Informazione italiana, inganno globale

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Alla fine la verità è venuta a galla. Con uno scoop di portata mondiale il quotidiano britannico The Guardian, uno dei pochi baluardi dell’informazione libera e indipendente, ha scovato le carte. C’è uno studio del Pentagono nel quale gli stessi Usa ammettono che non c’erano legami diretti ed organici tra Al Qaeda e Saddam Hssein. Ricapitoliamo. Non c’erano le armi atomiche. Non c’erano le armi chimiche. Non c’erano le bombe illegali (adoperate invece dalle truppe statunitensi a Falluja). Non c’erano le armi batteriologiche. Ma allora che cavolo ci sono andati a fare gli americani (e noi con loro) in Iraq? Ci hanno terrorizzato per mesi: guerra globale al terrorismo, Al Qaeda, fondamentalismo islamico, deriva antioccidentale, scontro di civiltà e altre amenità. Ieri su La7 Sergio Romano (liberale, conservatore e filoatlantico doc) ha parlato senza mezzi termini di «imperialismo Usa bello e buono». Poi l’ex ambasciatore ha ridisegnato completamente «lo scenario seguito all’11 settembre 2001». Io non so che cosa possa riservare il futuro, ma visti gli inganni e le balle distillate dai componenti di vertice degli apparatchik a stelle e strisce anche ground zero oggi può tranquillamente essere rimessa in discussione. Ma non è questo l’argomento che mi interessa ora. Ciò che mi interessa è la copertura data alla notizia. I media italiani hanno dato uno spazio misero rispetto alla portata dello scoop giunto ieri mattina da Londra. Con una bomba giornalistica del genere bisognava aprire tutte le prime pagine. E la cosa è preoccupante, non solo per il grado di asservimento della stampa nazionale. La cosa è preoccupante perché nella opinione pubblica ormai è prevalsa l’idea che la guerra in Iraq si dovesse fare per un motivo non ben definito. Questo è il frutto avvelenato del pensiero unico in salsa mediatica. Se continua di questo passo tra qualche anno potrebbe pure accadere l’indicibile: potremmo scoprire che l’11 settembre è un piano ordito all’insaputa del ‘neotont’ Bush da Rumsfield, Wolfovitz, Perle, Cheney e sodali. I media daranno non molto spazio alla cosa, come se l’opinione pubblica, a livello inconscio, abbia già metabolizzato l’idea dell’inganno globale. La memoria è corta e la ragione della maggior parte delle pecore umane non la alimenta. Insomma gli americani volevano andare in Iraq per trovare le armi di distruzione di massa e invece ci hanno trovato solo il petrolio. Considerando questi chiari di luna a che cosa servirà la base Usa bis a Vicenza? Ad invadere l’Iran per dare al Guardian la possibilità di fare un altro scoop?
Marco Milioni

15 marzo 2008 da www.lasberla.net

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