Rivoluzionari e ribelli

15 ottobre 2012

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Sono zerista fin dalle origini nei primi anni 2000, semplicemente sull’onda dell’entusiasmo per gli scritti di Massimo Fini. Negli anni, mi sono chiesto perché un’idea così nuova, antitetica e giusta per il mondo allo sfascio in cui viviamo non abbia ancor avuto che il minimo impatto sulla società e sugli spiriti liberi che ancora vi sono, in piccolo ma non trascurabile numero.

La risposta che mi son dato è: non è l’organizzazione che cambia il mondo, ma le persone che la compongono, ed a queste manca ancora la preparazione, la Coscienza, il Giudizio sufficientemente alto per cambiare il Mondo stesso. Per prima cosa, occorre cambiare noi stessi. Un ribelle, per come intendo io questo termine, è un fenomeno spirituale. Il suo approccio è assolutamente individuale. La sua idea è questa: se vogliamo cambiare la società, dobbiamo cambiare l’individuo. La società in sé non esiste. Ovunque incontri qualcuno, incontri un individuo. Società non è altro che un nome collettivo privo di realtà, senza sostanza. Nessuna rivoluzione è ancora riuscita a cambiare gli esseri umani, ma sembra che non ce ne siamo accorti. Ancora continuiamo a pensare in termini di rivoluzione, di cambiamento della società, del governo, della burocrazia, delle leggi, dei sistemi politici.

Feudalesimo, capitalismo, socialismo, fascismo: tutti, a loro modo, erano rivoluzionari, e tutti hanno completamente fallito, un fallimento inequivocabile perché l’uomo è rimasto lo stesso. Il ribelle è tuttora una dimensione inesplorata. Dobbiamo essere ribelli, non rivoluzionari. Il rivoluzionario appartiene a una sfera terrena; il ribelle e la sua ribellione sono sacri. Il rivoluzionario non può stare da solo: ha bisogno di una folla, di un partito politico, di un governo. Ha bisogno del potere... e il potere corrompe. In particolare, il potere assoluto corrompe in modo assoluto. Tutti i rivoluzionari che sono riusciti a prendere il potere ne sono stati corrotti. Non sono riusciti  a cambiare la natura del potere e le sue istituzioni; il potere ha cambiato loro e la loro mente, corrompendoli. La società è rimasta la stessa, solo i nomi sono cambiati. Il mondo ha conosciuto solo pochissimi ribelli. Ma ora è il momento: se l’umanità non riesce a produrre un gran numero di spiriti ribelli, i prossimi decenni potrebbero diventare la nostra tomba. Siamo molto vicini a quel punto di non ritorno. Una discontinuità con il passato: questo è il significato della ribellione.

La ribellione è una discontinuità. Non è né riforma né rivoluzione: semplicemente, ti sconnetti da tutto ciò che è vecchio. Le vecchie istituzioni che hanno fallito come le religioni, le ideologie politiche, il vecchio essere umano...ti stacchi radicalmente da tutto ciò che è vecchio; riparti da zero, inizi la vita da capo. Il rivoluzionario cerca di cambiare il vecchio; il ribelle semplicemente ne esce, come il serpente che si lascia alle spalle la vecchia pelle senza mai guardare indietro. Ecco perché per ora è bene che raccogliamo nei nostri sparuti cenacoli i genuini ribelli i quali, ognuno per sé, cercheranno una loro dimensione ed una loro crescita interiore spirituale che personalmente sto perseguendo  da diversi anni, e condividendio con chi si prende la pena di ascoltare. Mi unisco a De Benoist nel suo motto che sta in calce a MZ, ricordando che solo il Ribelle, non certo il Mondo, può cambiare e migliorare se stesso. 

zerista toscano

 

Commenti
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ul.lucio (Registered) 16-10-2012 09:48

A mio avviso lo zerista toscano descrive perfettamente il vero significato di Rivoluzionario. Sostituendolo, peró, con Ribelle...ma a differenza dei veri rivoluzionari, non menziona minimamente quale sia la proposta concreta che rivoluzioni...anzi scusate, ribellioni la societá attuale.
Siccome ho una concezione dialettica della storia, resto in attesa di suo cortese aggiornamento.
Grazie dello spazio.
kulma (Registered) 17-10-2012 12:19

