Tolleranza zero. Ma per tutti

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Lo scorso lunedì le Televisioni hanno rilanciato le seguenti notizie: la morte del ragazzo bestialmente picchiato a Verona da cinque neonazi perché aveva rifiutato loro una sigaretta; nella centrale piazza Vittorio della civilissima Torino una folla inferocita si era ribellata ai vigili che avevano appioppata una multa per sosta vietata, ne aveva feriti tre, e li aveva costretti alla fuga mentre altre centinaia di persone filmavano, con evidente compiacimento, la scena con i soliti cellulari; sull'autostrada Firenze-Roma, il giorno prima un manipolo di ultrà del Napoli aveva assalito un pullman di tifosi romanisti fermo a un grill e lo aveva poi inseguito per quaranta chilometri; a Chiaiano e Marano, due comuni dell'entroterra partenopeo, i residenti avevano innalzato barricate, fermato e rovesciato autobus, opponendosi in tutti i modi alle forze dell'ordine, per impedire l'apertura, decisa dal supercommissario De Gennaro, di una discarica.
Che cosa sta succedendo in Italia? La causa più immediata di queste improvvise esplosioni di violenza, quasi sempre irrazionali, è il crollo, nel nostro Paese, del principio di autorità e quindi di responsabilità. Nessuno obbedisce più a nessuno. Il fatto è che il tradizionale "buonismo" delle sinistre e il "perdonismo" cattolico fortemente presente nella nostra cultura (cronisti scatenati, dimentichi di ogni umanità, chiedono al familiare della vittima il cui corpo è ancora caldo, "lei perdona?" e lo sciagurato, invece di rifilargli un cazzotto sul muso, in questo caso sacrosanto, risponde - del resto per giustificare l'indulto bipartisan si ricorse all'autorità di Papa Wojtyla che lo aveva chiesto) si sono sposati con un fatto nuovo e per certi versi inaudito: una classe dirigente di Destra che, da Mani Pulite in poi, per difendere alcuni suoi esponenti, eccellenti ed eccellentissimi, sotto inchiesta, ha condotto una costante, capillare e devastante campagna di delegittimazione della magistratura, dei pubblici ministeri, dei giudici, della polizia giudiziaria (e quando dico Destra intendo soprattutto Forza Italia e Alleanza Nazionale, perché l'Udc è sempre stata molto più cauta, moderata, democristiana nel senso migliore del termine e peraltro non ho mai sentito Andreotti, pur sottoposto a un lungo e logorante processo, né Forlani né alcun altro dirigente di rilievo della Dc affermare di essere vittima di un "complotto" della magistratura, perché alla Balena Bianca si può rimproverare di tutto - e noi, negli anni del suo strapotere, lo abbiamo fatto, qualche volta anche in eccesso - tranne di non essersi sentita, e di sentirsi là dove ancora esiste, classe dirigente con le relative responsabilità). Ora una classe dirigente, qual è quella che è venuta all'onor del mondo politico dal 1994 in poi, che dimostra di non credere alle proprie istituzioni e alle proprie leggi non può che partorire una popolazione che non crede alle istituzioni, alle leggi e, tantomeno, alla classe dirigente (secondo un recente sondaggio il 64\% degli italiani, non ha fiducia nel Parlamento che pur ha appena votato, un Parlamento dove, oltretutto, sono 70 i condannati e gli indagati per reati gravi, fra cui lo stesso Berlusconi).
Siamo diventati, o stiamo diventando, in alto e in basso, un popolo di delinquenti. Ma ci consoliamo pensando che i delinquenti siano solo i rumeni. Adesso stiamo cercando faticosamente di recuperare i principi di autorità, di responsabilità, di legalità.
Ma è estremamente difficile perché si tratta di un problema innanzitutto culturale. Che non sarà risolto, ma anzi aggravato, se la linea, come pare, sarà quella della "tolleranza zero" per i reati da strada e della sostanziale impunità per quelli della classe dirigente. Perché una posizione del genere, oltre ad essere inaccettabile perché lede il principio dell'uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, fondante per una democrazia, è improduttiva. Nessun Paese si salva se il cattivo esempio comincia dall'alto.
Massimo Fini

9 maggio 2008 da Il Gazzettino

Commenti
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hermen10@hotmail.com
albcor (Registered) 28-05-2008 16:46

Parole sante!
Il problema del rispetto della legge in questo nostro Paese è generalizzato e non riguarda certamente solo gli extra-comunitari.
Il fatto è che le cose vengono raccontate in modo capovolto: non è 'limmigrazione che ha creato illegalità, ma è la diffusa tolleranza verso l'illegalità a generare la stragrande maggioranza dell'immigrazione illegale.
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