29 aprile 2008 Giornalisti di regime, opinionisti con chissà quale competenza e semplici cialtroni si sono scatenati nel criticare il V-Day 2, nascondendo o alterando i fatti e calunniando Grillo. I loro palesi sforzi per nascondere la gravità dei problemi sollevati dal comico non sono però che la conferma di essi, e chi li nasconde è proprio l’obbiettivo della rabbia del milione e trecentomila firmatari. Grillo ha scelto il giorno della Liberazione in omaggio a chi cadde credendo nella possibilità di un’Italia libera, ma è stato trattato come il peggiore dei revisionisti proprio da chi si dichiara figlio della Resistenza. Dall’Associazione Partigiani di Torino (chiaramente istruita dal PD) che bollò come offensivo l’accostamento, ai giornalisti di Repubblica che, forse ancora scottati dal risultato elettorale, hanno cercato di convincerci della rivalità tra i due eventi, ai soliti politici e oratori di partito che nelle celebrazioni ufficiali santificavano con una marea di polverosa retorica la Resistenza rendendole così un pessimo servizio. Sarebbero costoro gli eredi morali dei partigiani? Di chi senza tante chiacchiere prese un fucile per cacciare i nazisti? No, i veri prosecutori sono gli altri, quelli che non ne possono più di questa dilagante disinformazione di regime, “partigiani” del 2000 che hanno passato la giornata lavorando (e non cianciando come gli altri) per far sì che questo paese faccia finalmente il passo che non ha fatto il 25 aprile ’45, cioè rendere libera, veritiera e indipendente l’informazione. Le poche certezze di chi scrive sono cadute definitivamente quando ha sentito alcuni importanti ex partigiani affermare che l’informazione sotto Mussolini era migliore di quella che ci propinano adesso. Forse perché allora era più facile arrivare alla verità, era sufficiente credere al contrario dell’unica versione ammessa dal regime. Oggi con decine di versioni provenienti da decine di fonti ognuna delle quali asservite agli interessi di quella o questa altra casta, e ognuna più menzognera dell’altra, dove sta la verità? Alessandro Marmiroli
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