Post molto interessante. Mi sento particolarmente vicino alle posizioni dell'anonimo zerista toscano. Il primo vero cambiamento deve avvenire dentro di noi. Dobbiamo ritrovare il nostro centro. Solo così si può pretendere di cambiare ciò che è esterno a noi. E' per questo che io parlai tempo fa di accendere micce nei cuori dei nostri interlocutori, sperando avvenga un'esplosione. Bisogna usare i giusti linguaggi, diversi per ogni individuo, lasciando perdere linguaggi, dogmi e citazioni presi dalle nostre rispettive letture. Perché queste letture hanno acceso le nostre micce, sono arrivate direttamente ai nostri cuori, ma non è detto che riescano a infuocare gli spiriti di persone diverse da noi. Per arrivare al centro si parte da una circonferenza e i punti di questa circonferenza sono infiniti, come lo sono i raggi che portano al centro. Quando una persona, superficialmente diversa da noi, capirà che c'è un centro comune a tutti, al di fuori della storia e del tempo, si accenderà una miccia e quando lo raggiungerà avverrà l'esplosione (illuminazione, risveglio, ... chiamatelo come volete; le parole sono diverse, il simbolo è lo stesso) e con essa il cambiamento.
Misopickle (IP:79.25.121.238) 18-10-2012 20:06

Ho profondamente desiderato una rivoluzion, il meno cruenta possibile, in gioventù, in Italia e nel Mondo.Studiai con cura la storia delle rivoluzioni moderne, specie quelle di ispirazione marxista, più la Francese e l'Americana.E' per questo che le ho definite TUTTE fallimentari, e ciò, non solo perchè fondate sulla violenza, ma perchè di fatto, proprio fallite! Se si deve avere una concezione dialettica della Storia, allora si abbia bene in mente il concetto di Legge degli Opposti, per cui qualcosa che si persegue AL DI FUORI DI NOI inevitabilmente produrrà L'OPPOSTO di quel che si desidera. E' risibile la scusa Trotzkyista della "rivoluzione tradita" ad esempio: l'aberrazione staliniana ha permesso alla rivoluzione socialista di sopravvivere meglio ai suoi nemici, ma è stata poi in definitiva la sua morte. Del resto Trockiy non sarebbe stato minor efferato assassino, avesse avuto lui il potere.... Idem dicasi di Mao.Castro è forse miglior esempio per la sua diciamo così, un po Latina, moderazione e lasciar fare...Al di là dei termini, mi son convinto che la sola rivoluzione o "ribellione" utile è e sarà il LAVORO INTERIORE realizzato con vari mezzi che non sto qui a discutere ma che conosco in parte, ed altri intuisco,che porti alla realizzazione di un Uomo post-sapiens (ah, i danni della Mente intellettuale...)che chiamerei...Homo Spiritus? Chiara la lunga gittata di questo sogno, specie per la difficoltà al cambiamento in ognuno di noi. Un piccolo seme d'esempio a conseguire ciò l'ho intravisto in maestri come Pasolini, M Fini ma nell'antico ci si può riferire a grandi quali Socrate, S Giovanni battista, LaoZi, KungFu Xiao (Confucio) Gesù, ed altri.la rivoluzione è prima un cammino interiore. Grazie dell'interesse.
ul.lucio (Registered) 18-10-2012 21:45

É ovvio che prima il cambiamento deve avvenire dentro di noi ma, sappiamo tutti, che, a livello sociale e storico, non puó avvenire x tutti ma solo x una piccola minoranza, ossia quella in grado di guidare le masse quando si presenteranno le condizioni oggettive di crisi capitalista.
...Sapete quante risate si stanno facendo i banchieri sapendo che le future masse "rivoluzionarie" mentre aspettato di cambiare tutti, si ribelleranno alla guerra imperialista porgendo l altra guancia?....
Occorre precisare, inoltre che, tutto cio che é storicamente avvenuto dopo la morte di lenin e' il frutto della controrivoluzione stalinista, dunque alcuni tuoi esempi sopracitati sono fuori tema.
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