Ancora sullo ius soli

26 Luglio 2013

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La purezza etnica esiste solo in ristretti gruppi tribali che condizioni ambientali particolari hanno confinato in aree isolate. Col tempo decadono da un punto di vista biologico perché l’endogamia impoverisce il patrimonio genetico. La condizione normale del genere umano è il meticciato. Le migrazioni dei popoli hanno segnato tutte le epoche, sono state il fattore in assoluto più rivoluzionario, quello che ha portato alle grandi svolte storiche, fin dalla preistoria.

Questi sono gli argomenti, inoppugnabili, dell’antirazzismo, dell’accoglienza, dell’integrazione, punti fermi della cultura di sinistra e del solidarismo cattolico.

Tuttavia le attuali migrazioni verso l’Europa hanno anche una loro specificità che sfugge a una sinistra incapace di elaborare i suoi stessi presupposti ideologici.

La specificità consiste in un’operazione tendente a minare le nazionalità nel quadro del progetto mondialista e, soprattutto, coerente con la strategia di demolizione dei livelli di vita dei ceti popolari anche dell’Occidente. Venuto meno lo spauracchio del socialismo col crollo dell’URSS, il sistema del welfare e dei salari relativamente alti doveva essere smantellato con l’immissione massiccia nel mercato del lavoro di manodopera a basso costo, quella degli immigrati, che avrebbe abbassato il livello generale di salari e stipendi.

Così assistiamo a un altro dei tanti paradossi. La sinistra difende un fenomeno sociale devastante che è stato incoraggiato dalla logica capitalista per indebolire i sindacati e abbattere il livello di vita dei ceti popolari. Del resto non ci si poteva attendere altro da una sinistra appiattita sui diritti civili e diventata indifferente e complice dei processi economici imposti dal grande capitale monopolista e finanziario.

Queste considerazioni e non il razzismo becero di certa destra, come l’inqualificabile Calderoli che evoca l’orango parlando della ministra Kyenge, fanno prendere le distanze da uscite come quelle della stessa ministra di origini africane e della Presidente della Camera, Boldrini. Forse negli attacchi ripetuti a quest’ultima si intravede anche una serpeggiante misoginia, ma il fondamento vero di tanta ostilità nei suoi confronti è il fatto che si presenta come la rappresentante tipica della cultura dell’assistenzialismo, della beneficenza, dei diritti mai accompagnati dai doveri, del buonismo che elude qualunque tentativo di analisi di ciò che è il capitalismo oggi.

Del resto allo stesso papa Francesco è toccato in sorte una sostanziale indifferenza dopo i clamori della giornata di visita a Lampedusa. La battuta stizzita di Cicchitto (una cosa sono le prediche, altra cosa il còmpito di governare) ha suscitato deboli proteste, poi è subentrato il silenzio perché c’è la consapevolezza che il problema non si risolve coi buoni propositi del “vogliamoci bene”.

Eppure non si può puramente e semplicemente respingere la richiesta di riconoscimento dello ius soli.

La politica è il luogo delle proposte realistiche per affrontare problemi reali.

L’immigrazione massiccia dall’est europeo, dall’Africa, dall’America latina, dall’Asia, è un fenomeno che investe l’intera Europa e non può essere contrastato con misure repressive o amministrative. I respingimenti, i campi di detenzione, gli ostacoli all’integrazione non fanno altro che alimentare la clandestinità. Una regressione del fenomeno potrà verificarsi solo quando la crisi europea diventerà tale da rendere non più appetibile la vita da noi. Processi socio-economici hanno portato quelle masse in Europa, soltanto processi socio-economici e non misure di polizia potranno generare un riflusso.

Nel frattempo, non c’è alternativa alla regolarizzazione.Per questo lo ius soli deve essere preso in considerazione.

Un eventuale progetto di legge, dopo la premessa che la clandestinità è un reato, potrebbe essere formulato molto semplicemente in due soli articoli:

1) chi è nato in Italia da genitori non italiani, assume la cittadinanza italiana dopo avervi frequentato la scuola dell’obbligo; 2) chiunque abbia pagato le tasse allo Stato italiano per un periodo non inferiore ai 5 anni consecutivi, ha diritto alla cittadinanza qualora la richieda.

Ovviamente la nostra appartenenza all’UE implica che il progetto di legge sia sottoposto al vaglio della Commissione europea, perché un cittadino italiano diventa automaticamente cittadino europeo.

L’asserzione della Boldrini che chi è nato in Italia è senz’altro italiano è facilmente criticabile, ma l’esigenza di regolare l’immigrazione con saggezza e realismo è imposta dai fatti.

 

Luciano Fuschini   

 

      

 

  

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