ciclistica e sportiva generale, stravolgendone il senso con l'applicazione dei soliti "valori": competitività, ricerca a qualunque costo del successo, tentativo di andare oltre i propri limiti fisici e naturali. E questo già solo a livello amatoriale. Che poi tutto ciò possa essere vero anche per mille altre categorie oltre i ciclisti e che tra quest'ultimi vi siano ovviamente anche tipologie di persone completamente diverse mi sembra del tutto irrilevante e, perdonatemi, assolutamente fuori luogo da sostenere in questa sede.
paolo883 (Registered) 26-02-2012 20:48

Infatti io avevo smesso di rispondere perché la conversazione stava uscendo dal senso dell'articolo, che riguardava principalmente alcune esagerazioni che vedo nella pratica sportiva moderna. Ho parlato soprattutto di ciclisti perché l'episodio di Fantozzi mi dava un buon lancio, ma ovviamente la stessa cosa vale anche per la maratona (che, ricordo, celebra un tizio che poi è stramazzato per la fatica), il calcetto, la palestra eccetera eccetera. Il discorso è sempre quello sul ruolo del maschio che è sempre più indefinito e lo spinge a sfogare la sua natura con attività sostanzialmente slegate dal suo vivere quotidiano. Certo, sarebbe preferibile che questo concetto venisse sviluppato meglio, con riferimenti culturali un po' più articolati, perché io più di così non so fare :-)
etcasadei@yahoo.it
Ettore (IP:151.42.168.197) 27-02-2012 12:07

Per Andrea: intanto ciao, spero vada tutto bene!
Anch'io non vorrei averlo capito male, ma, scusate, certe affermazioni si prestano a fraintendimenti (vedi intralciare il traffico) o sono addirittura fasulle (vedi praticare sport intenso non migliora la salute: sarà vero per i vecchi, come dice anche M. Fini, non per un quarantenne, o anche oltre, in buona salute, che ne ha solo da guadagnare. Per non parlare del rischio di pesare sui bilanci pubblici se mi faccio male, ma sono tutte cose che ho già scritto).
Questo sto criticando...se invece ci riferiamo alle manie moderne, al vuoto, alle frenesie consumistiche legate alle pratiche sportive, al doping ecc...siamo d'accordo, ma l'articolo non si è fermato a questo, anzi è sfociato appunto in argomenti totalmente fuori luogo. Per lo meno è la mia opinione.
Ciao a tutti.
paolo883 (Registered) 27-02-2012 17:37

Ciao Ettore,

che troppo sport faccia male alla salute è un dato di fatto. Non sto parlando della corsetta di mezz'ora al parco, ma di prestazioni di un altro tipo. Qua si parla di persone che oltre i quarant'anni si imbarcano in devastanti stagioni di allenamento alla maratona, magari perchè hanno visto Gianni Morandi che gli dice "dai che ce la fai!" (è questo che intendo quando parlo di grancassa mediatica).

L'intralcio al traffico è un'argomento che forse si poteva evitare (non è centrale nel messaggio, e infatti è solo accennato), ma ti assicuro che dalle mie parti è un problema enorme, e conosco tanti cicloamatori che si lamentano del comportamento di quelli che vanno in giro in gruppo su strade statali bloccando tutto, perchè va a svantaggio anche loro.

E poi c'è il problema estetico, per me andare in giro vestiti da marziani fuori carnevale è un indice di degrado umano e sociale... Ciao!
Wolfram (IP:78.6.227.132) 28-02-2012 09:37

Purtroppo constato, tramite i commenti qui sopra sviluppati,che si è veramente lontani da un giusto sentire teso a rendere giustizia ad un mondo ed un modo di esprimersi legato al passato ed in contrasto col modo di (non)vivere moderno, probabilmente Voi siete modelli moderni.
In effetti non si è mai andati fuori tema, anzi, si son delineati i fronti.
Il ciclista o lo sportivo rappresenta l'archetipo di Colui che ha reagito, proponendosi parte attiva, difronte alle nebbie mentali profuse dalla comoda modernità. Qui non si tratta di passatempi domenicali, bensì di persone che (consciamente e non) praticano fedelmente una Disciplima Marziale (pochi anni fa pubblicai altrove un articolo sull'ascesi tramite la disciplina sportiva) tesa proprio al miglioramento e superamento dei propri limiti in tutti i sensi. Non si può, inoltre, affiancare/paragonare un'attività caratterizzata dalla concentrazione mentale, dallo sforzo fisico reiterato con attività ludiche e di gioco quali il calcetto o la palestra (che come ho già detto precedentemente risulta essere solo un ambiente per perdere tempo).
Vorrei poi sapere quali sarebbero le attività LEGATE al nostro vivere quotidiano (visto che esercitare la mente ed il corpo sono Slegate), il lavoro? (direi Demonia del lavoro), la famiglia borghese? (direi annullamento di se stessi), la playstation o la wii? (direi rincoglionimento della coscienza), la televisione? (ipnotismo di massa).
Il mio vivere quotidiano è cercare di riappropriarsi della mia legge in base alla mia natura e tra questo c'è ANCHE la Disciplina Marziale (oggi è la bici e la corsa APPROFONDITA,domani può essere qualcos'altro che sia sempre però caratterizzato da una costanza IMPEGNATIVA che sappia mettere a nudo le presunte capacità interne presenti per vocazione o acquisite).
Si è riusciti addirittura ad affermare che lo sport, generalizzando, faccia male salute, questo mi risulta decisamente in antitesi con quanto si sa sull'argomento sia a livello tecnico che scientifico/strutturale (se poi dovesse casualmente far male risulterebbe essere comunque un problema dell'interessato, libero arbitrio cosciente), e che il problema del traffico sia la somma degli individui che per dimensione e numero rappresentano il lato minore (numericamente parlando c'erano molti più praticanti all'aria aperta negli anni sessanta/settanta che oggi e le automobili erano la metà grandi rispetto ad i "furgoni" americani di oggi). Per quanto riguarda , infine, l'abbigliamento tecnico penso sia scontato dire che in qualsiasi attività ginnica non ci si possa presentare in "mocassini", ogni luogo, dimensione o ambiente ha le sue necessità anche di vestizione mirata.
Buona vita comoda a Tutti.
Vincenzo (Registered) 28-02-2012 14:26

