Quo Vaduz

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Fuori la lista, fuori i nomi! Un coro (quasi) unanime si leva dai palazzi della politica, dove l’autostima è talmente bassa e la coda di paglia è talmente lunga da dare per scontato che la lista dei 150 evasori italiani nel Liechtenstein sia piena di politici. Naturalmente questo improvviso afflato di trasparenza e pulizia (Tweed Berty invoca addirittura il “pubblico ludibrio”) durerà finché la lista resterà segreta. Quando sarà pubblica, esattamente come accadde nel 1981 con quella dei piduisti tenuta in cassaforte per mesi da Forlani, sarà tutto un fiorire di distinguo, alibi, bizantinismi e arrampicate sugli specchi per dire che insomma, non si possono gettare in pasto al popolino tanti benemeriti del made in Italy, che in fondo Liechtenstein o Italia pari sono, che c’è anche un’evasione di necessità, che dalle troppe tasse bisogna pur difendersi, che si fa un uso politico-elettorale del fisco, che c’è un complotto a orologeria del Liechtenstein con la Merkel.
L’evasione è come la corruzione: è una brutta bestia solo finché non salta fuori il nome del primo evasore, dopodiché c’è sempre una scusa buona per tutti. Negli intervalli tra un governo Berlusconi e l’altro, quando non si fanno condoni e l’evasione viene combattuta anziché premiata, nomi di evasori ne saltan sempre fuori. Nella legislatura dell’Ulivo beccarono Tomba e Pavarotti. In quella dall’Unione han beccato Valentino Rossi, Cipollini, Del Vecchio, la Muti. E’ successo qualcosa? Gli evasori hanno subìto una sanzione sociale? Assolutamente no, tutto il contrario. Valentino Rossi non ha perduto nemmeno uno sponsor, anzi ha dedicato uno spot alle sue disavventure col fisco, riuscendo persino a lucrarci sopra. Berlusconi, titolare di aziende che corrompevano la Guardia di finanza per coprire le loro magagne anche fiscali, è sotto processo a Milano per i fondi neri di Mediaset, cioè per un presunto giro di acquisti fittizi di film dalle major americane che servivano a gonfiare i costi, a drogare le perdite e a pagare meno tasse, addirittura mentre Mediaset veniva quotata in Borsa: infatti i reati vanno dalla frode fiscale all’appropriazione indebita al falso in bilancio...
Marco Travaglio

4 marzo 2008 da www.voglioscendere.ilcannocchiale.it

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