Vita liquida

9 ottobre 2012

Pubblicato su Appello al Popolo del 2-10-2012 (N.d.d.)  

Tra le idee peculiari dell'ARS (Associazione Riconquistare la Sovranità) c'è la volontà di prestare molta attenzione alla nostra esperienza legislativa, al nostro passato, recente e meno recente, anziché continuare a guardare a destra o a sinistra, nel desiderio di imitazione, e anziché insistere nell'andare alla ricerca di continue novità. Altra idea connessa alla prima è la critica severa della "volontà di riforma permanente" in ragione della consapevolezza che i settori vitali dell'ordinamento vanno modificati con molta attenzione e prudenza e dopo lunghissima riflessione.

L'ideologia riformistica, che è stata anch'essa una religione, è parte integrante, e non di secondo piano, del mondo moderno caratterizzato dalla "vita liquida": continue novità che non si consolidano e mai sfuggono alla natura di frammenti. Abbiamo distrutto sistemi consolidati, per non edificare nulla se non schegge e frammenti che si esauriscono dopo una vita di breve durata. Da quando sono stato assunto dall'Università nella quale insegno, ossia in dodici anni: a) "l'offerta formativa", che è la struttura dei corsi di studio, è stata modificata sei o sette volte; b) le discipline concorsuali sono state modificate cinque volte; c) le Facoltà sono state abolite e sostituite dai Dipartimenti; d) i modi e i criteri di distribuzione dei fondi sono mutati più volte; e) le tecniche di registrazione degli argomenti di lezione e degli esami sono state modificate; f) persino l'entrata nella mia Facoltà/Dipartimento è mutata due volte (quindi sono entrato da tre porte diverse).

Vita liquida nel senso più assoluto e veritiero. Io non potrò raccontare ai miei allievi e ai miei figli, come invece ha potuto la generazione precedente, come era la mia Università: chi vinse il concorso in quel tale anno; quando modificarono la disciplina concorsuale; quali erano le materie fondamentali che si insegnavano; quando una certa disciplina cominciò ad essere impartita in un corso accademico. Oggi l'Università non è: diventa, continuamente. Il miglior partito, nella vita liquida, è disinteressarsi di tutto. Questo è il mio partito. Io non so se i curricula esistevano, sono stati cancellati e poi reinseriti; ovvero se non c'erano e poi sono stati inseriti per essere di nuovo aboliti. Non so nulla di nulla. Nemmeno faccio richieste di fondi. Partecipo al Consiglio di Facoltà/Dipartimento con le orecchie foderate. E ancora dichiaro di insegnare nella Facoltà di Economia dell'Università della Tuscia. Nel Consiglio di Facoltà/Dipartimento ascolto ma non sento e rido di tutto; rido delle riforme. Naturalmente insegno con passione e studio. Per il resto rido, ormai anche quando insegno. Basta osservare e descrivere una riforma per suscitare il riso degli studenti, che sono più profondi dei riformatori, se solo hanno la possibilità di ascoltare una voce fuori dal coro. Quale docente universitario, dopo tanti anni di riforme, se la sente di smentire che se nulla fosse stato fatto negli ultimi dodici anni, se niente fosse mutato, se nessuna riforma fosse entrata in vigore (ma entrare "in vigore" per scomparire l'anno seguente è una contraddizione in termini) l'Università sarebbe molto ma molto migliore? 

Stefano D’Andrea 

 

Commenti
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Wolfram (IP:151.25.28.158) 09-10-2012 19:37

Interessante l'inserimento di tale articolo.
In effetti la "liquidità" rende bene l'idea dei voluti processi di annullamento di quanto in passato fungeva da solido costrutto della qualità della vita.
Un dis-organico modo di vivere, studiare e lavorare (n.b.tutti gli ambiti sono stati attaccati) annegato in un ipertrofico elemento acqua (che spesso diventa "fango"), dove ogni respiro è un continuo DIVENIRE sfuggente ed obliquo, lontano da un azione reiterata e tramandata (che poggia sull'ESSENZA delle cose) necessaria all'esatta funzione per un organizzata società di Uomini.

Chi organizza il Caos lo fa per essere sicuro di portare a termine il proprio progetto di conquista, una vecchia storia che oggi raggiunge la sua massima forza sovvertitrice.

Cerchiamo in Noi le dovute certezze.
fosco2007@alice.it
lucianofuschini (Super Administrator) 09-10-2012 22:28

Di questa riflessione condivido anche la terapia del riso. E' l'unica difesa che abbiamo davanti all'assurdo. Siamo arrivati a livelli tali di degradazione che ciò che segna il nostro tempo non è la dimensione del tragico ma quella del grottesco. Rifugiarsi nel riso fa bene alla salute.
Wolfram (Registered) 10-10-2012 08:51

A proposito di riso;

[...] Una volta, mentre stavo facendo una commissione, ho visto Leonida, il re in persona, incapace per più di un minuto di alzarsi in piedi, ripiegato su se stesso, e il tutto per una banalissima battuta. Ogni volta che tentava di rialzarsi, uno dei suoi Compagni di Tenda, un capitano dalla barba e dai capelli brizzolati ormai vicino alla sessantina (che per il re era poco più che un ragazzo, tanto che si rivolgeva ancora con il soprannome dato durante l agogè) lo tormentava ripetendogli la battuta, magari con qualche variazione, cosa che gli creava un altro convulso di risa e lo faceva di nuovo piegare in due.

Comunemente si crede , e gli spartani fanno di tutto per alimentare tale credenza , che l addestramento militare dei lacedemoni sia brutale e assolutamente privo di momenti di allegria. Niente è più lontano dal vero. Mai in vita mia ho sperimentato situazioni in cui l ilarità generale sia stata più vivace e più sincera di certi momenti di addestramento sul campo. Gli uomini ridono e scherzano e si lanciano battute dall attimo in cui si risvegliano al suono della salpinx fino all ora in cui, stanchi morti, si avviluppano nel mantello per dormire, e anche allora non è difficile sentire qualcuno che parlotta e qualcun altro che scoppia a ridere magari in un angolino remoto del campo, finchè il sonno, che cala come un colpo di maglio, arriva a sopraffarli.

È quell umorismo particolare dei soldati che nasce dal dover sopportare insieme situazioni di estremo disagio e tristezza che spesso risulta povero a coloro che sono estranei e non condividono le stesse esperienze. Che differenza c è tra un re spartano e un soldato semplice? chiede un soldato al suo compagno, mentre entrambi si preparano a dormire all aperto sotto una pioggia battente. L amico finge di pensarci su in un atteggiamento volutamente drammatico. Il re dorme in quella buca laggiù, risponde poi. Noi dormiamo in questa buca qui.

Tratto da: Le Porte di Fuoco

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