@Wolfram

Condivido il senso di ciò che scrivi, ma francamente non capisco il motivo
di questa generalizzazione sprezzante verso chi frequenta le palestre. Io non ho mai praticato sport agonistico nè discipline marziali, ma vado in palestra tre volte a settimana, qualche volta vado in piscina a nuotare e,(questo solo al mare) mi faccio volentieri lunghe girate in bici, pressoché ogni giorno. Sinceramente non mi considero un instupidito, né un debole bisognoso di "stimoli esterni, specchi, musica", comodità o altri orpelli. Certamente occorre convinzione e costanza nel fare attività fisica, (come in tutte le cose del resto), ma secondo me è lo spirito e la coscienza che ci si mette a creare la differenza; per quanto mi riguarda non vedo differenza tra lo stare alla lat-machine o sul sellino di una bicicletta, se ciò significa fare fatica e mettersi alla prova. Che poi in quello che ho elencato sopra si possa sempre migliorare non ci sono dubbi, come pure sarebbe bene imparare
a eliminare agi e comodità di troppo.
Riguardo masse pecorone, schizzati al volante, schiavitù del lavoro, tivvù e playstation concordo totalmente con te.

Un saluto


P.S.
forse sto chiedendo una cosa impossibile, ma mi piacerebbe leggere il tuo articolo sull'ascesi tramite
la disciplina sportiva. L'argomento mi
sembra di grande interesse.

paolo883 (Registered) 28-02-2012 15:19

Ok ragazzi, i vostri commenti sono stati tutti molto interessanti e ho capito di aver forse esagerato (come mi ha gentilmente fatto notare un amico cicloamatore). Resto convinto che, tanto per fare un altro esempio, camminare per un ora su un tapis roulant non sia un'attività che porti a contatto col divino fondamento. E comunque non sarebbe male un po' di senso dell'umorismo, ho l'impressione che chi pratica sport amatoriale si prenda un po' troppo sul serio. In ogni caso mi scuso, lo dico con sincerità, se qualcuno possa essersi offeso personalmente.
Wolfram (IP:78.6.227.132) 28-02-2012 16:16

Caro Vincenzo non intendevo colpire in toto la categoria, se, infatti, leggi il mio primo intervento ho precisato: "SALVANDO SEMPRE QUALCUNO", tra l'altro in passato ho praticato anche io pesistica con però un latente fastidio di fondo per l'ambiente che, come dicevo, è frequentato per la maggior parte(vado oltre la pesistica per inglobare soprattutto pseudo lotte o balletti) da individui che brancolano nel buio.
Sono convintissimo come Te che ciò che fa la differenza è il modo di fare ed usare le cose e quindi anche lo sport praticato (che risulta quindi essere un mezzo e non un fine).
Nella maggiore disciplina risiede la maggiore libertà. Ogni disciplina è a mio avviso un percorso di liberazione, che si tratti di studio accademico, meditazione, marzialità, sport o altro. Penso che la disciplina si eserciti principalmente attraverso il sacrificio.Quello che spinge chiunque alla disciplina e quindi al sacrificio è a mio avviso una forte motivazione, che per essere tale deve affondare le proprie radici in valori forti.

Purtroppo l'articolo fu pubblicato sulla rivista cartacea dell'associazione di cui facevo parte e non penso si trovi in rete ma te lo potrei inviare tramite posta elettronica.

Per Paolo invece;
non ti preoccupare, qui non si è offeso nessuno.
Solo legittima difesa per dare a cesare quel che è di cesare, inoltre, ogni scambio di vedute risulta essere sempre una fonte di crescita per ognuno.
Ad majora.
v.delmedico@virgilio.it
Vincenzo (Registered) 28-02-2012 18:34

@Wolfram

Ti ringrazio per il chiarimento. In effetti gente che perde solo tempo e si mette in mostra esiste ovunque, forse soprattutto in palestra. Ferma restando giustamente la disciplina (quindi il sacrificio), io penso sia possibile combinare nell'attività fisica impegno, fatica, ma anche relax psicologico ed emotivo. Secondo me le due cose non si escludono affatto se c'è la giusta consapevolezza. Sopra ho messo l'email, se trovi l'articolo mi fai un piacere.
Saluti
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